Capitolo 2 "Brividi"
Julia aprì di scatto la porta della camera di Nathan, mentre quest'ultimo borbottava qualcosa di incomprensibile.
"Che hai detto?"
"Sono stanco, vattene." ripeté ad alta voce, mettendosi un cuscino sul volto.
Julia alzò gli occhi al cielo e andò ad aprire l'armadio dell'amico, iniziando a guardare qua e là.
"Alza il culo da quel letto e inizia a prepararti. Sono le quattro, ma dobbiamo fare ancora delle cose, quindi partiamo un po' prima."
Nathan mugulò e si alzò, andando a mettersi accanto all'amica.
"Ma non ne ho voglia..." disse il ragazzo, con voce tenera.
Julia lo guardò e alzò un sopracciglio, per poi tornare a guardare i vestiti sui vari ripiani dell'armadio.
"Oggi devi vestirti in modo sexy, ci saranno molti ragazzi anche da altre scuole!"
Nathan sbuffò e prese i vestiti che Julia gli aveva appena porso.
"Allora, non vado a quello stupido Open day per rimorchiare, ma per finire il mio lavoro. Poi questi jeans sono oscenamente stretti, non li metterò mai."
Julia lo fulminò con lo sguardo e scosse la testa.
"Hai diciotto anni ed un bellissimo corpo da mostrare, perché ti nascondi?"
Nathan arrossì appena per il complimento e guardò i vestiti che aveva in mano. In realtà non si sentiva a suo agio con il suo corpo, troppo asciutto secondo lui e la statura un po' bassa.
"Okay, ma adesso esci, devo cambiarmi."
Julia sorrise soddisfatta e andò in sala, dove Ricky li stava già aspettando: sarebbe andato con loro e li avrebbe aiutati a finire ciò che dovevano.
"Dimmi che l'hai convinto a mettere qualcosa di carino." disse il ragazzo, facendole spazio sul divano.
Julia si sedette e annuì, poi sgranò occhi e bocca, vedendo Nathan uscire dalla sua camera.
I capelli non pettinati, ma perfetti, la camicia bianca che ne esaltava il fisico e i jeans...Dio! Nathan aveva proprio un bel corpo, perché tentava di nasconderlo?
"Julia chiudi la bocca o ci entrerà qualche mosca..." mormorò Nathan, pieno di imbarazzo a causa degli sguardi dei suoi amici.
La ragazza guardò Ricky incredula e poi sorrise.
"Stasera si scopa!" esclamò.
Ricky ridacchiò, mentre Nathan si lamentava.
"Oh Julia! Ti ho detto che ci vado per finire il lavoro! Smettila!"
Nathan continuò a borbottare qualcosa, mentre i due amici continuavano a ridacchiare tra di loro.
Il ragazzo non sapeva che quella sera sarebbe cambiato tutto. Lui non sapeva.
~♡~
Jackson si guardò intorno e sorrise: la palestra era decorata alla perfezione. Gli studenti di altre scuole e quelli della sua, sarebbero arrivati a momenti. Michael, che stava in piedi accanto a lui, gli diede una leggera gomitata, attirandone l'attenzione.
Il biondo si voltò e guardò davanti a sé, rischiando quasi di avere un infarto: da quando Nathan si vestiva in quel modo...sexy?
Michael ridacchiò divertito e gli diede un paio di pacche sulla spalla destra.
"Qualcuno ha deciso di giocare sporco."
"Cazzo, quel gattino mi sta provocando o davvero non si accorge di quanto quei jeans siano stretti? Quel culo...oddio."
"Ehi signorino Morgan, linguaggio."
Jackson si voltò a guardarlo con un sopracciglio alzato.
"Sei serio?"
"Sì."
I due scoppiarono a ridere dopo qualche istante, mentre Julia, Ricky e Nathan si avvicinavano a loro.
"Ehi ragazzi!" li salutò Julia.
"Ehi bellissima. Wow, questo vestitino ti sta davvero bene." rispose Jackson, per poi lanciare una veloce occhiata a Nathan.
Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e distolse lo sguardo. La tigre stava andando all'attacco e la preda era la sua migliore amica, quindi voleva risparmiarsi di guardare quella scenetta. Decise di allontanarsi e andare a controllare che tutto fosse in ordine.
Dopo una decina di minuti, gli studenti iniziarono ad entrare nella palestra: di sicuro avevano appena finito la visita all'interno dell'edificio scolastico.
La musica partì in pochi minuti e la gente iniziò a ballare, mangiare e bere, naturalmente bevande analcoliche. Nathan si guardò intorno e sorrise soddisfatto: stava andando tutto alla perfezione. Sì, era stanco a causa di quella lunga settimana di lavoro, ma alla fine ne era valsa la pena.
Lanciò una veloce occhiata alla pista da ballo e vide Ricky ballare con Michael, cosa che trovò molto strana: Ricky non era un tipo da ballo, poi che ci faceva con il migliore amico di Jackson? Non sapeva si conoscessero.
Continuò a guardare la folla per un po', per poi intravedere Julia e Jackson ballare insieme: erano avvinghiati l'uno all'altra e ridevano insieme, come due persone che si conoscevano da una vita. Sembravano felici. Jackson sembrava felice. Nathan sentì una strana sensazione allo stomaco, vedendolo sorridere in quel modo, ma decise di ignorarla.
Quando tutte le luci colorate vennero accese, si alzò un brusio generale, fatto di apprezzamenti ed espressioni di sorpresa. Il Dj a quel punto mise un lento e la pista si riempì di coppie. Nathan lanciò uno sguardo a Jackson e Julia: quest'ultima aveva appoggiato il volto sul suo petto e i due si muovevano lentamente. Gli occhi di Jackson incontrarono i suoi e i due si guardarono per un tempo che sembrò un'infinità, uno sguardo che a Nathan provocò la stessa sensazione di prima allo stomaco.
"Ehi Nathan."
Il ragazzo si voltò di scatto e vide Zach, un suo compagno di classe.
"Sì?"
"Le bibite sono quasi finite. Le riserve le abbiamo messe nel capannone degli attrezzi sportivi qua fuori, potresti prenderne una cassa?"
Nathan guardò un attimo Jackson, poi annuì.
"Okay, hai le chiavi?"
"Oh, la porta è aperta."
Annuì e andò all'esterno della palestra, dove soffiava un leggero e piacevole venticello. Si diresse verso il capannone che stava a pochi metri di distanza ed entrò, iniziando a cercare l'interruttore.
"Dove diavolo sei finito?" mormorò tra sé e sé.
Quando lo trovò, lo premette e quel piccolo capannone si illuminò appena: quella luce a neon doveva essere un po' vecchia, perché era davvero fioca.
Iniziò a guardare tra i vari scaffali, poi vide una decina di casse di varie bibite appoggiate al muro. Si avvicinò, ma prima che potesse chinarsi a prenderne una, sentì un rumore alle proprie spalle.
Si voltò di scatto e si sorprese nel vedere Jackson.
"Che ci fai qua?"
"Sono venuto ad aiutarti."
Nathan sbuffò e poi notò che la porta era chiusa.
"Jackson?"
"Sì?"
"Dimmi che non hai davvero chiuso la porta."
Il biondo si accigliò e annuì.
"Si è chiusa mentre entravo. Non è un problema, vero?"
Nathan si passò entrambe le mani tra i capelli e sospirò frustrato. Andò verso la porta ed iniziò a forzare la maniglia, imprecando di tanto in tanto.
"Cazzo, ma allora sei proprio un idiota! Perché l'hai chiusa?! Ora siamo bloccati qua dentro!"
Jackson lo fece spostare e provò ad aprire la porta: niente da fare, era bloccata.
"Okay, scusa, ho sbagliato." mormorò, guardando Nathan.
Quest'ultimo rise con ironia, per poi dargli le spalle e iniziare a camminare avanti e indietro.
"Non me ne frega niente delle tue scuse! Trova un fottuto modo per uscire da questo posto. Dopo una giornata così stressante, ci manca solo che debba passare la serata in questo sudicio capannone con te."
A quel punto Jackson non ci vide più. Lo spinse violentemente contro il muro e appoggiò le mani ai lati della sua testa, intrappolandolo. Lo guardò dritto negli occhi, mentre Nathan appoggiava le mani sulle sue spalle.
"Che cos-..."
"Smettila di sparare cazzate. Pensi di essere l'unico stanco, qui? O forse c'è qualcosa in particolare che ti turba?"
Nathan si accigliò e tentò di scostarlo, fallendo miseramente, dato che Jackson era molto più forte di lui.
"Vuoi scoparti Julia?"
Quelle parole uscirono quasi come un sussurro dalla bocca di Nathan e Jackson ghignò.
"Allora è quello che ti da fastidio. Comunque, sono affari miei."
Nathan tentò di nuovo di spingerlo, ma Jackson lo trattenne, facendo si che i loro volti fossero vicini. I loro respiri erano affannati e i loro occhi, incastonati gli uni negli altri, pieni di rabbia.
Poi accadde: Jackson si sporse un po' più in avanti e trovò le labbra di Nathan, per la prima volta in vita sua. Quel contatto provocò brividi di piacere a tutti e due e un lungo sospiro da parte di Nathan. Era un bacio fatto di lingue che si cercavano, labbra che schioccavano e suoni erotici provenire dalle bocche di entrambi, gli unici suoni che spezzavano il silenzio in quel capannone. Nathan si aggrappò alla maglietta di Jackson e la strinse, mentre l'altro mordeva il suo labbro inferiore e lo tirava appena.
In un momento di lucidità, Nathan si staccò e lo guardò negli occhi azzurri, pieni di desiderio.
"Che diavolo stiamo facendo?" mormorò.
Jackson non rispose, non era una domanda che aveva una risposta.
Nathan lo spinse e si pulì le labbra col dorso della mano, guardandolo con occhi lucidi.
"Non prenderti gioco di me, Jackson. So che sei etero, quindi non provare mai più a toccarmi. Non sono un giocattolo."
L'altro non ebbe il tempo di rispondere, perché la porta si aprì di scatto, rivelando Zach.
"Ehi Nathan, che-..."
"Grazie Zach, scusa per le bibite, ma io devo tornare a casa."
Detto questo, uscì dal capannone, senza nemmeno degnare di uno sguardo Jackson. Zach guardò quest'ultimo e alzò un sopracciglio, probabilmente in cerca di spiegazioni.
"E tu che hai da guardare?" chiese il biondo, scocciato.
Zach fece spallucce e prese una cassa di bibite, poi lanciò un'occhiata veloce a Jackson, prima di uscire dal capannone.
~♡~
Quando Julia rientrò a casa, Ricky non c'era. Appoggiò la sua borsa sul mobiletto all'ingresso e si avviò verso la sua camera. Un rumore proveniente dalla stanza di Nathan, però, la fermò.
Aprì la porta e vide il ragazzo sdraiato a letto, che singhiozzava, stringendo il cuscino con i pugni.
"N-Nathan...?"
"Jackson è uno stronzo! Un coglione!" sbottò lui.
Julia si avvicinò e si sedette a terra, accanto al lato del letto in cui lui era sdraiato. Lo guardò negli occhi pieni di lacrime e gli sfiorò una guancia.
"Che ha fatto stavolta?"
Nathan ripensò a quel bacio fatto di pura passione. Non era tanto il bacio che lo aveva fatto arrabbiare, ma il fatto che gli era piaciuto.
"L-Lui..."
"Mmh?"
"Niente, abbiamo litigato di nuovo..." mormorò.
In fondo era una mezza verità. In quel momento non se la sentiva di dirle del bacio, era troppo imbarazzante.
Julia si sdraiò accanto a lui e lo strinse a sé.
"Dai, non pensarci adesso, hai bisogno di riposarti."
Nathan inspirò a pieni polmoni il profumo dell'amica e annuì. Aveva davvero bisogno di dormire e dimenticare ciò che era successo.
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