perché un corvo è come uno scrittoio?
Nel primo pomeriggio di una calda giornata d'estate Giulia, affacciata alla finestra, guarda il vialetto deserto. Ha finito la lettura del " il giro del mondo in ottanta giorni", si annoia e pensa che vorrebbe vivere una vita avventurosa come quelle descritta nei libri di Jules Verne. Invece è una vera disdetta perché si deve accontentare di osservare il vialetto deserto, sperando che passi qualcuno dei suoi amici per sgattaiolare fuori per andare a giocare.
Giulia è una ragazzina magra, ha lunghi capelli neri sempre legati da una lunga treccia e un'aria trasognata e ha sempre un libro da leggere.
Dopo un po', finalmente, vede arrivare qualcuno in bicicletta; stringe gli occhi nocciola cercando di capire chi è.
Quando è abbastanza vicino riconosce Davide che si ferma di botto facendo sgommare la bici sotto la sua finestra.
-Ciao Giulia, che fai?
-Niente di speciale, sto qui ad annoiarmi.
-Ti va di fare un giro in bici?
Giulia aspettava solo che glielo proponesse e subito risponde:
-Certo vengo volentieri, lo stesso giro della volta scorsa?
- No, qualcosa di meglio ", ribatte con aria misteriosa.
-OK, aspetta cinque minuti che mi preparo e partiamo.
Va in camera; indossa pantaloncini e maglietta, prende il suo quaderno degli appunti, non si può mai sapere se c'è qualcosa di interessante da dover ricordare, poi va in cucina e prende una bottiglia d'acqua e dei biscotti; se fosse sopraggiunta la fame.
Davide aspetta paziente, conosce Giulia già da un po', con la sua famiglia vengono in vacanza da un paio d'anni nel suo paese. Poi quella ragazzina le è piaciuta dal primo momento che l'ha vista.
-Eccomi, sono pronta! - Dice con voce squillante.
- Giulia, quando ti deciderai a chiedere a tuo padre di comprarti una bicicletta seria?- Le chiede scherzosamente.
- Vorrei sapere perché non ti piace la mia Safari verde? È leggera e facile da portare. - Risponde piccata.
Davide ride al suo broncio, le prende il mento con due dita e lo scuote con delicatezza.
-Perché mi piace farti arrabbiare e poi lo sai sono costretto a rallentare sempre altrimenti ti lascerei indietro perdendoti...
Giulia gli fa la linguaccia,
-Semmai sono io che vado piano per non perdere te! - Gli dice con un mezzo sorrisetto per poi salire sulla bici.
-Allora andiamo o ti devo aspettare che scenda la notte?
Parte spedita verso l'uscita del viale. Davide monta sulla bici e con un paio di pedalate la raggiunge.
-Seguimi, le dice a voce alta. - Superandola.
Giulia sente il vento che le accarezza il viso e le regala un po' di refrigerio al grande caldo.
Presto si lasciano alle spalle le case e intorno a loro diventa bosco. Dopo circa mezz'ora la strada battuta si apre con una più grande, l'attraversano per imboccare una più piccola. Il bosco si fa più fitto per poi aprirsi in una radura e al centro c'è un piccolo lago.
Davide si ferma e Giulia lo imita.
- Ma Davide è fantastico! - Esclama smontando dalla bici.
- Sono felice che ti piaccia.
Lei guarda il lago affascinata, si toglie le scarpette e dice:
- Facciamo il bagno? - Non aspetta la risposta e corre verso il laghetto, cerca un punto di facile accesso e si tuffa.
Davide ride e le risponde a voce alta:
-Dammi almeno il tempo di dirti di sì! - E la segue.
Si sente il leggero vento che fruscia tra gli alberi e di tanto in tanto qualche verso di un uccello, le risate e la voce dei due ragazzi.
Dopo un po' si stendono sulla riva per asciugarsi
godendo del tiepido sole che filtra tra i frondosi rami.
-Davide, è ora di tornare a casa.
- Sì, penso che tu abbia ragione.
I ragazzi percorrono il vialetto, poi si divide in due strade.
- Davide, qual è la strada giusta?
Lui le guarda, ma proprio non ricorda da dove sono venuti. Stringe il manubrio della bici nervosamente, osserva di sottecchi Giulia che si morde il labbro. Lei ricambia il suo sguardo fiduciosa che lui troverà una soluzione.
Davide fa uno sforzo di memoria poi indica la strada di destra.
- Prendiamo questa! - Cominciano a pedalare velocemente e altrettanto velocemente il bosco si infittisce e la strada si interrompe.
Davide si ferma e Giulia gli si affianca.
- A questo punto penso che la strada giusta era l'altra, torniamo indietro. - Dice lui.
Pedalano a ritroso e dopo un po' si ritrovano nello stesso posto.
- Ma com'è possibile? - Dice Giulia con voce incrinata.
Davide l'abbraccia per rassicurarla e poi... una risata ghiaccia il loro sangue.
I loro volti si sbiancano e si stringono, guardano nella direzione da cui è arrivata la risata e fra gli alberi vedono qualcosa, forse un uomo.
Per qualche minuto scende il silenzio, Davide e Giulia sudano freddo e i loro cuori battono all'impazzata che sembrano vogliano uscire dai loro petti.
La voce sentenzia:
-Se dal bosco lontano volete andare, una risposta mi dovrete dare: perché un corvo è come uno scrittoio?
-Noi... non lo sappiamo. - Risponde Davide cercando di tenere la voce ferma.
- Perché un corvo è come uno scrittoio? - Ripete la voce imperterrita.
Giulia si alza sulle punte e sussurra all'orecchio di Davide:
-È la domanda che il Cappellaio Matto è solito porre!
-Che vorresti dire che nel bosco c'è il Cappellaio Matto? Giulia, leggi troppo!
Giulia gli fa uno sguardo torvo, poi urla:
-Non sono quell' Alice!
-Io non sono il Cappellaio Matto! Perché un corvo è come uno scrittoio?
Giulia risponde:
-Non c'è una risposta sicura... forse perché con le piume del corvo puoi usarle come penne che userai per scrivere sullo scrittoio!
Tutto intorno diventa silenzio.
-Risposta sbagliata!
Si apre una voragine che inghiotte i due ragazzi.
Nel bosco i soccorritori cercano Davide e Giulia.
-Andiamo di là, - dice un soccorritore all'altro, - forse sono andati al laghetto.
Si dirigono verso il vialetto e non trovando nessuno tornano indietro, ma si imbattono in due stradine.
-Qual è quella giusta?
-Non saprei, prendiamo quella di sinistra
Arrivano alla radura e una voce chiede:
-Perché un corvo è come uno scrittoio?
One Shot scritta per Il Cappellaio Matto.
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