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NUOVA DIMENSIONE (Lily Pov)

Il potere arriva in risposta a un bisogno, 

non a un desiderio. 

Devi creare quel bisogno.

 (Dragon Ball)

Lily's Pov

Sfioro la parete rocciosa, al tatto è ruvida e assomiglia alla pietra calcare del nostro mondo. Piccole aperture, che ricordano i pertugi dei castelli, permettono alla luce di entrare creando così una soffusa penombra. In alcuni punti vedo brillar piccole schegge di luce, la pietra contiene cristalli o piccoli frammenti di vetro.

Salgo le ripide scale che portano all'ultima stanza della strana struttura a cappello di mago .  Dietro di me, in silenzio, un paio di domestici trasportano cibo e bevande in cesti che sembrano fatti di paglia intrecciata. Non ho mai visto coltivazioni o vegetazione sorvolando la zona, dove prendono tutte queste prelibatezze? Alzo lo sguardo e sulla soglia scorgo la sua imponente figura pronta ad accogliermi.

«Oh mia piccola Lilith, mio piccolo e delicato fiore del deserto, non sai come sono felice di poterti riabbracciare sapendo che stai bene» Sabbath mi bacia su entrambe le guance e mi abbraccia davanti agli altri ospiti, mettendomi a disagio.

«Grazie per i fiori, erano stupendi» sorrido mentre mi divincolo della sue braccia. Saluto con un cenno Bastet e Pan che ci attendono accanto ad un tavolo ricoperto di carte e pergamene. La piccola satiro sembra alquanto annoiata da tutti quei fogli, il piede caprino continua a muoversi nervosamente, la sua natura la porta ad essere estremamente vivace pertanto posso solo immaginare quanto le costi stare ferma ad ascoltare. Bastet invece è più riflessiva e generalmente molto curiosa, le sue mani sono piene di fogli che sicuramente stava leggendo con fervore prima del mio arrivo. 

Sabbath mi invita ad entrare appoggiando la mano sui miei fianchi, mi irrigidisco e senza volerlo muovo la coda nervosamente, difficile nascondere le emozioni in questo corpo. I domestici ci seguono e allestiscono tra i cuscini, che ricoprono la pavimentazione come petali colorati, un piccolo rinfresco. Silenziosi ed efficienti terminano il loro lavoro e se ne vanno con un inchino.

«Qualche giorno fa Anubis ha rilevato un varco sconosciuto nel suo mondo. Sembra che sia un accesso ad una dimensione non ancora mappata.» Sabbath mi aggiorna. Mi allontano da lui per sbirciare le carte sul tavolo «Secondo Dozenith ti sei ripresa dallo sfortunato incidente, così ho pensato che un viaggio esplorativo ti avrebbe fatto piacere»

La mia salute è migliorata notevolmente una volta rimossa la sfera, ma non credo che sia questo il reale motivo per cui Sabbath abbia pensato a me. 

«Noi siamo i primi ad entrare in contatto con gli abitanti, se ve ne sono. Dovremo scegliere un ambasciatore?» la voce vellutata di Bastet ben si abbina al portamento regale da felino.

Sabbath annuisce di risposta.

«Non ho capito bene cos'è un ambasciatore» Pan attira la mia attenzione fissandomi con le sue pupille rettangolari, identiche a quelle delle capre.

«Non abbiamo mai effettuato viaggi in questa dimensione» cerco di spiegarle «Dobbiamo trovare un abitante che ci possa avvertire nel caso in cui si verifichi qualche anomalia non rilevabile dal software, come è avvenuto nel tuo mondo. È stato tuo capo tribù a contattarci, lui è un ambasciatore.» 

Osservo la piantina che occupa metà del tavolo, vi sono dei cerchietti colorati e accanto ad essi degli appunti scritti con calligrafia elegante. Sono identificati come passaggi sicuri: il cerchietto rosso indica la terra, quello giallo la dimensione di Sabbath e azzurro quella di Anubis. Anche la scrittura segue la stessa mutazione della lingua al passaggio dimensionale, leggo in italiano.  Questo lavoro di analisi è necessario ai fini della sicurezza, se per caso si sbaglia luogo di partenza si può finire in un vulcano o in un precipizio, ed entrambe le possibilità non sono allettanti. 

Sabbath mi sfiora i capelli scostandomeli di lato, il tocco delle sue dita sul collo mi solletica la pelle. La mano rimane ferma tra le mie scapole, è la prima volta che i suoi atteggiamenti superano il limite e sono talmente sconvolta da rimanere pietrificata. È colpa mia? Lo sto soggiogando come ho fatto con Alberto? No, non è così. La creatura che vive dentro di me è assopita, se mi concentro sento il suo respirare leggero. Allora perché si comporta così?

