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5.

Come avevo previsto il giorno seguente Damian non ha fatto altro che rincorrermi per i corridoi della scuola e chiedermi perché io l'abbia ignorato. Ovviamente ho sempre cercato di sviare la conversazione.

Sono passati tre giorni ed oggi spero vivamente che non sia a scuola, sono veramente irritabile.

Ovviamente la sfortuna mi perseguita perché me lo ritrovo nel banco dietro al mio.

-Fury- mi chiama bisbigliando.
Mi giro.
-Che c'è Damian?-
-Perché non mi parli più e scappi via sempre?-
-Non è vero che scappo via-
- Sì invece-
-No, non è vero-
-E invece sì-
Stufa, mi giro verso la professoressa che sta spiegando e cerco di ascoltare.

L'ho ignorato per tutto il tempo, ma non riesco a seminarlo usciti dalla classe.

-Va bene, non mi vuoi dire perché mi hai ignorato, ma che ne dici di sedere al mio tavolo, così conosci gli altri?- mi chiede.

Ma perché non si mette l'anima in pace e mi lascia stare? E poi perché dovrei conoscere i suoi amici, non mi sono simpatici.

-No- rispondo secca e infastidita.
-Dai. Facciamo così, se tu oggi vieni a mangiare con me e i miei amici, io non ti do più fastidio.-
-Veramente? Se io pranzo con voi, poi mi lasci in pace e non mi parli più?-

So di essere maleducata, ma seriamente non voglio che mi parli o che mi stia vicino, lui è conosciuto a scuola e già parecchie ragazze si stanno chiedendo chi io sia, sono i gossip che si sentono nei bagni ed io non ne voglio essere protagonista.

-Sì esatto, a meno che tu durante il pranzo ti diverta e mi chieda di sciogliere il patto- dice sorridendo e con aria sicura.
-Perfetto, ma non fare quel sorrisetto compiaciuto.-

Così andiamo insieme a prendere da mangiare e poi ci dirigiamo verso il suo tavolo.

Chi me l'ha fatto fare. Oggi mi sono svegliata storta, quindi sono irritata di mio, poi se ci si mettono pure loro, con le loro battutine o con i soprannomi stupidi... Sarà molto difficile mantenere la calma, quasi impossibile.

Arriviamo al tavolo e ci mettiamo seduti.

-Ei dolcezza, come mai sei qui?- dice quello che da ora in poi soprannominerò "dolcezza", visto che è l'unica parola che sa dire.

-Mi ha invitato Damian- rispondo con calma.
-Ok dolcezza-

Oddio non lo sopporto, se mi chiama un'altra volta così giuro che gli spacco la faccia.

Devo stare calma.

Così senza aggiungere altro mi metto a mangiare il mio pranzo. Sento gli sguardi dei ragazzi che mi fissano, allora alzo gli occhi dal mio piatto.

-Perché mi fissate?- domando.
-Lo sai chi siamo?- mi chiede un altro.
-No-
-Sai che quasi tutte le ragazze che ci sono in questa scuola vorrebbero essere al tuo posto?- chiede un altro.
-Sì-
-Ma noi non facciamo mai sedere nessuno con noi- continua lui.
-Ok-
Mi guardano sbalorditi.

Che si aspettavano? Nemmeno ci voglio stare qui, li dovrei anche ringraziare?

-Te l'ho detto che è una di poche parole- dice Damian.
-Che ne dici di parlarci un po' di te?- chiede un altro ancora.

Questo è quello che avevo visto parlare fuori dal cancello con quell'altro che non parla mai. Sembra simpatico, però ha dei dilatatori all'orecchio che gli arrivano quasi alla spalla, lo chiamerò "canestro" , come quelli da basket, poiché ci si potrebbe lanciare una pallina là dentro.

-Che volete sapere?- chiedo, cercando di rimanere gentile.

-Come ti chiami?- chiede Dolcezza.

Come se non lo sapesse, Damian l'ha ripetuto un milione di volte il mio nome.

-Fury- rispondo.
-Cognome?-
-Evans-
-Allora il coglione aveva ragione, tu sei la figlia degli Evans- dice un altro ancora a cui non ho dato un soprannome.

-Hey, non chiamarmi "coglione"- risponde Damian infastidito.
-Comunque la conosco al punto che so che se volete delle risposte da lei dovete domandare, perché non vi racconterà mai le sue cose spontaneamente, vero Fury?- mi chiede Damian.
- Sì- rispondo.
-Va bene. Quanti anni hai?- domanda Canestro.
-Diciassette-
-Hai un ragazzo?-

Ma che domande sono?

-No-
-Dove abiti?-
-A New York-

Secondo lui dove potrei abitare?!

-Perché stai sempre da sola?-
-Passo- rispondo.
-Che?- chiede confuso.
-Passo la domanda- chiarisco.
-Non vuoi rispondere?-
-Esatto-
-Va bene. Perché non ti abbiamo mai vista in questa scuola?-
- Sono stata all'estero per tre anni- rispondo vagamente.
-Che bello! Dove sei stata?-
-Passo-
-Anche a questa?-
-Sì-rispondo.

Poi sento la voce profonda di quello che non aveva mai parlato, non sembrava interessato al discorso.

-Lasciatela in pace, le state facendo un interrogatorio- dice rivolto ai quattro amici, senza calcolarmi.
-Sì ma a lei non dà fastidio, giusto?- mi chiede Dolcezza.

Veramente sì, non le sopporto tutte queste domande.

-No, non mi dà fastidio- rispondo invece.
-Quindi continuiamo- dice Dolcezza.
-Sei lesbica?-

Cosa?!

-No-
-Sei asociale?-
-Sì-
-Quando hai conosciuto Damian?-
-Ad una cena di beneficenza a casa sua- rispondo.
-Perché hai fatto finta di non conoscerlo?-

Che palle!

Sto cercando una scusa, quando suona la campanella e finalmente è finita l'ora di pranzo, quindi mi alzo e vado via, quasi scappando e non salutando nessuno.

Ultimamente scappo via molto spesso e la cosa non mi piace, ma ora non ha più importanza perché Damian mi ha dato la sua parola: non mi parlerà più.

Loro sono simpatici, anche se completamente matti, basta vedere le domande che mi hanno fatto, è stato un vero e proprio interrogatorio alternando argomenti seri con altri completamente diversi.

________________

Sono passati due giorni e, fortunatamente, Damian non mi ha rivolto la parola, anzi proprio non l'ho visto, neanche in mensa. Meglio così.

Sto andando verso la macchina nel parcheggio della scuola, quando mi sento afferrare il braccio e strattonare fino a dietro un albero, mi giro e scopro che è il "tenebroso" quello antipatico che non parla mai.
Mi guarda fisso con occhi che secondo lui dovrebbero spaventarmi.

-So che nascondi qualcosa e non mi piace, quindi devi stare lontana dai miei amici e soprattutto da Damian- dice puntandomi il dito contro.

Il signorino sembra incazzato.

Devo sembrare una ragazzina spaventata.

Si va in scena.

-Ssì...sì. Nnon mi...mi avvicinerò più...l..lo giuro.- dico con voce tremante e con occhi spaventati.

Merito un Oscar.

Finalmente va via senza aggiungere altro.

Scoppio a ridere. Rido di gusto. È da tanto che non ridevo così.
So che non c'è poi molto da ridere, ma non riesco a smettere, cioè seriamente pensa che mi abbia fatto paura?
_______________

La settimana seguente passa velocemente.

Oggi è lunedì e come ogni mattina mi alzo molto svogliatamente dal letto, mi preparo e vado a scuola.
Da quel giorno non ho più avuto problemi, anche se Damian non si è fatto proprio vedere a scuola.

-Ei Fury!-

Come non detto. È ricomparso.

-Damian, non avevamo fatto un patto?- chiedo.

-Sì ma pensavo non valesse più, so che ti sei divertita a pranzo l'altro giorno.-

Oddio è davvero esasperante.

Cerco di essere il più gentile possibile.

-Mi sono divertita e i tuoi amici sono simpatici, ma avevamo fatto un patto, puoi rispettarlo per favore?- chiedo sperando di non essere risultata maleducata.

-Va bene, se vuoi questo...- dice, un po' afflitto.

-Ci si vede- mi saluta.

Passa così un'altra giornata di scuola, ovvero io che faccio l'asociale e che non parlo con nessuno.

Ma quando torno a casa trovo ad aspettarmi una sorpresa...
___________

Spazio autrice

Spero come sempre che vi sia piaciuto.

Baci.♡♡♡

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