Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapter 8

«Io... devo... andare da... Maria adesso.» dico balbettando e sperando che lui non si arrabbi.

«Di nuovo? Non puoi starmi lontana tutto il giorno Emma, non può aspettare un altro po' Maria poiché sei stata da lei un'ora fa?» mi chiede lui. Il suo tono é calmo, ma si vede che sta cercando di trattenere la rabbia e la gelosia.

E so che cosa stai pensando, lo so bene. E non posso neanche smentire i tuoi pensieri, perché anche se mi costa ammetterlo, è proprio questo quello che é successo.

«Non può aspettare, é davvero importante.» dico cercando di apparire sicura di me.

«Più del tuo fidanzato?» urla facendomi spaventare.
Ecco, si é arrabbiato adesso...

Ma tu non mi spaventi come farebbe Matt.
Solo lui è capace di farmi gelare il sangue nelle vene.
E non perché mi farebbe del male, no, so che non me ne farebbe mai fisicamente.
Perché lui non si arrabbia normalmente, è come se si liberasse una forza più grande di lui e prendesse il controllo di tutto il suo essere.

«Io... non voglio dire questo...» dico abbassando lo sguardo.

«Allora non andare da lei.» mi dice urlando ancora, ma percepisco la tristezza nei suoi occhi.

«Non posso.» dico. Cerco di avere un tono risoluto, ma non voglio litigare con lui e ho paura che la cosa succederà a breve.

«Va bene, esco anche io allora, ma non mi aspettare prima di domani.»
Sbotta con gli occhi in fiamme.

Ma ti prego non te ne andare.
Almeno tu rimani.
Rimani nonostante tutto perché mi piaci e perché sei stato l'unico che ha sempre visto del buono in me quando neanche io ero in grado di vederlo.
Sei stato l'unica luce all'interno di un tunnel senza uscita e non posso vivere senza la mia luce.
Si, lo so, è una cosa egoista da dire da parte mia, ma è così.

«Ti prego non lo fare.» lo supplico.
Non mi lascia neanche terminare la frase che se n'é già andato da qualche parte lontano da me. Potrei rincorrerlo, ma non posso.

Probabilmente se lo rincorro si arrabbierà di più e io devo sapere come sta Maria senza morire di ansia prima.
Appena non vedo più Marco, esco anche io di casa e cerco di ricordare la strada per arrivare a casa di Matt senza perdermi. Purtroppo però non riesco nel mio intento, perdendomi due volte e agitandomi ancora di più.
Dopo più di un'ora, arrivo a casa sua e busso sperando sia ancora in casa e che non se ne sia già andato come aveva preannunciato.

Busso alla porta diverse volte, ma non apre nessuno. Gli mando anche un paio di messaggi, ma lui non risponde.
Alla fine mi ricordo che Matt, solitamente, lascia la chiave della porta nascosta fra una delle piante.
O almeno lo faceva due anni fa quando era ubriaco quasi tutte le sere e a volte si dimenticava di prendere le chiavi di casa. Inizio a cercare e dopo un po' la trovo proprio dove ricordavo.
Appena entro in casa inizio a cercare con impazienza Matt o il suo cellulare, ma non trovo nessuno dei due.

Ad un certo punto sento dei rumori prevenire dal bagno e senza pensarci due volte apro.
Non avrei dovuto farlo. Appena apro vedo Matt con una bionda, intenti a scambiarsi saliva e non solo. Le mani della bionda vagano su tutto il suo corpo sensualmente e non oso immaginare cosa sarebbe successo se non li avessi fermati. Rimango lì, ferma sul posto aspettando che uno dei due dica o faccia qualcosa.

E non capisco questa strana sensazione che provo al petto quando li vedo e gli occhi che sento pizzicare. Non riesco a distogliere lo sguardo da loro neanche volendo.
È come se fossi attratta da puro  masochismo e tutto quello che riesco a fare è rimanere a guardarli interdetta.

Ad un certo punto lui mi guarda confuso per poi farmi segno di venire con lui.
«Che vuoi?» chiede senza neanche alzare lo sguardo su di me una volta arrivati nel salotto.

«Il numero di Alan.» dico fredda.

«Chi ti dice che te lo voglio dare.» dice lui sbuffando come se la cosa lo infastidisse.
Ovvio, ho interrotto la sua scopata.

«Senti non é il momento di scherzare, dammi solo quel cazzo di numero e me ne andrò così come sono venuta e tu potrai continuare ciò che hai iniziato con la bionda di prima.» dico sperando che la sia testolina recepisca il messaggio e mi dia il numero del suo amico.

E non me frega nulla se sono fredda e se ho detto troppe parolacce nel giro di due minuti perché questa volta sono davvero arrabbiata.
E sono arrabbiata perché non dovrei provare quello che provo per te e invece lo sento.
Lo sento ancora quel vuoto che ho provato nel petto quando stavi con lei.
Ora capisci perché parlo così?

«Sei gelosa per caso?» mi dice lui ridendo.
Ma quanto può essere coglione?!
Qualunque cosa sia sono sicura che non sia gelosia, non posso essere gelosa di un ragazzo che non è neanche mio.

«Assolutamente no, sono solo nervosa.» gli dico mentre mi muovo freneticamente per la stanza.

«Ho un buon modo per farti calmare.» dice mente un sorriso malizioso nasce sulle sue labbra.
Ma non si stanca mai di fare sesso?
Lo guardo furente e sono tentata dall'idea di picchiarlo, ma accantono l'idea quando mi rendo conto che lui è molto più forte di me e che non gli farei nulla.

«Non me ne frega nulla del tuo modo di calmarmi, dammi solo quel cavolo di numero di telefono.» gli urlo contro e usl tutta la mia dose di autocontrollo per non dire altre parolacce. Le ho sempre odiate, le trovo una mancanza di rispetto e non sopporto che lui ne usi cosi tanto e così spesso.

Anche se ammetto che un tempo questa cosa mi eccitava.
Mi piaceva sapere che un tipo come lui volesse stare con una come me.
Ma adesso non posso neanche pensare una cosa del genere. Sarei ancora più ridicola di quel che già non sono.

«Ok.» si arrende lui alzando le braccia al cielo innocente. E ammetto che per una volta lui non ha fatto nulla di male, sono io che me la sto prendendo inutilmente. Sarà il nervosismo.
"È successo qualcosa? Non ti ho mai visto così arrabbiata." mi chiede e per un momento riesco a vedere una scintilla di preoccupazione nei suoi occhi, ma la nasconde subito, proprio come lui è bravo a fare.

E mi chiedo perché nascondi quello che provi. Ti costa tanto far vedere agli altro che sei preoccupato? Triste? Deluso? Felice?
E mi chiedo anche perché la rabbia è l'unica emozione che non nascondi. Quella la mostri a tutti. Come se volessi che gli altri capissero che tipo di mostro vive dentro di te senza che sapessero che oltre a quel mostro esiste anche un essere umano.

«Si.» gli rispondo poco convincente e sono abbastanza sicura che se ne sia accorto dal modo in cui cerca di leggermi dentro.
«Adesso dammi quel numero.» gli ordino velocemente per non fargli capire quali siano i motivi del mio malumore.

Matt stranamente non fa obiezioni me si arrabbia per il tono brusco, mi da il numero del suo amico e io immediatamente lo chiamo per sapere che fine abbia fatto Maria.

«Alan, Maria é con te?» chiedo appena mi risponde.

«Chi sei?» è la prima cosa che chiede e mi fa sbuffare ancora più in ansia di prima. Però se davvero lei non stesse bene non penso che lui sarebbe così allegro.

«Emma.» le rispondo velocemente per poi continuare a domandare della mia amica. "Allora?"

«È con me, ieri era troppo ubriaca e ho pensato di portarla a casa mia. Adesso sta dormendo.» mi risponde lui tranquillo.

«Cosa vuoi dirle?» mi chiede poi.

«Nulla, ero solo preoccupata per lei.»

«Ma come hai avuto il mio numero?»
mi chiede ad un certo punto.

«Me l'ha dato Maria.» gli mento perché so che Matt non vorrebbe fargli sapere che mi ha dato il suo numero.

Poco dopo riattacco più sollevata, ma più arrabbiata con me stessa. Ho litigato con Marco per una stupidaggine, diavolo.

Senza dire una parola mi allontano da Matt e chiamo Marco nella speranza che mi risponda. A rispondermi, però, é la voce robotica e fastidiosa della segreteria. Fantastico, ha spento il cellulare per non parlarmi! Mi metto una mano tra i capelli e li tiro leggermente per la rabbia. Cerco di calmarmi, ma non ci riesco. Vedo Matt avvicinarsi titubante a me e prima che possa dire o fare qualcosa di spregevole nei miei confronti, esco da casa sua.

Torno a casa triste, sperando di trovare Marco li, ma come immaginavo, in casa c'é solo la babysitter e la mia piccolina. Congedo la babysitter dal suo lavoro per oggi e decido di stare un po' con la mia bambina che ultimamente era triste perché non passavo del tempo con lei. Adesso ci rifaremo.

«Cleo, chi sono?» dico io coprendomi la faccia con le mani in modo da nascondere il mio volto.

«La mamma?» mi dice lei sorridendo.

«Esatto, che bimba intelligente che sei.» dico venendola ad abbracciare mentre Cleo batte le mani, felice del complimento.

«Dove é il tuo amico?» mi chiede lei sorridendo mentre io mi rabbuio all'istante.

Il mio amico era Marco e lo avevo definito così a Cleo perché non sapevo come avrebbe preso la notizia che eravamo fidanzati. Non so come avrebbe potuto prendere la cosa.
È ancora piccola e ho paura che non sia felice di questa cosa. E anche se è piccola, tengo molto al suo giudizio.

«È uscito, torna fra poco, adesso starai con la mamma.» dico cercando di sembrare felice.

