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Capitolo 24

Decisioni, decisioni, decisioni...
~Cedere o Rischiare? Questo è il dilemma~

*Drin drin drin drin*

~Rifiuta~ 

8 Chiamate perse da Mon-el.

Kara sbruffa e ripone il telefono sulla sua scrivania. Si sistema con disinteresse gli occhiali sul naso, e si guarda intorno come per accertarsi che nessuno l'avesse vista fare quell'azione tanto grave. Si sente molto in colpa, ma non riesce a gestire anche lui adesso. Con la morte di James, le cose alla CatCo erano notevolmente cambiate. Kat Grant è tornata, e con non pochi sospetti sulla vera identità di Supergirl. Anche se era sorprendentemente comprensiva e discreta nel trattare con Kara quell'argomento tanto delicato.

- Kera!!- il grande capo picchietta con un giornale sulla testa della ragazza -E' più di cinque minuti che ti sto chiamando! Questa scrivania è troppo lontana per te... non è a portata di urla.-

Kara ride imbarazzata e leggermente infastidita -Signora Grant, le ho detto diverse volte che non sono più la sua assistente ormai.- La guarda negli occhi con il solito timore di sempre, eppure un pò più preoccupata del solito, e non solo per il suo grande segreto.

-Si ma sei comunque tenuta a rispondermi, e ad ubbidire ai miei ordini Kera. Mi serve una relazione su questa rapina, ieri sera... Supergirl sembrava... distratta- la Signora Grant assume la sua espressione contrariata e delusa, batte nuovamente il giornale sul tavolo e torna seria e più determinata che mai -Voglio sapere cosa le sta succedendo, un'intervista!- rilassa leggermente il suo viso per permettersi di rivolgere alla sua vittima un' occhiolino malizioso. Si gira e si allontana senza lasciare a Kara il tempo di ribattere alle sue accuse silenziose.

La Kryptoniana sospira, ancora più amareggiata di prima, e al suono del cellulare rischia quasi di polverizzarlo con la sua vista calorifera. Poi guarda lo schermo...

-Alex?- sussurra preoccupata.

-Kara, dobbiamo parlare! Vieni nell'atrio?-

Senza lasciare il tempo alla sorella di riattaccare, Kara è già giù per le scale. Corre più veloce della luce, raggiunge la sua meta in un attimo, e finge di aver il fiatone solo per non destare molti sospetti. Entra nell'immenso salone e poi li vede lì, insieme, spalla contro spalla, come se fossero due alleati pronti a morire per la stessa battaglia. Lei vi si avvicina, con l'aria un pò colpevole di chi si è fatta cogliere con le mani nel sacco.

-Alex, Mon-el... che succede??- li guarda preoccupata, cercando di essere più naturale possibile. Ma è dura guardarlo negli occhi, troppo dura, tanto da fissare insistentemente la sorella fino a metterla a disagio.

-Beh, diccelo tu! Non rispondi alle chiamate e...-

-Non mi guardi nemmeno...- mormora il daxamita afflitto e arrabbiato.

Per Kara è troppo difficile vederlo così deluso da lei, lo odia così tanto. Ma ne ha tutto il diritto, come è comprensibile che lei...sopraffatta dall'intera situazione. Capendo di non essere più utile, Alex si dilegua con una banale scusa. Il ragazzo cerca di mantenere la calma essendo in un luogo pubblico, e Kara dentro di sè lo apprezza e lo ammira tanto. Lui le prende le mani e la trascina in una sorta di ripostiglio, un posto un pò più isolato e tranquillo. La kryptoniana non si è sentita mai così vulnerabile fino ad ora, ed in quello spazio ristretto e oscuro si sente totalmente esposta, ed è costretta a immergersi in quei luminosi occhi verdi. Brillano di paura, stupore e un pò di rabbia.

-Kara, se ho fatto qualcosa di sbagliato, dimmelo ti prego. Ma non posso più sopportare il tuo silenzio.- La sua espressione è terrorizzata, forse all'idea di perderla, o di poter nuovamente fallire. Kara non ricorda di averlo visto così neanche contro Rhea. E di colpo si sente ancora più in colpa. Intenerita dalla dolcezza del suo ragazzo, gli poggia le mani sul viso.

