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Capitolo 20

  "L'amore è uno strano mix di alchimia e destino... e nonostante i nostri grandi ideali su chi dovremmo avere accanto, l'amore sceglie al nostro posto. Sempre!"

La scena si ripeteva nella mente di Kara come un loop continuo. Mon-el con tutte le sue forze scaraventa una Lois rude e soddisffata dall'altra parte della stanza. Tutti sono pronti ad intervenire e poi succede. Lois si trasforma in una marziana bianca, ghigna beffarda e sparisce nel nulla. Ciò che sussegue è prevedibile, tutti si muovono velocemente, pronti a rintracciare la ragazza e salvarla, determinati a fermare il nemico. Kara, Clark e Mon-el corrono alla sala di controllo, cercano Winn ma lui non è lì. Provano a chiamarlo al cellulare, ma non risponde. Era sconvolto come tutti loro per la morte del suo migliore amico, ed era del tutto comprensibile, ma Kara è molto preoccupata per il suo amico, sparito ormai da giorni. Decidono di dividersi e cercarlo, ma senza alcun risultato. Intanto le ore passano e la tensione aumenta. J'onn ha persino contattato Megan, che prontamente è corsa al D.E.O. per aiutare il suo compagno e i suoi amici. Non aveva detto molto, non più di ciò che tutti già sapevano, dovevano trovare Lois prima che morisse permettendo al marziano di prendere le sue sembianze per sempre. 

-Sono riuscito a strapparle un lembo di pelle, magari puoi usarlo per avere un collegamento psichico e scoprire la sua posizione- 

-Non funziona così, Mon-el. Possiamo provare ad analizzarlo e capire chi sia, magari posso identificarla. Ma localizzarla...per quello ci serve Winn-

Kara osserva il principe di Daxam prima fiero delle sue gesta, e poi nuovamente deluso della sua stessa esistenza. E' uno strazio per lei vederlo così, ma mentre sta al tavolo con le braccia strette al corpo a fissare seria la scena, nota una figura in disparte ancora più delusa e preoccupata di tutte. Vedere Clark in quello stato è... sorprendente. Non lo aveva mai visto così abbattuto, scoraggiato, disperato. Pur non conoscendolo così bene, sa perfettamente che trattiene le lacrime solo per orgoglio. Decide di intervenire, muove passi fermi verso Superman, e senza attirare attenzioni su di sè, si allontana con lui dalla stanza. Si dirigono in una sorta di saletta bar, per così dire, riservata agli agenti del complesso. Non era molto frequentata, scura come le altre e con solo un frigo, un bancone ed alcune sedie, piccola, efficiente e confortevole. Kara si dirige al frigo ed vi estrae due birre, una delle quali porge al cugino che ha già preso posto. -Ci servirebbe qualcosa di più forte in questo momento, ma abbiamo solo questo- sussurra con amarezza sedendosi accanto a lui. Clark rimane impassibile, come se nessuno avesse proferito parola, beve qualche sorso di birra rimanendo a fissare il vuoto.

-La troveremo Kal, te lo prometto!- Kara cerca un contatto con lui, per infondergli un pò di positività, di forza. Ma ad ogni tentativo lui la scosta bruscamente, strattonandole la mano. Quelle sue parole lo spingono finalmente a guardare la cugina dritta negli occhi, con una furia tale da farla deglutire pesantemente. -Come fai ad esserne sicura? E se l'avesse già uccisa?- Il suo viso tramuta in un baleno, la rabbia lascia il posto alla tristezza e alla preoccupazione. Non era più lo stesso dopo la morte di Jimmy, tutti lo avevano capito, ma perdere Lois, sarebbe stato un colpo troppo duro perfino per Superman. Kara riesce a capire come si sente, eppure ne è affascinata e spaventata al tempo stesso. Era sempre stata certa del fatto che Superman fosse indistruttibile, che non avesse punti deboli, il Kryptoniano, l'eroe inarrestabile. Ma davanti a sè adesso non vede un' eroe, benchè meno un valoroso impavido Kryptoniano, vede solo un uomo innamorato, distrutto in milioni di pezzettini. Kara sente gli occhi prudere, si sente responsabile per tutto quello che è successo, e lo è. Ne ha avuto piena conferma anche quando Rhea ha deciso di far usare a quel suo burattino, la fidanzata di suo cugino. Non sapeva dire con certezza se l'odio di Rhea derivasse dal fatto che fosse una Kryptoniana, o più semplicemente perchè si era innamorata del figlio senza il suo consenso. Al sol pensiero di quella donna perversa e maligna, Supergirl, sente la sua forza riemergere e la rabbia ribollirle nel sangue, tanto da frantumare la bottiglia che teneva tra le mani, senza neanche accorgersene.

Kal-el sussulta al rumore e finalmente lascia perdere quel suo insensato broncio e guarda con rinnovata preoccupazione la cugina. -Sto bene, sto...- Kara sospira, cerca di ritrovare il controllo e di far smettere le sue mani di tremare. -E' tutta colpa mia... Se io non lo avessi trovato.. Se io non gli avessi permesso di frantumare il muro che mia madre aveva innalzato contro di lui.- Scuote la testa senza freno, e senza più riuscire a calmarsi lascia sfogare le lacrime che corrono veloci, giù da gli occhi fino agli impeccabili stivali rossi. -Se io non mi fossi innamorata di lui. Tutto questo non sarebbe successo!!- Urla arrabbiata, contro sè stessa, contro Rhea, contro Mon-el e contro l'amore che prova per lui. Clark toccato dalla quella stessa rabbia, blocca la ragazza per le spalle, le si para davanti e per la prima volta quel giorno, è lui a cercare di farla rinsavire.

-Non devi neanche provare a colpevolizzarti per questo Kara!- La voce di Clark è dura come il marmo, seria ma anche dolce fino al limite del possibile. -E' l'amore a renderci forti mia piccola Kara, è quello per cui lottiamo, è la nostra unica ragione di vita. E chiunque abbia mai provato a convincerti del contrario è solo un mostro.- 

Kara cerca inutilmente di smettere di frignare come una scolaretta, e ci riesce solo quando scorge quella purezza e quel calore negli occhi del suo adorato Kal. L'amore che prova per la sua famiglia, è sempre stata quella la sua forza, la sua arma. E lui aveva ragione non doveva smettere di crederci, non adesso. Si asciuga frettolosamente le lacrime e cerca di sussurrare qualcosa. -Se solo avessi trovato un tempismo più adatto... non lo so, Kal! Mi sembra tutto così sbagliato!- Sbruffa alzando gli occhi al cielo, quella conversazione per lei è un peso enorme. -L'amore non avvisa prima di travolgerci, K. E' stato lo stesso per me... Lois, lei- sorride così pieno d'amore pronunciando quel nome, poi si morde il labbro trattenendo una risata. -Lei è sempre stata così forte. Testarda, esattamente come me e te. Nonostante tutte le volte che abbia provato a respingerla, lei era sempre lì a darmi il tormento. E alla fine ha distrutto la mia corazza d'acciaio.- Stringe affettuosamente la ragazza fra le braccia, visibilmente sollevato dal vederla ripresa. -Non scegliamo di chi innamorarci, Kara. Arrivano quanto meno te lo aspetti e ti stregano il cuore.- Kara lo guarda in stato di shock, è così confusa e sorpresa dallo scoprire questo suo lato saggio e romantico. -Ma allora, non sei arrabbiato con me perchè amo LUI?-

Clark scoppia in una risata isterica. -Beh, se non ti fossi innamorata di un manipolatore drogato erede al trono di una specie di soppressori arcigni e bigotti sarebbe stato tutto più semplice! Ma l'amore non è affatto semplice... è complicato, è un casino, a volte può ferire... ma se lo accogli e lo lasci entrare... beh non immagini nemmeno quanta gioia è in grado di dare.- Clark finalmente le sorride, mozzandole il fiato. Uno dei sorrisi più sinceri e benevoli che lei abbia mai visto. -Non lasciare che la paura di ciò che amarlo può comportare ti freni, Kara. Se è lui che la tua anima ha scelto, non lasciarlo andare. Non permettergli di scappare, di allontanarsi per paura di ferirti. L'ho sentito sai, imprecare e pensare di uccidersi per salvarti o meglio migliorarti la vita. Non posso dire di appoggiare tutto questo... ma quel daxamita ti ama veramente, e per la loro razza è davvero qualcosa di straordinario, credimi.-

Kara si sarebbe aspettata di tutto, ma non che Clark l'avesse esortata ad amare un tale casino di alieno. Ma aveva ragione, non era stata lei a scegliere tutto questo, la sua anima aveva scelto per lei, già da molto tempo. Sentendosi grata per il supporto, ricambia l'abbraccio del cugino, provando a trasmettergli più amore possibile. -Grazie, Kal- Felice di aver finalmente fatto pace con il suo idolo, Supergirl sente il bisogno di allontarsi il più in fretta possibile da quella camera, dominata da un'irrefrenabile voglia di... vedere lui. Non può più aspettare. Lascia Clark seduto a bere da solo e sfruttando la sua supervelocità, si dirige nell'ala est della struttura, dove sa che lo avrebbe trovato. Spalanca la porta della sua stanza, senza neanche bussare. Lui è lì, che la fissa sbigottito a petto nudo, in tutto il suo splendore. Senza indugiare Kara si fionda su di lui, si avvinghia a lui come se fosse ossigeno puro senza il quale non riuscirebbe più a respirare. Lo bacia con così tanta passione da travolgerlo e sentirsi travolta al tempo stesso. Mon-el ricambia i suoi baci ardenti come il fuoco, nonostante lo stupore, ricambiando il bisogno di quell'amore così sofferto. Kara sente la sua pelle bruciare dappertutto, sotto le meticolose carezze delle sue mani. Velocemente Supergirl si ritrova spoglia delle sue vesti, e adagiata con dolcezza in quella scomodissima brandina ove Mon-el era costretto a riposare, senza far a meno di chiedersi come ci riuscisse. Consumano il loro amore con calma, come se il tempo insieme fosse infinito, congelato in quell'istante, fermo.

Ma Superman ha pienamente ragione, il tempo è breve e non dovrebbero permettere a nessuno di farsi allontanare dalla persona che si ama. Non poteva permettergli di convincersi di essere un male per lei, nonostante tutto quello che lei gli aveva detto, sa per certo che quando Mon-el di Daxam si mette in testa una cosa, è difficile dissuaderlo. Perciò aveva sentito il bisogno di ricordargli quanto in verità lei lo amasse. Nonostante ciò che succedeva attorno a loro, la pazzia e la frenesia dell'intero contesto, avevano bisogno di questo. Kara si stringe alla sua unica ragione di vita, coperta solo dal suo mantello rosso, sorride beata all'uomo che ama lasciandosi cullare da quelle possenti braccia che l'accarezzano amorevolmente. 

-Mi sei mancata così tanto- le sussurra lui d'un fiato. La ragazza ha un tuffo al cuore, si sente così amata in questo momento, tanto da mettere da parte il suo senso di colpa almeno per cinque minuti. -Dobbiamo andare, Kara. Ci staranno cercando tutti.- 

Kara annuisce sul suo petto. -Lo so- sospira -Avevo solo bisogno di ricordati che non posso vivere senza di te.- Gli schiocca un lievissimo bacio sulle labbra, e senza lasciargli possibilità di replica, lascia la stanza alla velocità della luce portando con sè la sua uniforme. 

Si ritrova a volare sui cieli di National City immersa nei suoi pensieri, forse è stato del tutto irrispettoso nei confronti di coloro che aveva perso, nei confronti del dolore che gli altri provavano, ma per una volta Kara ha sentito il bisogno di prendersi cura di sè stessa e di ciò che prova. Convinta di aver fatto la cosa giusta, si dirige nell' unico posto dove gli altri non avevano pensato di cercare. Atterra in uno sperduto campo di roulottes, usa la sua vista a raggi-x per individuare chi cerca, e lo trova in una roulotte di media grandezza. Bussa con forza alla porta, certa di essere stata già individuata. Senza alcuna sorpresa Lyra apre la porta, seria e furibonda più che mai. Kara non demorde, sostiene il suo sguardo e solenne chiede -Lui dov'è?!- 

-Non qui- Lyra nella sua tenuta di pelle scura, possiede la capacità innata di incutere timore a chiunque. Tiene un braccio eretto con fare categorico segno di chi vuol sbarrare la strada a qualcuno. Cosa che conferma ancor più a Kara, che la Valeriana le stava mentendo spudoratamente. Winn è lì, lei riesce a vederlo e Lyra ne è consapevole, ma non si lascia turbare affatto. -Non vuole vedere nessuno Kara. Voi lo avete deluso, tutti voi. Non ha più intenzione di aiutare nessun alieno.- Imbarazzata si schiarisce la voce -A parte me, ovviamente- Con fare smorfioso finisce la sua frase senza alcun senso. Supergirl non la crede affatto. Winn è suo amico, un serio professionista, e non abbandonerebbe mai i suoi amici o il suo lavoro così, per una sola perdita. Sa che è sconvolto e lo comprende, ma decide di fare l'unica cosa che lo avrebbe spinto ad uscire allo scoperto. Scende i gradini senza guardare, senza curarsi di Lyra rivolge lo sguardo all'intera vettura. -E' così che te la vuoi giocare Winn?! Hai veramente deciso di abbandonarci e startene chiuso là dentro a frignare?! Non è quello che James avrebbe voluto- urla, certa che lui la sta ascoltando -Sei un codardo! Ecco cosa sei! E lui ne sarebbe veramente deluso!- 

Come previsto, una figura fa capolino alle spalle della Valeriana, le mette una mano sulla spalla per farla spostare e per muovere qualche passo avanti. -Sai cosa avrebbe voluto fare James!? Vivere! Ecco cosa! Ma adesso non può più farlo! Per colpa delle persone che tu proteggi!- Non ha mai visto Winn così arrabbiato e triste. Ma ne aveva abbastanza di persone che attaccavano i suoi cari, va verso di lui con aria di sfida, e lo vede restare eretto ed impassibile, mentre il vecchio Winn avrebbe arretrato di qualche centimetro o quanto meno curvato leggermente le spalle. -Non è colpa di Mon-el o di Alex, tutto è stato orchestrato da un mostro peggiore. E James avrebbe dato la vita per fermarlo e tu lo sai bene. Non dobbiamo lasciare la sua morte impunita, dobbiamo vendicarlo e salvare il resto del mondo, Winn. C'è molto di più in gioco di una sola vita umana... vogliono conquistare l'intero universo e noi non possiamo permetterlo.- Kara adesso fa leva sul suo lato altruista ed eroico, gli prende le mani fra le sue, e lo guarda supplichevole -Abbiamo bisogno di te, Winn.- Fa appello con tutte le sue forze alla sua amicizia, al suo istinto da buon samaritano. E quando vede il suo migliore amico sorriderle, non può far altro che essere felice e sollevata di averlo convinto.

-Va al diavolo Kara- Winn strattona con violenza le mani della ragazza, le gira brutalmente le spalle e le sbatte in faccia la porta. Quella reazione gela Kara nel sangue e nelle ossa. La guerra non era ancora iniziata, ma Kara ha la sensazione in quel momento di averla già persa in partenza.

*To be continued...*

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