Heartbeat
*Non è esattamente una os irondad, e contiene la ship FlashxPeter. Spero che vi poaccia comunque. Ispirata al cortometraggio "heartbeat" che c'è lì sopra.*
Eugene "Flash" Thompson era senza ombra di dubbio uno dei principali bulli della scuola, ma non era esattamente colpa sua. Certo, era lui che picchiava i ragazzi più deboli e li chiudeva negli armadietti, ma non l'avrebbe mai fatto se fosse stato per lui. Suo padre una volta mentre usciva da scuola lo aveva visto spingere per gioco un suo compagno, che però era caduto, e lo aveva lodato per questo. Flash sapeva che quello che faceva era sbagliato, ma la voglia di compiacere il padre e di ricevere da lui una qualsiasi forma di manifestazione di affetto. Perciò continuò a fare male agli altri, sentendosi sempre peggio.
La sua "preda" preferita era Peter Parker. Peter era meglio di lui in tutto e per tutto. Era uno studente migliore, era titolare nella squadra di Decathlon. Ma soprattutto aveva fatto coming out, una cosa che per Flash era impossibile data la mentalità della sua famiglia in generale. Nessuno lo avrebbe accettato. Peter d'altro canto era riuscito a farsi accettare anche a scuola, un ambiente non esattamente aperto di mente, e adesso non doveva più nascondersi.
Un giorno però non poté più fargli del male. Quel giorno era stato particolarmente frustrante per lui, aveva preso un voto più basso del solito e suo padre era stato particolarmente crudele con i suoi commenti severi, e perciò fu particolarmente duro con i suoi pugni, e soprattutto con i suoi commenti taglienti. "Hei Pene Parker! Come sta la tua famiglia ... ah già, giusto, sei solo un inutile orfano in cerca di attenzioni, ho sentito che tua zia è morta, probabilmente si voleva solo liberare di un essere inutile come te. Sei patetico. Un peso per l'umanità."
Ogni sua frase era alternata a un pugno. Peter era particolarmente sensibile sia alle botte, perché la sera prima aveva preso dei bei pugni dal pattugliamento, e alle parole, ma soprattutto per la persona che lo stava sottoponendo a quella tortura. Peter infatti aveva il suo nome scritto sul polso.
Ogni persona nasceva con un'anima gemella, e quando la si trovava e si iniziava a provare qualcosa di forte nei suoi confronti il suo nome compariva sul proprio polso, segno indelebile di un legame destinato a durare per l'eternità. Però se la persona il cui nome era scritto sul polso di un altra rifiutava quest'ultima, questa si spegneva lentamente fino a morire.
Molto prima che Flash iniziasse a fare il bullo Peter aveva iniziato a provare qualcosa per lui, e il suo nome era comparso sul polso del futuro supereroe; Peter però non aveva detto niente, si sentiva in imbarazzo, insomma, lui era solo un nerd qualsiasi. Poi Flash aveva iniziato a bullizzarlo, e Peter aveva nascosto ancora di più il nome del suo aguzzino, pregando che un giorno questo si sarebbe accorto di lui. Solo Ned sapeva di che nome Peter avesse sul polso.
Per questo quel giorno Peter arrivò al limite. I pugni lo avevano fatto cadere in ginocchio, e le parole lo avevano distrutto dentro. "Basta..." sussurrò flebilmente, ma anche se lo sentì Flash continuò a ferirlo, fisicamente e con le parole. "Basta, basta, basta, TI PREGO" disse di nuovo Peter alzando sempre di più la voce, e quando Flash sentì le ultime due si fermò, come congelato. Peter non aveva mai pregato, nè si era mai opposto. Allora abbassò lo sguardo sul corpo del ragazzo davanti a lui, e per la prima volta vide davvero la sua pelle insanguinata e piena di lividi violacei e verdi dove la maglietta si era alzata, ed addirittura un paio di costole che erano piegate in modo strano. Si avvicinò per soccorrerlo, ma Peter si allontanò strisciando via dalla presa del suo carnefice. Flash si sentì malissimo, ma non demorse, e cercò comunque di aiutare l'altro, che ormai era con le spalle contro gli armadietti e lo guardava con gli occhi talmente terrorizzati da far sentire ancora più in colpa il bullo. Flash cercò di trattenerlo, e così facendo scoprì leggermente il polso di Peter, intravedendo così il suo nome. Non essendone sicuro cercò di vedere meglio, mentre Peter cercava in tutti i modi di sfuggire alla presa dell'altro ragazzo, ma senza successo. Flash si congelò quando vide scritto sul polso di Peter il suo nome, in una calligrafia elegante. Proprio in quel momento la campanella dell'intervallo suonò e tutti gli studenti videro il nome che aveva sul polso. Peter colse quell'occasione per scappare, essendo sicuro che appena lo shock fosse passato sarebbe stato rifiutato e picchiato ancora di più, senza contare le derisioni degli altri; sapeva anche che andandosene non stava dando all'altro la possibilità di accertarlo, ma per lui era impossibile che questo accadesse. Se doveva morire voleva farlo nel modo meno sofferente possibile. Flash rimase per un po' seduto in mezzo al corridoio, mentre tutti intorno a lui bisbigliavano. Flash rimase per un po' seduto in mezzo al corridoio, mentre tutti intorno a lui bisbigliavano. Ci mise un paio di secondi per metabolizzare cosa era successo, e poi si alzò di scatto, mettendosi a correre verso la direzione in cui era scappato Peter.
Peter corse in giardino e si nascose dietro a un albero, iniziando a singhiozzare piano; il colore stava lentamente lasciando le sua guance, e la sua pelle stava diventando sempre più pallida; le forze lo stavano lasciando, e perciò dovette sedersi appoggiando la testa sulle ginocchia. Poco dopo non ci sarebbe stato più.
Flash corse fuori iniziando a cercare l'altro ragazzo. 'come ho potuto essere così stupido?' pensò mentre cercava con lo sguardo Peter. 'E' la mia anima gemella, e io sono stato il suo bullo.' Nella frenesia del momento non notò neanche il nome che stava comparendo. Finalmente lo trovò dietro un albero, che singhiozzava con la fronte appoggiata alle ginocchia, e si avvicinò piano e silenziosamente; quando Flash appoggiò una mano sulla spalla di Peter la testa di questo scattò in alto, e lo guardò smarrito e spaventato. "Vai via ... ti prego. Voglio stare solo." Flash però non si allontanò, ma si sedette lì vicino a lui mettendogli un braccio sulle spalle. Piano piano i singhiozzi di Peter si attenuarono fino a fermarsi, e allora guardò l'altro. "Perché ... perché sei qui?" Flash lo guardò e gli sorrise "Per questo." Disse mostrandogli il polso, su cui era semi leggibile il nome Peter Parker. "Ero quasi sicuro che ci fosse." Spiegò sorridendo Flash, e Peter lo guardò interrogativo, ma comunque sollevato dal fatto che ci fosse il suo nome sul polso dell'altro. "Perché non ti ho mai odiato, ti prendevo in giro solo perché ero geloso di te e volevo l'approvazione di mio padre. Ma adesso." Disse Flash prendendo la mano dell'altro "Adesso questo è più importante." Peter sorrise e appoggiò la testa sulla spalla dell'altro. Rimasero lì abbracciati, perché il mondo poteva aspettare almeno per un po'.
Buon anno ragazzi, spero che vada un po' meglio del 2020.
In ogni caso, ancora auguri.
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