«Anubis ha già posizionato i sensori ma non è riuscito a trovare della terraferma, pertanto momentaneamente sono disposti su dei galleggianti in questa zona» Sabbath indica un punto «dovresti ricollocarli in un luogo più sicuro. Lilith, sorvolando la zona dovresti individuarlo facilmente»

«A quanto pare in questa dimensione c'è solo acqua...» Bastet soffia proprio come farebbe un gatto. La fisso con occhi spalancati, è la prima volta che la sento fare un verso simile, non deve esser la sua dimensione preferita.

«Infatti» risponde lui.

«Quindi dovremmo tuffarci in un oceano infinito?» non sono felice al pensiero di nuotare in un mare sconosciuto e abitato da creature mai viste prima.

«Pan e Bastet sono obbligate a restare in acqua, mentre loro cercano un contatto tu Lilith devi trovare un posto sicuro dove spostare il sensore » posa su di me i suoi occhi chiari, nel suo sguardo leggo un bisogno disperato di compagnia. La mia malattia l'ha sconvolto davvero così tanto? Vorrei chiedergli spiegazioni ma non trovo corretto farlo davanti ad altri.

«A questo punto non mi converrebbe andare da sola? Non fraintendetemi, ma il pensiero di saperle in quelle acque non mi tranquillizza» sfrego una mano sul braccio per scacciare un brivido freddo.

«No, è meglio se andate insieme. È una nuova dimensione, non sappiamo cosa potreste incontrare. Inoltre gli abitanti potrebbero spaventarsi vedendo una creatura volante. Con loro in acqua potrebbero essere più invogliati ad avvicinarsi»

«Dunque non abbiamo altra scelta» sospiro.

«Direi di no» conferma.

«Va bene Lily, dai andiamo» Bastet mi tocca la spalla soffiando di nuovo stizzita. La guardo e le faccio cenno di sì con la testa, non sono sicura di riuscire a parlare senza ridere delle sue reazioni tipicamente feline.

Adoro le missioni semplici: i nuovi abitanti, delle creature simili ai tonni della nostra dimensione, si sono rivelati cordiali e disponibili. Vivono nella profondità dell'oceano, in strutture scavate nella pietra porosa. Ci hanno indirizzato verso le poche isole del territorio. 

Abbiamo posizionato i sensori e  individuato un ambasciatore. Pan e Bastet sono tornate a casa direttamente da quella dimensione, hanno memorizzato subito la mappa. Io non ricordo un solo varco disegnato. 

Ritorno da Sabbath, con la speranza di riuscire a parlargli. Sbaglio punto di rientro e appaio in aria proprio accanto al balcone della sua stanza, per fortuna riesco a riprendere immediatamente quota con un battito d'ali. Non imparerò mai ad orientarmi, sono una frana. Atterro tremante mentre Marco appare sulla soglia della camera.

Ha la mascella tesa e lo sguardo cupo, è evidentemente arrabbiato. «Sabbath non c'è, ha fatto un salto da Dozenith, se vuoi parlargli torna a casa» esclama con tono glaciale.

Cosa ho fatto per meritarmi tale scortesia? Rimango ferma senza rispondere ferita dal tono.

Si passa una mano tra i capelli e sospira «Scusami, non sono arrabbiato con te. Ho avuto una discussione con lui poco fa»

«Ancora?» ops!

Solleva un sopracciglio e rimane in silenzio a fissarmi «Bastet»

«Si, ho saputo che avete discusso riguardo una mia vita precedente. Cosa è accaduto?»

Distoglie lo sguardo.

«Marco?» incalzo.

«Non voglio influenzarti raccontandoti certi eventi passati, preferirei che ricordassi da sola» Credo che la delusione sia ben visibile sul mio volto perché il suo sguardo si addolcisce, si avvicina e si piega obbligandomi a guardarlo negli occhi. Il cuore salta un battito. «Non fare quell'espressione» mi scompiglia i capelli e spalanca le ali «ora vado, è il mio turno per fare una bella nuotata» e scompare davanti ai miei occhi.

Sono seduta nella biblioteca con Elisabetta. Non sono riuscita d incontrare Sabbath, lui e Dozenith si erano trasferiti da Anubis un secondo prima del mio rientro. Stiamo bevendo un tè freddo accompagnato da una deliziosa crostata preparata da Jemina, peccato che lei è al bar e non può rilassarsi con noi.

«Perché non sviluppo poteri particolari?» ormai è passato tanto tempo dalla mia trasformazione e continuo solo a saper volare, i tentacoli d'ombra non li voglio nemmeno prendere in considerazione.

«Cosa intendi, Lily?» Elisabetta prende un'altra fetta di torta, come fa a mangiare così tanto e mantenere quella siluette?

«Tu, Dozenith, Marco, e persino Sonia che è appena arrivata, sapete creare palle di luce o altro per difendervi. Io so solo volare» sospiro sconsolata.

«Non ti preoccupare, hai una struttura diversa da noi. Sicuramente hai dei poteri molto forti , solo che il loro sviluppo è più lento»

Sembra una frase detta per far star buono un bambino capriccioso, per scacciare il mio senso di inadeguatezza mi consolo con la torta

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