Sei tornato
Aprii gli occhi guardando l'orologio oro che mi aveva regalato mio padre per i miei sedici anni e sgranai gli occhi.
Erano le 10.
"Merda" borbottai guardandomi intorno, non sapevo dove fossi ma ero in un letto con due gemelle.
Mi alzai senza svegliarle, tanto erano ubriache come non so cosa.
Mi vestii e me ne andai fuori, salii sulla moto e sfrecciai via.
Parcheggiai nel vialetto e corsi a casa, mia madre era a lavoro, così mi feci una doccia rilassandomi e poi mi vestii con una maglia a maniche lunghe nera, dei jeans neri, i miei adorati scarponi neri e una giacca di pelle nera, con dentro rosso.
Corsi subito alla moto e sfrecciai via.
Quella scuola non mi era mancata per niente, rimasi a fissarla per dei minuti che parvero secoli.
Mi ero acceso una sigaretta per stare calmo.
Mi tolsi il casco e mi passai una mano tra i capelli arruffati e buttai la sigaretta a terra, la calpestai passandomi la lingua tra le labbra ed entrai dentro la scuola.
Dovevo solo andare con calma, senza attirare l'attenzione.
Una ragazza mi venne addosso, mi maledii.
Borbottai qualcosa e poi abbassai il viso per guardarla meglio, in quel momento capii.
Era Kay.
Deglutii con forza.
Riconobbi i suoi capelli perfetti, il suo profumo mi invase le narici.
Stava piangendo e anche se non dovevo essere preoccupato, lo ero.
Le alzai il viso con una mano.
"Kay.." sussurrai piano piano.
Avevo il cuore che mi stava chiedendo pietà ma non volevo ascoltarlo.
Kay mi guardò sorpresa.
"Sei tornato"
Si, sono tornato ieri" ammisi con un sospiro e le asciugai le lacrime con i pollici "Perché piangi?" Avrei voluto abbracciarla, stringerla forte e dirle che io c'ero nonostante questi 4 anni di merda.
Ma non dissi niente di tutto ciò.
Kay sospirò.
Stavano ancora insieme e non mi sorprese quanto mi sarei aspettato.
Sembrava una di quelle barbie che una volta odiavamo.
"Quell'idiota di Luis" rispose alzando le spalle, indossava un maglioncino nero e dei jeans.
Era semplicemente stupenda.
I capelli le ricadevano sulle spalle, i suoi occhi luccicavano.
"Esiste ancora eh" esclamai ridendo "Pensavo che con il tempo diventasse brutto" ammisi cercando di farla ridere e ci riuscii, il mio cuore fece una capriola sentendola ridere.
"È questo il problema, è sempre più figo" non ci credevo, anche perché ora ero io quello Figo e lo sapevo anche.
"Ho i miei dubbi, perché avete litigato?" Domandai guardandola, ammirai ogni centimetro del suo corpo.
"Perché l'altra sera ad una festa ha passato tutto il tempo con un'altra ragazza" strinsi fortissimo i pugni.
Avevo voglia di pestarlo a sangue.
Aveva una ragazza stupenda e faceva il Coglione così.
"Ha te e passa tutto il tempo con un'altra? Che idiota di Merda" lei non mi rispose perché la oca della scuola, che conobbi subito, Chantal si avvicinò.
"Chi è questo gnoccone?" Chiese guardandomi le labbra, stringendo le gambe e così trattenni una risata.
"Tu lo ricorderai come "coso" forse" rispose Kay guardandola guardai il sedere di Kay trattenendo un gemito.
Chantal la guardò confusa e rispose con la voce squillante:
"Non me lo ricordo proprio"
Così scoppiai a ridere in una fragorosa risata, Kay rise con me e le disse:
"Fai proprio schifo eh. È Zane, era il mio migliore amico"
Era.
Era.
Mi rimbombava nella testa.
Era.
Era.
Era un trauma, di sicuro.
"Oddio santo, perché sei così gnocco?"
L'oca della scuola vuole scoparmi.
Non avevo dubbi.
Risi.
Me la sarei scopata volentieri, così poi l'avrei mollata ansimante da qualche parte.
"Grazie" le dissi malizioso e le feci l'occhiolino.
Posai i fogli su un tavolo e chiesi:
"Kay vuoi un passaggio a casa?"
"Ehm... si, perché no" rispose mettendosi le mani dentro alle tasche dei jeans.
"Anche io lo vorrei" disse Chantal.
Me la sarei scopata ma non in quel momento, così alzai le spalle.
"Hai le gambe"
Kay abbracciò Chantal.
"Dai, ci si sente più tardi"
Chantal la strinse, avrei voluto essere in mezzo e farmi stringere.
"Va bene, stasera vieni alla festa?"
"Ti aspetto fuori" dissi, mi stavo eccitando e non poco, così uscii e mi accesi una sigaretta.
"Si, ci sarò. Ciao" disse Kay venendomi dietro, fumai passandole un secondo casco che portavo sempre per precauzione.
Kay lo prese e mi misi il mio.
"Abiti ancora in quella casa?" Chiesi e lei annuì.
"Si"
Salii in sella e lei fece lo stesso.
"Stringiti" la avvisai infilando la chiave, con i fighetti non era abituata ad andare veloce.
I bravi ragazzi non andavano veloce.
"Tranquillo, sono abituata" rispose.
Così scoppiai in una fragorosa risata, non ci vedevo minimamente quel coglione di Luis a guidare una di queste, si sarebbe scompigliato troppo i capelli e se fosse caduto si sarebbe rovinato a faccia da pirla.
"Sarai abituata alle moto da quattro soldi dei ricconi, non alle moto dei cattivi ragazzi" ammisi divertito.
La vidi sorridere "Stai zitto e parti"
Scoppiai di nuovo a ridere e cominciai ad andare velocissimo, come facevo di solito.
Kay si resse alla moto, mentre io feci lo slalom tra le auto divertito.
Adoravo troppo farlo.
Dopo quasi venti minuti parcheggiai e Kay scese, la guardai, con un sorriso e ammisi:
"Mi ha fatto piacere rincontrarti"
Kay si tolse il casco e deglutii eccitato.
Era un orgasmo vivente.
"Anche a me...vuoi entrare un attimo? Ti posso offrire un caffè"
L'unica cosa che avrei voluto era sbatterle dentro il mio pene.
Scesi tossendo per riprendermi.
"Certo, mi farebbe piacere" ammisi.
Kay aprì la porta di casa e entrò, le guardai il culo leccandomi le labbra ed entrai dopo di lei.
Lasciò la roba per terra, un vizio che le è rimasto, andò in cucina e così risi seguendola.
"Ti trovo bene" ammisi, era diventata più gnocca.
"Si dai. La vita va avanti. Tu come te la passi?"
"Bene, sono tornato per restare, lavorerò con mio padre di sera e la mattina vengo a scuola" risposi alzando le spalle.
Kay si mise a preparare il caffè.
"Figo" mi disse, così mi appoggiai al bancone
"Dove sei stato l'ultimo anno?"
"Da mio padre, ho lavorato" Ammisi alzando le spalle e risi, non sapeva nulla e non mi importava minimamente.
"Bello!"
"Hm, non male" ammisi sorridendo "tu come te la passi?" Chiesi incrociando le braccia al petto.
Lei alzò le spalle.
"Interessante" scherzai "Dai, raccontami qualcosa, è quattro anni che non parliamo" ammisi con un leggero male al cuore.
Mi faceva stare male questa cosa ma a lei non fregava più di tanto.
"La vita qui va come al solito. Sto con Chantal, sto con Luis, andiamo alle feste e finisce lì" rispose come se fosse una cosa ovvia, per me non lo era.
Anzi.
Per me era uno schifo.
Ma per lei no.
Annuii.
"Beh, era quello che volevi" dissi con un tono freddissimo.
"Si, infatti mi piace, non ho detto quello. È che non c'è molto da raccontare" mi disse, invece c'era tutto da raccontare.
"Stasera c'è una festa, giusto? Hai qualche amica single?" Cambiai discorso sorridendo.
"Non credo tu voglia stare con Chantal. Ma se vieni sono sicura che troverò qualcuna per te"
"Mh non mi dispiacerebbe stare con lei per una notte" ammisi, l'avrei fatta venire così tanto e l'avrei fatta urlare come una Troia.
Cosa che era.
Era solo una puttana.
"Vieni e vediamo che succede" mi disse, ma andare ad una festa e vedere le persone che mi avevano ferito non era ciò che volevo.
Mi misi le mani dentro alle tasche dei jeans e ammisi:
"Non penso sia una buona idea, non vorrei fare a botte con nessuno" se mi avessero provocato non ci avrei pensato due volte a fare a botte con qualcuno.
"Perché dovresti fare a botte?"
"Perché se mi prendessero in giro urlandomi ti amo. Mi incazzerei. E per tre anni lo hanno fatto." Risposi stringendo fortissimo i pugni.
"È passato un anno, la gente non si ricorda neanche più di te" forse aveva ragione ma ero incazzato.
Ero incazzato con il mondo.
"E cosa ne sai? Non è perché tu ti sei dimenticata di me che la gente non ricorda il Coglione ubriaco che si è esposto a te" risposi alzando il tono della voce e stringendo con più forza i pugni.
Kay mi guardò male.
"Sono l'unica che non ti ha dimenticato in quella scuola di merda. Ti piace pensare di essere tanto importante, ma eri solo il divertimento di ragazzini annoiati. Chantal non sapeva neanche chi tu fossi" a me non fregava un cazzo di quei bambini di merda.
A me fregava solo di lei.
Non mi importava se fossi il gioco degli altri, lo sapevo.
Ma ero diventato anche il suo gioco.
E quegli anni avevano fatto male.
"A me non fregava un cazzo degli altri. A me fregava solo di te. E mi hai abbandonato. Mi hai trattato come una merda." Risposi infastidito cercando di non urlarle in faccia.
"Non è colpa mia se hai provato a baciarmi dopo che ti avevo detto più volte di non farlo! Mi sono sentita violata, tradita. Tu non avresti dovuto farmi quelle cose, eri il mio migliore amico" non potevo dire molto, Kay era la stata la ragazzina che avevo amato.
Ma era acqua passata.
Eravamo cambiati tutti e due.
Le voleva altro ed io come un idiota avevo cercato di tenerla vicina a me.
"È che in quel momento era come se mi fosse scattato qualcosa nel vederti con Luis" ammisi e presi un bel respiro e sospirai passandomi una mano tra i capelli "Mi dispiace molto Kay. Ma tu non sai ciò che ho passato in questi anni. Senza di te sono stato una Merda."
"Mi dispiace, ma non si può cambiare il passato" rispose, sospirai annuendo.
"Già" risposi alzando le spalle.
Kay mi diede una tazzina.
"Il caffè è pronto" mi disse, annuii.
"Grazie" bevevo tantissimo caffè in quegli anni, presi la tazzina.
"Prego" rispose prendendone una per se.
Bevemmo il caffè per qualche minuto senza dire niente di niente, non ci guardammo ne niente.
Restammo li, zitti.
"Va bene, verrò" dissi riferendomi alla festa.
Kay sorrise "Bene, ci divertiremo. C'erano tante feste da dove vieni?"
Annuii.
Ogni sera c'era una festa in quel posto.
C'era solo un piccolo pub, ma organizzava delle feste da urlo.
Mi divertivo molto.
"Ottimo!" Esclamò.
"Come sarà la festa? Elegante? O devo vestirmi normale?"
Kay alzò le spalle "È una normalissima festa, vestiti come vuoi"
Annuii e qualcuno bussò, finimmo il caffè e Kay andò ad aprire.
"Ehi amore, Chantal mi ha detto che sei andata via con uno. Con chi?"
Luis.
Non era cambiato di una virgola.
Aveva muscoli.
Niente cervello.
Biondo e occhi azzurri.
Il classico principe.
"Mhm gelosone" lo baciò "ti ricordi di Zane?"
"Il tuo ex migliore amico?" Chiese e la strinse a se baciandola, lei annuì.
"Ciao" dissi alzando le spalle.
"Ciao, beh, Chantal non mentiva, sei cambiato molto"
"Grazie" risposi mettendomi le mani in tasca.
"La tua moto è stupenda" mi disse.
Lo sapevo.
Era meravigliosa.
"Grazie, sai, per comprarla ho dovuto vendere droga e armi" scherzai con tono serio.
Luis guardò agitato Kay facendomi ridere.
"Sto scherzando, le armi no" scherzai di nuovo facendo ridere Kay.
"Sei un drogato?"
Mi drogavo, ma non doveva mica saperlo.
Mi posai una mano sul cuore "Così mi offendi" risposi con un broncio, mi guardò confuso.
"Tu quoque ludibrium casus ediderit nescio quid sit"
(NDA. Non sai proprio cosa sia l'ironia!SCUSATE SE SONO UN POCO ARRUGGINITA CON IL LATINO!)
"Cosa diavolo blateri?" Mi chiese guardandomi male, ridacchiai.
"È latino" risposi alzando le spalle e Kay mi guardò.
"Non puoi aspettarti che capisca" mi disse Kay, aveva ragione ma era divertente che non capisse ciò che avrei detto.
"Cosa vuol dire? Tu hai capito?" Chiese confuso Luis guardando la sua ragazza.
Sorrisi.
Kay mi guardò trattenendo un sorriso, da piccoli eravamo fissati con il latino.
"Io? No no, mica lo so il latino" rispose divertita, Luis da coglione quale era disse:
"Soltanto i poveri lo studiano" scoppiai a ridere e lui mi guardò male.
Così lo fissai negli occhi e ammisi:
"Si malum facerem tibi: tu paenitet quod tibi natus est"
(NDA: Traduzione e scusate ancora ma sono un po' arrugginita: Se le fai male, ti faccio pentire di essere nato.)
"Eh?" Chiese Luis, non risposi e allargai le braccia, volevo abbracciare Kay come se non ci fosse un domani.
"Me lo dai un abbraccio?"
Kay mi sorrise.
"Se lo chiedi così gentilmente" mi abbracciò e sospirai di sollievo.
Mi era mancata stringerla tra le mie braccia.
Luis tossì ma a me non fregò niente.
"Mi sei mancata" sussurrai al suo orecchio e lei mi strinse di più.
Rimanemmo abbracciati per qualche altro minuto poi dissi:
"Ci vediamo stasera, Kay"
"A stasera" mi rispose, le baciai una guancia e lei sorrise e così me ne andai.
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