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ACCETTAZIONE (POV Lily POV Sonia)

La bellezza è ben altro, non è solo un semplice fatto di estetica.

Una bella ragazza è una che sa essere generosa e coraggiosa 

e che possiede dei forti ideali in cui credere.

(Sailormoon)

Lily's Pov

Marco si volta raggiante verso di me e perdo totalmente la ragione nei suoi occhi, mi prende la mano e spalanca le ali. Lo imito. L'oscurità viene ricacciata totalmente all'interno del mio cuore, percepisco la sua scomparsa.

Sorvoliamo boschi , giochiamo a rincorrerci in aria, le nostre risate riempiono il cielo. Il cuore batte talmente forte da voler uscire e volare per conto suo. Al termine di una radura Marco decide di planare, atterriamo all'inizio di un bosco costituito da alberi imponenti, sono simili alle sequoie terrestri. Vedo brillare qualcosa tra la vegetazione. Il panorama che si presenta davanti ai miei occhi lascia senza fiato. Un lago, l'acqua è di una tonalità di blu a me sconosciuta. Non credo che sulla terra esista un colore del genere. La roccia intorno alle sponde ha sfumature viola e blu. Marco fa sparire le ali, si toglie la maglietta e le scarpe in pochi secondi. Rimango a bocca aperta ad osservare il suo petto nudo. Ho terribilmente caldo.

«Dai vieni!» urla prima di correre su per una roccia e tuffarsi. Nuota avvicinandosi alla sponda. I capelli bagnati scendono sul viso facendo risaltare gli occhi blu. Sono totalmente sciolta sul terreno. Non sento un solo muscolo del mio corpo.

«Lily, tuffati!» la sua voce mi risveglia dal coma emozionale. Mi trasformo e guardo i vestiti: sono in pantaloncini corti e maglietta bianca. Mi vergogno a svestirmi.

«Non preoccuparti se ti bagni. Da qui arriviamo direttamente alla casa di Dozenith e nessuno può vederci» sorride sereno «Lo faccio spesso. Fidati»

Tolgo le scarpe e cammino sulla pietra liscia fino ad avere l'acqua alle caviglie, mi sporgo dal masso per guardare dentro il lago. Non vedo il fondo, deve essere molto profondo. Marco si avvicina. Appoggia un piede sul masso, che intravedo sotto di me, e si solleva fino a raggiungere il mio petto cogliendomi di sorpresa. Stringe le braccia intorno ai miei fianchi e si lascia cadere all'indietro. Finisco in acqua con un tonfo. Bevo. Cerco di risalire in superficie e tossico fuori l'acqua ingoiata.

«Marco! Mi hai quasi affogato!» gli urlo contro. Lui ride poco lontano. 

Cerco di raggiungerlo ma con due bracciate si allontana. Ci rinuncio e mi lascio cullare dall'acqua. Tutte le paure e i pensieri negativi sono scomparsi, guardo il cielo e sorrido, chiudo gli occhi godendomi il momento.

Sento Marco avvicinarsi, mi metto sulla difensiva aspettandomi qualche altro scherzo. I suoi occhi blu mi fissano con dolcezza e il mio cuore fa un tuffo.

«I tuoi occhi sono rimasti blu, anche i miei sono gialli?» chiedo.

«Si gattina» si avvicina ancora, sento il respiro sulla pelle bagnata.

Gattina. Che bello sentire quella parola pronunciata dalle sue labbra.

«Non puoi continuare a detestare la tua trasformazione» aggiunge all'improvviso.

«Cosa intendi dire?» rispondo aspra. Non potevi tacere? 

«Quando Sonia ti ha toccato, facendoti notare che eri diversa, hai sofferto molto. Per questo l'hai attaccata, vero?» Si è vero, ma non è solo per questo. Marco sei così bravo a comprendere certi miei sentimenti e totalmente cieco per altri. «Lily, non stai rispondendo» 

«Si, Marco» il mio tono è aumentato di volume «Ma guardami cavolo! Ho le zampe! E una coda! E sono pelosa! Mi trasformo nella donna pelosa ogni volta che varco la soglia!» ormai sto urlando «non potevo essere come un personaggio della DC! Loro diventano strafighe quando scoprono i loro poteri. Invece io no! Perché devo essere così orrenda?» la voce si incrina e preferisco tacere.

«Piccola tu vai bene così come sei, smettila di detestare il tuo aspetto. Sei così, ti devi accettare» allunga la mano per accarezzarmi il volto, mi scosto. Sono scossa e non voglio piangere davanti a lui nuovamente. 

