0.4
Ci sono due modi per vivere la propria vita:
Il primo modo è quello di impegnarsi, fare di tutto perché essa sia perfetta, camminare sulla strada giusta e magari realizzare i propri sogni, rendere orgogliosi i propri genitori. E finire con l'avere un ottimo lavoro e una famiglia felice.
Il secondo modo è quello più facile, sappiamo tutti che lasciarsi andare, non impegnarsi, prendere strade a caso sia molto più facile, ma si sa che la strada più facile non è mai quella giusta.
Julian quattro anni fa ha deciso di intraprendere la sua strada, ha scelto la più facile, ha scelto il secondo modo di vivere la propria vita. Ha deciso di non impegnarsi e di incontrare persone sbagliate, di fare ciò che facevano loro, di percorrere le loro stesse strade ed è per questo che ad oggi si trovava in quel centro di recupero.
Doveva disintossicarsi dallo schifo che per anni aveva iniettato nelle sue vene. All'inizio non era stato facile, notte insonne, incubi, crisi isteriche, pianti disperati, vomito, diarrea, scuse, urla, tutte ciò per giorni, mesi, fino ad arrivare ad oggi. Era poco più di un anno che Julian si trovava lì, mancavano altri quattro mesi e poi sarebbe stato finalmente libero.
Era migliorato tantissimo e nonostante gli dispiaceva ammetterlo doveva tanto a Daryl, che con la sua positività, la sua allegria lo aveva aiutato tantissimo.
Ricordava ancora il giorno in cui lo incontrò per la prima volta, il sorriso pronto sul viso, quei capelli rossi e corti che gli sfioravano appena la fronte e le guance tonde e arrossate. Era lì già da quasi un anno quando arrivò Julian, anche lui dipendente dallo stesso mostro del moro, forse fu ciò a legarli o solo il fatto che entrambi in quel posto si sentissero tremendamente soli.
«Julian devi alzarti, tra mezz'ora hai il tuo incontro con la psicologa» Daryl si gettò di peso sul suo amico iniziando ad infastidirlo.
Il moro si ritrovò a sbuffare, odiava l'allegria del rosso e odiava il modo in cui gli si attaccava addosso ogni minuto, ma soprattutto odiava la sua voce squillante di prima mattina.
«Daryl levati di dosso» lasciò uscire le parole con uno sbuffo. Il suo migliore amico fece esattamente come gli fu chiesto, con uno sbalzo si alzò e si sedette sul suo di letto.
Julian dopo essersi lavato e preparato decise di andare al suo incontro giornaliero con la psicologa del centro. All'inizio era un po' restio col dover parlare con una perfetta sconosciuta dei suo problemi ma pian piano iniziò a sciogliersi, non che le raccontasse chissà che cosa, ma riuscivano comunque ad avere una piccola conversazione.
Nel tragitto per arrivare al solito studio intravide la ragazza di qualche giorno prima, non l'aveva più vista dopo che Daryl la portò nel loro posto segreto, stava ferma nel corridoio con lo sguardo basso e agli occhi di Julian sembrava quasi che stesse tremando.
Le passò di fianco e riuscì a sentire un singhiozzo, si bloccò sui suoi passi non riuscendo a proseguire. Selene aveva sentito qualcuno fermarsi al suo fianco e con la coda dell'occhio aveva anche capito si trattasse di un viso familiare, ma quando alzò i suoi occhi verso il ragazzo davvero non riuscì a riconoscere chi fosse. Con le guance bagnate e gli occhi rossi si guardarono entrambi restando in silenzio fino a quando lei non lo superò e proseguì per la sua strada ma Julian la seguì, non sapeva perché lo stesse facendo ma si fermò davanti a lei fino a farle bloccare i passi.
«Stai bene?» chiese fingendosi disinteressato.
«I-io st-sto bene» Selene continuava a tremare, i singhiozzi aumentavano ad ogni secondo.
«A me non sembra» rispose circospetto, gli occhi chiusi in due fessure e lo sguardo attento nel capire come in realtà stava la ragazza.
Quando Selene lo spinse con una spinta leggera, -perché probabilmente priva di forze- e continuò per la sua strada sparendo nel lungo corridoio Julian capì, lui in quel preciso istante aveva capito che in realtà lei non stava bene, Daryl gli aveva detto che era lì da una settimana e l'astinenza stava iniziando a prendere possesso del suo corpo.
Lei stava provando i primi sintomi di astinenza e chi meglio poteva capirla se non Julian, che ancora oggi, dopo un anno, sapeva di non essere del tutto pulito. Ma decise di lasciar perdere, infondo non era la sua battaglia.
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SCIAO!
Non dico nulla, solo che non ci credo neanche io di aver aggiornato. Spero che la storia vi stia piacendo, ci sentiamo al prossimo aggiornamento e spero di farlo prima e non tra dieci anni.
Grazie ancora per essere qui ^-^
I love you ❤️
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