EXTRA: PROLOGO
C'è stato un tempo in cui non tutto ciò che ci rendeva liberi era sbagliato, un tempo così lontano che l'uomo stenta a ricordare, quando il male e il bene erano una sola cosa.
C'è stato un tempo in cui non tutto era catalogato come bianco e nero, ma era di una bella sfumatura di grigio.
C'è stato un tempo in cui non si aveva paura dei pregiudizi, perchè la mente era capace di ricordare al corpo che il male esiste, il male fa parte di noi, e rinnegarlo sarebbe come rinnegare la nostra natura.
C'è stato un tempo in cui l'istinto prevaleva sulla ragione, in cui la bestia che vive dentro di noi non era considerata maligna. Un tempo in cui c'era ancora concesso di essere quello che siamo: animali.
C'è stato un tempo in cui non c'erano differenze tra buoni e cattivi, un tempo in cui non ci si curava di tenersi fuori dai guai o di frequentare le figure giuste. Erano tutti stabiliti sullo stesso filo.
In un malaugurato giorno, però, qualcuno decise di tagliare quel filo che manteneva il perfetto equilibrio tra luce e buio e molte persone caddero nelle profondità più oscure, come risucchiate da una forza superiore. Lì hanno cominciato a moltiplicarsi, incuranti del cambiamento che stava subendo il mondo e la percezione dell'uomo dell'universo. Strappavano alla luce nuove reclute, promettendo libertà illimitata, ma la verità era che l'oscurità ti appannava la vista e una volta caduto dentro, restavi cieco per l'eternità.
Col tempo, l'uomo ha cominciato a imporsi regole e comandamenti, a stabilire dogmi e religioni, a sperimentare ed allargare le sue conoscenze, ma non decise mai di ristabilire l'equilibrio recondito, quel filo sottile che ci teneva a galla dalla tormenta che ci corrodeva il cuore. Nessuno riuscì mai a ricordare che l'uomo non era fatto per essere buono.
Non siamo altro che atomi, perchè mai dovremmo avere il potere di decidere cosa è giusto e cosa è no?
Nel frattempo la vita nel buio prosperava, l'uomo non riusciva a mantenersi buono per troppo tempo, e in molti facevano la loro caduta nella malvagità. Qui la gente, con le nuove conoscenze, trovò un altro modo per sentirsi libera: la droga. In poco tempo la novità fece breccia anche nei cuori più seriosi e presto ci si ritrovò con in mano un impero di denaro. È così che si diede vita alla malavita. Gli ipocriti che avevano creduto di salvarci spezzando la linea di incontro tra bene e male non avevano fatto altro che dare più potere a quest'ultima, ed incrementare la criminalità dell'universo.
Io ero nata lì, in quel lugubre luogo di terrore ed oscurità, dopo talmente tanti secoli dalla nascita dei tempi che i miei genitori a stento ricordavano che il genere umano era stato creato e che non era sempre esistito. In quel buio ancestrale, ereditato dai distruttori del filo, la mia vita andava avanti. Avevo conosciuto il male e il bene, e avevo preferito mantenermi in una specie di squallido e smunto grigiore.
Mi avevano insegnato a stare ben dritta, a tenere sempre le mani congiunte e il mento alto; a soli 4 anni mi avevano insegnato a tenere ben ferma una pistola tra le mani e a mirare alla testa senza pietà, senza pentimento, senza emozioni. Avevo imparato la storia delle bande malavitose, i loro segreti e le loro regole, sapevo recitare a memoria ogni inno, riconoscere a memoria ogni bandiera e nemico in base ai colori che indossava. Conoscevo i rituali, studiavo ogni notte e giorno e imparavo l'arte, ma sapevo essere letale. Avevo imparato ad uccidere, ad ammaliare e a controllare.
In quella tanto spaventosa oscurità mi avevano insegnato ad essere una principessa del male. Avevano eliminato qualsiasi sentimento riguardasse la parte buona in me.
Quindi benvenuti nella mia vita.
Welcome to the villans' life.
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