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Erano ore che la casa era immersa nel buio più totale, o forse non era davvero passato tutto quel tempo. A Harry sembrava di sì.

Lui e Robin erano seduti a terra con la schiena appoggiata al frigorifero che, in un momento non ben specificato, era caduto a terra nel bel mezzo di... in che stanza erano? La cucina? Non sembrava più la cucina a pensarci bene, pareva diecimila volte più grande.

Ripensando alla lezione di quel giorno, l'elettricità, Harry si aspettava finisse in modo decisamente più violento, anche se c'era ancora tempo per quello.

Era talmente buio che qualsiasi cosa l'avrebbe potuto afferrare e trascinare via uccidendolo lentamente, come capitava di solito.

Un secondo.

Perché era così buio? Robin aveva una torcia, nel suo telefono, perché l'aveva spenta? O si era forse rotta.

Harry si girò verso Robin, poteva distinguere vagamente la sua figura, forse gli occhi gli si stavano abituando al buio, si disse.

<<Ehi, cos'è successo al tuo telefono?>> chiese, anche Robin lo stava guardando, così decise di essere lui quello a distogliere lo sguardo per primo.

<<Sto risparmiando la batteria,>> rispose Robin, con la coda dell'occhio Harry poteva ancora vederlo.

<<Risparmiare la batteria per fare cosa?>> chiese confuso.

<<Magari mi verrà voglia di usare la calcolatrice>> rispose, come se in effetti avesse senso. Forse per lui ne aveva, magari gli sarebbe ed venuta voglia di fare uno dei suoi inventari, nonostante non si vedesse a un palmo dal naso.

Harry rimase in silenzio, ma Robin riprese a parlare quasi all'istante.

<<Ad ogni modo,>> iniziò <<dovremo abituarci a vivere nel buio>>

Harry sperava vivamente di no, ma non poteva certo iniziare a parlarne con Robin. Non avrebbe capito, ne era certo.

<<Già...>> per quanto la sua voce fosse costantemente monotona, persino lui si rese conto che quel "già" suonasse più... spento.

E se ne accorse anche Robin.

<<Cosa?>>

<<Beh...>> si stava scavando la fossa da solo, ne era ben cosciente <<non è proprio il massimo, no?>>

<<Non mi dispiacerebbe poter guardare la casa di nuovo>>

Solo il pensiero gli era sembrato strano, ma ora che lo esprimeva ad alta voce si sentiva ancora più stupido. Come poteva mancargli la casa?

<<E... magari... guardare te...>> abbassò la testa, troppo spaventato- una paura diversa da quella che gli insegnanti gli provocavano, ma pur sempre paura- di cosa avrebbe potuto rispondere Robin.

<<Davvero?>> sembrava sorpreso, aspettò qualche istante come a dare il tempo a Harry di rispondergli, ma lui rimase in silenzio.

<<Ti piace guardarmi?>> questa volta era una domanda diretta, non poteva rimanere in silenzio, in più Robin non sembrava intenzionato a deriderlo.

<<Uhm... sì... credo mi piaccia>> rispose continuando a guardare di fronte a se.

<<Beh, anche a me piace guardarti>>

Harry si girò incredulo, trovando che Robin lo stava già guardando. Non poteva essere reale, ed Harry lo sapeva perché non succedeva mai nulla di così... bello, lì dentro. Non si facevano complimenti, non si dicevano cose... normalmente si insultavano e basta, e davano per scontato di sopportarmi a vicenda.

Ma quel momento era reale, Harry ne era certo.

Abbassò lo sguardo dopo un po', rimanendo a ripetersi la conversazione nella testa, anche se dall'esterno era sicuro sembrasse piuttosto stesse pensando al nulla cosmico.

Dopo qualche secondo sentì qualcosa toccargli il braccio, si voltò per scoprire si trattasse di qualcuno. Un qualcuno che gli stava puntando una torcia dritta in faccia.

