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Capitolo 17 "Appuntamento?"

"Oh cazzo, ora si che le cose si fanno interessanti..." disse Alexandra.

Erano seduti sul divano di casa sua e Jackson le aveva appena raccontato della confessione di Nathan.

"E quando te l'ha detto, tu cosa hai fatto?"

Jackson la guardò con un po' d'imbarazzo e sospirò.

"Me ne sono andato. Diciamo che ero un po' sconvolto e non sapevo che fare..."

Alexandra gli diede uno schiaffetto sulla nuca, facendolo imprecare per il dolore.

"Sei un idiota! Dovevi dirgli che anche tu lo ami e baciarlo e fare l'amore con lui fino a perdere il fiato!"

Jackson guardò l'amica come se avesse appena detto la cosa più assurda del mondo e scosse la testa. Alexandra era una tipa diretta, forse anche troppo a volte.

"Tu lo ami, vero J?" chiese dopo un po' la bionda, con fare serio.

Jackson sospirò frustrato ed abbracciò un cuscino nel tentativo di consolarsi, dato che l'amica lo stava confondendo ancora di più.

"Penso di sì... Voglio dire, anche se fosse? Non posso mica lasciare Max come se fosse un giocattolo di cui mi sono stancato..."

Alexandra fece un sorrisetto malizioso e gli diede una pacca sulla spalla.

"E da quand'è che Jackson il puttaniere se ne frega dei sentimenti degli altri?"

"Alexa! Mi farai impazzire! Se vuoi darmi dei consigli utili fallo, sennò taci." mormorò il biondo, stringendo di più a sé il cuscino.

Alexandra rifletté per un po', per poi sorridere come un ebete.

"Invita Nathan a cena o a prendere un caffè e cerca di conoscerlo meglio. Forse ti aiuterà a rispondere alle tue domande."

Jackson guardò l'amica e pensò che forse quella non era un'idea così stupida.
Certo, c'erano ancora un paio di cosette che non andavano, però.

"E che dico a Max? E se Nathan non accetta?"

Alexandra sbuffò e scosse la testa.

"A Max puoi dire che vai dal dentista, da tua zia, non mi interessa! E non essere fifone, devi almeno provarci. Se Nathan dice di no, il mondo andrà avanti, caro Jackson e tu insieme ad esso."

Alexandra aveva ragione. Ci avrebbe almeno provato.

~♡~

Nathan rise ad una battuta di Julia e mangiò una patatina. La mensa della scuola quel giorno sembrava più affollata del solito, ma fortunatamente erano riusciti a trovare un posto libero.
Nathan guardò Ricky, che stava smessaggiando da quando si erano seduti. Sorrise malizioso e ne richiamò l'attenzione.

"Chi è, il tuo ragazzo?"

Ricky sembrò cadere dalle nuvole e guardò l'amico in modo perplesso, mettendo via il cellulare.
Da quando erano tornati dalle vacanze di Natale, Nathan non aveva ancora avuto l'occasione di parlare con Ricky riguardo Michael.

"Rick, hai un ragazzo? E non mi hai detto niente?!" si intromise Julia, rubando una patatina a Nathan.

Ricky arrossì di colpo e scosse la testa più volte.

"N-No, i-io non ho un-..."

La frase fu interrotta dall'arrivo di Jackson, il quale salutò i tre e sorrise soffermandosi un po' di più su Nathan.

"Posso parlarti un attimo?" chiese il biondo.

"Certo." rispose il moro, senza però alzarsi.

"In privato."

"Oh..."

Julia diede un leggero colpo alla gamba di Nathan, il quale imprecò mentalmente e si alzò, fulminandola con lo sguardo. Julia sorrise e ammiccò, tornando a parlare con Ricky.

Arrivati nell'aula di musica, Jackson chiuse la porta e si guardò intorno, accertandosi che non ci fosse nessuno.

"Che significa? Perché mi hai portato qui?" chiese Nathan, voltandosi a guardarlo.

"È una delle aule che nessuna usa durante la pausa pranzo. Voglio parlarti con tranquillità, senza interruzioni..."

Nathan deglutì ed annuì, sentendo il cuore battergli all'impazzata. Da quando si era dichiarato durante le vacanze di Natale, i due si erano ignorati. Ed ora che Jackson stava davanti a lui e lo guardava con quegli oceani azzurri, il moro lo trovava bellissimo, anche più del solito.

"Ti va di uscire con me, venerdì?"

Nathan rimase leggermente perplesso nel sentire quella domanda e stette in silenzio per un po'.

"Cosa?" chiese, come se non avesse capito.

"Non è un appuntamento, bé, sì, ma... È solo per passare del tempo insieme. Che ne dici?" farfugliò Jackson, preso da una leggera ansia.

Nathan sorrise nel vedere l'altro in difficoltà, era così dolce.

"Va bene, ma spero che il tuo Max non mi uccida." scherzò Nathan.

"M-Max?" chiese Jackson, confuso.

"Il tuo ragazzo."

"Ah sì, certo, Max! No, non è un problema, non è un appuntamento, giusto?" rispose il biondo.

"Giusto..." sospirò Nathan, facendo spallucce.

Jackson sorrise e proprio in quel momento la campanella suonò, annunciando la fine della pausa pranzo.
Il biondo si avvicinò al più piccolo e lo abbracciò. Nathan rimase leggermente spiazzato da quel gesto dolce ed inaspettato. Inspirò il profumo di Jackson e sorrise, per poi staccarsi lentamente.
Il biondo si avviò alla porta, dopo averlo salutato. Nathan avrebbe voluto dirgli che quello, invece, sarebbe stato un appuntamento per lui...

"Jackson?" lo richiamò.

Il biondo si voltò. Nathan guardò in quegli oceani azzurri e si imbambolò per un po': come aveva fatto ad odiare quel ragazzo per tutti quegli anni? E come si era ritrovato a provare qualcosa per lui?

"No, niente..."

Era tardi, doveva farsene una ragione. Forse lo aveva invitato ad uscire con lui per pena, perché si era dichiarato. Jackson non ricambiava i suoi sentimenti, avevano solo avuto un paio di belle scopate.
Si sarebbe goduto l'uscita e avrebbe cercato di viverla momento per momento. Poi sarebbe andato avanti.

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