Capitolo 15
La mente è tutto.
Ciò che tu pensi, tu diventi.
(Buddha)
Non esistono dolori o addirittura sentimenti di cui aver paura.
Non esiste la parola Amare, ma esiste solo il Nulla, e i daxamiti questo lo sapevano molto bene.
Abituati ad una condanna nel non sapere cosa fosse la sensazione di miliardi di farfalle nello stomaco, ma conoscevano solamente il buio che sovrasta la luce.
Peggio di una condanna a morte esiste solo l'essere privati di quello che ci appartiene.
* Una stanza enorme dalla parete color tortora e degli appendini con vari colori accanto alla finestra e anche qualche vestito gettato a terra, vestiti da donna ed un paio di occhiali neri sul comodino accanto a lui. Scruta quella stanza con curiosità soprattutto quella donna accanto a lei che si gira lentamente con un sorriso soddisfatto sulle labbra, di chi sta vivendo la vita a trecentosessanta gradi.
Lei con i suoi occhi chiusi dalle ciglia colorate come il grano, di un dorato così bello e delicato che profumano di sole come i suoi capelli e la sua pelle, e quelle labbra dal colore di un frutto, ciliegia, invitante da mordere, da assaggiare.
Riesce perfino a percepirne l'odore, come se quel sogno fosse stato giá vissuto.
Le mani della donna sfiorano il suo petto cosí come il suo viso, come un piccolo gattino in cerca di coccole mentre fa dolce fusa, insieme ad un sorriso così smagliante che avrebbe fatto sorridere anche il più imbronciato umano della terra. Mon-El sembra sorriderle e con il polpastrello le sfiora le labbra, quelle labbra che sembrava riconoscere.
-Uhmm...Mon-El dovremmo alzarci..- mugola la ragazza, mentre Mon-el viene colpito al cuore con quelle gesta da togliere il fiato. Cerca di focalizzare il suo viso, di ricordare nel suo profondo chi fosse eppure il nulla scorre nella sua mente.
Ha la sensazione di conoscerla ma non riesce a ricordarne il nome.*
Si sveglia di soprassalto come se fosse stato a lungo in apnea da quel sogno cosí angosciante a tal punto da rimanere sdraiato ancora per qualche istante cercando di capire se fosse un ricordo oppure un sogno, e soprattutto chi fosse quella ragazza accanto a lui da fargli battere cosí violentemente il cuore.
Una sensazione strana che non provava da tempo, una sensazione che viene cancellata subito, distratto da qualcuno.
-Va tutto bene, Principe?-
Una voce accanto alla porta, ferma come una statua con quell'abbigliamento scuro da coprire anche il viso.
"I sudditi non hanno un nome, non hanno un viso per essere riconosciuti. I sudditi sono solo servitori volontari costretti alle nostre esigenze" le parole della Regina di Daxam riecheggiano dentro di lui, come se qualcuno gli stesse leggendo la mente cercando di cancellare l'angoscia e ricaricando la sua memoria diversamente, rendendolo 'obbediente'.
-Sí.-
La voce ferma di Mon-El con le sue iridi dilatate dalla droga che Rhea gli aveva iniettato, ha fatto effetto.
Droga pura e in quantitá eccessiva capace di cancellare la propria esistenza in un batter d'occhio.
Nel pianeta Daxam non esiste un equilibrio tra il bene e il male.
Per gli occhi dei Daxamiti tutto sembrava normale, la servitú, l'essere violenti e traditori, mentre la parte opposta del suo equilibrio - il bene, l'amore e la felicitá - sono semplicemente una parte oscura, quella sconosciuta, e chi avrebbe riconosciuto una sensazione di essa, sarebbe stato immediatamente soffocato e pietrificato con del piombo nelle vene, e nessuno voleva morire per 'amore'.
-La Regina vuole che si presenti nella sala principale per la cerimonia tra venti minuti, Principe.-
Quella voce continua a parlare ritrovandosi accanto a Mon-El come un burattino per seguirlo.
Lo schiavo senza nome, proveniente da chissà quale terra ospite accompagna in una nuova stanza il Principe di Daxam dove lo attendevano altri tre servitori per prepararlo al grande evento.
