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Capitolo 22

"I can't stay here, I am not the girl who runs and hides afraid of what could be... And, I will go there I need time, but know that things are always closer than they seem. Now I'll do more than dream, yeah. I'm gonna fly gonna crash right through the sky... Gonna touch the sun, show everyone that it's ALL OR NOTHING. This is my life, I'm not gonna live it twice. There's no in-between Take it to extremes... 'Cause it's ALL OR NOTHING"

Nonostante il sole fosse alto in cielo e inondava con la sua luce e il suo calore l'intera struttura, l'atmosfera lì al D.E.O era buia e gelida.  Kara sentiva quasi la mancanza delle stalattiti piccole ed accoglienti che caratterizzavano la prima sede operativa nella quale era stata. Stare ad osservare tutti quei musi lunghi corruciati, e colui che sembrava deciso a non aiutarli mai più, continuare a battere forsennatamente le dita sulla tastiera, le dava un senso di ansia misto a sollievo, per qualche ragione. Winn era tornato, più furioso che mai, più deciso che mai a trovare quel nemico che aveva deciso di rovinargli la sua vita quasi perfetta. Ed il merito è tutto suo. Mon-el. Kara non riesce a smettere di guardarlo, lì in disparte osservare quello schermo con la voglia e la determinazione di chi è pronto ad infilarsici dentro, se fosse stato necessario. La Kryptoniana guarda ammaliata quel Daxamita, chiedendosi non solo come avesse fatto a convincere l'umano più testardo a lei noto a farsi aiutare di nuovo, ma anche come avesse fatto in così poco tempo a diventare così coraggioso, altruista e forte, senza che lei se ne accorgesse. Mon-el incontra il suo sguardo interrogativo e alza spallucce, ormai lo conosce così bene che sa per certo che se ne avesse avuto occasione avrebbe detto qualcosa del tipo "ho un certo fascino, o so corrompere le persone meglio di quanto pensi". Così gli sorride di rimando. Mettendo in quel piccolo cenno quanta più gratitudine possibile. Un tonfo sordo la fa ritornare alla realtà. Un attimo prima di toccare il suolo, Supergirl raccoglie un portapenne vittima dell'ira di Winn, il quale stava quasi per gettare letteralmente per aria l'intera scrivania. L'attenzione di Kara viene catturata da delle scritte nel monitor, così strane eppure in un certo senso a lei familiari. -Cosa c'è scritto?- chiede gentilmente, sistemando nuovamente tutto sul posto di lavoro dell'agente Schott, sperando di riacquistare un pò della sua benevolenza. Lui la guarda truce, e prima che possa proferire parola viene interrotto dal principe Daxamita, che senza mezzi termini annuncia la distruzione del pianeta. -E' antico Daxamita, vogliono distruggere il pianeta.- Il suo sguardo mentre lo diceva era così spaventato, tale da ricordare a Kara il vecchio Mon-el. Quello pronto a sacrificare gli altri, per aver salva la vita. Colui che aveva paura di vivere davvero, e preferiva invece sopravvivere lontano dai guai. Sua madre lo terrorizzava davvero a tal punto? Kara non riesce a credere alla malinconia dei suoi occhi e dei suoi stessi pensieri. Si guarda intorno, e vede quello sguardo riflesso in ogni essere presente in quella sala. Perfino Superman aveva perso la sua grinta, sembrava quasi un fantasma. Era lì fisicamente, ma con il cuore e con la mente era nell'oblio della disperazione, per non aver ancora ritrovato la sua Lois. Kara è scioccata da tale visione. Lei non è il tipo di ragazza che si siede e rimpiange ciò che è stato, o si nasconde per paura di ciò che può succedere. LEI si è sempre rialzata. Anche dopo la distruzione di Krypton, dopo aver affrontato anche di peggio sulla Terra, si è ripromessa di non arrendersi mai. E di continuare ad essere fonte di forza e speranza per gli altri. Guarda Mon-el con occhi combattivi, di chi non teme neanche anche la morte. In quel frangente interviene J'onn, direttore del D.E.O. pronto ad assegnare i compiti ai suoi uomini migliori, per poter fermare una volta per tutte quella spina nel fianco di Rhea. -Supergirl, Alex! Voi sorvolate Central City. Mon-el e Superman, voi andrete oltre Central City- Il tono di J'onn era solenne come sempre, eppure un po' preoccupato. Kara guarda con sospetto quelle occhiate circospette fra il marziano verde e il principe daxamita. Un'occhiata fugace al cugino, le ricorda che non c'è assolutamente tempo da perdere. Annuisce con convinzione, afferra per la vita la sorella e vola via più veloce della luce.
-Ancora non capisco perchè dovrebbero nascondersi a Central City- Supergirl cerca di mantenere discreto il tono della sua voce, anche se non era facile farsi sentire con il vento in faccia di chi corre a 450km/h. Alex è visibilmente scossa, ha una smorfia in viso decisamente comica. Le labbra arricciate, gli occhi serrati e i pugni stretti al collo della sorella. Scuote la testa, segno di chi non riesce più a parlare. Kara non riesce a trattenere le risate, tanto da perdere impercettibilmente la presa. Alex urla ancora più terrorizzata, a tal punto da spingere Kara a fermarsi alle porte della città.
-Sssh! Ecco siamo arrivate! Dio, Alex! Devi rilassarti un po' quando voliamo- sbuffa Kara irritata. Alex boccheggia, cerca di riprendere fiato ansimando a pieni polmoni, piegata in due dalla fatica. -Io...avevo dimenticato...quanto fosse terribile...questa cosa...-
-Oh, andiamo! Prima adoravi volare insieme a me!- Sempre più irritata Kara da una lieve spinta alla sorella, rischiando quasi di farle perdere l'equilibrio. L'intera scenetta viene troncata da una voce nelle loro orecchie.
-Kara-
-Winn?- Supergirl incredula si porta una mano all'auricolare. È lui. Avrebbe riconosciuto la sua voce ovunque, anche se al momento era stonata da un brutta nota gelida di odio e risentimento.
-Abbiamo trovato Lois, o meglio ha trovato Lois...- una breve pausa segna il disappunto dell'agente Schott -Mon-el-
A quelle parole Kara spalanca gli occhi, e guardando la sorella ha un tuffo al cuore.
-Sono andati alla fortezza della solitudine. E da quanto si vede nei satelliti, non sono soli.-
La kryptoniana lancia uno sguardo complice alla sorella, che seria annuisce. Il suo "vai e stendili" è implicito, ma forte e chiaro.
In un minuto Kara è su nel cielo, diretta alla fonte causa di tutti i suoi problemi. Ma questa storia finisce adesso, pensa la ragazza risoluta, convinta di voler risolvere quella situazione una volta per tutte. Le aveva rovinato abbastanza la vita. Averle rubato l'infanzia...il suo primo amore. Nemmeno Supergirl era dotata di una compassione tale da perdonare anche questo.
-E Kara- la voce di Winn è come un pugno in pieno stomaco, aveva dimenticato per un attimo che lui fosse ancora in linea. -Non morire-
In tutta quella brutalità, Kara trova la forza di sorridere, al pensiero che l'amico che tanto la odiava si preoccupava ancora per lei.
-Allora non mi odi- sussurra, certa che lui l'abbia sentita.

