Capitolo 18 "Baci e pioggia"
Nathan guardò l'orologio che teneva al polso e sbuffò. Quell'idiota era in ritardo e lui si stava stancando di aspettare. Fece qualche passo, ma poi una voce lo richiamò da dietro.
"Nathan!"
Quest'ultimo sorrise involontariamente e si voltò, incontrando subito quelle bellissime iridi azzurre.
"Sei in ritardo." lo ammonì.
"Lo so, perdonami. Ma ora sono qui, ed è questo l'importante."
Nathan annuì e sorrise nuovamente. Il suo cuore stava battendo più veloce del solito, sembrava quasi una tredicenne al suo primo appuntamento.
"Andiamo, ho parcheggiato la mia macchina qua vicino."
I due decisero di andare in un bel locale vicino al mare. Era pomeriggio ed il sole riscaldava l'aria, creando una piacevole atmosfera. Alcune persone stavano addirittura facendo il bagno.
I due ordinarono qualcosa da bere e mentre aspettavano, Jackson guardò Nathan per un po'.
"Perché mi fissi?" chiese il moro, alzando un sopracciglio.
"Qual è il tuo colore preferito?"
Nathan ridacchiò e scosse leggermente la testa, confuso dal comportamento di Jackson.
"Come te ne sei uscito con questa domanda? Voglio dire, ti interessa davvero o non hai niente da dire?"
Jackson sorrise appena e Nathan non poté fare a meno di ricambiare.
"Voglio solo conoscerti meglio, tutto qui..."
La cameriera si avvicinò di nuovo con le loro bibite e le appoggiò sul tavolo, per poi lasciarli nuovamente soli.
"Azzurro." disse Nathan, dopo un po' di silenzio.
Jackson non capì subito, poi sorrise.
"Come il mare." mormorò il biondo.
Quelle parole fecero cadere il silenzio tra i due. Era un argomento delicato quello. Entrambi erano consapevoli di ciò che era successo anni fa e nonostante Nathan lo avesse perdonato, non era facile parlarne.
"Forse un giorno dovremmo andare a farci una bella nuotata." aggiunse Jackson, cercando il suo sguardo.
Nathan scosse la testa e sentì gli occhi farsi lucidi, ma trattenne le lacrime e scacciò via i brutti ricordi di quel giorno, in qui stava per affogare.
"Non ce n'è bisogno, davvero. Ho superato la cosa, non tentare di consolarmi."
Jackson appoggiò una mano su quella di Nathan, che stava sul tavolo. Quest'ultimo guardò le loro dita incrociate e sospirò appena.
"Non ti sto consolando. Voglio davvero andare a nuotare con te, sarebbe divertente."
Nathan sorrise appena ed apprezzò la sincerità dell'altro. In quel momento si chiese come avevano fatto ad odiassi in quel modo per anni.
"Vuoi nuotare con me o vuoi vedermi in costume da bagno?" scherzò il moro, per alleggerire la situazione.
"Devo ammettere che hai un gran bel culetto." rispose il biondo, ridacchiando.
Dopo una lunga chiacchierata ed un paio di bibite, i due decisero di fare una passeggiata sulla spiaggia. Il cielo era diventato un po' più scuro e le persone se ne stavano andando a poco a poco.
Jackson sfiorò la mano di Nathan, poi la strinse, facendo incrociare le loro dita, come aveva fatto prima nel locale. Il moro si voltò a guardarlo, continuando a camminare e sorrise appena.
Dopo circa dieci minuti si sedettero sulla sabbia, sempre mano nella mano. Guardarono il mare per un po', standosene in silenzio.
"Jackson, perché mi hai invitato ad uscire con te? Voglio la verità..."
Jackson fu sorpreso nel sentire quella domanda ed esitò un po' prima di rispondere.
"P-Perché mi andava, voglio dire-..."
"Avanti, non prendermi per il culo, non ce n'è bisogno. Dimentica ciò che ti ho detto quella sera, okay? Non devi essere carino con me solo perché ti faccio pena..."
Jackson scosse la testa e si sentì abbastanza ferito da quelle parole: davvero Nathan pensava questo di lui?
"Anch'io ho un cuore, Nathan. Vuoi davvero sapere il perché di questo appuntamento?! Volevo solo capire una volta per tutte cosa diavolo provo per te! E sì, cazzo, provo qualcosa per te!" sbottò Jackson.
Nathan si alzò, lasciando la sua mano ed iniziò a camminare, sentendo il cuore battergli all'impazzata. Eppure sapeva che tutto ciò era sbagliato, perché il biondo aveva Max e lui non voleva mettersi tra i due.
Sentì qualche goccia bagnargli il volto, segno che stesse per iniziare a piovere.
"Dove pensi di andare?!" lo richiamò la voce dell'altro, che aveva preso a corrergli dietro.
Nathan strizzò gli occhi e prese a correre nel tentativo di scappare. Faceva troppo male, ma era consapevole che Max non avrebbe lasciato andare Jackson così facilmente, era un tipo testardo, e Nathan aveva avuto l'occasione di notarlo durante quella piccola vacanza di Natale.
Improvvisamente sentì delle braccia stringerlo da dietro ed il profumo di Jackson riempì l'aria intorno a lui.
Tentò di dimenarsi, ma la stretta dell'altro era forte. Iniziò a piovere a dirotto, ma i due se ne fegarono. Nathan si calmò e lasciò che l'altro lo stringesse a sé. Poi Jackson lo fece voltare ed afferrò il suo volto, avvicinando le labbra alle sue, senza però baciarlo.
"Nathan, dimmelo e giuro che troverò un modo per lasciare Max. Dimmi quanto mi vuoi..." sussurrò il biondo.
Nathan guardò in quelle iridi azzurre e forse per la prima volta in vita sua, sentì di aver trovato la felicità. Nathan capì che la sua felicità era Jackson Morgan e che da quel momento in poi, sarebbe stato impossibile andare avanti senza di lui. Si era innamorato di lui lentamente, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo. Era iniziato tutto con un semplice bacio rubato, nel capannone abbandonato della scuola, che aveva cambiato tutto. Era bastato un bacio a far scattare qualcosa dentro ad entrambi, perché anche se Nathan non lo aveva ammesso fin da subito, era consapevole che c'era qualcosa di diverso.
Ed ora erano lì, su una spiaggia di Sidney, con il rumore del mare che rompeva il silenzio e la pioggia che bagnava i loro corpi, facendo appiccicare i vestiti alla pelle. Fu lì, in quel momento, che Nathan prese la sua decisione: combattere per l'amore di Jackson.
"Ti amo." disse Nathan.
Non ebbe nemmeno il tempo di finire di dirlo, che Jackson si impossessò delle sue labbra, come a voler vincolare quelle parole. Nathan mugolò appena, codendosi quel bacio lento e dolce, affondando le mani nei capelli di Jackson, ormai bagnati.
Il biondo si staccò lentamente e sorrise, riprendendo fiato, accarezzando le sue guance.
"Anch'io ti amo." sussurrò, prima di baciare di nuovo quelle labbra che sapevano di cose dolci.
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