In piedi ad occhi chiusi - come voleva la tradizione - davanti ad uno specchio mentre varie sagome oscure si spostavano per prendere la tenuta della casata di Daxam e preparare Mon-El a diventare Principe.
* -Sarai un bellissimo principe, e sarai in grado di governare Krypton, appena la conquisteremo.-
La voce della donna corvina sfiora la capigliatura perfetta di Mon-El, poteva avere forse qualche anno, ancora nel fior fiore della sua gioventú.
-Temeranno la nostra famiglia, come giusto che sia, e ingrandiremo la nostra popolazione.-
Continua la sua voce mentre Mon-El socchiude gli occhi sentendo la mano della madre passare ancora una volta tra i capelli di quel giovane ed ingenuo bambino, di cui ancora la parola 'oscuritá' non era nel suo vocabolario.*
Mon-El schiude gli occhi lasciando che quelle immagini venissero ancora una volta dimenticate, una figura dietro di lui porta una mano dentro la tasca, come se stesse nascondendo qualcosa, ma Mon-El fissa la sua immagine dimenticando quel che stava pensando.
*Tic,Toc...*
Il tempo passa e Mon-El è perfettamente vestito e preparato nella sua divisa ufficiale.
-È pronto, Principe.-
Mon-El si guarda allo specchio, scorgendo dentro ai suoi occhi l'essere arrogante e privo di debolezze.
Niente amore, solo un vuoto profondo dentro le iridi, tanto quanto il suo cuore ed una mascella ben serrata da vederne i lineamenti alla perfezione.
Eccolo già fuori dalla stanza mentre percorre nel silenzio della navicella un lungo corridoio.
Grandi vasi in acciaio nero lucido percorrono la navata con accese candele nere, il tappeto argentato simbolo del sacrificio. *Un principe deve combattere fino alla morte per la propria popolazione, avendo conoscenza di poter diventare polvere.*
Difronte a lui solamente Rhea e Lar Gand con la loro tenuta Daxamita.
Lei meravigliosa Regina dall'abito argento con la sua corona ondulata e Lar Gand con il suo mantello e il mento in alto segno di onore, orgoglio e rispetto verso il figlio.
Al passaggio di Mon-El tutti si chinano, e lui con una divisa grigio fumo sfoggia la sua bellezza divina.
I suoi occhi brillavano di una luce diversa sotto quella tenuta, i suoi capelli più corti e sistemati perfettamente e il suo profumo inebriava la stanza, insieme alla tensione dei suoi sudditi inginocchiati al suo arrivo.
La sala addobbata a festa, le candele emanavano un odore di erbe intense e aromatiche indicando la purezza in quel contesto.
Lar Gand fa il suo ingresso con la sua voce possente liberandosi del mantello e alzando le mani in aria come per abbracciare i suoi ospiti.
Un rito nella lingua daxamita dove improvvisamente il Re tace.
Nel silenzio piú assoluto Mon-El di Daxam si inchina poggiando le ginocchia sul pavimento argenteo.
-Io, Mon-El di Daxam erede del Re e della Regina di Daxam prometto di essere un leale Principe, di combattere fino alla morte, con il sangue, se dovuto. Prometto di proteggere la mia popolazione da ogni estraneo e di rendere giustizia a chi lo merita.-
La voce del daxamita è costante come se avesse imparato a memoria quelle parole, così monotone, non da Mon-El.
Con estrema eleganza il Re avvolge il proprio mantello sulla schiena del proprio figlio alzando la tonalitá di voce mentre sta per posare sulla testa del figlio la corona.
-HEIL, MON-EL PRINCE OF DAXAM!-
I
presenti in quell'abitacolo imitano il Re, tutti all'unisono riproducono le stesse parole e contemporaneamente Mon-El Principe di Daxam si gira con le sue spalle dritte e coperte dal mantello dove sfoggia il suo sorriso orgoglioso di chi sta per avere sulla testa un peso di responsabilità, la corona daxamita. Al contempo Rhea nella sua totale eleganza ha il sorriso sulle labbra, soddisfatto e malefico.
A quel canto sonoro una voce stona, un grido tratto dalla disperazione, dal dolore probabilmente.