La piccola mi fa leggere la favola di Biancaneve e poi mi chiede di farsi portare in braccio fino in salotto per guardare la tv. Non sono molto forte e per questo, la porto in braccio solo fino alle scale, fermandomi, perché sono troppo stanca.
La piccola allora inizia a piangere e mentre cerco di farle cambiare idea, sento bussare al campanello.

«Chi é?» chiedo.

«Sono Matt, apri, mi sto gelando il culo qui fuori.» mi dice sempre con i suoi soliti modi raffinati.

«Rimani al gelo, non mi importa.» dico fredda perché non voglio che entri in casa. Non quando Marco potrebbe tornare da un momento all'altro e non quando c'è Cleo pochi metri sopra di noi.

«Cosa devo fare per entrare?» chiede lui cercando di non perdere la pazienza.

«Nulla.» gli rispondo secca salendo di nuovo le scale e tornando da Cleo, ma il campanello questa volta è cosi incessante che sono costretta a scendere le scale e capire che cosa voglia. Non faccio in tempo a domandarglielo che lui subito parla nuovamente a metà tra l'infastidito e il divertito e mi chiedo come sia capace di fare una cosa del genere.

«L'hai voluto tu.» dice iniziando a urlare per tutto il quartiere subito dopo.
Ma è impazzito per caso?

«Ok, ti apro.» mi arrendo.

«Cosa vuoi?» chiedo non appena apre la porta.

«Si, sto bene anche io, grazie per avermelo chiesto.» mi dice lui ironico.

«Allora?» chiedo spazientita.

«Voglio stare con la mia bambina, se per te non é un problema.» mi chiede e io sbianco all'istante. Non può venire qui adesso è sganciare una bomba simile ad una bambina di due anni.

«Chi é lui?» mi chiede la bimba avvicinandosi a me felice.

«Io sono il tuo papà.» dice Matt, abbassandosi all'altezza della piccola, che intanto ha sceso le scale da sola per venire da noi.

«Non può essere, il mio papà é morto.» dice la bambina rabbuiandosi subito.

«Chi te l'ha detto?» chiede lui confuso.

«La mamma.» risponde lei prontamente anche se io desidererei non l'avesse mai fatto. Matt assottiglia lo sguardo su di me e sento quel mostro ritornare a far parte di lui. Ora  si che sono nei guai. Lo faccio accomodare in cucina e faccio segno a Cleo di andare a vedere la tv.
Il suo sguardo è ancora arrabbiato e in questo momento ho paura di quello che possa fare o distruggere.

E ora perché mi guardi così?
Perché sei così tanto arrabbiato?
Non avevi detto che lei doveva far conto che non esistessi?
Ho solo seguito il tuo consiglio, allora perché adesso mi sembri così arrabbiato e... deluso?

«Cosa le hai detto?! Non hai il diritto di dirle una cosa del genere!» urla lui arrabbiato e io indietreggio di qualche passo impaurita, ma cerco di farlo ragionare prima che lui mi uccida.

«Cosa avrei dovuto dirle?! No, mi dispiace, ma tuo padre é uno stronzo, mi ha solo usato per vincere dei soldi e probabilmente, non lo vedrai mai?!
Mi ha detto che non gli importa nulla di te e che tu sei solo un errore? Avrei dovuto dirle questo e farle odiare tutto il genere maschile. Anzi, no, avrei dovuto dirle di quanto sono stupida e di quanto tu sei intelligente per caso?! dimmelo tu cosa avrei dovuto dirle perché credimi io ci ho pensato per diverso tempo e questa è stata la migliore soluzione che ho trovato per la tua assenza!» urlo  arrabbiata tutte i motivi per cui l'ho fatto e proprio quando penso che stia per urlarmi contro ancora, sembra calmarsi e il suo volto si addolcisce un po'.

«Scusami, hai perfettamente ragione, non é colpa tua.» dice lui puntando il suo sguardo verso un punto in basso e sembra sincero nelle sue azioni. Non posso fare a meno di sentirmi un po' triste nel vederlo in questo stato anche perché so la difficoltà che ha nel chiedere scusa alle persone.
Ma l'altra parte di me è anche felice che per una volta si senta in colpa per qualcosa che ha fatto. Forse è la volta buona che soffra un po' anche lui.

«Posso dirle chi sono o non vuoi?» mi chiede lui imbarazzato. Nonostante sia molto felice di vederlo in questo stato, non posso negargli di dire la verità a sua figlia.

«Non ancora, dalle prima il tempo di abituarsi alla tua presenza nella sua vita e poi ne riparleremo.» dico risoluta. Lui esce dalla cucina a testa basa per poi avvicinarsi a sua figlia.

«Piccola ti va di vedere un film con la mamma e me?» dice lui accarezzandole I capelli dolcemente.

«C'é anche la mamma?» chiede lei speranzosa.

«Si» le rispondo. La piccola batte nuovamente le mani sorridendo e si mette sul divano, pronta a guardare la tv.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro