INASPETTATO
Era accaduto tutto in un istante. Mille voci nelle orecchie, mille occhi su lui, ma tra il sorriso di una sempre allegra Videl e una pacca sulla spalla del poco delicato Yamcha, era stato piuttosto facile intravedere ciocche corvine volare nell'aria trasportate dal vento primaverile. Ad ogni corpo che riusciva a scansare con un saluto educato, ma veloce si avvicinava sempre di più ad un sorriso che era rimasto familiare, nonostante l'eternità trascorsa dall'ultima volta che l'aveva visto e oltre alla marmaglia di persone che quel giorno sembravano decisamente troppe, finalmente riuscì di nuovo a tuffarsi in quell'oceano nero di dolcezza. Prese un bel respiro e si preparò all'immersione:
-"Tanti auguri Trunks"
-"Grazie Goten"
Il loro incontro trasudava la spontaneità di una vita. Goten era sempre il ragazzino dolce e affabile che aveva lasciato in una tenda tre settimane prima, quindi era davvero cosi'... tutto quello che aveva sempre provato, era sempre stato lì. Non era cambiato nulla tra di loro, se non il fatto di aver preso coscienza di quello che davvero li teneva insieme. Ora che anche il suo corpo dava certezze alla sua mente, non aveva più scuse. Al momento giusto gli avrebbe detto tutto.
"Allora quando pensi che potrò iniziare a sfotterti adesso che sei ufficialmente in fase di decomposizione?" Goten tastò il braccio del suo amico come a voler controllare che non cadesse a pezzi, mentre gli faceva un occhiolino ammiccante
-" Hey guarda che questo zombie può farti a pezzi anche adesso se ci tieni proprio" Trunks si mise in posizione da combattimento. Il suo sorriso sghembo accompagnava le gambe divaricate e i pugni pronti a colpire
"Risparmia le forze, nonnino" con un piccolo salto Goten avvolse il suo collo con il braccio destro e con le gambe si avvinghiò alla vita
"Ok ragazzino, propongo di andare a mangiare. Se dobbiamo sfidarci che sia a stomaco pieno almeno!" così dicendo Trunks iniziò a incamminarsi al buffet lasciando che Goten rimanesse aggrappato al suo corpo ancora un po'.
-" Ma guardali qui due; sempre a giocare come fossero ancora due bambini!"
-"Hai proprio ragione Crilin! Mio figlio diventa ogni giorno sempre più come suo padre" esclamò Chichi orgogliosa
-"Puoi dirlo forte! Anche tu Bulma però non puoi lamentarti. Trunks non sembra proprio uno che fa diciotto anni oggi" aggiunse Crilin ridacchiando ingenuamente
"Mmm ti dirò che anche lui sta mostrando lati di Vegeta che prima non vedevo, ma una cosa è sicura: quando Goten è nei paraggi diventa sempre allegro e spensierato"
Bulma e Chichi si scambiarono uno sguardo complice. Erano contente dell'effetto che i loro figli avevano l'uno sull'altro e quel giorno erano insieme per vederne li sviluppi.
La festa stava trascorrendo piacevolmente. Da quando si erano rivisti tutta la tensione accumulata era sparita dal suo stomaco e Goten era semplicemente felice come sempre di stare con il suo migliore amico. Si erano letteralmente ammazzati di cibo mettendo a dura prova il catering che Bulma aveva commissionato. Avevano giocato tutto il tempo a tavola e chiacchierato con gli altri che li avevano assecondati con scherzi stupidi e battute imbarazzanti. Ogni sguardo e ogni risata scambiate con Trunks rendevano sempre più chiaro quanto gli fosse mancato e quanto si sarebbe impegnato perché non si ripetesse mai più una situazione simile. Più lo osservava e più gli sembrava cambiato. Era possibile che fosse ancora più bello di qualche settimana prima? Mostrava ancora più sicurezza e la sua proverbiale gentilezza era sempre più mista ad una vaga arroganza, derivante dal lato Sayan della famiglia. Si sentiva davvero piccolo vicino a lui, ma d'altronde era anche per questo che funzionavano bene insieme, no?
Trunks aveva vinto l'ennesima battaglia della forchetta contro Gohan aggiudicandosi l'unica polpetta che Goku aveva a malincuore lasciato nel piatto, dopo che Chichi l'aveva sgridato accusandolo di rubare tutto il cibo agli invitati. La mangiò con foga e in quel momento di quiete dopo il chiasso che aveva sollevato, avvertì lo sguardo di Goten su di lui. In un secondo si rese conto di quanto fosse vicina la sua mano appoggiata sul tavolo poco distante dalla propria. Era anche consapevole che allargando impercettibilmente le gambe avrebbe raggiunto le sue. Erano tornati vicini come l'ultima sera in tenda. Quando qualche ora prima gli era saltato in spalla era troppo sopraffatto dalla tensione e dall'entusiasmo nel rivederlo, ma ora aveva chiaramente voglia di annullare la distanza tra loro. Voleva stare con lui, ma dove potevano trovare un po' di tempo per loro in mezzo a quella confusione? Trunks cercò la risposta nei suoi occhi e senza accorgersene entrò in una dimensione parallela.
