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2.

Flashback

Oggi è il primo giorno di scuola, ho salutato mio fratello e ora sto nella mia nuova classe, non conosco nessuno qui.

 Sono sempre stata molto introversa e non faccio amicizia facilmente, ma ho due migliori amiche Stacy e Lyla, ci conosciamo da due anni e abbiamo legato subito, però loro non hanno preso questa scuola visto che abitano dall'altra parte della città, così sono sola.

 Arriva la professoressa e già dal primo giorno comincia a spiegare, che noia. Dopo un'ora passata ad ascoltare quella befana, che ha più rughe che capelli, sento la campanella suonare. Tutti ci alziamo per andare alla prossima lezione. Quando vado al mio armadietto vedo, nascosti dietro un angolo della scuola, che Matt sta in mezzo ad un gruppo di ragazzi poco raccomandabili e che parlottano tra di loro.

 È da un po' che Matt è strano, sento che mi nasconde delle cose, il che mi preoccupa perché noi ci diciamo sempre tutto, è 'la regola dei gemelli', quando torno a casa pretendo delle spiegazioni, ora non mi sembra il caso di andare là anche perché sennò faccio tardi a lezione.

 Le lezioni sono finite ed è ora che io ritorni a casa, quindi cerco mio fratello, ma non lo trovo, allora gli mando un messaggio per dirgli che torno con l'autobus, però non risponde...di solito risponde subito. Aspetto alla fermata davanti alla scuola e intanto metto le cuffiette per ascoltare la musica.

 Quando entro dentro casa -Ciao!!- strillo per farmi sentire da tutti, ma risponde solo Marla -Ciao signorina, suo padre e sua madre sono a lavoro, mentre suo fratello Matt è uscito, ha detto che sarebbe tornato per cena.- mi dice e poi torna in cucina. Io allora vado in camera mia e mi metto a leggere. Sono passate delle ore, sono quasi le dieci di sera e Matt ancora non si è visto allora mi affaccio alla finestra...

Mi sveglio affannata, poiché non mi piace ricordare queste cose, infatti il giorno non ho problemi, ma non posso controllare la mente di notte quando dormo.

Sono passati tre anni...sono successe così tante cose da quel giorno... Ma ora basta con i ricordi. Mi preparo e scendo per fare colazione, saluto i miei genitori, ma prima di uscire vado in bagno, come ogni mattina, mi guardo allo specchio e vedo una bellissima ragazza, vestita di bianco e rosa, con un sorriso stampato in faccia...questa persona non mi somiglia affatto...non sono io...dentro sono vuota, non ho niente.

Poi esco di casa per tornare in quell'inferno dopo due anni e mezzo. Prendo la mia macchina e arrivo a scuola dopo una quindicina di minuti. È un edificio abbastanza grande con un campo da football e uno da basket all'aperto e un cortile sul retro, è una delle classiche scuole americane che si vedono nei film.

Parcheggio la macchina, scendo e mi faccio largo tra la miriade di adolescenti che stanno entrando a scuola. Io vado in segreteria a prendere l'orario e poi in classe, la prima ora è letteratura...che noia.

 Entro in classe e ancora non c'è nessuno quindi mi vado a sedere in fondo, dopo il suono della campanella tutti entrano e mi guardano incuriositi, sicuramente perché sono nuova, infine entra anche il professore, è un uomo sulla trentina e anche abbastanza carino, ha i capelli nero corvino e un accenno di barba, è abbastanza alto e indossa una camicia bianca con le maniche tirate fino al gomito, sento alcuni risolini da parte di alcune ragazze che lo guardano con gli occhi a cuoricino, che oche...è un professore, un po' di contegno...alzo gli occhi al cielo.

 -Allora ragazzi io sono Mr. Brooks il vostro nuovo insegnante di letteratura...- e io già non ascolto più, sono annoiata quindi mi giro verso la finestra e guardo fuori -signorina Evans- sento che mi chiama il professore -si?- -stavo dicendo che visto che anche lei è nuova, si presenti alla classe, racconti qualcosa- e io che non volevo stare al centro dell'attenzione -Mi chiamo Fury, ho diciassette anni, sono nata qui a New York, sono stata tre anni all'estero e ora sono tornata- dico a macchinetta -Bene Fury, ora che abbiamo fatto le presentazioni cominciamo la lezione- dice il professore che comincia a spiegare.

È ora di pranzo, quindi vado in mensa e prendo un po' di quelle cose immangiabili che ti servono per pranzo spacciandolo come cibo, io ho sempre odiato la mensa scolastica, una volta ho perfino trovato un orecchino orrendo in mezzo al purè di patate e non chiedetemi come ci è finito lì dentro.

-Ragazza nuova!- sento qualcuno che mi chiama quindi mi giro e vedo una mia compagna di classe penso che si riferisca a me, quindi mi avvicino -Ciao, dici a me?- -Si, ti vuoi sedere con noi?- in quel tavolo ci sono cinque ragazze che mi guardano -no, grazie- rispondo e me ne vado ad un tavolo vuoto su un angolo della stanza da sola, vedo che mi guardano un po' sorprese, ma sicuramente mi hanno chiamato solo per farmi ambientare, visto che mi hanno vista da sola alla ricerca di un tavolo, ma io non voglio fare amicizia, quindi già da domani si dimenticheranno di me.

Finite le lezioni torno a casa, vado in camera e chiudo la porta a chiave, poiché devo organizzare una gara.

 Sono le dieci passate quando sento i miei rientrare a casa, allora li vado a salutare -Ciao mamma, ciao papà- -Ciao tesoro, com'è andato il primo giorno di scuola?- -Bene, mi sono fatta nuove amiche, abbiamo legato subito e mi hanno chiesto se posso uscire, andiamo a casa di Bettany, è una ragazza simpatica e per bene, non fuma, non si droga, non ha tatuaggi...posso?- ovviamente mi sono inventata tutto, ma quando loro sono a casa non posso fuggire di nascosto perché ogni tanto passano in camera mia a controllare se va tutto bene, da quando è morto Matt che fanno così e non mi lasciano mai la mia privacy -Va bene tesoro, ma ritorna a casa per mezzanotte- -Ok, grazie- dico ed esco di casa. Vado nel mio garage dove mi cambio e mi metto i miei stivali neri con tacco, un top nero, dei pantaloni in pelle e il mio adorato giacchino nero di pelle, poi infilo il casco e parto con la mia adorata moto.

Dopo circa quaranta minuti arrivo in una strada deserta dove organizzo gare clandestine ovviamente, di moto o di macchine. Stasera dovrebbe venire un sacco di gente perché gareggia uno dei più bravi, lo chiamano Damon (che fantasia...) e dicono che sia il più veloce in assoluto...io ho i miei dubbi. Vedo che sta arrivando gente quindi mi faccio più in là, in un angolo buio e osservo la gara che sta per cominciare. Io le organizzo, ma non partecipo, non perché non sappia gareggiare, ma perché non voglio farmi notare e poi ricavo un bel gruzzoletto.

La gara sta per iniziare e mi concentro su ciò che succede, fanno un percorso abbastanza difficile e vince questo 'Damon'. Scende dall'auto e senza dire niente va a ritirare la sua vincita, poi risale in macchina e se ne va. Strano. Di solito i campioni restano per festeggiare fino all' alba e se la tirano in modo assurdo.

Ritorno a casa che sono quasi le cinque del mattino, i miei genitori di solito vogliono aspettarmi alzata ma si addormentano sempre verso le dieci, è il loro orologio biologico penso, quindi non si accorgono mai che supero il coprifuoco di ore e ore.

Entro in camera, mi spoglio e entro nel letto per dormire almeno per un' ora.

I giorni passano velocemente e siamo già a venerdì. Come al solito, mi alzo, mi preparo per andare a scuola, mi guardo allo specchio e cerco di sfoggiare qualche sorriso.

Entro in classe e vedo che non c'è la solita confusione, ma un chiacchiericcio sotto voce e non capisco perché, allora faccio finta di niente e vado a sedermi al mio solito posto. Cerco di capire cosa dicono i miei compagni di classe e riesco solo a cogliere - è tornato- -pensavo avesse lasciato la scuola- ma non capisco di chi parlino, quando la porta viene aperta ed entra un ragazzo alto, capelli scuri, occhi chiari, fisico da urlo e coperto da tatuaggi.

Ha un aria famigliare, forse l'ho visto da qualche parte, ma non riesco a ricordarmi dove. Ovviamente si va a sedere in uno dei banchi in fondo, sembra il classico cattivo ragazzo, solitario e è il sogno erotico di ogni ragazza della scuola. Poi entra anche il professore che inizia a spiegare, quindi mi metto a prendere appunti.

Passata anche questa giornata di scuola, sono intenta a salire in macchina, quando vedo in lontananza, vicino al cancello "il tenebroso" (si, l'ho soprannominato così.) che parla con altri due ragazzi che hanno il suo stesso aspetto, tatuaggi, vestiti neri, uno ha dei dilatatori enormi alle orecchie. Li guardo per un po' da lontano, poi salgo in macchina e me ne vado. Quandogli passo vicino con la macchina neanche li guardo e torno a casa. 



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