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IV.

Jungkook si lasciò andare sulla sedia, aveva lo sguardo puntato sulla porta in cui era appena entrato Taehyung, il ragazzo tanto angelico quanto impossibile da raggiungere.

Gli era sembrato un ragazzo tanto allegro, eppure appena gli aveva rivolto la parola e aveva cercato di entrare nella sua vita si era dovuto ricredere: era timido, non gli aveva rivolto la parola per tutto il pranzo, tranne una volta, quando gli aveva chiesto se gli poteva passare l'acqua, e tra l'altro l'aveva sentito a stento, il tono di voce di Taehyung era talmente fievole che sembrava sussurrasse.

"Scusalo.. é poco socievole, ma ha le sue ragioni." sorpreso guardò Seokjin, conosceva anche lui da poco, però sembrava davvero un ragazzo molto premuroso. Jungkook rimuginò due secondi su quello che gli era appena stato detto, non aveva capito quel "ha le sue ragioni".

Taehyung lo incuriosiva tanto, e sapere che aveva così tanti segreti da scoprire aumentava solo la sua voglia di conoscerlo. Era bello, ovvio, ma lo intricava tanto.

Il modo in cui aveva ordinato con tanta gentilezza, i capelli morbidi che sotto il sole sembravano fatti di argento e le labbra, Dio mio, quelle labbra lo avevano fatto totalmente impazzire. In più sembrava così carino, i pantaloni gli fasciavano le gambe snelle come se fossero fatti su misura per lui, aveva addosso una felpa semplicissima eppure Jungkook l'avrebbe mandato sul primo red carpet che trovava da quanto perfetto lo vedeva.

Chiamatelo colpo di fulmine o amore al primo sguardo, eppure Jungkook aveva perso totalmente la testa per quel ragazzo, che forse infondo non aveva niente di speciale, ma per lui era unico.

"Non mi arrendo facilmente" disse il semi-coniglio, guardando Seokjin con un sorriso sulle labbra, "L'unica cosa è che spero sia gay, sennò tanto vale" disse ridendo, buttandola giù come se fosse una battuta, che dopo tutto tanto battuta non era.

"Kook, è il mio migliore amico, credi possa essere etero?" Jimin non aveva poi tutti i torti, Taehyung sprizzava gay energy da tutti i pori.

Jungkook scosse lievemente la testa, quasi ad arrendersi, con Jimin non si discute, punto e basta.

"Solo, trattalo bene, davvero molto bene." Jungkook si girò per l'ennesima volta, a questo giro era stato Yoongi a parlare, un piccolo ragazzo silenzioso, ma con la battuta sempre pronta.

Jungkook lo guardò semplicemente negli occhi, quasi a chiedergli in modo silenzioso delle spiegazioni.
Non capiva, non poteva capire.

Ma sapeva una cosa: prima o poi avrebbe capito.

"Ha avuto tante brutte esperienze, cerca di trattarlo bene" tentò di specificare Yoongi, tornando poi a lavare l'ultima posata. "Ha sofferto tanto, direi tantissimo. Non voglio dire tutto al suo posto, è un suo diritto decidere a chi dire queste cose, ma ti voglio avvisare: fagli del male e ti ritrovi me sotto casa con un kalashnikov, uomo avvisato mezzo salvato" disse con una mezza risata, ma un fondo di verità c'era, non voleva spifferare i fatti di Taehyung così, però voleva avvertire Jungkook. Ci teneva a Tae, non voleva stesse ancora male.

Jungkook annuì, intendendo l'ammonimento e sorridendo, con una sola frase in mente: avrebbe protetto Taehyung, costi quel che costi.

Neanche a dirlo e Taehyung rientrò nella stanza, si era cambiato togliendo la felpa che indossava e mettendo una camicia e un maglioncino al di sopra, e Jungkook non poté fare altro che rimanere qualche secondo incantato.

"Coniglio ci sei o dobbiamo lasciarti qui?" Jungkook si alzò di colpo, tossendo un paio di volte. "Scusatemi, ci sono, possiamo andare."

E detto quello la piccola combriccola uscì dall'appartamento, tutti, o quasi, pronti a divertirsi. Sembrano davvero un gruppo di amici, se non per il povero Taehyung che rimaneva lievemente in disparte, ascoltando la conversazione e annuendo alle domande, la testa palesemente al trove.

Arrivarono velocemente al bar in questione, prendendo posto all'esterno: la vista era stupenda, si trovava davanti a un parco e ad un tenero laghetto. Era pieno di vita, e soprattutto di persone che ridevano e di godevano quel delicato pomeriggio di sole.

Ordinarono velocemente, e Taehyung si attaccò immediatamente al suo bicchiere di milk-shake.

Jungkook aveva insistito tanto per sedersi vicino a lui, e ora lo stava osservando, dissociandosi lentamente dagli altri tre ragazzi, che parlavano dei fatti loro quasi come se loro due non esistessero.

Stavano probabilmente cercando di dare delle chance a Jungkook per parlare al più piccolo, e lui non se lo fece ripetere due volte.

"Unh quindi Taehyung, che ne dici se parliamo un po'? Voglio conoscerti" disse con un tenero sorriso sulle labbra. Tae arrossì per la milionesima volta, guardando Jungkook e annuendo lievemente.

"Beh, io sono Kim Taehyung, ho 23 anni e frequento il corso di fotografia e scultura. Non so, non ho molto da dire, non sono una persona particolarmente interessante." liquidò Jungkook così, si vedeva che era una persona di poche parole.

"Io sono Jeon Jungkook, mi sono laureato da poco dalla tua stessa scuola, ma con indirizzo finanza e marketing. Lavoro in quel bar da poco, vorrei prendere in mano l'azienda di mio madre, ma devo aspettare di avere 28 anni, quindi per ora mi accontento" disse, ridendo lievemente.

Taehyung non voleva parlare? Bene, l'avrebbe fatto lui senza problemi.

"Allora, dimmi, da quel che vedo sei anche tu coreano"

"Sì, ho vissuto in Corea fino a quindici anni, poi mi sono trasferito.."  disse Tae, prendendo un sorso del suo milk-shake e addentando un biscotto.

"Waa, io sono nato in Corea ma mi sono trasferito quasi subito, mi piacerebbe tornare per vedere qualche cosa del posto, o almeno per rivedere i miei parenti."

"Unh, io preferisco rimanere qui. Non mi piace la Corea."

Taehyung stava mentendo, avrebbe voluto davvero tanto tornare in Corea, avrebbe dato la sua dannata vita per poterlo fare, ma sapeva di non avere il coraggio di farlo. Non voleva cacciarsi in situazioni difficili, e non era pronto a rivedere suo nonno, per nessuna ragione al mondo.

Gli vennero quasi subito gli occhi lucidi al solo pensiero del nonno, che lo aspettava nella sua vecchia casa di campagna, mentre lui era lì, a scappare dai suoi problemi. 

Jungkook lo guardò, per poi alzarsi di colpo. Sapeva che non stava bene, lo voleva proteggere, se lo era ripromesso.

"Andiamo a fare due passi, che ne dici?"

- ° -

Hey :(((

scusate se non ho pubblicato ieri, ma davvero stavo per esplodere dal sonno, ho dormito si e no un'ora e qualcosa HAHAHAHAHAHA

comunque, oggi sono otto anni dei bangtan, sono davvero fiero di quello che hanno e stanno facendo.
ma non è il momento per il discorsone, direi che non ho bisogno di piangere di nuovo per questa cosa.

Domani saprò quando avrò gli esami, sto letteralmente andando fuori di testa, ma tecnicamente entro il 30 di giugno sono totalmente libero. Non vedo l'ora di godermi l'estate :((

i'm proud of you and everything you do, be happy !!
a martedì <3 (((WAAAAA GRAZIE PER LE STELLINE E LE LETTURE VI AMO TANTISSIMO.)))

-Hayden

words: 1042.

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