Trunks gli aveva prestato il suo sguardo interrompendo i suoi pensieri, come se li avesse sentiti. Era un modo del tutto nuovo di osservarsi. Era come se volesse comunicargli qualcosa di davvero intenso e profondo. Non ricordava di essersi mai sentito così sopraffatto da lui, o forse sì... Non aveva pensato molto a come si era sentito quella sera. Era stato troppo preso a capire che cosa significasse tutta la loro amicizia e ora era limpido come gli occhi che gli stavano parlando. Certo, aveva molta voglia di dar voce a tutti quei pensieri, ma anche se Trunks non lo sapeva ancora, avrebbero avuto tutto il tempo del mondo perché quella sera Goten non aveva intenzione di andare da nessuna parte.
"Trunks stiamo per iniziare il Bingo. Andresti a prendere i premi che abbiamo preparato?"
La voce di sua madre interruppe quel momento catartico e in un attimo ripiombarono alla realtà. Trunks colse la palla al balzo e si diresse subito dentro casa. Se non fosse stato per sua madre avrebbe finito col baciarlo lì davanti a tutti. Salvato all'ultimo. Se ne sarebbe stato un po' lì dentro per riprendere fiato. Tutto stava andando per il meglio. Doveva solo evitare di rovinarsi con gesti inconsulti. Voleva parlare con Goten e voleva farlo per bene. Dopodiché non importa se l'avrebbe rifiutato, ma voleva avere un'occasione per far tutto giusto e non avere rimorsi. La pazienza era fondamentale. Trunks si sedette contro al muro, godendosi quell'innaturale silenzio che lo riparava dal baccano degli ospiti e dal cervello che sparava diecimila pensieri al secondo. Mezzo sdraiato ad occhi chiusi, sorrise involontariamente pensando ai bei momenti che stava trascorrendo. I sorrisi, le battute, proprio come sempre. Quanto gli era mancato. Era stato malissimo, ma solo ora avvertiva davvero quanto aveva passato e non capiva minimante come avesse fatto a sopportare quel dolore. Si sentiva di nuovo completo.
"Eccoti festeggiato! Ci ho messo poco a trovarti!"
"Jessica, ciao". Trunks balzò in piedi. Aveva completamente scordato di aver invitato anche lei. Seppur non sapendolo gli era stata vicina in quelle terribili settimane e la sua presenza era un'ottima distrazione così aveva pensato che non sarebbe stato male averla alla festa. Questo ovviamente prima che sua madre prendesse l'iniziativa di invitare la famiglia Son. Dopodiché era stato così preso dal rivedere Goten che aveva lasciato perdere tutto il resto
"Non essere così sorpreso dai. So che ti ho detto di avere un impegno in famiglia, ma mi hai invitata, perciò sono passata per un saluto veloce." disse sorridendo compiaciuta di sé stessa
"Oh non ti devi preoccupare. Come vedi la compagnia non mi manca. Come sapevi che ero qui?"
"Tua madre mi ha vista entrare e mi ha detto che eri in casa da qualche parte. Mi sono presa la libertà di venire a cercati. Volevo lasciarti il mio regalo di persona prima di andar via"
Effettivamente Trunks ci stava mettendo troppo. Era sparito da più di dieci minuti, così quando Bulma gli aveva chiesto di andare a controllare Goten non aveva perso tempo. Quello che aveva visto però gli fece pentire di essere così veloce. Aveva sentito la voce di Trunks e un'altra che non riusciva riconoscere. Qualcosa nel suo istinto gli aveva detto di non entrare di straforo, per cui aveva rallentato e stando attento a non far troppo rumore si era lentamente avvicinato alla porta aperta. Una volta sporto un po' più avanti aveva impiegato un attimo per metabolizzare ciò che stava guardando. Una testa di lunghi capelli corvini copriva il volto del suo amico. Per un istante gli sembrò di vederlo barcollare all'indietro, ma le loro labbra non si staccavano. Era come quella sera, solo che c'era qualcun altro al suo posto. Era stato facilmente sostituito, perciò tutto quello che aveva pensato era una bugia? Aveva sprecato tempo a valutare i propri sentimenti senza prendere in considerazione che potesse sbagliarsi su tutta la linea. Era così? Era davvero così... Non poteva credere di aver perso tutto quel tempo e quelle energie e ne aveva persino parlato con suo fratello. Come aveva fatto a sbagliarsi tanto? E chi era quella persona? Era quella che avrebbe preso il suo posto? Stava per essere rimpiazzato o lo era già... Il suo amico, il suo Trunks... Gli mancava l'aria. Non riusciva a dire niente, ma non voleva continuare ad osservare quella scena, sicuro che ormai gli si fosse impressa nella mente e non l'avrebbe più mandata via. Si sentiva soffocare. Ogni volta che provava di incamerare aria allargando i polmoni un nodo alla gola lo ostacolava. All'ennesimo tentativo sentì gli occhi inumidirsi e acqua salata bagnargli le labbra. Stando attendo a non farsi sentire si allontanò e corse nell'unico posto in cui voleva stare quando qualcosa non andava. Si stese sul letto di Trunks e si lasciò andare al pianto.
L'aveva fatto di nuovo. Senza il minimo preavviso l'aveva baciato. Dopo la prima e unica volta in cui era successo, Trunks si era ripromesso di chiarire la situazione, ma la sua compagna non aveva più accennato all'argomento né ci aveva riprovato perciò si era concesso il permesso di accantonare la questione. A quanto pare aveva agito troppo impulsivamente e ancora una volta pagava l'errore di lasciare irrisolte certe questioni. Aveva stabilito ore prima che quella sarebbe stata la serata dei chiarimenti; perché avrebbe dovuto riservare questo diritto solo a lui? Jessica era una buona amica, meritava di sapere come stessero le cose. Il vero problema, in quel momento però, era fermare quanto stava accadendo. Trunks provò delicatamente a scostarsi senza sortire alcun effetto. Doveva tentare di nuovo. Bloccò Jessica afferrandole delicatamente le spalle e si tirò nuovamente indietro, abbastanza da incrociare il suo sguardo, per niente turbato. Jessica lo osservava divertita.
"Io credo che dovremmo parlare" disse, arrossendo violentemente
"Era ora Trunks" rispose una Jessica sempre più solleticata dalla situazione
"Cosa intendi?"
"Ti ho capito, sai. Sei timido e sei rimasto sconvolto la volta scorsa. Ho deciso di darti tempo e aspettare il momento giusto per riprovarci. So che molte ragazze preferiscono che sia l'uomo a prendere l'iniziativa, ma a me piace la tua inesperienza in queste cose. Trovo che sia molto dolce"
Trunks non poteva crederci. Non avrebbe mai pensato nulla del genere. Come le avrebbe spiegato che era completamente fuori strada?
"Beh sì, è vero sono impacciato su certe questioni, ma credo che tu abbia..."
"Trunks non preoccuparti. Ho capito. Ti serve altro tempo. Possiamo fare con calma, davvero" Jessica sfoderò un sorriso incoraggiante che lo fece completamente ammutolire.
"Beh era devo proprio scappare. Mio padre sarà di ritorno a breve e dobbiamo trovarci tutti a casa per accoglierlo dopo tre mesi via da casa"
"Certo"
"Allora a Lunedì"
"Sì"
Trunks era senza parole. Non sapeva davvero come avrebbe risolto la cosa. Sarebbe rimasto così bloccato anche con Goten? Sperava davvero che il coraggio l'avrebbe assistito al momento opportuno. Prese i premi preparati per il Bingo e li portò di corsa in giardino, non senza evitare la ramanzina di sua madre che lo aveva aspettato per più di venti minuti. Spora la voce gracchiante di quel rimprovero cercava con gli occhi Goten che sembrava essere sparito nel nulla. Dove poteva essere finito?
Nel bel mezzo del pianto, tra mille immagini che arrivavano in massa una dopo l'altra, se ne era ricordato. Il giorno del campeggio gli aveva detto di essere uscito con una ragazza. Era stato un giorno così sconvolgente che nelle settimane successive aveva totalmente rimosso quel particolare. Era passato sì e no un mese e mentre lui era stato con se stesso, Trunks evidentemente aveva approfondito. Aveva fatto tutte le considerazioni del caso e preso delle decisioni e ora lui era l'unico ad aver perso qualcosa di insostituibile. Come avrebbe fatto? Come avrebbe anche solo trovato il modo di uscire da quella stanza e comportarsi normalmente? Iniziava appena a capire cosa significasse avere un debole per qualcuno ed era già costretto a rinunciare? Sentiva un'altra ondata di angoscia e lacrime in arrivo. Sarebbe stato su quel letto finché avesse potuto. Il ritorno alla festa in quelle condizioni era da escludere. Certo non aveva pensato che sarebbe stato disturbato tanto presto. Sentì la maniglia della porta scattare. Cos'avrebbe raccontato a Trunks se l'avesse visto così? Non era per niente pronto ad affrontarlo. Prese un bel respiro, si sedette sul letto e si preparò a parlare, quando la porta si spalancò del tutto:
- "Vegeta, che...cosa fai qui?"
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