<<C'è ancora abbastanza batteria, se vorrò usare la calcolatrice,>> spiegò, nonostante a Harry non fosse nemmeno passato per l'anticamera del cervello di fare domande a riguardo.

Robin abbassò il cellulare e lo poso sulla gamba di Harry, come un invito silenzioso.

Quando Harry gli puntò la luce del telefono negli occhi l'altro si coprì con una... mano? Ala? Appendice frontale in ogni caso.

<<Mi vuoi rendere cieco?>> chiese indignato prendendogli il telefono dalla mano.

<<Hai fatto lo stesso,>> obbiettò Harry, ora il telefono era alla destra di Robin, con la torcia rivolta verso l'alto, in questo modo Harry vide l'amico scuotere la testa.

<<E quindi? Il telefono è il mio, posso fare quello che voglio>>

Rimasero in silenzio, di nuovo, solo che ora non erano più completamente al buio, e non erano più ad un metro di distanza. Robin appoggiò la testa sul braccio di Harry come nulla fosse, e lui non disse nulla, troppo spaventato che farglielo notare potesse spingerlo ad allontanarsi.

<<Dove credi che sia quell'altro?>>

Poteva essere ovunque per quanto ne sapevano, avevano perso di vista Doi prima ancora che saltasse la luce, probabilmente era da qualche parte e prima o poi lo avrebbero trovato, o lui avrebbe trovato loro. Non restavano mai separati troppo a lungo. Persino quel momento era una strana eccezione.

Harry scrollò le spalle prima che Robin gli si appoggiasse nuovamente addosso, era uno strano tipo di contatto, che gli causava un'altrettanto strana sensazione, anche se non sapeva bene come descriverla. Perciò ignorò il tutto, fingendo che quella sensazione non esistesse affatto.

Robin alzò la testa guardando l'altro, che cercò prontamente di evitare il suo sguardo.

<<Sei agitato?>> chiese Robin con aria confusa, leggere le situazioni non era il suo forte.

<<No...>> era una bugia bella e buona, e non sapeva nemmeno perché stesse mentendo a quel modo <<un po',>> ammise, anche se pure quello non era completamente vero.

Robin sembrò immerso nei suoi pensieri per qualche istante, poi annuì

<<È colpa mia?>> domandò guardando di fronte a se.

<<No, perché dovrebbe>>

Se Harry doveva essere sincero, non era completamente colpa di Robin, e anche quella parte che poteva essere attribuita al pennuto, era di fatto solo colpa del cervello di Harry.

<<Mh,>> fu l'unico suono che emise prima di riprendere il telefono tra le mani. Ali?

Robin spense la torcia e si strinse ad Harry senza dire nulla.

<<Perché l'hai spenta?>> chiese Harry girandosi verso l'altro.

<<Da qui riesco a vederti anche senza torcia>> rispose con quel suo tono un po' impettito, ed Harry si accorse che, in effetti, erano talmente vicini da potersi vedere nonostante il buio.

<<Già,>> ammise Harry.

Per qualche ragione decise di agire senza pensare, per una volta.

Appoggiò la mano sulla spalla di Robin lasciando il suo braccio tra la schiena dell'amico (pensava di poterlo definire un amico) e il frigorifero.

Nessuno dei due disse nulla, come se parlarne potesse rovinare tutto, e rimasero anche immobili.

Seduti a terra nel buio più totale, Harry guardava Robin di tanto in tanto, e si accorgeva l'altro facesse lo stesso nei suoi confronti.

Andava bene così, era una situazione strana, più strana del solito, però era... piacevole. Guardarsi a vicenda di tanto in tanto e restare vicini in quel modo.

Harry avrebbe voluto potersi abituare a una cosa del genere, ma sapeva di non potersi permettere davvero.

•••

A/N: se fate parte di quelle persone che mi seguono per la Lumity, mi dispiace che non stia aggiornando, la mia ADHD ha deciso che ora l'unico interesse su cui posso concentrarmi è DHMIS, perciò nulla.

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