Capitolo 14 parte II
Nella buona e nella cattiva sorte
Un turbinio di emozioni affollavano la mente di Kara, così confusa, così disperata... Tanto che neanche lei riesce a comprendere appieno come dovrebbe sentirsi. Sfoga tutta la rabbia e l'energia che ha in corpo, lanciando un raggio calorifero contro l'ologramma di Alura, urlando per scaricare la tensione. Il mondo le sembra caduto con tutto il suo peso addosso, travolgendola completamente. Sapeva già che i suoi genitori non erano ciò che lei credeva, ne aveva avuto conferma fino a poco tempo prima grazie a tutta la faccenda del virus Medusa. Ma avere la certezza che la sua intera infanzia fosse costruita su un mucchio di bugie, l'aveva completamente sconvolta. Furiosa e delusa, abbandona la stanza sbattendo con foga la porta, a grandi passi si dirige al laboratorio dove è certa di trovare J'ohn ed Eliza.
-Kara, ho sintetizzato un piccolo antidoto ma dovrei avere il tempo di testarlo, di mettere alla prova la sua efficacia.- La positività e la grinta della dottoressa le riempiono il cuore. Lei è l'emblema della donna forte che non si ferma mai davanti le intemperie, che non si arrende e lotta con tutto quello che ha senza perdere la sua integrità. Kara si è sempre ispirata a lei, e mai come in quel momento ne va così fiera. Con la grande autorità che la contraddistingue, la kryptoniana si siede sul lettino accanto alla madre e alza la manica della tuta scoprendosi il braccio.
-Testalo su di me- lo sguardo fermo, sicuro di chi non ha paura di niente e nessuno, di chi non teme nulla neanche la verità.
-Cosa? Ma Kara tu...- J'ohn esita per un momento, ma vedendo l'espressione della ragazza restare impassibile rimane allibito, senza parole. Deglutisce e poi continua serio -Alura?-
Kara annuisce, mentre la dottoressa Danvers efficiente e silenziosa come sempre, prende una siringa e la riempie con un liquido giallo/arancione. Kara si prepara al peggio. Non sa quante volte i suoi genitori hanno usato quel farmaco su di lei. È terrorizzata da quello che potrebbe ricordare, tanto da sperare egoisticamente che l'antidoto non funzioni. J'ohn avverte la sua angoscia, si avvicina e le stringe la mano per darle un po' della sua forza.
-Ok piccola, questo potrebbe farti un po' male- sussurra Eliza penetrandole il braccio con quella siringa così speciale da riuscire a penetrare sino i muri.
Kara raccoglie quanta più aria possibile nei polmoni, chiude gli occhi e per un attimo si lascia trasportare dalla beatitudine del silenzio e della calma. Subito dopo sente come se tutti i muscoli del suo corpo stessero prendendo fuoco. Prova a dimenarsi, ad urlare, ma si rende conto di non riuscire a parlare o a muoversi. Sente il calore muoversi velocemente, soffermarsi sul cuore e poi salire su fino al cervello, dove avviene l'esplosione più grande, ricca come l'eruzione di un vulcano.
I ricordi le iniziano ad appannare la vista, come se li stesse vivendo di nuovo per la seconda volta.
~Krypton, anni orsono~
-Kara? Kara figlia mia-
Una strana voce, familiare ma che non sentiva da tanto, troppo tempo, le rimbomba nelle orecchie. Kara apre gli occhi, adagio, si guarda attorno stordita e rimane ammaliata dalla bellezza del panorama che la circonda. Gli occhi di suo padre Zor-el, così dolci e languidi, le erano sempre sembrati il più caldo dei posti dove ancorarsi.
Lo stupore tangibile negli occhi della ragazza risveglia la curiosità del padre. -Che succede piccola?- Kara scuote la testa, e nuovamente si rende conto di non avere più il controllo sul suo stesso corpo. Il padre continua a parlarle, amorevole come non mai, e la fa alzare da quello che sembra essere il suo letto. Le basta un'occhiata fugace allo specchio per rendersi conto di essere tornata bambina. Zor-el le si para davanti, si china dinnanzi a lei e le prende le mani fra le sue. -Mia cara, oggi arriveranno degli amici da molto lontano. Vorrei tanto che facessi amicizia con il loro figlio, anche se è di qualche anno più grande di te. Gli terresti compagnia, per me?- Gli occhi speranzosi e benevoli del padre quasi la commuovono. Basta chiudere gli occhi per un instante che lo scenario cambia. Sono fuori la dimora degli El, ai piedi di una mastodontica astronave dalla quale scendono due figure, bellissime, giovani ed elegantissime. I due salutano Alura e Zor-el con fare formale e rivolgono un cenno anche a Astra e Zod che osservano distanti la scena.
-Kara, questi sono il re Lar Grand e la regina Rhea, sovrani del pianeta Daxam- Vede la madre pronunciare quelle parole con sdegno, e sofferenza e poteva comprenderla visto tutte le cose che le avevano raccontato sul loro conto. -Questo è il nostro principe- E' la donna dalla bellissima chioma corvina a parlare, con un tono forte, autoritario, spinge avanti a sé uno splendido bambino. Kara avrebbe riconosciuto quelle labbra carnose e quegli occhi verdi così luminosi e inebrianti, in qualsiasi dimensione spazio-temporale. -Salve, io sono Mon-el, principe di Daxam- Il principe fa un lieve inchino, e poi lancia a Kara un sorriso da mozzarle il fiato, persino nella condizione in cui si trovava. Bastava poco per comprendere che il tutto era accaduto molto tempo prima che Daxam e Krypton esplodessero. La città era nel fior fiore della prosperità, l'atmosfera era felice e gioiosa. La ragazza osserva inerme il passare degli anni, gli scenari cambiare, e a poco a poco sé stessa e il principe Mon-el innamorarsi l'uno dell'altra. Fino ad arrivare a quel momento, mancavano di certo poche settimane all'inizio della fine. Astra era già latitante, Mon-el e la stessa Kara erano di colpo molto più grandi. Si trovavano ai piedi di un grande albero a scherzare come, aveva appena compreso, facevano tutti i giorni. Mon-el amava prendere in giro Kara, per le sue convinzioni, per i suoi vestiti, perfino per il suo modo di parlare. All'ennesima battuta del daxamita Kara non resiste, ed inizia a rincorrerlo con l'intento di picchiarlo. Pur non essendo fisicamente lì, Kara riusciva a percepire ogni singola emozione, ogni singolo odore, sensazione. Si stava divertendo così tanto da dimenticare quasi che fosse tutto un sogno, o meglio un ricordo. Non sa con esattezza se fosse per quel piccolo momento di distrazione o solo perché sarebbe dovuto succedere, ma in un nano secondo Mon-el si gira, fronteggiandola e la blocca. Lei prontamente gli fa lo sgambetto, e finiscono entrambi a rotolare giù per terra. Viso contro viso, i due si perdono negli occhi dell'altro, ansanti, sudati e con l'adrenalina che gli circola ancora in corpo, sfociano in un passionale bacio. Come le mancava quella sensazione, quelle labbra. Tenendola sempre più stretta a sé, ma attento a non schiacciarla, il ragazzo travolto dalla passione le impedisce di staccarsi, se non con un'amorevole e giocosa spinta. I due ridono beati, ignari di ciò che sta per accadere. Mano nella mano risalgono in cima, si siedono lui appoggiandosi all'albero e lei fra le sue braccia, si appoggia completamente a lui. -Se i nostri genitori ci vedessero, non so come reagirebbero Mon-el. Un daxamita e una kryptoniana, sarebbe un paradosso per il nostro popolo- Kara sorride giocherellando con le dita della mano del ragazzo. Lui rimane per un attimo in silenzio, poi la guarda, serio. -E se non dovesse esserlo per forza, Kara. Se la nostra unione significasse anche l'unione dei nostri popoli?- Kara scoppia in una fragorosa risata -Mia madre ucciderebbe prima me e poi mio padre per averti dato il consenso- Vedendo l'espressione del ragazzo incupirsi, torna seria. -Hanno già avuto questa discussione, ricordi? Il matrimonio...-
-
Si ma allora eravamo così piccoli, così...ignari dei sentimenti che sarebbero nati fra noi. E se provassimo adesso? Se dicessero si, tu lo faresti?-
Un altro battito di ciglia e lo scenario cambia nuovamente. A distanza Kara, nota i suoi genitori che discutono, e subito ricorda di aver già avuto una visione del genere. Si affretta a raggiungerli per la paura che la visione possa scomparire un'altra volta. A pochi passi da loro, il principe stava animatamente confabulando con sua madre. Era così affascinante nella tenuta della casata reale di Daxam.
-Non puoi permettere sul serio che lo sposi, Zor-el! E' solo una bambina! E poi cosa farà andrà a vivere su Daxam? Lascerà te, Alura e il popolo...per il loro?!- Solo dopo essersi avvicinata Kara constata di aver davanti Astra, e non sua madre, ad urlare contro il padre. In cuor suo sente il bisogno di intervenire, di esprimere la sua opinione, ma ancora una volta è completamente inutile provarci. Fortunatamente il suo eroe interviene. -No, non deve essere così per forza. Potremmo restare qui, su Krypton. Guidare insieme il vostro popolo, ed il nostro quando sarà il momento- Il principe era così sicuro di sé, forte come mai lo aveva visto. In quello stesso instante, la regina Rhea si fa avanti, la personificazione della rabbia in carne ed ossa, schiaffeggia il figlio in pieno viso e lo fulmina incenerendolo con lo sguardo.
-Come osi, tu piccolo ingrato a contraddirmi?!- la sua furia è incontenibile, tanto da spingere il marito a tenerla stretta e farla ragionare. Anche lui si rivolge al figlio, pacato speranzoso in una sua pacifica collaborazione. -Rinsavisci, figlio mio. Abbandoneresti il tuo popolo, la tua casa, per questo posto? Non era questo il piano, Mon-el-
A quelle parole Kara vede suo padre irrigidirsi, e la zia restare immobile, pietrificata. -Non era questo il piano? E qual'era Lar Grand? Portare via mia figlia? Drogarla e costringerla a regnare un popolo secondo le VOSTRE regole?!- Adesso erano le urla di Zor-el a riempirle le orecchie. Lancia uno sguardo a Mon-el, nel panico più completo. Avverte che la situazione sta per degenerare. E così, svelto Lar Grand estrae un pugnale e lo punta alla gola di Zor-el, Rhea spinge il figlio dietro di sé, mentre Alura e Astra cercano di fare lo stesso con Kara. I due ragazzi urlano forsennatamente, invocano gli dei, l'amore che i genitori provano per loro pur di farli smettere. Il padre di Kara senza fiato sibilla una breve frase -E' sempre stato questo il vostro piano- Cerca con lo sguardo la moglie, che velocemente estrae le armi e fa cenno alle sue guardie di attaccare, quando Rhea soddisfatta prende nuovamente la parola. -Credevate che saremmo rimasti qui tutto questo tempo senza degli alleati?- ride maglina vedendo le guardie di Krypton schierarsi al loro fianco. -Li hai drogati- sussurra Astra con gli occhi spalancati, colpita dalla sua perfidia. Rhea annuisce, fiera delle sue gesta malvage e stringe sempre più forte il principe che cerca di scappare dalla sua stretta. -Madre, ti supplico. Lasciami andare-
-NO! In un modo o nell'altro governeremo questo posto, in un modo o nell'altro voi perirete! E quando questo succederà non voglio dover perdere mio figlio per colpa di una lurida kryptoniana- sputa quelle parole con tale cattiveria e disprezzo tale da sciogliere il viso come acido puro.
Il re di Daxam depone l'arma ed indietreggia fino alla sua navicella fedelmente depositatasi dietro di loro. L'inarrestabile principe continua a lottare con la madre chiamando Kara a gran voce, lei non resiste scatta in avanti, schivando le braccia possenti che cercano di fermarla. Sta quasi per raggiungerlo quando viene braccata. Urla, disperata, scalciando e mordendo tutto ciò che le capita a tiro. Cerca per l'ultima volta gli occhi di Mon-el, che allunga una mano verso di lei. La ragazza fa lo stesso, impotente, ormai rassegnata a non vederlo più. Distrutta si accascia fra le braccia del padre, e guarda la navicella daxamita sparire sul nel cielo.
Kara è invasa da quella assurda sensazione di vuoto, di perdita, di solitudine, di abbandono. E' nel suo letto, piange senza sosta ormai da giorni, si rifiuta di mangiare, di bere... Non riesce neanche a sentire le voci di coloro che le fanno visita. All'improvviso viene avvolta da amorevoli braccia che la cullano e la stringono forte. Continua imperterrita a singhiozzare bagnando del tutto la veste della madre. Alura prova a consolare la figlia accarezzandole i capelli, e sussurrandole dolci parole. Un po' questo tranquillizza la ragazza, che fa un bel respiro e quieta i suoi singhiozzi tanto da riuscire a parlare. -Madre, perché?-
-Oh, piccola mia. I daxamiti sono imprevedibili, luridi selvaggi assetati di potere. Non puoi reagire così, non te lo posso più permettere- la madre era rassicurante ma imponente allo stesso tempo.
-Ma Mon-el non è come loro, madre...lui è diverso!- Kara non trovava pace, le avevano portato via il suo migliore amico con così tanta violenza. L'uomo che più avrebbe voluto sposare. L'uomo che amava.
-Mia dolce piccola, Kara. Sei così ingenua, innamorata dell'idea dell'amore. Così vulnerabile e ignara della malvagità che alberga al di fuori di queste mura- Alura continua ad accarezzare il capo della figlia, poi fa un breve pausa -E io mi assicurerò di preservare la tua innocenza per più tempo possibile- La donna prende dalla tasca una piccola penna, o almeno è quel che sembra, e in un baleno la infilza sul polso di Kara. -Lui non è affatto diverso. Il principe di Daxam è il peggior uomo della sua casata. Vile, spregevole, cattivo d'animo, donnaiolo ed egoista- sussurra quelle parole così lentamente da scolpirle nella testa di Kara, ed è proprio in quel momento che la ragazza chiude gli occhi per l'ultima volta.
-Kara! Kara! Mi senti?! Kara!- il marziano J'ohn J'ozz era più verde che mai, lì in quella stanza con il volto contratto dalla paura e dalla preoccupazione.
Kara spalanca gli occhi agitata più che mai. Afferra le sue braccia per riprendere la stabilità, e giusto il tempo di ricomporsi scatta in piedi, correndo verso la stanza della sorella. J'ohn ed Eliza le corrono dietro riempiendola di interrogativi, che zittisce con un semplice -Ha funzionato, ricordo ogni cosa-
Irrompe nella stanza nel momento stesso in cui Alex Danvers apre gli occhi. Maggie, che era rimasta con lei per tutto il tempo, sorride alla sua ragazza che sembra finalmente rinvenire, poi distratta dall'entrata di Supergirl, alza il viso perplessa verso di lei.
-Maggie, stai indietro!- Kara va a porsi tra l'amica e la sorella, aggangiando lo sguardo al suo e scrutandola attentamente. -So cosa sei. Non iniziare uno scontro che non puoi sostenere-
Alex si alza dal letto con una smorfia arcigna che le solletica le labbra. -Ti sbagli, non voglio combattere. Voglio portarti da LUI. Dal tuo Mon-el- la ragazza continua a sorridere, mentre rotea attorno al lettino accarezzandolo con noncuranza con una mano. Tutti assistono alla scena senza avere la forza di parlare. Kara a quelle parole si sente nuovamente colpita nel profondo. Scossa, frastornata, insicura, indecisa se credere o meno a colei che portava il viso di sua sorella.
Ancora una volta Supergirl segue il suo istinto senza lasciar prevalere la rabbia scaturita da ciò che aveva subito. Concentrata, segue la donna attraverso vicoli stretti e bui, per poi ritrovarsi lì dove tutto aveva avuto inizio. -Qui è dove ho trovato la capsula di Mon-el-
Alex sorride beffarda, annuisce e poi le fa cenno di avvicinarsi. Le due ragazze vengono risucchiate da quello che sembra un fascio di luce verde/dorato. Kara piroetta confusa cercando di carpire più informazioni possibile da quel luogo. Segue Alex, che sicura di sé le fa strada in quella abnorme navicella scura, superando guardie e servi che le guardano tranquilli lasciandole passare.
Arrivano in una grande sala, cupa ma addobbata a festa, era piena di gente, di daxamati che attenti ascoltavano la voce suadente di un maschio alpha. Sta recitando qualcosa nella loro lingua, un rituale molto sacro. Cerca di farsi strada fra la folla, chiedendo scusa e spingendo il più delicatamente possibile le persone che le ostruiscono il passaggio. Finalmente arriva infondo alla stanza, dove trova innanzi a sé una scena raccapricciante. Mon-el è inginocchiato di fronte al trono reale occupato al momento solo dalla regina, il re Lar Grand regge una possente corona argentata sopra la sua testa. Il rituale è quasi concluso, e mentre tutti in coro urlano la frase conclusiva -Heil Mon-el, Prince of Daxam- Kara lancia un urlo disperato, così forte da far tentennare ogni cosa presente nella stanza. Tutti si girano sconvolti a guardarla, domandandosi chi fosse. L'unica a non sembrare sorpresa della sua presenza era la regina, che sogghignava soddisfatta.
Supergirl si precipita dal suo principe, scostando bruscamente il re costretto a gettare via la corona. -Mon-el!!- Si china su di lui, e gli poggia le mani sul quel viso dallo sguardo assente. Sembrava perso in un'altra dimensione, la fissava come se non la vedesse, come se non la conoscesse affatto. Il principe riprendendosi le prende le mani e, dopo un attimo di smarrimento, alzandosi gliele blocca dietro la schiena serrandola in una forte stretta. -E tu chi diavolo sei?!-
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