-Non dirlo neanche per scherzo, Mon-el. Tu non hai fatto nulla di male.- A quelle parole lui sembra rilassarsi lievemente, chiude gli occhi come per assaporare quelle parole.

-Allora non vuoi lasciarmi?- sussurra d'un fiato.

-Cooome?!- Kara scoppia a ridergli quasi in faccia, tanto da scuoterlo e fargli aprire gli occhi. -Io non potrei mai lasciarti, sciocco!!- Così, senza alcun preavviso lui l'attira a sè, avvolgendola in travolgente abbraccio. Se fosse stata umana, avrebbe avuto delle serie contusioni alle costole in questo momento. Sorride, godendosi quel meraviglioso momento, stringendolo più che può a sè.

-Bene, perchè non potrei proprio vivere senza di te, Kara Zor-el- mormora dolcemente lui fra i capelli della sua amata.

Sa essere così meravigliosamente dolce e premuroso, e ogni volta ha il potere non solo di stupire la kryptoniana, ma di farle provare nuove indescrivibili emozioni. Si scosta leggermente, giusto per regalarle uno dei suoi sorrisi più belli, contagiosi e rigeneranti. Lei ricambia, e poi di getto lo bacia con passione, stringendogli le braccia al collo, e rimproverandosi di essere stata così stupida ed egoista ad addossare a lui delle inutili preoccupazioni.

*Drin drin drin drin*

-Aaargh- super irritata, Supergirl si scosta dal suo Valor, il soprannome eroico del suo eroico fidanzato, e prende il telefono dalla tasca posteriore dei suoi jeans.

-Kara, ciao! Sono Lena ti disturbo?-

-Lena!- esulta entusiasta, non sentiva la sua amica da un pò -No, affatto!- A stento riesce a trattenere una risata vedendo Mon-el alzare gli occhi al cielo, e poi fare il musone. Lo stringe a sè un'ultima volta, strofina il naso contro il suo schioccando un bacio veloce sulle sue labbra, fa "ciao ciao" con la manina, e poi si allontana da lui lasciandolo nell'oscurità dello stanzino.

-Volevo parlarti di una cosa importante, possiamo vederci?-

-Si certo, stavo giusto per prendere le mie cose in ufficio e uscire per un'intervista... ci vediamo a pranzo?- dice avviandosi verso il suo ufficio.

-Si perfetto, a dopo! Ti aspetto alla L-Corp.-

-Ci sarò, ciao.- riattacca sorridendo, ripensando a tutto ciò che era successo in quei dieci minuti di caos. Poi un nuovo trillo la porta alla realtà ~Supergirl, ti mando il file che mi hai chiesto. Non tutto ciò che vedi può avvenire, i nostri mondi sono diversi, e il calcolo approssimativo delle probabilità che avvengano le stesse cose è molto basso. Non so a cosa ti serve, ma non lasciarti influenzare. Cisco.~

Le basta un'occhiata veloce all'allegato, per ricadere nuovamente nel baratro delle sue stesse emozioni. Con furia prende la borsa, il tacquino e lascia gli uffici della CatCo, con l'immagine di se stessa su una montagna di cadaveri ancora nitida nella sua mente.

-Kara? Kara mi stai ascoltando?-

-Oh si Lena, perdonami sono un pò...distratta- mortificata scuote la testa, e cerca di riacquistare un briciolo di lucidità per poter ascoltare ciò che Lena le sta raccontando.

-C'è qualcosa che non va? Puoi parlarne con me, se vuoi...- vedere un Luthor così preoccupato per un Kryptoniano, è una cosa di altri mondi. Anche se, certamente, il fatto che Lena non sapesse chi davvero avesse davanti aiuta molto.
Kara sorride imbarazzata dei suoi stessi pensieri, e ansiosamente scuote la testa. Ma un attimo prima di zittire il suo lato umano, che aveva solo bisogno di sfogarsi un po', si lascia andare pesantemente contro la sedia sulla quale è seduta e sbruffa con dissenso. -Mo...Mike! Mi ha chiesto di sposarlo.-
In una scena quasi comica, Lena sputa letteralmente il suo caffè nuovamente nella tazza, Kara non riesce a trattenere le risate. Questo si che è un altro paradosso, pensa, una Luthor per niente rispettosa del galateo.
La reporter si appresta a soccorrere l'amica con un tovagliolo di carta, che lei accetta cordialmente. Le servono almeno tre minuti per riprendersi appieno.
-Noo? Cosa?! Ma dai! È... Incredibile! E tu? Non sei felice?- la sua gioia tramuta velocemente in stupore e curiosità, ma come una vera amica speciale, un guizzo di preoccupazione si percepisce nei suoi occhi.
Kara si incupisce improvvisamente, pentita di aver uscito l'argomento. Sorseggia il suo caffè usando la tazza come scudo, quasi a volerci sprofondare dentro, a nascondercisi.
-È solo che...- fa una piccola pausa per scegliere con attenzione le sue parole -Ho paura di chi potrei diventare, stando al suo fianco. Di cosa potrebbe cambiare, come potrei cambiare io... La cosa mi spaventa.-
In parte è la verità. Anche se non era la paura di cucinare, stirare o diventare una donnina di casa a frenarla. Ma la possibilità che ciò che negli ultimi momenti della sua viscida vita, Rhea aveva predetto. E se per "lei arriverà comunque" intendeva la Regina Kara di Daxam? Kara è così confusa, preoccupata... Il ricordo del sogno avuto durante la lotta con i Dominatori, ritorna nella sua mente così nitido come un DVD messo in modalità replay. Molte cose che aveva scoperto in quell'occasione si erano rivelate vere, e se anche quel capitolo della storia si dovesse presto realizzare? Supergirl non può permetterlo. 

L'amministratore delegato della L-Corp la riporta al presente. -Kara, le persone buone e intelligenti tra le tante qualità, hanno quella di riconoscere le persone buone che hanno intorno e le loro qualità, e hanno la capacità di assimilare solo le buone abitutini, non quelle cattive.- Gesticola come una maestra alle prese con un bambino un pò lento nell'apprendere la lezione, con quel sorriso paziente e disponibile di chi vuol solo aiutare. -Io non conosco molto bene Mike, ma insomma è... whoof- scherzosamente si sventola una mano dinnanzi al viso e dentro Kara fa capolino una nuova emozione, gelosia che si rispecchia nei suoi occhi, tanto da mettere in soggezione l'amica. -Voglio dire... sembra un bravissimo ragazzo, tu lo dipingi come un mostro adesso, ma sono sicura che non lo è.- Con abile maestria Lena salva la situazione, il viso di Kara si rasserena, ma per niente convinta riprende la sua tazza fra le mani e sorseggia un altro pò del suo caffè.

-Non lo so, Lena. Sono così confusa... Lui è praticamente perfetto, meraviglioso, ma ho come l'impressione che ci sia qualcosa più grande di noi, sai... che ci controlla, e ho paura che basti un piccolo si per poter stravolgere l'intero pianeta... - la Kryptoniana non può mascherare più la sua angoscia, da una veloce occhiata al panorama, la vista dall'attico del palazzo più alto di National City è mozzafiato. Immersa nei suoi pensieri, non nota nemmeno che la sua amica si è alzata, e quando gira dietro di lei per abbracciarla, rischia quasi di sfoggiare i suoi poteri per difendersi da un attacco, per niente offensivo. Dopo la rigidità iniziale e lo sbigottimento, si rilassa e mostra con gratitudine uno dei suoi sorrisi più dolci alla ragazza.

-Sono sicura che farai la scelta giusta, tu sei Kara Danvers e non permetti a niente e nessuno di offuscare il tuo giudizio.-

-Grazie Lena, è davvero bello parlare con te.- E anche se ha omesso molti dettagli, e la sua preoccupazione non voleva scemare, Kara è convinta delle sue parole. Si sente in un certo senso sollevata, e grata, per le belle parole di quell' umana così temuta da tutti che evidentemente lei adorava. Così fiera di sè, forte e sicura. Una musa, di certo.

-Anche se penso che se non vuoi perderlo, dovresti parlare con lui come hai parlato con me. La tua sincerità è una delle qualità che più lodo in te, Kara.- Lena si scosta per permettere all'amica di alzarsi, mentre Kara indugia ancora un pò per dar brevemente sfogo alla smorfia alla "sicuro!" e a farla sparire dalla sua faccia. Dopo un sorriso circostanziale e un abbraccio veloce, si congeda lasciando la L-Corp. Ha ancora un articolo da scrivere, e poi a casa l'avrebbe aspettata la resa dei conti.

Mai come quel giorno Supergirl sente il bisogno di evadere dalla sua vita da umana, e indossare i panni dell'eroina. Ma niente, Winn non ha ricevuto alcun SOS, al DEO è tutto tranquillo, Alex è al sicuro a casa... Il suo ritorno a casa è inevitabile. Rimane con le chiavi sospese nella toppa davanti alla porta per un paio di minuti. Gira lentamente, apre e... al suo ingresso non è di certo quello lo scenario che si sarebbe mai aspettata. Una scia di petali di rose rosse, candele lungo tutte le superfici dei mobili del suo appartamento, radio accesa con le meravigliose parole di Ed Sheeran in sottofondo, e lui. In piedi, vicino al tavolo anch'esso tappezzato di rose e al centrotavola un grosso candelabro in argento, ergeva Mon-el con un completo scuro, e un papillon verde smeraldo, come i suoi occhi. La guarda con quegli occhi colmi di amore e passione, che avrebbero fatto rabbrividire chiunque. Dopo lo shock iniziale, Kara ripone la sua roba sul primo sgabello vicino, e incredula muove qualche passo verso di lui. 

-Io, ho letto da qualche parte che... Quando una ragazza non ha ancora dato la risposta alla domanda più importante della vita di un uomo, è perchè lui ha sbagliato a farle la proposta. E allora ho letto delle indicazioni su come dovrebbe essere fatta questa domanda e... volevo che tutto fosse perfetto per te.- vomita quelle parole con tale velocità, come se stesse ripetendo una formula di un libro. Non le lascia neanche il tempo di metabolizzare tutte le parole che, prende una scatolina bordeaux di velluto, si inginocchia dinnanzi a Kara e con quella sua dolce voce rauca, suadente e melodiosa le chiede -Kara Zor-el, come ti ho già detto ieri sera, tu sei la mia luce in questo immenso buio che io sono e ti amo, TI AMO PIU' DELLA MIA STESSA VITA, PIU' DELL'INFINITO STESSO. Vuoi farmi l'incredibile onore di sposarmi?-

Supergirl è senza parole, come privata dell'aria che inebria i suoi polmoni, immobilizzata. Riesce per la prima volta a comprendere l'espressione "mi sento svenire", perchè si sente letteralmente mancare il terreno sotto ai piedi. Lui è così tenero, si è sforzato così tanto per lei. Non può deluderlo. Non può scappare e lasciarlo lì. Rhao, fa che mi chiamino per un'emergenza. Si trova lì, a pregare, a sperare, e poi come un flash, le parole di Lena le tornano in mente. "Parla con lui come hai parlato con me". 

Chiude gli occhi, raccoglie tutto il coraggio e la forza rimasti lei e poi lo guarda, intensamente.

-Non posso.- come a rallentatore lo vede implodere dentro di sè, come se fosse morto una seconda volta, lo vede stringere gli occhi e serrare con forza la mascella. -Mon-el prima che tu mi fraintenda ti prego, guardami.- distrutta tanto quanto lui, Kara si inginocchia al suo fianco, gli prende il viso fra le mani e fra le lacrime sussurra. -Devi credimi, io ti amo più di me stessa. Ma non posso, non posso farlo.- strabiliata si blocca, al suono di... singhiozzi. Non lo ha mai visto piangere. Le si spezza nuovamente il cuore, lui tenta di alzarsi, ma lei lo ferma. Con l'unica mano libera prende il cellulare, seleziona la chat decriptata e glielo mostra.

-Guarda- Mon-el non sente ragioni, cerca di alzarsi e non accenna a calmarsi, lei lo richiama più volte. -Per favore Mon-el guarda.- lo incita agitando il cellulare davanti al suo viso. Lui finalmente ubbidisce, incredulo alza il viso, si siede sul pavimento e scorre le foto dell'articolo di giornale mandato da Cisco.

-Cos'è?-

Kara sospira, sistemandosi accanto a lui. Intreccia le gambe e le mani davanti a sè. -Un articolo di giornale, di Terra 1.- Il suo sguardo interrogativo la spinge a continuare -Quando sono andata da Barry Allen, nel suo universo, io ho scoperto che come in ogni altro universo c'è una copia di ognuno di noi. Ho avuto continue visioni sul mio passato, su di te. E poi dopo un brutto scontro con un Dominatore il mio amico Cisco ha fatto qualche ricerca. Nel loro universo Krypton e Daxam esistono ancora.-

Con enorme stupore il principe di Daxam spalanca la bocca. -E tu ci sei stata?-

Kara scuote la testa. -No. Barry ha detto che ogni cosa, anche se sembra incredibilmente uguale nei vari universi, è diversa. E mi ha detto di non andare, perchè poteva pure non essere lo stesso Krypton, poteva non esistere la casata degli El. Ma poi ho visto questo. "Re e Regina di Daxam e Krypton presto sovrani dell'intero universo". Siamo noi.- Kara rilegge ogni parola di quell'articolo, e mostra con orrore quella foto. I due erano mano nella mano, in tenuta cerimoniale, scendevano delle scale, e sotto di esse una montagna di cadavere inermi giacevano su un tappeto bianco, chiazzato di rosso. Inorridita Kara deglutisce rumorosamente, e poi lancia il telefono all'altro capo della stanza.  -Maledizione!!- furiosa sbatte i pugni a terra, solcando il mogano del pavimento.

Allarmato Mon-el torna alla realtà, e ritorna ad essere il fidanzato comprensivo e affidabile di cui lei ha estremamente bisogno. La sua roccia. La sua forza. Le afferra le mani, e le blocca gli occhi nei suoi. -Barry ha ragione, ogni cosa è diversa, Kara. Noi, noi non li conosciamo nemmeno quei due, magari ci somigliano e basta. O magari in quel mondo ci siamo sposati da giovani, e abbiamo vissuto su Daxam come mia madre ha sempre voluto. Ma su questo pianeta...non esistono nè Daxam, nè Krypton e nè Rhea. Ci siamo solo noi due. E siamo due eroi che rischiano la vita giorno dopo giorno per proteggere la città e l'intero pianeta, qualche volta anche più di uno.- la sua ilarità riesce sempre a far breccia nel cuore della principessa Kryptoniana, che annuisce e ricambia la stretta alle mani. 

-Rhea prima di morire ha detto che "lei sarebbe arrivata comunque".-

-E tu credi alle farneticazioni di una donna in agonia? Voleva solo spaventarci Kara, ti prego!- irritato il principe di Daxam si alza in piedi, e sollevato ritrova la sua determinazione. -Era questo che ti preoccupava così tanto, piccola?-

Kara annuisce, sentendosi quasi una bambina capricciosa, che ha inutilmente fatto preoccupare i genitori con qualche macarella infantile. Vuole urlare, rimproverarlo e dirgli "le mie preoccupazioni sono reali e fondate, cavolo!". Ma lui è così convinto e sicuro della sua idea, che Kara non riesce più a trattenerlo.

-Perciò...- in modo buffo, si scrolla dell'invisibile polvere dai vestiti, le lancia una smorfia di sfida e poi riprende la scena inginocchiandosi per la seconda volta -Kara Zor-el, vuoi diventare mia moglie?-

Kara decide di godersi quella spettacolare visione ancora per un pò, e dopo essersi goduta il momento esulta. -Si!!!-

Lui scoppia nella sua meravigliosa risata, le mette un affascinante ma modesto anello al dito, e poi l'afferra fra le sue braccia, roteando insieme a lei sulla melodia delle loro risate e dei loro cuori colmi di gioia e amore.
Ogni preoccupazione sembra volare via per un attimo.
Esiste solo lui, il suo principe, e l'immenso amore che lei prova per lui. Così rimangono nel loro piccolo angolo di paradiso, a festeggiare finalmente la coronazione di quel meraviglioso loro amore.

*To be continued...*

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