I daxamiti si girano a guardare da dove provenisse quella voce così sbagliata in quel contesto, nessun daxamita o umano si sarebbe permesso di interrompere una cerimonia tanto importante.
Kara era lì torturata dalla vista di Mon-El con quasi la corona in testa. A passo felpato, senza che nessuno la fermi arriva da Mon-El facendolo indietreggiare mancando la corona della casata che casca a terra.
Lar Gand rimane basito osservandoli.
Le mani di Kara si posano sul viso di Mon-El carezzando con il pollice la sua guancia e incrociando gli occhi di Supergirl con quelli del Principe.
-Mon-El...- mormora lentamente mentre il ragazzo chiude gli occhi assaporando quell'odore diverso dai suoi simili.
* -Mon-El svegliati, dobbiamo andare a salvare il mondo anche oggi.- mormora quella voce poggiando le mani sul viso del ragazzo così da accarezzarlo con le dita. Odore di sole, di vita.*
Il Principe di Daxam riapre gli occhi avendo nuovamente quella sensazione di vuoto colmata da un angoscia. Memoria Cancellata.
Istintivamente Mon-El le gira il braccio ritrovandosi dietro di lei con le labbra al suo orecchio.
-E tu chi diavolo sei?-
La voce ferma mentre tutti i presenti nella sala guardano il Principe attentamente, come in un film.
Supergirl adesso è faccia a faccia con Rhea, mentre Mon-El con la sua forza la tiene salda a sè.
- Sono io, K..Supergirl,Mon-El...sei..stato drogato.-
La voce straziata di Kara, ma anche soffocata dalla sofferenza cerca di far allentare la presa al daxamita, ma Mon-El stringe di più la presa facendola quasi sussultare dal dolore mentre Alex si avvicina verso Rhea.
Lar Gand osserva la nuova donna, ricordando che Mon-El l'aveva lasciata andare per diventare principe, inizia a pensare che qualcosa non quadra.
Il Re fulmina Rhea con lo sguardo e a tono di risposta la Regina alza le spalle come a dire 'non so nulla'.
-Mon-El...-
Kara tende a liberarsi dalla presa fin quando qualcuno non irrompe nella sala, Guardian nella sua tenuta super protettiva insieme a John J'ons, il marziano verde nonchè capo del D.E.O. ed inizia l'inferno.
Le guardie della sala avanzano a passo felpato con le loro lunghe pistole di fuoco laser iniziando a colpire i nemici che riescono a scansarsi agilmente, mentre i sudditi iniziano a sgattaiolare lungo la navata mettendosi in salvo.
Rhea insieme a suo marito erano su tutte le furie per aver rovinato quel momento, Lar Gand sfoggia la sua abilità di combattente e Daxamita, afferrando e gettando in aria con forza Guardian come se fosse una piuma tra le sue mani, scaraventandolo contro una delle statue di famiglia attirando l'attenzione del figlio e di tutti i partecipanti allo scontro.
Rhea si avvicina a Kara afferrandola per il mento cogliendone il momento perfetto per far vedere Guardian disteso a terra con Alex su di lui mentre gli toglie la maschera e inizia a prenderlo a pugni con forza.
-Pensavi che l'avresti avuta vinta, Kara. Sarò sempre un passo avanti. Sempre.- la Regina con quel veleno tra le labbra la costringe a guardare Alex e Guardian in quello scontro.
-La tua dolce sorellina è sotto mio controllo conosco ogni tuo segreto Kara. E...guarda come sei distrutta. Oh...povera piccola ingenua kryptoniana. Dovevi scoppiare insieme al tuo pianeta quando ne hai avuto possibilità.- sputa ancora veleno mentre guarda Mon-El impassibile a quelle parole.
- Come puoi fare questo a tuo figlio...- mormora Supergirl con quel tono disperato e malinconico. Il viso di Rhea cambia quasi addolcendosi.
-Proprio come hanno fatto i tuoi genitori, vero Kara Zor-El? -
Kara rimane impietrita sapendo quello a cui Rhea si riferisce. Un boato scoppia facendo oscillare la navicella tanto che Mon-El perde l'equilibrio lasciando libera Kara che si scosta per vedere se Alex fosse ancora su Guardian, ma per fortuna era tra le braccia di John J'ohns che annuisce a Kara con la promessa di riportare Alex sana e salva, sparendo tramite il portale che avevano aperto poco prima durante quel boato.