-Al momento si. Ma ho perso fin troppo per poter perdere anche te- la voce di Winn è flebile e così leggera tanto da perdersi nel vento. Ma lei lo aveva sentito eccome, e con quella grinta in più vola veloce verso il polo Nord.

Supergirl atterra in uno scenario del tutto sconcertante... la fortezza crepata, le mura che tremano al suon di urla e schianti. Un bozzolo lurido e viscido, all'entrata, già schiuso. Kara avanza lentamente, incerta su ciò che si sarebbe trovata davanti. Delle urla più forti scuotono l'intera costruzione un'ultima volta, la Kryptoniana senza più indugiare affretta il passo, e guarda con digusto la raccapricciante scena al centro della fortezza. Mon-el ergeva in piedi sul cadavere della marziana bianca ormai decapitata, mentre una figura dall'impeccabile eleganza avanza verso di lui, con passo felino, applaudendo in maniera ironica, visibilmente colpita. Se non fosse stata una killer psicopatica, mentalmente malata, Kara avrebbe ammirato quella meravigliosa e bellissima donna forte. Continua ad osservarli, quasi a volerli studiare meglio, Mon-E si passa una mano sulle labbra tinte di quel colore nero, mentre sfoggia i suoi occhi brillanti. - Non smettete mai di entrare in modo teatrale.- La donna dal viso pallido e dall'abito nero e brillante, sorride. 

