Capitolo 17
Non devi cercare di fare in modo che le cose vadano come vuoi, ma accettare le cose come vanno: così sarai sereno.
~Epitteto~
*Un rumore sordo seguito da un ronzìo lieve e poi uno sparo silenzioso con la sua luce accecante, fino a quando non colpisce qualcosa, qualcuno. Tutti fermi a guardare Lar Gand -Re di Daxam- ceduto a terra in una pozza di sangue. E lui, Mon-El -Principe di Daxam- è lí con le mani ferme sul cuore del padre ormai deceduto, e gli occhi fissi sull'artefice dell'omicidio.
Guardian, senza il suo casco protettivo diventato l'obbiettivo principale di Mon-El.
Con un salto il Principe è giá su di lui, le mani chiuse in un pugno fermo e quell'anello di famiglia al dito che picchia sul viso dell'uomo lasciandone il segno.
"No, non basta" pensa.
La sua rabbia non ha termini e spiegazioni.
I daxamiti non provavano emozioni, non per gli altri, ma solo per la propria famiglia, la casata Reale.
Con tale movimento violento afferra la trachea stringendola quasi a sentirne sotto i polpastrelli le ossicina scricchiolare.
Che meravigliosa sensazione per Mon-El! Fin quando non vede cancellare dalle sue mani quella visione.*
Un calcio lo porta fuori rotta, quel sogno sembrava tanto realtá da risvegliarsi per terra con le braccia al petto come difesa dall'attacco di Supergirl.
Gli occhi chiari sgranati -sotto shock- di chi non ricorda cosa sia successo, e Supergirl lí davanti a lui con una mano alla gola lo fissa spaventata, Mon-El aveva afferrato Kara invece di James. Immediatamente viene affiancata da un uomo che conosce molto bene, l'artefice dell'omicidio di Lar Gand.
Mon-El viene afferrato dal marziano verde per tenerlo saldo e proteggere Guardian insieme a Supergirl da qualsiasi movimento inaspettato del daxamita. Kara si affretta a riprendersi da quel colpo spingendo Guardian, con ancora addosso parte della sua armatura, fuori dalla sala. Sapeva benissimo l'odio che in quel momento Mon-El poteva provare verso di lui.
Si avvicina al suo Lui, o almeno la sua parte fisica. Quegli occhi misti di speranza, angoscia e paura seguita dalla voce angelica di Kara che ammalia per pochi istanti Mon-El che sembra sussultare a quel tono angelico e rassicurante come se qualcosa dentro di lui volesse uscire, come se le parte migliore di lui fosse lí dentro ad ascoltarla ma troppo lontana, sovrastata da qualche oscurità, ha solo bisogno di una luce di speranza e forza per riaccenderla.
La parte più oscura del principe di Daxam è lì che prende il sopravvento, lui scuote la testa animatamente.
-Quello! Lui! Ha osato uccidere mio padre!!- urla fuori di sè tanto da far perdere con movimenti decisi la presa al marziano.
Rabbia.
Sputa quelle parole come veleno, se avesse avuto il potere della vista calorifera e di emettere acido dalle labbra Mon-El li avrebbe usati volentieri su quell'uomo per vedere la sua vendetta compiuta.
Kara è lì, con le mani sul viso del suo Lui sprigionando tutto l'amore che ha dentro, poggia la fronte su quella del ragazzo senza paura.
Lei riesce ancora una volta a perdersi negli occhi del daxamita e spera nel profondo del suo cuore che succeda anche lo stesso anche a lui.
Nell'esatto momento in cui i loro occhi si incrociano, Mon-El sente scorrere tra le vene una nuova emozione. Il suo battito sembrava essere nel suo paradiso personale, fin quando sente il lieve movimento di Guardian con la sua armatura.
Riapre gli occhi, occhi gelidi, ancora più gelidi del posto dove si trova la fortezza della solitudine, e quel sorriso, malizioso e tenebroso tanto da somigliare a Rhea, fulminando James con gli occhi pronto ad attaccare come uno spietato guerriero.
Qualcosa lo colpisce al collo, un sonnifero, abbastanza potete da renderlo debole fino a rilassarsi totalmente.
Tutto gira in quella stanza, fissa quella figura davanti a lui, di quella donna bionda, kryptoniana per poi svanire in un sonno profondo.
*Lei è lì nel suo abito azzurro lungo, le valorizza gli occhi chiari, i capelli lucenti legati per formare uno chignon morbido con dei riccioli cadenti sulle spalle e le sue labbra inarcate tristemente. Lui è lì davanti a lei in ginocchio, sulle sue mani lacrime ghiacciate, lacrime di quella donna davanti a Lui.
-Devi riconoscermi, io sono qui, per te.-
Sussurra mentre la sua lacrima si infilza sul palmo del principe di Daxam.
Mon-El osserva il suo palmo sanguinare sentendone esattamente il dolore, la frustrazione, la solitudine, l'amore perso per sempre.*
Si sveglia di soprassalto seguendo con gli occhi tutti quei fili intorno a lui. Con lieve forza strappa tutto quello che riesce alzandosi dal letto. Un capogiro lo fa esitare, eppure doveva scappare da lì, cercare quella donna e capire cosa gli stesse succedendo.
Perchè il suo cuore batte troppo veloce quando incrocia i suoi occhi, o la sua voce, perchè non riesce a riconoscerla?
Con quella poca forza che gli è rimasta inizia a barcollare fino allo stipite della porta ritrovandosi bloccato da una figura.
Lei è davanti a lui e lui non riesce a capire la sua identità e il perchè è sempre nella sua mente, nei suoi ricordi a tal punto da puntarle il dito contro.
-Tu...-
Un suono stanco smorzato dal dolore che sta provando, dal bruciore in gola al sapor di metallo, al suono martellante che si ritrova in testa fino a cedere per terra.
Kara senza pensarci due volte lo sorregge facendolo sedere difronte a lei, per quanto difficile sia lei non ha mai smesso di salvarlo, e lo avrebbe salvato altre mille volte. Chiunque lui fosse veramente, lo avrebbe salvato. Nel suo profondo sapeva di appartenergli e questa verità venuta a galla dalla memoria cancellata, lo faceva amare ancor di più.
-Perchè non riesco a ricordarmi di te?- la voce straziata dal dolore, non fisico ma mentale, per Mon-El era difficile rassegnarsi nel non ricordare, e più ci provava più quel dolore si affiancava a lui.
Kara con i suoi occhi lucidi, grandi come l'universo che brillano di speranza e al contempo anche di dolore ricordandogli chi fosse prima di essere così, diverso.
Il Mon-El che tanto desiderava, il suo eroe che adesso sembra interpretare come un burattino un personaggio cattivo.
-Ti hanno drogato- mormora la ragazza abbassando lo sguardo verso il pavimento.
-Per farti scordare di me... Di noi-
Continua mentre lentamente stringe le labbra per non piangere.
Mon-el rimane tanto stordito da quella visione, da quelle parole, che con un sussurro si avvicina a lei con il corpo. -Ed è così importante per te che io ricordi?-
Kara annuisce alzando gli occhi in quelli di Mon-El sprigionando tutto l'amore che ha sempre desiderato dare. *Ti amo* Il daxamita avverte un vortice di vuoto che preme nello stomaco leggendo dentro quegli occhi.
Occhi profondi come il mare, l'universo, riesce quasi a vederne uno scorcio di luce.
Le sue mani si posano sulla guancia di Kara sentendone il calore sotto la mano mentre scivola verso le sue dita. Una piccola scossa elettrica li sfiora ma sembrano non farci caso, lui è immerso nel guardarla, e viceversa.
-Comete..-
Mormora toccando con le labbra quelle di Kara, il fiato corto, troppo vicina per baciarla.
Lo vuole, lo vuole così tanto da sentirne il bisogno, come se dentro di lui, lei fosse la sua salvezza.
Un boato li distrae Kara si scosta e quel momento di lucidità viene inghiottito dal suo incubo peggiore. Kara corre via, verso la sala centrale mentre Mon-El si alza lentamente seguendola con calma.
Dottor Jackie e Mr Hide, si sentiva proprio così, riusciva a sentire il male attraversarlo e prenderne il sopravvento proprio quando non doveva esserci, proprio quando il bene iniziava a far Bene.
La sala principale del DEO sembrava un terreno di guerra, agenti pronti a sparare, e altri a terra, tra quelli il principe nota soprattutto un uomo.
Mr Hide è lì a godersi la scena con quell'aria da Principe bastardo e soddisfatto.
Lentamente scende quei gradini mentre tutti sembrano essere sotto shock alla vista di quel sangue.
A petto nudo con quel viso pallido e l'anello familiare al dito, accarezza la chioma di Alex totalmente incantata a guardarsi le mani in una pozza di sangue fin quando non arriva verso la vittima.
Tutti a guardare quella scena come in un film.
Mon-El Principe di Daxam primogenito di Lar Gand si china affondando l'anello di famiglia nella pozza di sangue marchiando Guardian disteso a terra.
-Che tu possa non aver mai pace ed essere divorato dalle pene dell'Inferno per aver ucciso il grande Re di Daxam.-
Marchia quella fronte premendo con forza a tal punto da lasciarne il segno.
Il Daxamita sente la testa appesantirsi, un suono forte batte alla tempia sentendo le vene dentro di lui scoppiare. Stringe così forte le sue dita riuscendo a distruggere l'anello della casata reale. Un urlo morzato dalle labbra socchiuse di chi sta per morire dentro, di chi è stato mandato all'Inferno e bruciato fino a svegliarsi.
Sangue, il marchio su James, la morte di James.
Mon-El si rende conto che tutti lo guardano, così come lei.
- Ka...ra.-
Mormora fissandosi le mani inzuppate e barcollando indietro percependo ogni singolo viso addosso e riconoscendone ogni nome.
-James..No. no..-
Sgrana gli occhi scuotendo la testa furiosamente, come chi si colpevolizza di quello che ha fatto. Sapeva benissimo cosa voleva dire per i daxamiti marchiare un defunto, non avrebbe più avuto la pace degli dei.
Porta le mani ai capelli soffocando un respiro quasi vertiginoso.
Cerca lo sguardo il marziano verde rendendosi conto di quello che è successo.
- Jhon..-
In ginocchio con le braccia molli lungo il corpo, il viso nettamente marcato dal dolore e il suo sguardo perso nel vuoto.
Inizia a ricordare tutto, Rhea, Lar Gand, i servitori, la cerimonia, quella siringa e poi ricorda LEI.
La sua amata Kara, e il perchè sia successo tutto questo.
Voleva salvare Alex, e non era riuscito ad essere il suo eroe.
Un tonfo, qualcuno iniziava a strattonarlo, ma Jhon, il marziano verde li ferma afferrando Mon-El lentamente per il braccio e lo fa alzare.
Il daxamita si appoggia a lui senza guardare nessuno, neppure Kara, vergogna è quello che prova.
Sussurra qualcosa al marziano, lui annuisce percependo la verità adesso nella sua mente, confusa e distrutta ma poteva leggerne i concetti piú importanti.
Chiuso in quelle quattro pareti di vetro, dove gli altri potevano osservarlo e lui vedere solo la sua immagine allo specchio.
Un mostro, ecco cosa vede.
La cosa giusta da fare era stare lì, a guardare negli occhi il colpevole di tutto ciò, e far defluire la droga dal sangue.
Le ore passano e Mon-El inizia a sentirsi stanco, il viso pallido e il contorno dei suoi meravigliosi occhi si scavano di un colore bluastro, sudato, piegato su sè stesso angosciato.
-Perdonami Rao, patirò le pene dell'inferno per il male che ho fatto. Non sono degno del tuo perdono, non sono degno del perdono della persona che amo. Non sono degno...degno..-
Continua lentamente accasciato mentre affonda le dita nel pavimento per il dolore..
Una scarica elettrica attraversa le pareti come una vipera pronta ad attaccare colpendo dritto al corpo del daxamita.
Un urlo esce dalle sue labbra uno di quelli forti insieme a mille spilli dentro la testa.
I suoi pensieri diventano sfocati cancellando la bugia dalla verità, immagini sovrapposti di pensieri profondi. Flash continui che riaggiustano la realtà.
Quarantotto ore dopo, la sua pelle pallida, gli occhi velati da lacrime, dalla verità oramai conosciuta. Con le spalle verso la porta e lo sguardo immerso nel vuoto, e completamente distrutto, Mon-El sussurra a bassa voce.
-Odio la mia razza, quel che sono, quel che ho fatto..-
Il suono delle sue labbra è pentito, stanco della vita stessa.
-Conosco la verità, Kara. E tu, dovresti starmi lontano.-
Poteva sentire i passi di Kara insieme al suo profumo di rose dietro di lui a varcare la soglia, e le sue labbra schiudersi per dire qualcosa.
-È colpa mia invece.-
La interrompe ancor prima di parlare sapendo che avrebbe detto che non fosse sua la colpa.
-No. Mon-El, hai salvato mia sorella..-
Sussurra mentre si avvicina bloccandosi quando Mon-El si gira verso di lei di scatto con quegli occhi stanchi, probabilmente di chi non ha più dormito per giorni.
-No Kara! L'ho distrutta, la sua tortura per opera di mia madre, l'ha usata ed è solo colpa mia. Se chiudo gli occhi riesco a vedere la morte di James, le frustate di Alex....e tu..-
Il suo viso si addolcisce alzandosi da quel pavimento per avvicinarsi a lei, il suo angelo.
-Ti hanno privato dei ricordi da piccola, e questo per colpa mia. È un fardello che avrò per sempre.-
Mormora posando la mano sul suo viso accarezzandone con le dita umide di sudore la sua gote rosea.
- Tu..tu sei stata la mia luce fin dal principio dei tempi. Volevo essere un eroe per te, ma non lo sono stato perchè hanno eliminato qualsiasi ricordo di noi, usandomi per farti del male.
Non so nemmeno quanti secondi o ore sono passate per eliminare quel dolore atroce dentro di me, che sento ancora bruciare, ma ho dovuto accettarlo se volevo vivere.
Ma ci sono riuscito, grazie a te. -
Le sue dita passano lungo gli occhiali da vista di Kara e li toglie gettandoli sul letto lí accanto a loro per toccare quelle palpebre.
- I tuoi occhi, due comete che non sono riuscito a dimenticare, quando mi parlavi ti sentivo, ero immerso nel buio, soffocato da anime oscure che mi tenevano legato, ma ti sentivo arrivare in quel buio. I tuoi occhi, la tua voce, tu...siete stati la mia salvezza.-
Sussurra sorridendo appena insieme ad un piccolo sbuffo ironico.
-Ecco ancora una volta che Supergirl diventa l'eroina.-
Sorride appena, per la prima volta il suo viso è sereno si avvicina alle sue labbra ingoiando a vuoto la propria saliva.
Abbassa lo sguardo per qualche secondo...
-Per quanto io male ti possa fare, non posso stare senza di te.
Dentro la mia anima tu porti luce al mio cuore, non ho mai provato nulla di simile, quanto mi immergo in questi occhi mi perdo in un universo di sensazioni che...-
Muove le labbra lentamente mentre i suoi occhi diventano lucidi e lievemente rossi, muove le labbra lentamente con quella voce morzata dall'imbarazzo di chi si aspetta di ricevere uno schiaffo.
Si inginocchia lentamente senza perdere di vista i suoi occhi occhi azzurri che cercano di capire cosa stia succedendo.
Lui si china a Lei, la sua Unica Principessa Kryptoniana arrendendosi a tutto ciò che ha sempre provato e mai detto.
-Kara Zor-El io...Ti amo.-
*To be continued...*
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