Rhea l' afferra per la gola alzandola da terra.
-Sará la tua fine oggi. KRYPTONIANA.-
Rhea inizia a stringere le dita con tale forza che Supergirl afferra la sua mano cercando di liberarsi.
Mon-El si getta tra la mischia combattendo per il suo popolo.
Guardian si rialza in piedi portando il braccio in avanti e sganciando dalla manica uno sparo colpendo dritto al cuore di Lar Gand che si accascia a terra.
- Padre!!- La voce di Mon-El risuona nella navicella, per la prima volta risuona normale come se fosse vivo, scorge la ferita di Lar Gand alzando gli occhi verso Guardian, occhi infuocati che memorizzano il suo viso oramai scoperto. James.
Rhea a quel suono lascia andare Kara per capire cosa sia successo. Riconosce il marito in una pozza di sangue portandosi una mano al petto e andando verso il Re si china su di lui. Mon- El non esita un secondo, si fionda su Guardian afferrandolo per il collo ma sparisce poco dopo seguito da Kara che cerca di fermarlo.
Rhea lancia un urlo di dolore, un urlo di un corvo in dolore, inquietante, macabro. Osserva il portale aprirsi e sparire anche suo figlio tra loro, Sola in quella navicella così grande per lei adesso.
Gli occhi si infuocano di un colore nero vivo, come la morte, assetata di vendetta e sangue.
- Chi di spada ferisce di spada perisce, Kara Zor-El.-
L'odio profondo per quella ragazza d'acciaio, che ha rubato il cuore di suo figlio, ha portato la morte del marito e adesso non le rimane che la vendetta...
James, Kara e Mon-El insieme atterrano proprio dentro al D.E.O.
Mon-El sfoggia la sua forza contro quel viso che ha ucciso suo padre, James cerca di svincolarsi da quel ragazzo forte, principe daxamita.
- GIUSTIZIA SIA FATTA PER LAR GAND. RE DI DAXAM-
Urla con odio e disprezzo.
- Mi dispiace Mon-El...devo farlo.-
Dritta alla vena carotidea Kara infilza con tutta la sua forza una dose di sonnifero da far addormentare milioni di elefanti.
Mon-El afferra il proprio collo girandosi verso Kara per guardarla negli occhi, occhi lucidi che cercavano il perdono per quel calmante nel sangue.
* Mon-El ha poco piú di dieci anni, è lì disteso a terra in quel pianeta nuovo Krypton, ha conosciuto una bambina, i suoi occhi erano come le comete, belle luminose e profonde da rimanerne incantato. Giocavano assieme anche se la madre era contro, ma lui poco importava, i bambini sono bambini e vogliono giocare.
Mon-El ha poco più di diciotto anni, il suo corpo è cambiato è più uomo che un semplice ragazzino. È possente, i suoi occhi brillano proprio come brillano quelli della ragazza di Krypton, così bella e luminosa, e forte proprio come lui.
Mon-El ogni volta che la incontra sente le farfalle allo stomaco. È vietato innamorarsi, ma lui è sempre stato l'opposto di tutte le regole.
Mon-El è lì in quel letto adesso insieme alla stessa donna dagli occhi come le comete, dal colore dorato e dalle labbra color ciliegia, eppure il suo nome non lo ricorda.
- Mon-El..Mi sa proprio che fin dal primo momento che ti ho visto inerme in quella capsula, sapevo di amarti...avevo solo bisogno di trovare il coraggio di fidarmi di te. E adesso che l'ho fatto, mi sono completamente e follemente innamorata di te-
Mon-El è lì nella sua navicella e osserva suo padre, Re Lar Gand morire sotto i suoi occhi. Il Principe di Daxam afferra il colpevole per la gola non facendoselo scappare ancora una volta. *
La voce risuona nella sua testa risvegliandosi con una grande confusione spingendo la mano verso il collo di Kara, immaginando nella sua testa fosse James stringendola con tutta l'oscurità che possiede.
To be continued..
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro