Capitolo 21
Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?
(Vincent van Gogh)
Per tutta la sua vita, Mon-El principe di Daxam ha sempre trovato il coraggio di scappare.
Con la sua arroganza, il suo essere cosí spregevole e prepotente,il suo essere viziato e privo di cuore per amare.
Amare, l'amore per i Daxamiti è solo sangue, guerra, uccisioni e schiavismo.
Eppure grazie a questo suo lato codardo è riuscito a scappare da quel pianeta, Daxam ,che lo stava deteriorando, ma adesso è come se fosse stato trasformato da un brutto anatroccolo ad un cigno meraviglioso, bianco, puro, gentile che conosce l'amore come bontá e positivitá.
Kara Zor-El grande donna dal mantello rosso che lo ha preso sotto la sua ala protettiva facendogli cadere, in parte, il muro negativo della sua vita.
Egli ha rischiato la sua vita per lei. L'amore porta coraggio e lui lentamente ha iniziato ad essere coraggioso, come un eroe.
Nonostante tutte le avversitá, i dolori provati in quei giorni passati a disintossicarsi da una sostanza fortemente cancerogena al suo cervello, per opera di Rhea che lo intratteneva cosí volendolo rendere nuovamente quello che era, monitorandolo come un burattino, ha trovato il coraggio di vivere.
Si rigira tra le mani quel pezzo di lembo di pelle viscida e grigiastra cercando di capire come possa essere successo tutto questo, ricorda quegli occhi avidi di potere e quelle labbra che si trasformavano in qualcosa di oscuro, non semplici e curve labbra ma solamente una linea retta con grossi denti appuntiti e una lingua altrettanto lunga violacea.
Il daxamita fa ciondolare tra il pollice e l'indice quel pezzo di pelle grigiastro e molliccio con un sorriso a trecentosessanta gradi.
- Sono riuscito a strapparle un lembo di pelle magari puoi usarlo per avere delle visioni.-
Dice soddisfatto come un bambino con in mano qualcosa di nuovo e divertente fin quando J'ohn non lo guarda con il suo sguardo corrucciato e le mani appoggiati ai fianchi di un padre severo che rimprovera il proprio figlio.
-Non funziona così, Mon-El . Possiamo provare ad analizzarlo e capire chi sia, magari posso identificarla. Ma localizzarla, per quello ci serve Winn.-
Winn, l'agente super tecnologico del D.E.O. mancava da quando James è morto.
Si rattrista a quelle parole, sentendosi nuovamente inutile per non aver fatto,ancora una volta, la cosa giusta. Osserva di sottecchi Kara, con quei capelli che scivolano sulle spalle e le braccia incrociate, quanto desidera in quel momento scostargli quella ciocca, solo per sentire il suo profumo inebriarsi, e darle coraggio.
Ma quel pensiero dura poco, Kara si scosta verso Kal-El, il cugino super eroe di Smallville e Mon-El scorge il dolore dietro quella statura da uomo massiccio, d'acciaio.
Alla fine, tutti gli uomini, o alieni, innamorati perdono un pezzo di vita per completarsi con l'altra persona.
Osserva i cugini El andare via dalla stanza, gli altri agenti cercano di lavorare e Megan è lì affiancata a J'ohn, sbatte quel pezzo di lembo di pelle sul tavolo cercando di contenere la sua rabbia affondando gli occhi su Megan, sapeva benissimo che era proprio una marziana bianca.
- E tu? Tu cosa mi dici? Sono come te, Megan. Dovresti sapere chi è, chi non è, cosa fanno. HO BISOGNO DI SAPERE. -
Sottolinea con quel tono autoritario tanto da farsi sentire da tutti gli agenti del DEO che si girano ad osservare la scena. Il marziano verde lo blocca per un braccio con il suo sguardo intenso mentre Megan poggia la mano sulla spalla del suo compagno rassicurando che l'amico che ha difronte può benissimo gestirla da sola.
- Non posso aiutarti a ricercare chi è, non tutti sono come me Mon-El, sai che io sono contro di loro,alla mia razza, ma non ti so dire il nome tramite un lembo di pelle, oppure sapere cosa hanno in mente di fare, ma... so quanto possono essere spietati quella della mia specie, e se hanno preso in ostaggio quella donna, le rimarranno poche ore di vita prima che prenda il suo volto per sempre. -
Mormora la marziana toccando quel lembo di pelle come se fosse qualcosa di delicato. Le sue labbra inarcate in una triste smorfia, mentre il principe di Daxam le scosta via violentemente quella pelle dalle mani per gettarla a terra.
-Giuro su RAO che troverò quella Lurida marziana mangia umani la disintegrerò lentamente, la farò soffrire e le caverò gli occhi facendole ingoiare anche la propria lingua dopo aver preso tutti i suoi denti affilati e averci fatto una collana da ricordo.-
Sputa il daxamita una frase per gli umani incomprensibili, ma per lui aveva un senso ben deciso, una parola che dirla avrebbe fatto ribrezzo anche al più bruto dei cattivi.
Il marziano verde sta per replicare, ma Megan scuote la testa per non far intervenire l'uomo a rinchiudere Mon- El nuovamente in cella per il suo comportamento ma il principe oramai era fuori dalla stanza, con la mascella contratta dalla rabbia di non aver trovato quella ragazza, e nemmeno Winn, lui, quel genio malefico della tecnologia sarebbe stato un vantaggio in quel momento.
Ha bisogno di restare da solo e di dare una lucidata ai suoi pensieri prima di comporre altri errori, passa dalla stanza relax sentendo delle lacrime che avrebbe riconosciuto anche ad occhi chiusi, un tonfo al cuore, si avvicina a passo felpato scorgendo Kara in lacrime e davanti a lei suo cugino, la mano è già pronta sul pomello della porta, ma il suo corpo è fermo.
Fermo ad ascoltare quella semplice discussione, Lei si sente totalmente in colpa per aver calato il velo ed essere entrata nel cuore di Mon-El e di darsi tutte le colpe di questo mondo ,e Clark le asciuga le lacrime dal viso ironizzando.
-Beh, se non ti fossi innamorata di un manipolatore drogato erede al trono di una specie di soppressori arcigni e bigotti sarebbe stato tutto più semplice.!-
La voce di Superman risuona nelle orecchie di Mon-El ricordandogli chi era veramente, e una luce arriva dritta ai suoi pensieri.
Lascia la maniglia della porta dirigendosi direttamente verso la propria camera per cambiarsi e andare a risolvere, da solo, questa situazione creatasi.
Una doccia super veloce ed è quasi pronto, aggancia la cintura ai pantaloni quando ad un tratto la porta si spalanca e si richiude alla massima velocità.
Focalizza in quel momento Supergirl, rimanendo incantato alla sua presenza restando sull'attenti sperando non fosse un'altro alieno marziano che vuole divorarlo.
Il tempo rallenta, la vede avvicinarsi a lui con quegli occhi lucidi di chi ha pianto, ma anche di chi ha la speranza nel cuore e nell'anima con quelle labbra socchiuse riesce a sentire da quei pochi passi il suo odore, il suo cuore che batte troppo veloce come il ritmo dei suoi stivali. Quel cuore che cerca disperatamente il suo.
Le mani sul petto di Mon-el e quel bacio tanto desiderato, infuocato, infinito.
Le dita si muovono sinuose verso i proprio collo tanto da sentire un tonfo al cuore e salire ancora più in alto cercando di uscire dalle proprie labbra del ragazzo.
Le labbra si muovono,il daxamita sente quel sapore così reale.
*No, non è una marziana* pensa mentre si intreccia con lei staccandosi solamente per pochi secondi da quel viso e guardarla, per vedere realmente se fosse un sogno o meno, e se fosse stato un sogno, sperava con tutte le forze di non svegliarsi. L'avvolge con tutta la forza che possiede, tirandola verso di sè con quel desiderio tanto mancato cadendo in quel letto di un solo posto. Lei su di lui con quelle mani sul petto dell'uomo che ama e i capelli color oro che ricadono lungo i seni, oramai privi di abiti, e lui sotto di lei con quelle labbra arrossate proprio come Supergirl che la cercano. Un cercarsi disperato, con baci infuocati, desiderosi di trarre ogni singola fibra, baciarsi era come parlare, come guardarsi profondamente negli occhi e sapere tutto l'uno dell'altra. Non esistono domini, non esistono dolori e mancanze ma solamente due corpi e un'anima che si completano ancora una volta dopo tante ingiurie e pene dell'inferno.
Unirsi nuovamente a lei, unirsi al suo cuore dava a lui la speranza che infondo lei l'abbia perdonato, continua a baciarla, spingendosi oltre la mente, il corpo, questa unione così decisiva, così perfetta, dimenticando per qualche minuto tutto il resto del mondo.
Quel momento non era fatto per pensare agli altri, o a tutto ciò che stava succedendo, bisognava essere egoisti, bisognava pensare solo a loro due, lì, in cerca dell'amore, in cerca della speranza che solo insieme potevano darsi. FORZA E CORAGGIO.
Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?
Amarsi era un rischio che insieme volevano correre, perchè la vita è solo una, e per quanto difficile possa essere, bisognava amarsi per gratificarla e lui quando si parla i Kara Zor El dava tutto sè stesso, anima e corpo.
Abbracciati in quella brandina, coperti solamente dall'unico testimone di tutto ciò, il mantello rosso di Kara che copre i loro corpi nudi e ancora pieni di brividi e d'amore. Le mani di Kara sono sul petto di Mon.-El e quel piccolo gesto a lui è mancato, troppo.
Lo sognava ogni istante nella sua cella 4x4 quando era nella fase di disintossicazione, sognava di averla vicino, e la immaginava così come adesso, meraviglioso angelo sorridente.
- Mi sei mancata...-
Sussurra nel silenzio più totale della stanza lasciando che i respiri fossero l'unico suono perfetto insieme alle dita che sfiorano la pelle l'uno dell'altra.
-Dobbiamo andare, ci staranno cercando tutti..-
Il timbro della sua voce è triste, voleva rimanere con lei ancora per un pò, ma sapeva benissimo, come Kara, che avevano una persona da salvare e un'altra da trovare e convincerli ad aiutarli.
La chioma folta di Kara si muove annuendo lasciando che quelle ciocche accarezzassero il petto di Mon-El.
-Lo so, avevo bisogno di ricordati che non posso vivere senza di te. -
La sua voce così leggera come quella capacità di baciarlo velocemente e sparire alla velocità della luce lasciandolo completamente privo del mantello rosso. Sorride appena sapendo che dentro di lui la risposta che avrebbe voluto replicare.
Le ricerche continuano, ma lui prima di trovare Lois, era intenzionato a cercare chi poteva aiutarlo, Winn. Gira tutta Central City ricordandosi solamente dopo aver girato per ore di andare dove nessuno poteva effettivamente trovarlo.
Non ci mette molto ad arrivare in una zona dispersa dove le roulotte sono tutte una vicina all'altra, si avvicina ad una roulotte che conosce bene usando la sua completa forza spaccando la porta gettandola altrove. La valeriana Lyra si fionda correndo verso la porta piegando la testa con arroganza da un lato insieme al suo sorriso perfido.
-Oh, guarda Winn, c'è il bastardo che ha ucciso il nostro amico-
Mon El a quelle parole abbassa la testa mentre Winn si affaccia lentamente alla porta sputando contro il daxamita. Mon-El si intrattiene nel non causare omicidi.
-E' già passata la tua ragazza, direi che puoi benissimo andartene anche tu. -
* Manipolatore drogato erede al trono di una specie di soppressori arcigni e bigotti *
Il suo sguardo diventa cupo fissando gli occhi di Winn.
-Sai cosa succede se non salviamo Lois? Una marziana bianca prenderà il suo corpo, Clark non ti guarderà mai più in faccia, e io sarò costretto a sposarla e tutti gli altri fottuti marziani bianchi, come tu sai..-
la sua voce è lenta e incantevole, fissando adesso Lyra negli occhi che già trema solo al pensiero.
-Lyra, tutta la tua specie verrà bruciata e morirai anche tu. E poi seguirà la conquista del pianeta.-
Adesso è un lieve sussurro afferrando il braccio di Winn che guarda la sua amata impaurita annuendo.
- IO NON SONO L'ARTEFICE DELLA MORTE DI JAMES, sono stato manipolato, e sarò manipolato e costretto a sposare la PRINCIPESSA MARZIANA se non mi aiuti, e LEI MORIRA' perchè i marziani non amano i VALERIANI. SE non vuoi vedere altra morte, aiutami a salvare il mondo.-
Mormora indicando la donna bionda mentre i suoi occhi sono fissi su Winn, occhi chiari e cupi che avrebbero fatto paura anche al peggior nemico per quanta veritá ci sia in quelle parole.
-Stai mentendo.-
Winn con un lieve movimento della mano cerca di liberarsi ma Mon-El lo costringe a guardare Lyra.
- Diglielo alla tua ragazza.-
Lyra è lí con gli occhi sbarrati di paura, annuisce a Winn confermando le parole di Mon-El. Winn si ritrova sottopressione e non vuole perdere anche lei, l'ultima gioia rimasta.
-E vabene, ti aiuterò, solo se potrá venire anche lei.-
Una smorfia di disappunto sul viso di Winn, per lui dover guidare il nemico per salvare la sua fidanzata era doloroso ma doveva farlo, per quanto genio poteva essere la forza sovraumana era sempre una mano in piú.
Mon-El lo libera annuendo mentre dentro di sè ringrazia Kal El per avergli ricordato che infondo essere bastardi poteva servire a qualcosa.
-Fine prima parte-
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