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Cap.20


-"Dabi.", sussurrò la donna, con ancora le labbra coperte dalle mani e le lacrime agli occhi, il corvino annuì, potevi giurare che stesse sorridendo in questo momento.
-"Oh, Dabi!", la donna abbracciò subito il ragazzo che ricambiò la stretta senza se e senza ma, ti sentivi un pò fuori luogo, non eri abituata a vedere certe scene e non avevi mai 'costretto' qualcuno a farle, fare qualcosa di buono, era una sensazione strana, ti sentivi quasi più leggera in realtà, come se la tua mente accettasse la strada che avevi intrapreso mentre il cuore no, il cuore, che organo bizzarro, un muscolo striato ma involontario, ma anche colui a cui sono associate tutte le emozioni che proviamo, quando invece è il cervello che le controlla, un muscolo importante ma anche quello più pericoloso, quel muscolo che ti fà capire certe cose ma allo stesso tempo rimane muto, insomma, un vero controsenso, mentre il cervello è un organo che continua solo su una strada, ovvero quella che abbiamo deciso di intraprendere, volontariamente o non.

-"È da molto che non ti vedo, sembra quasi che tu sia sparito dalla circolazione.", dice la donna mentre si allontana dal figlio, egli sorride forzatamente per poi guardarti con incertezza, accenni un sorriso che si allarga quando la donna ti nota, era veramente bellissima, ti ricordavano i fiocchi di neve che tanto amavi.
-"Oh, Dabi, non sapevo che ti fossi trovato la ragazza.", cerchi di non ridere all'espressione sconvolta del corvino, ti avvicini ai due.
-"No, no, mamma, cosa hai capito? È solo un'amica.", la donna alza un sopracciglio, come per dire 'Faccio finta di crederti, figlio mio.', porgi una mano alla donna, mentre, ancora, cercavi di non ridere.
-"Salve signora, il mio nome è (T/N) (T/C) è un vero piacere conoscerla."
-"Il piacere è tutto mio e, per piacere, chiamami Rei.", sorridi quando la donna ricambia la stretta per poi, poco dopo, lasciarla, vi mettete seduti sul letto e iniziate a parlare con ella, era veramente simpatica, soprattutto quando faceva imbarazzare e innervosire il ragazzo al tuo fianco, ma quel bel momento fù breve, infatti l'orario delle visite subito finì e insieme salutate la donna per poi uscire dalla stanza e dall'ospedale, non dopo aver cambiato aspetto al corvino, mi sembrava ovvio.

(...)

-"Grazie", senti sussurrare dal corvino quando siete nei paraggi della nuova base, ti giri verso di lui, notando uno strano rossore sulla parte superiore delle guance, sorridi, quasi, intenerita ma soprattutto divertita, era esilarante verderlo in quella situazione, egli si gira verso di te, alzando un sopracciglio, scuoti il capo, ancora divertita, e accelleri il passo.
-"Come mai stai ridendo?"
-"Io ricordo che per ridere si doveva emettere qualche verso."
-"Sò-tutto-io del cavolo."
-"Quindi stai ammettendo di esser stupido, Dabi, mi meraviglio di te."
-"Non mi chiamo (T/N) (T/C).", alzi un sopracciglio mentre il ragazzo accenna ad un sorriso, ma ritornò, quasi, subito serio e avvicino il suo viso al tuo, fermandosi quando le punte dei vostri nasi si sfiorano.
-"Beh, dato che hai fatto qualcosa per me, dovrei ricambiare non credi?", chiede il ragazzo, cerchi di parlare ma una pressione sulle tue labbra ti ferma nell'intento, il ragazzo appoggiò una mano sulla tua guancia, accarezzandola piano, stavi per cedere a quell'azione, se non fosse per il movimento della chioma degli alberi che ti fece riprendere, allontani velocemente il ragazzo, appoggiando una mano sulle labbra e con occhi sgranati accompagnati dalle guance incandescenti.

-"Come sei carina così."
-"Dabi!", urli facendo ridacchiare il ragazzo che subito scappa via, inizi a seguirlo, anche quando arrivate nella nuova base, tutti vi guardano straniti nel mentre cerchi di far del male il ragazzo corvino con dei coltelli creati da te, molti del gruppo sospirano frustrati mentre altri, come Toga, cercano di non ridere alla solita scenetta creata da voi due, due braccia ti fermano dal lanciare un'altro coltello, ti giri per guardare chi sia, riconoscendo la bizzarra acconciatura azzurrina di Tomura.
-"Adesso mi dite perché state litigando?", a ripensarci senti di nuovo quel calore alle guance e noti, di sott'occhio, che Dabi stà sorridendo divertito mentre gli altri ti guardando straniti dalla tua insolita reazione imbarazzata.
-"Devo per caso ucciderlo?", ti sussurra ad un orecchio il celestino, causando una risatina da parte tua, lo abbracci, facendo il broncio al corvino che, notando lo sguardo arrabbiato dell'azzurrino, alza divertito le mani.

Ti dirigi, con Toga, in cucina, dopo che ella ti ha chiesto di farle compagnia e lasci i due ragazzi da soli, che si guardano in cagnesco, sembrava che i loro occhi, visibilmente opposti, si stessero facendo la guerra, rosso fuoco contro verde marina, opposti proprio come i loro caratteri, uno sempre tra le sue mentre l'altro che vuole rimanere sempre tra gli altri, il celestino storse il naso, se prima quel ragazzo non gli piaceva, adesso lo odiava definitivamente, gli dava fastidio tutta quella confidenza nei confronti di sua sorella, eppure lo aveva avvisato a quel testardo corvino con l'unicità del fuoco, il fuoco, forse era per questo che aveva quel carattere, dopotutto il fuoco non è domabile se non sono prese le giuste contromisure da azionare, girò i tacchi e si diresse in camera sua, lasciando il corvino da solo con i suoi pensieri.

Insomma, era la seconda volta che lo faceva, cosa gli prendeva? Il pensiero su quella ragazza stava cambiando senza che se ne rendesse conto e non sapeva neanche lui cosa fosse adesso per la sua mente e per il suo cuore, che strano pensarlo, di solito si dice che i cattivi non abbiamo un cuore, invece molti di loro si sbagliano, ce l'hanno eccome, anche se lo nascondo sotto molte macerie, quei muri rotti per colpa di persone importanti e non che lo hanno fatto senza rendesene conto oppure per dispetto e ciò li hanno trasformati in quello che sono adesso, il ragazzo uscì dalla stanza, interto ad andare anche lui nella sua stanza e per farlo doveva passare davanti alla cucina, appena sentì delle risate in essa si girò, notando che stavi ridendo per lo stato in cui adesso è Toga, completamente ricoperta di farina, con la faccia meravigliata e con le mani ancora stretta attorno alla carta del pacco in cui resideva quella polvere bianca, perse un battito quando vide il tuo sorriso, ma lo riprese quando il suo cuore iniziò ad andare più veloce, si allontanò velocemente, entrò, poi, nella sua stanza e cercando di riprendere il fiato e il battito regolare, 'Cosa mi prende?', pensò mentre stringeva la maglia all'altezza del muscolo principale.

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