Capitolo 5 "Oblio"
~5 anni prima~
Nathan era davvero emozionato per la gita al mare e per il corso di surf. Si era svegliato prestissimo quel venerdì mattina e aveva preparato il suo borsone blu, mettendoci un telo da mare, un ricambio e il pranzo al sacco che sua madre gli aveva preparato.
Quando arrivò all'ingresso della scuola, cioè il punto d'incontro, si guardò intorno in cerca di qualcuno che conoscesse. Intravide Ricky a qualche metro di distanza, così corse da lui e lo salutò entusiasta.
"Ehi Ricky!"
"Oh, ciao Nath. Emozionato?"
"Molto."
Nathan aveva sempre amato il mare. Era da quando era piccolo che i suoi genitori ce lo portavano. L'acqua era il suo elemento e si sentiva a suo agio e al sicuro quando vi era dentro. Quando vide Jackson e Michael arrivare insieme alla propria classe, sospirò appena: sarebbero venuti anche loro e Nathan lo sapeva. Però non voleva farsi rovinare la giornata da quell'idiota, l'avrebbe semplicemente ignorato...
"Ehi, guarda un po' chi c'è." disse Jackson, avvicinandosi a lui e Ricky. "Stai attento oggi. Non vuoi che uno squalo ti mangi, vero?"
Ecco, come non detto. Era praticamente impossibile ignorare Jackson Morgan. Quel ragazzino era stato il suo incubo peggiore per i primi due anni di medie ed ora che entrambi frequentavano la terza media, le cose non avevano fatto altro che peggiorare. Prese in giro, scherzi imbarazzanti e a volte anche qualche botta. Jackson Morgan odiava Nathan Young, senza un'apparente motivo e nessuno faceva o diceva niente per fermare la sua cattiveria nei confronti del moro. Jackson era un tipo che sapeva farsi rispettare, quindi nessuno aveva davvero il coraggio di mettersi contro di lui. Solo Michael, il suo migliore amico, riusciva a calmare in parte quella tempesta che aveva dentro.
"N-Non ho paura..." balbettò Nathan, abbassando lo sguardo.
Jackson ghignò e guardò il ragazzo davanti a sé, nonché la sua preda preferita.
"Questo lo vedremo."
Quelle parole arrivarono al cervello di Nathan come un forte colpo che gli fece battere forte il cuore per l'ansia. Ma non doveva aver paura o almeno non doveva dimostrargli di averne. Jackson Morgan era come un predatore: se vedeva la tua debolezza era la fine.
Quando arrivarono in spiaggia le due classi si divisero in due gruppi: maschi e femmine.
Nathan prese la sua tavola da surf e seguì l'istruttore in acqua, insieme a tutti gli altri ragazzi. L'uomo iniziò a spiegare alcune cose e le solite regole, che tutti sapevano, infondo. Erano a Sydney e quasi tutti sapevano fare surf.
"Ehi Nath, quest'onda è tua." disse Ricky, dandogli una pacca sulla spalla.
Nathan annuì e sorrise, iniziando a nuotare verso la riva, mentre l'onda si avvicinava. Tutti rimasero stupiti nel vedere le abilità del ragazzo e tutti avevano gli occhi puntati su di lui. Anche Jackson, naturalmente. Non poteva sopportarlo. Nathan Young non doveva essere ammirato.
La mattinata passò in fretta e verso l'orario di pranzo tutti uscirono dall'acqua. Tutti tranne Nathan e Jackson.
"Che pensi di fare, gattino?"
Il moro odiava quel soprannome, ma si limitò a sbuffare e a fulminarlo con lo sguardo.
"C'è vento e fra poco dovrebbe arrivare un'onda bella grossa. La mia onda." rispose, guardandosi alle spalle.
Jackson fece lo stesso e ghignò, per poi iniziare a nuotare verso riva.
"Volevi dire la mia onda."
Nathan si accigliò e si guardò alle spalle, nuovamente. Stava arrivando e no, non se la sarebbe fatta scappare. Sapeva che era pericoloso e stupido competere per un'onda, ma non gli interessava, voleva solo dimostrare a quell'idiota di essere forte.
Iniziò a nuotare con tutta la forza che aveva, finché non fu a fianco a Jackson. I due si guardarono per un istante, per poi posizionarsi in piedi sulle proprie tavole da surf ed iniziare a cavalcare la stessa onda.
A riva nessuno si era accorto di ciò che stava succedendo e Jackson ne approfittò per spingere Nathan.
Quest'ultimo caddé in acqua e fu travolto in pieno da quella potente ed enorme onda. La tavola da surf si spezzò in due, ma un pezzo rimase attaccato alla caviglia di Nathan, grazie al filo nero che li collegava.
Nathan tentò di riemergere, ma l'acqua non faceva altro che risucchiarlo sempre di più. Odiava quella sensazione di soffocamento. Si sentiva in trappola e non riusciva più a respirare. Aprì gli occhi e finalmente vide i raggi del sole provenire da sopra di lui, ma non aveva più le forze per nuotare. Così si lasciò andare semplicemente, aspettando che il mare che aveva sempre amato, lo prendesse con sé.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro