Capitolo 8
Coming home
* Tornare a casa è sempre uno dei momenti più belli...Anche se non sai mai fino all'ultimo ciò che troverai al tuo ritorno*
-Supergirl, attenta!!-
La battaglia infuria ormai da ore. Kara, mentre schiva agilmente gli attacchi dei suoi nemici, non sa dire più con certezza da quanto durasse questo show. Stavano combattendo fianco fianco, lei e un'altra decina di supereroi come lei. Non erano alieni, molti di loro non avevano neanche superpoteri innati. Avevano solo una grande voglia di rendersi utili e dare una mano a tenere in pace il mondo.
Ormai ha imparato a conoscerli e ad apprezzarli uno ad uno, tanto da riconoscerne e prevederne le mosse. Erano diventati una squadra a tutti gli effetti, si muovevano come un corpo solo contro quel nemico persistente e furioso.
Kara ha perfino stretto amicizia con uno dei più improbabili dei ragazzi, un piromane spregevole con voglia solo di far guai. Ed è proprio lui a sorreggerla in quel momento mentre cade. Inerme. Senza forze.
Un dominatore, il più alto dei tre contro cui stava combattendo, la prende alla sprovvista con un colpo dritto alla testa.
-Supergirl!- sente le urla di Mick lontane, come in un sogno.
E subito un'altra voce.
-Regina, lui sarà pure il tuo re, ma non è tutto nobile il sangue che scorre nelle sue vene.-
Kara non riesce a focalizzare più nulla, c'è il buio totale attorno a sè ed il vuoto più totale nella sua mente. Sa per certo che quella voce non è umana e non può far altro che chiedersi frustrata cosa diavolo vogliano dire quelle parole.
Si sente mancare il terreno sotto i piedi, qualcuno la sta prendendo fra le braccia. È cosciente mentre i suoi compagni la portano sulla nave temporale, la Wave Raider. È cosciente eppure non riesce nè a muoversi, né ad emettere fiato.
Sprofonda in un sonno profondo, ma per niente tranquillo. Ha come una presenza nella sua stessa mente, qualcuno che...
D'un tratto si ritrova catapultata in un paradiso terrestre. Come nel sogno che aveva già fatto in precedenza, si trova su Krypton, nel giardino della sua casata. Nuovamente vede suo padre agitato, urlare contro sua madre, non riesce a cogliere tutte le parole. -Lei deve sposarlo, Astra!! Per il bene della pace di Krypton e Daxam- e senza neanche avere il tempo di realizzare che suo padre stesse urlando contro sua zia e non contro sua madre, o di capire di che cosa stavano parlando...
Kara sente invadere il suo corpo da scariche elettriche.
Riemerge dai suoi incubi con un balzo, mettendosi a sedere affannosamente.
-Grazie al cielo, Kara- è Sara la prima a sospirare di sollievo, la bella White Canary, mentre ripone le piastre per la rianimazione.
-Ci hai fatto sudare inutilmente, gonnellina. Ti ho dovuta portare in braccio fin qui!- eccolo nuovamente a lamentarsi, Heat Wave. Era un uomo così sgorbutico e rude, che mai Kara si sarebbe immaginata nei panni dell'eroe.
Tutti la guardavano ammaliati, con fare enigmatico quasi si aspettassero qualcosa da lei.
Si guardava intorno confusa, quasi impaurita cercando un viso familiare e fidato con cui potersi confrontare.
Avrebbe pagato pure le stelle in quel momento per avere accanto a sè Alex, o Winn, o James... O LUI.
Kara cerca di sgranchirsi le braccia e scuote animatamente il capo, come a volersi scrollare di dosso tutti quei pensieri.
-Allora?- chiede impaziente.
-Come ti senti? Quel dominatore ti ha colpita molto forte-
Kara annuisce. -Sto bene, nulla che la ragazza d'acciaio non possa sopportare!- esulta ammiccando un sorriso.
Il dr. Martin Stein emerge dalla porta più vicina con una serie di carte in mano.
-Signorina Danvers, sicura di stare bene?- chiede con fare apprensivo -Non le ha solo dato una botta in testa, le è letteralmente entrato nella mente- spiega evidentemente preoccupato, o meglio sconcertato.
-Vedo che per lei questa faccenda degli alieni che entrano nelle menti altrui è nuova- scherza Kara sorpresa, poi continua con fare spavaldo -Purtroppo per me è la routine-
-Ricorda qualcosa in particolare di quello che le hanno detto questi dominatori?- chiede facendo forse troppe pause fra le parole.
Kara odiava vedere una tale paura negli occhi degli umani mentre parlavano di alieni, qualsiasi tipologia di alieni si trattasse. Anche se forse vista la ferocia di questa razza in particolare, la loro paura era azzeccata.
-Ehm...Non so hanno blaterato qualcosa su Re, Regine e sangue blu non nobile... Non sono riuscita a cogliere il significato di queste parole.-
-Toc, toc. Beh magari posso aiutarla io con questo, Regina.-
-Cisco?-
Kara è sollevata nel notare che non è l'unica a non capire appieno quel ragazzo strano e il suo strano modo di parlare. Aveva intuito che amasse le citazioni dei film, ma non riusciva ancora a tradurre il Ciscese.
Nella stanza, fin troppo popolata nonostante le piccole proporzioni, tutti Mick, Sara, Stein, Barry e Oliver, lo guardano con fare interrogativo sperando che continuasse.
-Non prendertela, ma volevo capire quante delle cose che Barry ci avesse detto sul tuo conto fossero vero e quante no, ho fatto una piccola ricerca grazie alla tecnologia di questa nave.- Cisco le si avvicina per mostrarle un articolo su un tablet datato febbraio 2027.
*RE E REGINA DI KRYPTON SULLA TERRA, PORTATORI DI PACE E FERTILITÀ, PRESTO PRESIDENTI DELL' INTERO UNIVERSO*
Kara non può far a meno di strabuzzare gli occhi. Si strozza con la sua stessa saliva nel realizzare che -In questo universo Krypton non è stato distrutto- sussurra estasiata con le lacrime agli occhi. Guarda Barry sognante, fiduciosa in un suo appoggio.
-Kara, ascoltami. Ogni cosa è diversa su questo mondo, dal tuo. Magari non è neanche lo stesso Krypton, non sei nemmeno tu...-
Barry viene immediatamente interrotto da un finto colpo di tosse di Oliver, che nel mentre aveva preso in mano il tablet. Scorrendo la pagina del giornale eccoli lì, Kara e Mon-el mano nella mano. Sorridenti salutano il loro popolo.
Se non fosse stata seduta Kara sarebbe svenuta nuovamente. Offuscata da quella visione non riusciva più a riflettere su niente.
-Se non è il mio pianeta... Lui? Ah Rao! Cosa vuol dire tutto questo?!- sbotta confusa.
-Basta! Sapete cosa?! Non mi importa, adesso sistemiamo questi tizi una volta per tutte e poi me ne torno nel mio piccolo e semplice universo! Senza offesa- sorride imbarazzata rendendosi conto della sua reazione esagerata.
Tutto stava tornando al suo posto. Pian piano tutti i dominatori erano stati sistemati e l'allarme era rientrato.
Avevano fatto davvero un ottimo lavoro di squadra, tanto che egoisticamente Kara rimpiange il fatto che J'ohn non può godersi quello spettacolo.
Erano tornati tutti al bunker dove si erano allenati insieme per la prima volta. Tutti esausti dopo l'ultima battaglia, avevano bisogno di tornare ognuno alle proprie vite.
Kara è quasi pronta a tornare a casa, immersa nei saluti, negli abbracci e nei complimenti dei nuovi amici trovati.
-Kara!- una voce squillante e fiera urla il suo nome.
-Cisco!- risponde lei imitando il tono buffo del ragazzo.
-So che ormai può sembrarti inutile ma ho aggiustato il tuo telefono.-
-Oh! Grazie Cisco! Non vedevo l'ora!- saltella contenta la ragazza.
-Ho ricalibrato le frequenze, collegato qualcosina qua e là e il risultato è...Adesso puoi usarlo pure per contattarci qua nel nostro universo!- esulta il nerd eccitato.
Accorre Barry ad unirsi al gruppo, sorridente e bellissimo come sempre. Stringe affettuosamente Kara sussurrandole -Un piccolo regalo per te, tieni-
Le porge una sorta di telecomando per auto, piccolo e nero con un buffissimo portachiavi attaccato.
-È un telecomando per aprire la lacerazione dal tuo mondo al nostro, per qualsiasi cosa tu abbia mai bisogno puoi chiamarci, o direttamente venire a trovarci-
-Barry!- sibila Kara evidentemente emozionata -Grazie-
-Ehi, gonnellina- prendendola alla sprovvista Mick, sbucato letteralmente dal nulla, le afferra una mano facendo girare e attirandola fra le sue braccia. D'impeto la bacia, con passione, quasi con ardore e possesso, la guarda serio e le sussurra -Chiamami-
Senza pensarci due volte Kara lo spinge via ridendo, e scaraventandolo sul muro dell'estremità più lontana del bunker. Con il suo super udito sente delle mani schioccare, Sara sgridarlo e lui rispondere -Almeno posso dire di aver baciato una regina-
Finito il tour dei saluti, ridendo ancora per l'accaduto, Kara si allontana dal bunker con il telefono ed il telecomando tra le mani.
Pensierosa cammina fino ad un punto isolato, prende il telefono e nota dei messaggi in segreteria.
I
l primo è di Alex.
-Ehi sis, sono io. Mon-el è venuto al DEO terrorizzato di averti visto sparire. Potevi avvisarci, sarà dura senza di te. Fai attenzione da Barry, e ah! Lieta di esserti sempre utile-
Ama la risata di sua sorella, così genuina da mettere chiunque di buon umore.
Il secondo è...SUO.
-Ehi sono io...J'Ohn mi ha detto che sei in un altro mondo, e non sanno quando ritorni, pfff...non so nemmeno se ritornerai e del perchè ti sto mandando questo messaggio, ad ogni modo..volevo dirti che...-
Kara sente il cuore in fibrillazione. Non aveva mai provato una cosa del genere prima d'ora. Si sentiva impotente contro i sentimenti che solo la voce di Mon-el provocava in lei.
Con un sorriso da un orecchio all'altro, riprende a camminare decisa. Impaziente, ora più che mai, di tornare a casa e scoprire cosa voleva dirle in quel messaggio incompleto.
Pensa intensamente al pub, dove sa di trovarlo dopo quello che è successo, schiaccia il bottone del telecomando e d'un tratto viene catapultata di nuovo nel suo mondo, nel retro del bar.
Entra nel locale, piena di gioia, di grinta, di sicurezza...
Ma il mondo le crolla di colpo addosso.
Mon-el era effettivamente lì, ma non era solo. Non era tanto il fatto di avere le labbra su quelle di un'altra donna, a deluderla. Ma tanto l'indifferenza del suo sguardo nello stare così vicino a lei.
Immobile, pietrificata, con i pugni chiusi lungo i fianchi Kara aspetta di essere notata, e di incrociare il suo sguardo. Triste, sorpreso, confuso.
-Kara?-
Non riesce a guardarlo più di dieci secondi. Corre fuori, sbattendo la porta dietro di sé. Rimpiangendo più e più volte di essere atterrata lì, dandosi perfino della stupida per aver creduto che lui fosse davvero cambiato.
Desiderando di voler sparire davvero.
*To be continued*
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