«Ti devi accettare. Facile parlare per te! Ti vengono solo due ali!» ho la voce incrinata, accidenti a me! Cerco di allontanarmi ancora, ma è troppo veloce e mi prende subito per un braccio e mi trascina verso di sé, la mia schiena ora appoggia al suo petto. Sento il respiro sul collo. Sospira e i suoi muscoli si contraggono contro le mie spalle. Un brivido sulla pelle.

«Non devi odiarti così» un sussurro.

«Voglio tornare a casa» basta. Fammi andare via. Lasciami andare. Non farmi altro male.

«Lily...»

«Marco, fammi tornare» le prime lacrime stanno rigando la guancia. 

«Va bene» sospira sconfitto «Da qui ci troviamo direttamente al primo piano della casa di Dozenith»

Non gli rispondo. Non voglio guardarlo in faccia. Non devo crollare. Non di nuovo.

Marco non mi lascia andare. Anzi stringe ancora più forte tanto da mozzarmi il respiro e ci ritroviamo in piedi nella casa, in una zona che non conosco. Per fortuna mi sta ancora stringendo, altrimenti sarei caduta per lo sbalzo dall'acqua al pavimento. Lui invece atterra come se avesse fatto un semplice salto, tutto gli è naturale. Accidenti a lui!

Si assicura che stia in piedi da sola e mi lascia andare. «Vieni prendiamo gli accappatoi e stendiamo i vestiti fuori ad asciugare» la voce è incrinata.

«Non è la prima volta che fai questo genere di viaggi?» cerco di pensare ad altro per distrarmi. L'unica immagine che si forma nella mente è lui che nuota con altre donne. Cerco di scacciare quel pensiero. Sono una stupida. Cosa mi sta succedendo? Non mi riconosco più.

«Ho conosciuto Stola che avevo circa tredici anni» inizia a raccontare mentre entriamo in un'altra stanza «mi piaceva la sua dimensione, è sempre stata così tranquilla. Poi quando è arrivato Seth quel lago è diventato il nostro angolo di paradiso. Abbiamo preso l'abitudine di passare lì i weekend. Dozenith ha capito che saremmo apparsi spesso in casa sua e ha deciso di allestire uno spogliatoio» e indica l'ambiente in cui ci troviamo. 

Vi è un armadio e una panca, una porta socchiusa rivela un piccolo bagno. Sembra di essere in piscina, il locale è illuminato da una porta finestra che si affaccia su un balconcino. Marco apre l'armadio e si gira per darmi l'accappatoio. Rimane fermo come una statua a fissarmi con le pupille dilatate e la bocca socchiusa.

Abbasso lo sguardo sui miei vestiti e noto che la maglietta e i pantaloncini sono completamente fradici e aderiscono al corpo rivelando le forme. Istintivamente copro il seno con le braccia.

«Scusa» Marco scuote la testa come per scacciare dei pensieri orrendi,  mi consegna l'accappatoio cercando di non guardarmi «Vai in bagno prima tu. Stendiamo i vestiti lì fuori tanto col caldo che fa si asciugheranno subito»

Esco dal bagno avvolta dall'accappatoio e vedo che Marco si è già tolto i jeans bagnati, è sul balcone a stendere. Lo raggiungo «Come faremo per gli abiti e le scarpe lasciate là?»

«Vedrai che Stola le ha già riportate. Ogni tanto scordo qualcosa e lei lo lascia a Dozenith» cerca di incrociare il mio sguardo «Come va? Ti sei calmata?»

«Un poco» possiamo non parlarne per favore? 

Voglio scendere in cucina, con la scusa qualsiasi, per allontanarmi da lui. Pensieri impuri invadono la mia mente appena noto che indossa un paio di pantaloncini a vita troppo bassa e molto aderenti, probabilmente non sono della sua taglia, e non so più dove posare lo sguardo. Provo a raggiungere la porta che da sul corridoio nella speranza che non mi segua, e mi lasci sola un minuto per riprendere il controllo delle emozioni. Tentativo inutile, con due passi mi blocca prima che possa girare il pomello della porta, incolla i suoi occhi nei miei e mette le mani sulle mie spalle. Sento una scossa elettrica scendere per la spina dorsale. Abbasso gli occhi. Pessima idea! Li chiudo, per non perdere il poco senno che mi è rimasto.

«Lily, ti prego ascoltami» ha un tono così dolce da fare male «Per me sei bella qualsiasi forma assumi. Anche con le zampe, la coda e la proboscide»

Bella? «Non ho la proboscide» mi rendo conto di sembrare una bambina.

Il suo corpo aderisce al mio, sento il calore passare attraverso l'accappatoio. Resta in silenzio, sollevo la testa per comprenderne il motivo e rimango senza fiato di nuovo: i nostri volti sono vicini, molto vicini. Le sue labbra stanno quasi sfiorando le mie, il respiro mi solletica la pelle. Trattengo il fiato nell'attesa del momento.

«Ecco dove eravate finiti!» la voce di Sonia ci fa sobbalzare e ci stacchiamo subito. «Oh! Ho interrotto qualcosa qui. Ormai il danno è fatto. Dai, scendete che vi stiamo aspettando per la merenda. C'è anche Stola» e così dicendo prende sottobraccio Marco e lo trascina via.

Rimango ferma ad osservarli uscire totalmente sconcertata. Marco mi stava per baciare? Sono così agitata che ho bisogno di sedermi. 

Che faccio ora? Non posso scendere in accappatoio...

Sonia's Pov

«Marco, per favore, aiutami a superare questi massi. Se per caso cado e mi ferisco poi non posso più lavorare... e sai domani ho una pubblicità da registrare» sorrido consapevole di essere sensuale, lentamente passo la lingua sul labbro mentre allungo la mano certa che lui la stringa. Difatti è così. Tutti gli uomini si assomigliano.

«Non ti preoccupare, nel caso Jemina può guarire le tue ferite» sorride tirato e poi alza lo sguardo per osservare dietro di me. Dannazione. Sta guardando lei. Come fa ad attirare l'attenzione di tutti, è così minuscola e insignificante. Non ha nulla di bello. Nulla!

La sua pelle ricorda le meduse morte sulla spiaggia, ed è piena di lentiggini sparse qua e là senza criterio. Sembra un gioco della settimana enigmistica, magari se unisco i puntini posso creare una figura. È sgraziata nei movimenti e spesso inciampa in ostacoli invisibili.

Marco mi sorregge mentre iniziamo un percorso in salita, e ancora si volta a cercarla. Possibile? Avvicino il mio corpo strusciandomi come un gatto affettuoso. Si scosta.

«Scusami un momento» esordisce e mi lascia lì, in piedi da sola, e corre verso di lei. Non ci posso credere.

Alla fine sono spariti. Hanno preso il volo come due piccioni lasciandomi con Stola. Sono stata ignorata. Io? Non è possibile! Maledetta insignificante ragazzina.

Sono tornata alla villa accompagnata da Stola, Dozenith mi avvisa che sicuramente sono entrambi nello spogliatoio al piano di sopra. Salgo le scale come una furia e spalanco la porta. Rimango pietrificata ad osservare ciò che ho appena interrotto «Ecco dove eravate finiti!»

Marco mi fissa con gli occhi sgranati, è stupito quanto me per quello che stava facendo. Ottimo. «Oh! Ho interrotto qualcosa qui. Ormai il danno è fatto. Dai scendete che vi stiamo aspettando per la merenda. C'è anche Stola» con due passi gli sono accanto e lo prendo sottobraccio. Inerme mi segue come un cucciolo.

Osservo deliziata i suoi muscoli mentre percorriamo il corridoio. Con l'indice gli sfioro il fianco scendendo lentamente verso l'elastico dei pantaloncini. Si scosta da me di scatto. Sorrido «Marco, cosa stavate facendo lì dentro soli soletti?»

Non risponde immediatamente. Si passa una mano tra i capelli «Non lo so»

Ha abbassato la guardia, posso approfittare di questo momento di fragilità. «Mi pare che stessi per baciare la tua sorellina, o forse non la consideri più tale?» 

Non risponde. Mi avvicino nuovamente e  gli appoggio una mano sul petto. Non si ritrae. «Sai, credo che in realtà lei si stia approfittando di te. Ti ha sedotto vero? Avete nuotato nudi nel lago e tu sei un uomo Marco. È normale provare attrazione sai» avvicino il mio corpo al suo. Si scosta nuovamente.

«Sonia. Smettila» fa una pausa «per favore raggiungi gli altri. Devo passare nella mia vecchia camera a cercare una maglietta per me e qualcosa per Lily, così può scendere anche lei»

Nuovamente mi lascia sola. Nessun uomo ha mai rifiutato le mie attenzioni. La mano mi formicola, sento prudere la punta delle dita. Piccole scintille si espandono per il palmo. Devo controllarmi. Non posso perdere il controllo per così poco.

Ispiro ed espiro. Lentamente. Le mie mani tornano normali.

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