Chapter 15
«Sai, dovremmo farlo più spesso.» dice Matt continuando a sorridermi.
Ho sentito bene? L'hai detto davvero?
Cerco di smettere di sorridere per non fargli credere cose sbagliate, ma credo che le mie labbra siano come state stregate da lui.
«Vedremo Foster.» dico chiamandolo per cognome perché so che gli da fastidio.
«Quel vedremo é un si?» chiede cercando di farmi cambiare idea.
«Quel vedremo é un vedremo. Sai, ho detto che ti voglio bene e che non potrai mai cambiare i miei sentimenti, ma non ho mai detto che ti avrei perdonato tanto facilmente.» gli dico e sono sincera.
Perché non posso perdonarti così facilmente,
Farei del male a m le stessa e forse ne farei anche a te.
Non posso perdonarti se provo ancora rancore nei tuoi confronti.
Non posso perdonarti se a volte sogno ancora quel giorno di primavera con le lacrime agli occhi.
Non posso perdonarti se non riesco neanche a fidarmi di te.
«Un tempo mi avresti perdonato.» dice cercando di persuadermi, ma non cederò questa volta.
«Un tempo mi sarei fidata di te.» gli dico guardandolo duramente.
E per una volta riesco a vedere come una scintilla nei tuoi occhi blu sempre freddi.
Sembri come... rassegnato, ma a che cosa?
Perché sei così difficile da capire?
Lo guardo ancora, ma quello sguardo è sparito e lui è tornato lo stesso di prima, rendendomi impossibile riuscire a capire meglio.
«E saresti disposta a fidarti nuovamente di me, tipo... adesso?» mi chiede guardandomi negli occhi, ma non riesco a cogliere nessuna emozione in essi adesso.
«Perché?» gli chiedo leggermente confusa dalla sua curiosa richiesta.
Ok, adesso non capisco proprio che cosa voglia inventarsi.
«Voglio portarti in un posto... Sarà divertente, ti prego.» mi supplica unendo le mani in segno di preghiera.
Dovrei fidarmi?
Dovrei darti il potere di farmi soffrire senza sapere neanche il perché o dove tu mi voglia portare?
Vale la pena di rischiare?
«Ma se fino a poco fa non ti reggevi neanche in piedi. Sembrava che stessi per morire per un po' di febbre.» lo derido.
«Ah, ah, ah. Molto divertente.» Incrocia le braccia al petto fingendosi offeso, ma il suo sorriso lo tradisce.
«Dico sul serio comunque. Dovresti stare a letto.» lo ammonisco sperando che mi dia retta, ma per mia sfortuna non sono così fortunata.
«Dovrei, ma non voglio e non ho un cazzo da fare a casa.» dice scrollando le spalle mentre io lo guardo male per la parolaccia appena detto. Mi da fastidio sentire imprecazioni per cose futili, non è una parola che si dovrebbe usare ogni due per tre per abbellire le frasi.
«Modera i termini.» dico cercando di essere autoritaria.
«Oh, é vero, poi la principessina si arrabbia.» mi dice e riesco a sentirlo da qua il suo tono derisorio. Mi guarda come a farmi capire di non ribattere, con lo sguardo di uno che sa già di aver vinto.
E avrei quasi voglia di ribattere solo per farti capire che non è così, non con me. Che non sono una pedina del tuo gioco. Che non farai scacco matto con me, non di nuovo.
Ma so come sei fatto, odi quando le persone vogliono avere il comando della situazione, non sopporti chi ti dice cosa devi o non devi fare e soprattutto non sopporti chi decide al posto tuo.
Perciò so ti arrabbieresti seriamente e mi risponderesti ancora peggio e finirei per arrabbiarmi anche io, perché so come sono fatta anche io.
Siamo come due macchine che continuano a scontrarsi senza sosta, sono poche le volte in cui non litighiamo. Ma questa volta non voglio litigare, sto così bene con te adesso.
«Dove sarebbe questo posto dove mi vorresti portare?» domando dopo interminabili minuti di silenzio.
«È una sorpresa.» dice mentre sulle sue labbra si forma un sorrisetto divertito. Sa quanto mi diano fastidio le sorprese.
«Mi stai irritando con tutte queste risposte, di più di quanto tu già non faccia di solito.» gli dico mentre lui sbuffa infastidito dal fatto che non ho accettato. So che non prega nessuno e so che se dirò di no, non controbatterà, non mi correrà incontro.
E queste è una delle tante cose che non ho mai capito di te.
Ti costa tanto dire un "Per favore?"
Ti costa tanto sollecitare qualcuno a fare qualcosa con gesti più umani?
I tuoi genitori non te l'hanno insegnato?
Ma forse il problema sono proprio loro, vero?
«Comunque.» dico allungando maggiormente la 'o' per mettere più suspense.
«Non verrò con te in questo posto. Discorso chiuso.» dico cercando di assumere un tono autoritario.
«Va bene, l'hai voluto tu.» mi dice e prima che possa capire anche solo il senso delle sue parole, mi prende in braccio e mi trasporta stile "sacco della spazzatura" fino alla sua moto.
«Non mi puoi costringere.» dico arrabbiata.
«Certo che posso. E lo farò se necessario.» mi guarda e so che è sicuro di quello che dice. So che non mi lascerà andare fino a quando non gli avrò dato retta. Mi chiedo solo come abbia fatto a ritrovare tutta quella forza se fino a poco fa non si reggeva neanche in piedi.
E non parlo solo di forza fisica,
No, parlo di quella forza che hai solo tu che ti fa sempre essere sicuro delle tue scelte e non ti fa mai avere rimorsi. Come fai?
«Ok.» dico solo, ma mi rifiuto di guardarlo negli occhi. Sono ancora arrabbiata con lui.
«Hey, guardami. Fidati di me.» mi sussurra dolcemente alzandomi poi il mento con una mano e accarezzandomi una guancia con l'altra.
«È difficile farlo dopo ciò che é successo.» dico in un sussurro.
Lui non parla più, come scosso dalle mie parole e accende la moto facendo diffondere il rombo del motore per tutto il vialetto. Solo ora mi sono accorta che stavamo dando spettacolo in un vialetto pieno di altre case.
«Tieniti stretta a me, così non cadrai.» dice e io lo guardo male.
«Neanche per sogno. Riesco a rimanere in equilibrio su di una moto anche senza il tuo aiuto.» dico infastidita salendo su di essa con il broncio. Non può essere che per lui ogni scusa sia buona per fare il pervertito.
«Devi proprio ribattere per ogni cosa che dico? Diventi fastidiosa dopo un po'.» dice anche lui irritato.
«Si, non sarei io altrimenti.» cerco di smorzare la tensione creata tra di noi con una battuta e per fortuna Matt se ne accorge e non continua il discorso.
Sa anche lui che mi sto trattenendo dal non urlargli contro e so che anche lui lo sta facendo. Perché nessuno dei due vuole rovinare il momento, nessuno dei due vuole far allontanare l'altro.
E ti prego restami vicino,
Anche quando ti dirò di andartene,
Anche quando scapperò via da te e dai tuoi demoni,
non te ne andare, ho bisogno di te.
Poco dopo fa partire la moto e tra di noi ritorna il silenzio con solo il rumore del motore a fare da sottofondo a questo momento di pace.
Ero convinta che uno come lui corresse come un pazzo sulla moto, ma invece non è per niente così.
Tiene le mani ferme sul volante e non si azzarda ad alzare gli occhi da lì camminando entro i limiti di velocità.
Cerca di non darlo a vedere, ma sobbalza ad ogni curva e sembra spaventato per ogni movimento più brusco del solito.
E mi chiedo perché sei così spaventato.
Perché sembra che non riesci a fare neanche un passo senza tremare?
Cosa ti succede?
E adesso la vedo, la vedo quella piccola crepa dentro la tua maschera.
Me l'avevi nascosta bene, ma adesso non posso fare a meno di vederla.
E se te la togliessi tutta quella maschera?
E così lo faccio. Tento di togliertela veramente quella maschera.
Mi aggrappo a te, nonostante non ne abbia nessun bisogno, perché in questo momento è quello che vuoi tu.
In questo momento sei tu che hai bisogno di qualcuno che non ti lasci andare, qualcuno che ti protegga.
E io voglio essere quel qualcuno, forse non sono un punto fisso, un ancora a cui aggrapparmi, ma ci sto provando.
Solo, non fammi cadere con te.
"Non riesci proprio a starmi lontana, eh?" dice ridacchiando mentre io alzo gli occhi al cielo.
Che stronzo. Sa benissimo perché l'ho fatto, ma nonostante tutto si diverte a prendermi in giro.
Chi me l'ha fatto fare di salire in questa stupida moto con questo stupido individuo al mio fianco?
Infondo avrei potuto fare più resistenza, o chiamare la polizia per sequestro di persona o sparire con una magia, stile Harry Potter, dalla strada, o farmi rapire dagli alieni. Ok, forse le ultime due non erano delle buone idee, soprattutto quella degli alieni, ma ho una fervida immaginazione.
Ma soprattutto perché sto riflettendo sulla possibilità di volerlo perdonare veramente? A volte non mi capisco neanche io.
Ad un certo punto lui ferma la moto e scende subito dopo. Mi guarda e sospira, come se solo ora si fosse reso conto di avermi portato con lui e di avermi fatto vedere la sua titubanza nel guidare.
"Dove siamo?" chiedo guardandomi intorno.
"Seguimi." dice solo mentre cammina.
Camminiamo per una decina di minuti fino ad arrivare in una piccola posto esattamente sotto al "one world trade center" il più alto grattacielo di New York. Sono sicura che da lassù noi sembriamo delle formiche.
«Bello.» dico mentre guardo tutti i grattacieli vicini come una bimba felice. Forse perché é proprio quello che sono in questo momento.
Chissà come sarebbe bello salire fino in cima.
Forse da lì, mi sentirei più potente di stare qui giù. Forse riuscirei a sentirmi più libera di fare quello che voglio o forse sarebbe soltanto uno di quei momenti che non dimenticherei mai nella mia vita.
«Già, e fra poco sarà ancora più bello perché noi saliremo fino in cima.» dice lui indicandomi il tetto del grattacielo e poi entrando dentro di esso.
«Cosa?! Non possiamo farlo! È contro la legge! Finiremo per farci arrestare.»
Dico io completamente terrorizzata dall'idea. Non ci tengo a finire in una prigione con una tuta arancione addosso, stile orange is the new black.
Ma ammetto che l'idea mi alletta,
riesco già a sentire i brividi sulla mia pelle per l'aria che si respira da lassù e sento il sangue ribollirmi nelle vene. Ma metto questo pensiero nei meandri più cupi della mia mente, perché so che è sbagliato, so che sarebbe contro la legge, oltre ad essere molto pericoloso.
Eppure non riesco a smettere di pensare ai nostri visi illuminati dalla luce fioca del tramonto.
Perché quando sono con te ho sempre voglia di fare le cose più pazze e stupide e non me ne vergogno neanche come dovrei? Che fine fa la mia mente quando sono con te?
«Ci arrestano solo se ci vedono e, soprattutto, solo se ci prendono e sono le sette di sera quindi la visuale sarà scarsa.» dice Matt tranquillo scalciando uni dei sassolini per terra. Come fa ad essere così tranquillo mentre sta per infrangere la legge e potrebbe finire in carcere?
«Io.. Non lo so... è sbagliato... se ci arrestano poi devo mettere una tuta arancione e l'arancione non mi sta bene.» dico cercando fare una frase compiuta o che, almeno possa convincerlo a non fare ciò.
«Ok, sappi solo che io ci salgo comunque, che tu venga o no. Non ho fatto tutta questa strada per andarmene a mani vuote.» mi dice secco e la delusione mi assale.
Ha davvero fatto tutta questa strada con me per poi lasciarmene andare così?
«E vorrei che venissi anche tu. Ma come sai già io non prego nessuno, quindi sarà esclusivamente una tua scelta.» dice guardandomi serio e io non posso fare altro che annuire intimorita da lui.