-Non si saluta piú, sono tua madre.- Dice in tono serio con quello sguardo da psicopatica in azione. Il principe di Daxam ringhia tra i denti puntando un artiglio staccato dalla marziana proprio sul petto della madre. Kara sconosce questo lato sadico e perverso, dell'uomo che ha imparato ad amare. Anche se non può fare a meno di giustificarlo, vista la sua funesta ira. 
-Mi hai DROGATO.-
-L'ho fatto solo per farti dimenticare quella kryptoniana! Io...non potrei mai farti male.-
La voce ammaliante della regina rende fuori controllo il daxamita, Kara stringe forte i pugni lungo i fianchi. Odia vedere il SUO Mon-el così scosso, così... vulnerabile. Quasi quanto odia esserlo lei stessa. Ma il male che Rhea ha fatto ad entrambi è immenso e imperdonabile. Supergirl cerca di frenare la sua impazienza, la sua rabbia ancora più accresciuta dal fatto che lui abbia deciso di proposito di escluderla, e di affrontare da solo la madre. Ma è proprio per questo che doveva lasciargli spazio, deve donargli la possibilità di chiarirsi, di capire se veramente le sue azioni sono così perfide come all'apparenza sembrano, o se lei è davvero solo una madre desiderosa di proteggere il suo bambino.  
-Ricordo ogni cosa, mi hai sempre mentito.. sono stato sempre destinato per Kara, e tu..mi avevi tolto i ricordi.-
Aggiunge spingendo lentamente verso il petto della donna quel mostruoso pezzo di carne, e lei con il suo sguardo fermo sogghigna.
-Mio caro Figlio, L'amore è sempre stata una debolezza, il potere invece no. Non riesci nemmeno ad uccidermi.-
Kara non regge altro. Alla vista di quella tangibile sfida, decide di intervenire. Con un veloce balzo è dietro l'arcigna regina Rhea di Daxam, e la richiama con durezza, per attirare la sua attenzione. -Rhea!-
"Sono qui" avrebbe voluto dirle "prenditela con me, con colei che ti ha rubato il burattino". Supergirl è furiosa, un vulcano pronto ad eruttare. E quella è la goccia che fa traboccare il vaso.  
L'artiglio, stretto tra le mani del principe, cade a terra e Rhea prontamente approfitta della situazione per affondare un colpo deciso su Mon-El, lanciandolo contro una parete ghiacciata spaccandola in due. Gli occhi di Mon-El si offuscano perdendo per pochi nani secondi la vista. L'ultima immagine, l'abbigliamento rosso e blu contro quello della donna corvina, l'una di fronte l'altra.
Supergirl, dopo un attimo di sgomento, passa al contrattacco, afferrando con decisione la donna e scaraventandola all'altro capo della sala. Rhea sorride soddisfatta, adora vedere Kara agitata, in difficoltà. Rimane a terra, minacciata dagli occhi color del fuoco di Supergirl puntati alla nuca.
Kara osserva con la coda dell'occhio Mon-el riprendersi ed affiancarla. Sollevata da ciò, prova a dare per l'ultima volta, una chance a quella donna. Così bella, così forte, eppure marchiata dalla cattiveria e dal puro odio verso la razza Kryptoniana.
-La terra è il mio pianeta. E questo pianeta e...Mon-el sono la mia casa, Rhea. E non permetterò a nessuno di portarmela nuovamente via.- erge fiera i pugni sui fianchi, nella sua tipica posa da super eroina, così determinata così forte. -Ti diamo l'opportunità di andartene via ora, illesa. Coglila adesso perchè se risulterai per noi una minaccia...-
-Una minaccia?- Rhea mima un finto tono sorpreso misto ad orrore e sgomento -Ma io non sono una minaccia per il vostro pianeta. Ho solo intenzione di... Migliorarlo. Governandolo per portarlo alla stessa vecchia gloria di Daxam.-
-Quanto sei ambiziosa, madre.- Mon-el irrompe nella sua proclamazione, ironico e beffardo come sempre.
Un lampo guizza negli occhi di Rhea. -Ambiziosa... Parli come loro, Mon-el. Il veleno di Krypton ti è entrato in testa. Fra poco mi inizierai a parlare di speranza, di uguaglianza e di fratellanza?!- urla quelle parole così cariche di disprezzo e orrore. Si alza di scatto, tenendo saldi fra le mani dei pugnali verdi. Kryptonite. Supergirl barcolla all'indietro, e coglie il viso inorridito e spaventato del principe, che sa di aver perso la lotta in partenza. In un nano secondo Rhea sovrasta Kara, è sopra di lei con entrambi i pugnali puntati alla gola. Mon-el è come impietrito da quella vista. Ed è quella la cosa più dolorosa per Kara. Non il fatto di non riuscire a fare defluire l'aria nei polmoni, non la consapevolezza di essere inerme contro quel mostro sceso in Terra. Ma vedere il principe di Daxam così fiero e forte, battuto dalla paura di non poterla salvare. Kara è dura ad arrendersi. Nonostante sia senza forze, si dimena ed incita Mon-el ad andar via. Finalmente lui sembra svegliarsi da quello stato di coma, e si fionda sulla madre facendole perdere la presa su un pugnale, e spingendola via da Kara. Lottano a suon di pugni, volando di qua e di la, finchè Mon-el è di nuovo a terra. Kara non riesce a vedere molto bene. La kryptonite la danneggiava a tal punto. Stesa supina a terra, vede Mon-el perdere molto sangue, chiudere gli occhi, e cadere... Kara sente delle urla, lontane, forti, fortissime... Grottesche e gutturali, profonde. E solo dopo un attimo, realizza che quel suono terribile stridulo e stonato, lo ha emesso lei...

*To be continued...*

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