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Come ci siamo conosciuti.

Ricordi come ci siamo conosciuti?

Come dimenticarlo, anche se onestamente, avrei voluto.

Era il quindicesimo compleanno di Jin, lui era fantastico quel giorno, era solo una bambino ma già sembrava un uomo di alta classe a differenza mia che sentivo di non appartenere ad un mondo così.

Lí ancora non avevo idea di cosa ci avrebbero riservato in futuro le nostre famiglie.
Eravamo ancora innocenti bambini, non potevamo capire.

Jin: Ecco il mio piccolo Kookie, ti sto cercando da ore-
Sentii della braccia avvolgermi da dietro e la mia guancia subito riempita di baci.

Jk: J-Jin avanti mollami -

Cercai di divincolarmi dalla sua presa ma come risultato mi strinse ancora di più.

Jin: Ora che ti ho trovato non ti lascio più andare! Piuttosto come stai? Hai mangiato? Stai andando bene a scuola? Stai dormendo almeno 8 ore al giorno? -

Tae: E che cazzo sei sua madre?- È stata la prima volta in cui ho sentito la tua voce sprezzante e canzonatoria.

Jin: Kim Tae-hyung, anche tu qui a quanto pare. Mio padre ha deciso di invitare proprio tutti tutti. Kim Nam-joon, Min Yoon-gi, ancora fate da scorta a questo elemento? -

Nam: Vuoi che diventi la tua di scorta, principessa? -

Jin: Meglio la morte piuttosto. -

Tae: E questo quattrocchi chi sarebbe? Da come è vestito sembra uno della servitù. -

Non abbiamo iniziato proprio con il piede giusto e a dire la verità, Taehyung, non mi stavi neanche così simpatico. Devo ammettere però che l'aura che emanavi era ipnotizzante, riuscivi a farmi tenere gli occhi incollati su di te.

Jin: Per tua informazione lui è Jeon Jungkook, figlio del signor Jeon, quindi attento a come parli. - Si passó una mano tra i capelli soddisfatto dalla sua affermazione.

Tae: Jeon Jung-Kook? Ora capisco perché lo hai chiamato Kookie. -

Ghignasti in modo fin troppo malefico per un bambino della tua età e ammetto di aver avuto un po' paura, non avevo idea di quanta ne avrei dovuta avere dopo.

Tae: Noi tre abbiamo di meglio da fare che restare qui con voi due, ci becchiamo in giro biscottino. -

Mi facesti l'occhiolino prima di allontanarti con i tuoi amici, cosa avessi in mente non mi era dato saperlo. Sapevo solo che mi rimase il tuo sguardo addosso e i brividi che essi causavano per quasi tutta la serata.

Pensavo che sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei visto, ma non avevo idea che ti avrei ritrovato a scuola e che avresti iniziato a perseguitarmi.

Eri proprio un bullo, non sapevo se lo facevi perché ti annoiavi o perché mi odiavi così tanto. So solo che i tuoi amici non hanno mai fatto nulla per impedirti di picchiarmi, o di rovesciare il contenuto del mio zaino nella spazzatura, o strapparmi i compiti appena fatti, o rubarmi la merenda, o semplicemente insultarmi in tutti i modi possibili.

Solo una volta Nam provò a dirti che stessi esagerando, quando iniziai a sputare sangue, ma come risultato colpisti anche lui. Penso ti divertisse vedermi piangere e implorare, o vedermi soffrire. E loro erano troppo piccoli e immaturi per dirti qualcosa, o forse avevano semplicemente paura dell'influenza di tuo padre sulla loro famiglia.

Sono stati gli anni più brutti della mia vita, avevo così paura di andare a scuola che i miei genitori mi hanno fatto trasferire. Però tranquillo, non ho mai detto nulla a nessuno, agli occhi degli altri rimanevi sempre il figlio perfetto, neanche i tuoi genitori conoscevano il tuo vero carattere.

Devo dirti però che esagerasti quella volta, quando mi facesti finire in ospedale, perché lo avevi fatto?

Nonostante ciò io ti ammiravo, ogni tuo gesto gentile riusciva a superare tutte le volte che mi facevi del male, forse ero stupido ma ti volevo bene, o forse mi ero innamorato di te nonostante tutto.

Perchè io, Tae, riuscivo anche a vedere il tuo lato dolce e gentile oltre quello prepotente.

Pazienza.
Vorrei dirtele queste cose, ma se dopo averle sapute tu mi chiedessi scusa e curassi ogni mia ferita passata, pensi davvero che sarei felice?
Non conterebbero niente quelle scuse, saresti solo costretto.

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