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Non ho potuto salvarla

"Nelle puntate precedenti di Peter fa un lavoro da cani invece tu manometti un costume da milioni di dollari per poter sgattaiolare a mia insaputa facendo la sola cosa che ti avevo detto di non fare." Disse duramente Tony mentre atterrava sul tetto dov'era Peter "Stanno tutti bene?" Chiese il ragazzo senza alzare lo sguardo "Non grazie a te." Rispose secco l'uomo "Non grazie a me? C'erano delle armi lì e ho cercato di dirglielo, ma lei non mi ha dato ascolto. Non sarebbe successo niente se lei mi avesse ascoltato. Mhf, se le importasse qualcosa sarebbe qui di persona." Disse Peter alzandosi e guardando male l'armatura, che in tutta risposta si aprì facendo uscire il multimiliardario "Ti ho dato ascolto invece. Secondo te chi ha chiamato l'FBI? Sai che io ero l'unico che credeva in te mentre tutti gli altri dicevano che ero un pazzo a voler reclutare un quattordicenne?" Disse con enfasi Tony "Quindicenne ..." Replicò piano Peter "No, ora ti cuci la bocca, va bene? Adesso parla l'adulto. E se fosse morto qualcuno? Tutt'altra storia, sarebbe stata colpa tua. E se fossi morto tu, mi sarei sentito in colpa io. Non voglio avere rimorsi" Disse l'uomo, guardando il ragazzo davanti a lui con una profonda delusione negli occhi "Sì signore, mi scusi, mi scusi io ..." Cercò di scusarsi il giovane supereroe, ma senza che ciò sortisse l'effetto sperato.  "Le scuse non servono."  Replicò l'uomo gesticolando annoiato. "Capisco, io ... volevo essere come lei." Confessò Peter abbassando la testa "E io volevo che tu fossi migliore." Replicò Tony. "Ah, così non funziona. Ridammi il costume." Aggiunse sospirando, facendo sì che l'altro alzasse di scatto la testa. "Cosa? No! Per quanto?" Chiese velocemente Peter "Per sempre." Rispose secco Tony. "No, signor Stark Io ... io non sono niente senza il mio costume." Disse il ragazzo quasi  con le lacrime agli occhi. "Se sei niente senza il costume allora non dovresti averlo." Replicò l'uomo severamente, chiudendo definitivamente la questione.

Il multimiliardario gli diede i primi vestiti che riuscì a trovare, prima di lasciare da solo il ragazzo. Peter non sapeva cosa fare, la sua classe se n'era già andata, e non riusciva a immaginare come tornare a casa. In qualche modo riuscì a tornare a casa, ma non riuscì a credere ai suoi occhi quando vide l'appartamento bruciare. "No.." sussurrò correndo dentro nella speranza di poter salvare la sua ultima parente in vita. Non ci riuscì, scampò quasi per miracolo alla morte, con gravi ustioni e ferite date dalla caduta dei detriti. "No ... no ..." Continuava a ripetere come un mantra. Riusciva a pensare solo a quello e ad un'altra cosa. 'Non possono trovarmi, non posso andare in un orfanotrofio, non posso non posso. Tutti coloro cui mi avvicino muoiono, non posso far rischiare la vita a persone innocenti. Il signor Stark ha fatto bene ad allontanarsi da me finché era in tempo.' Allora fece l'unica cosa che gli sembrò logica. Scappò. Non poteva permettere che qualcun altro morisse solo perché si era avvicinato a lui. Non poteva.

Passarono le settimane. Ormai Peter viveva per strada da quasi un mese, e in tutta sincerità non se la stava passando troppo bene. Aveva dovuto evitare le comunità per i senza fissa dimora, dove poteva essere preso dai servizi sociali. Aveva dovuto abbandonare la scuola per lo stesso motivo, senza nessuna spiegazione, anche se gli aveva fatto male: era l'unica cosa che sentiva di saper fare bene, a volte molto di più di quando era Spiderman. Aveva recuperato la sua vecchia tuta dal posto dove l'aveva nascosta, che per fortuna non era nel suo appartamento nel Queens, e passava le giornate a fare piccoli salvataggi, tanto microscopici che nessuno lo avrebbe notato e divulgato le sue gesta. Ma quello che lo aveva ferito di più era stato lasciare i suoi due migliori amici così, senza una spiegazione; i primi giorni li aveva osservati di nascosto, poi farlo aveva iniziato a farlo sentire troppo male, e perciò aveva smesso.

Tony durante quel mese si chiese diverse volte, più o meno distrattamente, cosa stesse facendo il giovane supereroe. Controllò regolarmente i notiziari per sapere se ci fosse stato qualche avvistamento di Spiderman, e fu piacevolmente stupito quando vide che non ce n'erano stati. 'D'altronde' pensò. 'Come potrebbe combattere? Gli ho tolto la tuta. ' Un giorno però tutto cambiò.

Tony stava facendo zapping annoiato mentre aspettava Pepper per una specie di serata film che aveva programmato quando vide un servizio in diretta che lo fece scattare in piedi. "Il grande incendio divampato nel palazzo tra la 5° Avenue e la 14° non è ancora stato spento, ma grazie ai pompieri e all'eccezionale aiuto di Spiderman quasi tutti i civili sono stati evacuati. Ci risulta che ci sia solo più una bambina all'interno ..." Il reporter non riuscì a finire la frase a causa del rumore assordante provocato dal palazzo che crollava. Tony guardò impotente mentre le videocamere inquadravano Spiderman che lanciava una bambina tra le braccia di un pompiere, finalmente al sicuro, senza però poter evitare che il palazzo di oltre dieci piani crollasse su di lui. Si sentirono delle grida, ma Tony non ci prestò attenzione mentre richiamava a sé la sua armatura. "Dannazione ragazzo." Disse mentre volava verso il luogo dell'incendio. Tenne però il telegiornale aperto, in modo di essere avvisato subito se fosse successo qualcosa. E in effetti qualcosa successe. Le videocamere infatti inquadrarono un punto dove le macerie si stavano inspiegabilmente muovendo dal basso verso l'alto, e Tony accelerò per capire che cosa stesse succedendo. Quando arrivò nel luogo dell'incendio però vide Peter sollevare sopra di sé un grande mucchio di macerie, appoggiarle lì vicino e andarsene via con una ragnatela, ignorando le domande e le grida di tutte le persone lì intorno. Tony lo seguì silenzioso finché il ragazzo non si fermò su un tetto, si sedette e si tolse la maschera, restando con le gambe che penzolavano nel vuoto. "Sbaglio o ti avevo detto di smettere?" Non riuscì ad impedirsi di dire Tony mentre si avvicinava al ragazzo. "Tecnicamente si sbaglia, mi ha detto di ridarle la tuta, non di smettere di essere Spiderman. Inoltre quella casa in fiamme faceva parte del quartiere, no?" Rispose il ragazzo senza nemmeno voltarsi, probabilmente lo aveva sentito arrivare. "Diavolo Peter, ti avevo detto di smetterla di rischiare la vita così. Hai idea di quanto deve essere preoccupata tua zia? Non ci pensi a lei?" "E lei che ne sa di mia zia?" Non poté fare a meno di dire il ragazzo voltandosi di scatto. "Abbastanza da sapere che sarà di sicuro preoccupata per te." "Allora." Disse Peter alzandosi e rimettendosi la maschera sul viso. "Se ne sa abbastanza dovrebbe sapere che è morta circa un mese fa." E detto questo lanciò un ragnatela e se ne andò, lasciando l'uomo solo su quel tetto con mille domande nella testa. Tony comunque non ci mise molto a riscuotersi e ad iniziare a seguire il giovane supereroe. 'Dove ha vissuto per tutto questo tempo il ragazzo? La zia non era la sua unica parente in vita?' 'Vive in un orfanotrofio? Oppure ... ' purtroppo ebbe la triste risposta a quest'ultima domanda quando vide il ragazzo atterrare in un vicolo sporco e buio, senza però uscirne più. Allora, preoccupato, si avvicinò, ma si bloccò nuovamente quando vide che il ragazzo stava piangendo seduto su un vecchio materasso, nel bel mezzo di un attacco di panico. In quel momento non riuscì a realizzare cosa fosse successo per ridurlo in quello stato, i singhiozzi del ragazzo davanti a lui facevano sì che il petto gli si stringesse ogni momento di più. Uscì dalla tuta e fece per avvicinarsi, ma fu fermato dalla voce rotta del giovane supereroe. "Vada via." Disse Peter. "Tutti quelli che mi si avvicinano muoiono. La prego, se ne vada prima che uccida anche lei." Tony lo guardò sbalordito, e quasi come se non avesse il controllo del suo corpo si ritrovò ad abbracciare da dietro il ragazzo, mentre questo continuò a singhiozzare e a dirgli di andarsene finché non svenne, stremato dalle ferite, dal fumo che aveva respirato, dallo sforzo a cui si era sottoposto mentre aveva sollevato quel palazzo, dalla malnutrizione del mese passato e dalla stanchezza. Tony allora rientrò nell'armatura, lo prese in braccio e lo portò alla Torre. Mentre volava chiamò Bruce, tornato da poco da Asgard, dicendogli di preparare l'infermeria, senza però rispondere a nessuna delle domande dello scienziato. Quando arrivarono alla Torre furono subito accolti da Bruce "Che cosa successo? Oddio, quello è Spiderman?" Esclamò lo scienziato. Bruce infatti non aveva mai incontrato Peter, ma aveva sentito parlare di lui, specialmente da Tony, e aveva visto alcune delle sue imprese su YouTube. Tuttavia non era preparato a vedere, una volta tolta la maschera, che Spiderman in realtà era solo un ragazzo. "Tony... quanti anni ha Spiderman?" Chiese cercando di mantenere la calma; certo, aveva visto uomini ridotti anche peggio, ma questo non cambiava il fatto che fosse orribile ogni volta. "Ne ha 15... ti prego, salvalo, non c'è tempo da perdere." Rispose Tony quasi senza fiato e con gli occhi sbarrati; Bruce notò che sembrava davvero preoccupato per il ragazzo, e annuì correndo verso l'infermeria.

Peter non rimase sotto i ferri per molto, ma Bruce si rese conto che sarebbe passato molto tempo prima che il ragazzo si risvegliasse, i suoi parametri vitali erano troppo bassi.

Tony era rimasto seduto davanti all'infermeria per tutto il tempo in cui Bruce aveva operato il ragazzo, senza allontanarsi neanche un secondo da lì; molti degli Avengers avevano cercato di scollarlo da lì, ma invano. Quando Bruce finalmente uscì dall'infermeria Tony scattò in piedi, sommergendo lo scienziato di domande a raffica, travolgendolo. "Tony, Tony, TONY! Calmati! Il ragazzo sta bene, sta riposando. I suoi valori sono abbastanza bassi, ma dovrebbe essere fuori pericolo..." "Posso vederlo?" Lo interruppe il multimiliardario, e lo scienziato annuì, e Tony si precipitò nella stanza senza esitazione; però si bloccò quando vide il corpo pallido ed inerme del ragazzo. Si avvicinò lentamente al letto, sedendosi su una sedia lì vicino. "Stupido. Come diavolo ti è venuto in mente di fare una cosa del genere tu... tu..." Chiuse gli occhi passandosi la mano sul viso, sospirando. "Perché... perché non mi hai detto niente?" Chiese sussurrando Tony. "Perché avrebbe dovuto importargliene?" Sentì dire da una voce rauca. Alzò di scatto la testa, per vedere che il ragazzo era sveglio; tuttavia notò subito che c'era qualcosa che non andava, infatti i suoi occhi erano vuoti, privi della solita scintilla che li animava. "Io... io non ho potuto salvarla. L'ho vista schiacciata da un mucchio di detriti, con la pelle carbonizzata. Sono quasi morto anche io. Per scappare dai servizi sociali ho dormito per strada per un mese." Fu in quel momento che Tony realizzò come quella che aveva ritenuto una giusta posizione si era rivelata l'ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non poté fare a meno di pensare che se non gli avesse tolto la tuta sarebbe stato allertato di cosa stava succedendo, e avrebbe potuto intervenire molto prima che le cose precipitassero così. "oh Peter..." Lo interruppe Tony, e i ragazzo fissò i propri occhi in quelli dell'uomo, il suo sguardo infatti si era perso nel vuoto mentre raccontava. "No. Ha fatto bene ad allontanarsi. Tutti quelli che mi si avvicinano muoiono." Tony spalancò gli occhi, non si aspettava un commento del genere, ma si stupì ancora di più quando il ragazzo cercò di alzarsi ed andarsene. Lo trattenne e lo fece stendere di nuovo, confuso da ciò che Peter aveva cercato di fare. "No... no... lasciami andare... devo andare..." Iniziò a mormorare il ragazzo continuando a dimenarsi per sfuggire alla presa dell'uomo. "Peter, Peter! Dove devi andare?" Chiese confuso il multimiliardario. "Io... io non posso starle vicino... non posso... non posso uccidere anche te." Sussurrò il ragazzo. "Peter, guardami. Ti prego." Peter alzò lo sguardo, incontrando gli occhi castani dell' uomo. "Peter. Ascoltami. Non è colpa tua. In nessun modo. Tu sei un ragazzo buono, altruista e generoso. Ti prego. Non farti questo. Perché ci sarò io con te. Starò al tuo fianco fino alla fine. Promesso." Disse con foga Tony, che fu ricompensato da un'ombra dell'antica scintilla che animava gli occhi del ragazzo. "Lo prometti davvero?" Chiese Peter incerto. "Lo prometto davvero." Rispose l'uomo. "Fino alla fine."

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