«Solo se non mi lasci da sola se mi dovessero scoprire.» dico esitante anche se so già la sua risposta.
«No.» dice guardandomi male."Non finirò in galera solo perché tu non sai correre." dice e io mi agito di più.
Ovviamente non rischierebbe mai di finire in carcere per colpa mia, ma sentirselo dire così seccamente fa male.
«E io non finirò in galera solo perché tu vuoi vedere il panorama.» ribatto.
«Questo non c'entra nulla. So che il panorama lo vuoi vedere anche tu. Solo che cerchi di addossare tutte le colpe si di me per cercare di giustificarti per lo sbaglio che stai per commettere.» mi dice e come ogni volta, mi stupisco della sua astuzia.
«Ti odio.» dico camminando con lui verso l'edificio.
E si, accetto perché avevi ragione.
Voglio farlo anche io, voglio vedere anche io che aria si respira da lassù e non saranno dei sensi di colpa a fermarmi.
Camminammo per svariati minuti all'interno dell'edificio cercando di non farci scoprire da nessuna guardia che passa nei dintorni. Questo posto ne è pieno. Ogni passo che facciamo il mio cuore batte a mille.
Se fossi morta d'infarto avrei dovuto dare la colpa al ragazzo affianco a me che cerca di camminare piano per non farsi sentire.
In questo momento sembri ancora più sexy con i capelli scompigliati che ti cadono sulla faccia e i muscoli tesi per la tensione. Non riesco a vedere i tuoi occhi da qua, ma sono sicura che anche questi siano bellissimi e che emanino ancora la stessa luce di sempre. Perché anche quando sono freddo i tuoi occhi emanano una luce e ti prego non perderla mai quella luce, qualsiasi cosa accada.
E Probabilmente anche io sono messa nella stessa identica maniera.
Avrò i capelli scombinati, il viso preoccupato, ma l'aria eccitata.
Solo che tu sembri ancora più perfetto, io sembrerò ancora più impacciata e orribile.
«Cammina lentamente dietro di me.» dice sussurrando. Annuisco con la testa mentre cammino a testa bassa per cercare di non farmi vedere. Sorprendentemente nessuna guardia ci scopre e noi continuiamo la nostra missione fino ad arrivare ad un piccolo corridoio che conduce al tetto.
«Merda.» sento sussurrare da Matt e solo allora mi accorgo di due guardie che controllano l'ingresso.
«E adesso che facciamo?» dico preoccupata che le guardie ci vedano.
«Aspettiamo. Non ho fatto tutta questa strada per andarmene proprio adesso.» sussurra mettendosi a sedere.
«Come aspettiamo! Matt cosa vuoi aspettare?! Che la polizia venga a prenderci?! Oppure che loro ci vedano?!» dico alzando di poco il tono di voce.
«Abbassa quella cazzo di voce.» mi dice preoccupato vedendo se per caso le guardie ci hanno sentiti. Per nostra fortuna non é così.
«E comunque aspettiamo il cambio della guardia.» continua poi.
Una volta sentire le sue parole e sapendo che non ho molta altra scelta, mi siedo anche io con lui ad aspettare. Metto la testa sulla sua spalla e cerco di rilassarmi nonostante la situazione non me lo permetta molto. Per fortuna lui mi lascia stare in questa posizione senza dire nulla.
Passano dei minuti che a me sembrano interminabili e vedo che le guardie iniziano a prendere le loro cose ed andarsene. Matt gioisce silenziosamente e si alza.
«Al mio tre devi correre più veloce che puoi.» dice sotto il mio sguardo attento e impaurito.
«Ok» dico solo. Sto ufficialmente per infrangere la legge e la cosa stranamente non mi da fastidio. Spero solo che ne valga la pena e che non ci scoprano.
«1.» dice e si allontana dal muretto al quale ci eravamo appoggiati.
«2.» mi guarda per vedere se ho fatto lo stesso e poi guarda se le guardie se ne sono andate.
«3.» dice e inizia a correre con me al suo seguito. Non ho mai sentito tanta adrenalina nel mio corpo. Non mi sono mai sentita tanto libera.
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