Chapter 9
La serata sta passando piuttosto in fretta. Matt ha iniziato subito a chiacchierare con la piccola Cleo da quando è qui e i due sembrano molto felici.
E non posso fare a meno di chiedermi se rimarrai qui con lei ancora.
Se resterai quando lei avrà bisogno dell'aiuto di un padre e potrà chiedere aiuto solo a te.
Se rimarrai anche quando farà i capricci o quando si lamenterà per qualcosa che non vuole mangiare.
Se rimarrai alle feste del papà o ai suoi compleanni.
Te ne ricorderai, vero?
È anche se non hai avuto la forza o la voglia di restare con me almeno resta con lei.
«Hey Cleo andiamo a dormire che é molto tardi.» dico cercando di convincerla ad andare a dormire e spegnere la tv. Sono le undici di sera e fra qualche ora dovrebbe andare a scuola, non può fare tanto tardi davanti alla tv.
E forse anche io, guardata da altri che non sanno nulla di me, potrei sembrare felice.
Ma non è così, non è affatto così.
Sto solo cercando di mascherare la tristezza che mi logora dentro con un sorriso.
Perché i sensi di colpa mi stanno divorando dentro e non so se sono pronta a reggerli.
Perché so che mi sto allontanando pian piano dall'unico appiglio di sicurezza che mi resta per rimanere a galla e so che se non faccio qualcosa lo perderò completamente e annegherò con lui
Potrei dare la colpa all'uomo che sta guardando la tv nel mio salotto o alla forte attrazione che c'è ancora tra me e lui o anche al destino che ha voluto prendersi gioco di me un'altra volta, ma mi sono stancata di dare la colpa ad altri per i miei errori.
Mi sono stancata di mentire alle persone che amo e di ferirle con le mie parole. Io non sono questa, né tantomeno voglio esserlo.
Ma non posso restare aggrappato a lui in questo modo. Non posso restare aggrappato a lui solo per dimenticare un altro, non posso farlo se non riesco a ricambiare il suo amore con la stessa intensità e non posso farlo se non riesco neanche più a guardarlo negli occhi dopo quello che ho fatto.
Perché così lo farei solo affogare con me e non voglio.
E forse, anche se non voglio perderlo, forse sarebbe più gusto così.
Perché non posso continuare a stare con lui convivendo tutti, compresa me stessa, di amarlo come ho amato Matt, non posso stare con lui se un demone con un nome preciso mi tormenta anima e corpo.
«Ma io voglio guardare la tv con il tuo amico che é anche un mio amico, vero?» dice facendo il labbruccio per poi guardare Matt supplicante. Lui, come era prevedibile, si scioglie guardandola e per un attimo ho l'impressione che stia mettendo da parte lo scudo di sicurezza e arroganza che é solito usare per non e un sorriso spontaneo mi nasce sul volto.
E non so neanche io perché sto sorridendo.
Forse perché vedervi insieme è stata una cosa che ho sempre desiderato o forse perché vederti sciogliere fra le sue braccia è qualcosa di afrodisiaco.
Forse sorrido perché sei qui e perché forse eri proprio quello di cui avevo bisogno oggi per sentirmi meglio.
O forse sorrido perché non posso più sprecare il mio tempo a piangere, qualunque sia la ragione.
«Potremmo fare un' eccezione vero, Emma?» mi chiede anche lui mentre i suoi occhi blu mi scavando dentro e, come sempre, non ho il coraggio di rifiutare.
«Ma solo per oggi, non succederà più, chiaro?» gli dico cercando di essere dura e fredda, anche il mio sguardo dice il contrario.
«Va bene.» Matt alza gli occhi al cielo divertito, seguito dalla piccola. La piccola abbraccia felice Matt che le da un bacio sulla guancia e poi la solleva in aria.
Se solo ci fossimo conosciuti in modo diverso, in un altro anno o in un'altra vita, forse sarebbe stato diverso.
Forse mi avresti amato veramente e avresti rinunciato a tutto per me, lottando contro tutto e tutti.
E forse c'è davvero un posto dove vanno le storie d'amore inframte, gli amori impossibili, quelli ostacolati e quelli che non sono neanche state storie d'amore. Una specie di mondo parallelo dove continuano a vivere tutte quelle storie che non hanno avuto un lieto fine.
Li guardo e non posso fare a meno di commuovermi al gesto dolce di Matt per poi andare in cucina e asciugarmi le lacrime. Non posso rischiare di interrompere quel momento per le mie stupide lacrime.
Poco dopo ritorno in salotto e continuo a guardarli in disparte fino a quando Matt non mi fa segno di avvicinarmi a lui. Lo faccio titubante e lui mi fa un piccolo sorriso per poi prendere Emma in braccio e sedersi insieme a lei sul divano per poi chiudere anche a me di fare lo stesso.
Siamo così vicini che riesco a sentire la sua pelle calda e le scintille che solo noi siamo in grado di provocare quando ci tocchiamo.
E mentre loro due sono intenti a guardare il cartone in tv io non posso fare a meno di ricordare.
Inizio flashback...
«Sarai anche una secchiona, ma non sei per niente brava nei videogiochi!» mi dice prendendosi gioco di me. Io, gli faccio la linguaccia e continuo a giocare sperando di vincere almeno questa volta.
Siamo appena tornati da scuola e mi sono fermata a mangiare a cosa sua dopo che mi ha praticamente costretta. La sua stanza é grande quasi quanto il mio appartamento. È dipinta tutta di bianco e ha al centro un enorme letto matrimoniale azzurro. Le pareti sono tappezzati di poster di ragazze mezze nude e foto risalenti alla sua infanzia, credo.
In una è ritratto un piccolo bambino biondo che accarezza dolcemente un piccolo cagnolino tutto bianco e peloso. Che tenerezza. Rimango un attimo imbambolata dalla visione di tale dolcezza e mi dimentico del bambino cresciuto alla mia destra che guarda soddisfatto il risultato della partita. Decido di rispondere il più velocemente per non farli capire che mi ero distratta un momento nel guardare le sue foto.
«Mi spieghi che legame c'è tra l'essere una ragazza brava a scuola ed essere brava con i videogiochi?» gli chiedo divertita, ma confusa al tempo stesso per la sua affermazione di poco fa.
«Niente, infatti hai perso» dice continuando a prendendosi gioco di me.
«Voglio la rivincita.» dico secca.
«Non ci provare.» dice ridendo.
«Che c'é, hai paura di essere sconfitto?» gli dico sfidandolo con lo sguardo. Lui per tutta risposta riavvia la partita e prende il comando della partita.
«Ma così non vale, mi dovevi avvisare!» mi lamento.
«Mica l'hai specificato prima.» mi risponde scoppiando a ridere.
«Ti odio.» gli dico presa dalla rabbia del momento.
«Io ti adoro, tanto.» mi dice prima di darmi un bacio sulla fronte mettendo in pausa il gioco.
Arrossisco violentemente a quel suo gesto e lui continua a ridersela sotto i baffi ed é in quel momento che mia viene un'idea, una splendida idea. Gli do un bacio sul collo e poi un altro e un altro ancora. Lui pare sorpreso dalla mia audacia, ma poi sorride.
«Non riesci proprio a starmi lontana eh.. .?!» dice tra un bacio e l'altro.
Non gli rispondo e continuo a fare quello che stavo facendo salendo sempre più in su con le labbra e in basso con le mani, non ho la minima idea di quello che sto facendo. Lui gira la testa e azzera la poca distanza che c'era tra di me e lui iniziando un bacio passionale. Le nostre lingue danzano perfetto al ritmo dell'altro come due pezzi di un puzzle che si incastrano alla perfezione.
«Già, non riesci proprio a starmi lontano.» continua poi sorridendo sulle mie labbra. Lascia il joistick dalle mani per poterle mettere sui miei fianchi. Bingo. Levo le mani dai suoi pettorali, a malincuore, e prendo il joistick dal tavolino e, prima che possa accorgersene gli faccio abbandonare il gioco vincendo così a tavolino. In quel momento Matt se ne accorge e mi guarda con uno sguardo glaciale.
"Cosa. Hai. Fatto!" scandisce bene ogni parola e sembra davvero infuriato e, in quel momento, mi spavento anche io.
«Scusa» mi affetto a dire spaventata dal suo comportamento. Non avrei dovuto farlo. Matt si accorge del mio stato di paura e angoscia e allora scoppia a ridere.
È davvero troppo lunatico questo ragazzo. Ad un certo punto mi prende per i fianchi e mi trasporta a mò di sposa sul letto. Mi prende per i fianchi ed inizia a farmi il solletico nei punti strategici in cui lo soffro.
«Matt.... No... Basta, ti prego.» dico tra le risate. Lui ride e si stende accanto a me sul letto.
"Così la prossima volta impari a sfidarmi.» mi dice soddisfatto.
«Ma io sono Emma.»
«Già, la mia Emma.» dice in un sussurro.
Mi risveglio dai miei pensieri e vedo che Cleo si è addormentata sulle mie gambe e quelle di Matt.
«Emma?» mi sussurra Matt così piano che dubito di averlo sentito realmente.
«Si?» gli rispondo. Sembra agitato quando mi guarda nuovamente.
E adesso cosa ti prende?
Perché mi guardi così?
So che non dovrei sentirmi triste per te, ma non ci riesco, è come se le nostre anime fossero legate da un filo sottile e se soffri tu soffro anche io.
Ma come lo spezzo questo filo se non ho nulla neanche per scalfirlo?
«Ho paura.» ammette dopo qualche secondo di silenzio sotto il mio sguardo confuso.
E da quando hai paura tu?
Da quando il menefreghista e lo stronzo Matt ha paura di qualcosa?
«Di cosa?» gli chiedo dopo qualche secondo di silenzio.
Matt mi guarda, esitante nel rispondere.
«Si, insomma, di non piacerle quando saprà la verità, che si arrabbi con me, che non voglia più vedermi, che tu non me la faccia più vedere, e sarebbe anche giusto ma io non voglio che succeda.» mi dice e leggo l'incertezza della sua voce, come se neanche lui fosse sicuro di quali parole usare. Lo guardo arrabbiata cercando di mascherare il mio vero stato d'animo. Certo, dopo che mi ha detto della scommessa, ho sempre saputo che non gli fregava nulla di me, ma non pensavo che addirittura avesse una stima così bassa nei miei confronti. Non avrei mai e poi mai fatto una cosa del genere. Certo, forse non si merita di conoscere sua figlia dopo ciò che ha fatto, ma chiunque merita una seconda possibilità.
«Matt, Cleo quando saprà tutto forse ti vorrà ancora più bene, ha sempre desiderato aver un padre accanto ed è sempre stata triste quando vedeva le altre bambine con i loro papà e penso che questa sia l'occasione giusta per provare ad essere quel padre.» lo rassicuro poi mettendogli una mano sulla spalla, cercando di ignorare i brividi che sento ogni volta che lo tocco.
«E poi, mi conosci cosí poco da pensare che non ti faccia più vedere tua figlia? Non sono una stronza, non lo sono mai stata e mai lo sarò. Anche se ti posso giurare che se la farai soffrire potresti ritrovarti con un occhio nero.» continuo poi cercando di intimorirlo anche se so perfettamente che non sarei capace neanche volendo di procurargli un occhio nero.
È troppo forte.
«No, so che non faresti una cosa del genere, ma...» mi dice lui fermandosi a metà frase per poi scuotere la testa.
E ora perché fai così?
Che cosa ho detto di male?
Perché mi è così difficile leggerti dentro?
«Ma?» lo incito a continuare. Non mi risponde e continua a guardare dritto davanti a se. Poi ad un certo punto mi guarda, freddo e scostante.
«Ma niente, hai ragione, non mi fido per niente di te, ma infondo è ovvio, no? Tu sei solo una delle tante.» mi dice ed è come se sentissi qualcosa rompersi dentro di me.
Perché sapevo di essere stata una delle tante, ma sentirselo dire in modo così diretto mi ha fatto ancora più male.
Forse l'unico pezzo integro del mio cuore o forse il mio... amore o qualunque cosa provassi per lui.
Si, perché non sono più disposta ad amarti né ad accettare quello che provo per te. Non posso accettare quel minimo di affetto che provo se tu ogni volta mi fai sentire così.
Non posso più tenerti nella mente o nel cuore se questi sono i risultati del mio affetto.
Non posso più amarti se tu non fai altro che odiarmi.
«Matt, dovrei portare la bambina a letto e fra poco torna Marco, quindi faresti meglio ad andartene.» dico le ultime parole con una freddezza che neanche sapevo di avere e guardandolo dritto negli occhi come mai avevo fatto prima d'ora. Non lascerò che una persona così mi rovini la vita per sempre e questo è il momento giusto per andare avanti con la mia vita.
«Forse qualcuno dovrebbe dirgli con che razza di persona si é fidanzato.» mi guarda in maniera derisoria mimando un paio di corna mentre io lo guardo assottigliando gli occhi.
«Mica vuoi dirgli tutto?» gli chiedo intimorita più che mai sperando che stia solo scherzando.
«Certo che voglio e lo farò al più presto.» mi dice freddo e a quelle parole il mondo mi gira attorno. Certo, avevo pensato varie volte oggi di lasciarlo, ma non ho mai pensato a questa eventualità così in fretta. E adesso che lui mi ha posto questa terribile realtà davanti agli occhi non posso fare a meno di guardarlo con occhi diversi, più cupi, senza neanche più un briciolo di amore, affetto o stima, ma solo di rabbia e... odio.
Si proprio quello, quello che non ho mai voluto provare nei confronti di nessuno. Contento adesso?
Sei il primo anche in questo adesso.
E non capisco cosa tu voglia fare.
Che cosa vuoi ottenere?
Tutto il mio odio?
Beh, ci stai riuscendo.
Da oggi tu non sarai più niente per me se non il padre di mia figlia.
Non posso controllare il mio cuore, ma il mio istinto e la mia razionalità questa volta vogliono che lo lasci uscire definitivamente dalla mia testa.
Ed è quello che farò, da oggi in poi.
Senza pensarci due volte spingo letteralmente Matt via con la forza. Una volta che se n'é andato e mi ha lasciato sola, mi accascio a terra con la testa fra le mani e i gomiti sulle ginocchia, rannicchiata a piangere per un tempo indefinito pensando a quanto la mia vita possa essere un disastro.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro