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Capitolo 9 - cambiamenti

<Ora basta. Vattene via, mi sono stufato di te e dei tuoi comportamenti da bambina. Non voglio vederti mai più>> tuonò Ryan facendo ammutolire tutto il salotto.

Mi feci piccola piccola. Conoscevo bene la sua reazione e i suoi occhi azzurro ghiaccio si erano inscuriti dalla rabbia. Aveva i pugni chiusi, le nocche un po' bianche e la mascella contratta. Gli si poteva vedere anche una leggere vena gonfia sul collo. La situazione era molto critica : io avevo gli occhi sgranati più dal terrore che dalla sorpresa mentre Tiffany si stava togliendo lo smalto dalle unghie con fare annoiato, come se non avesse sentito urlare Ryan.

<<Non hai sentito? VATTENE ho detto>> ripetè. Il suo sguardo erano puntato sul mio e le lacrime iniziarono a scendermi lentamente. Okay, sapevo che non andavamo d'amore e d'accordo però non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua. Chiusi gli occhi e chinai la testa pronta a girare sui tacchi e a sparire dalla vita di tutti loro. Credevo che andando dall'altra parte del paese mi sarei rifatta una vita, avrei trovato amici sinceri e magari fatto nuove esperienze. Invece il passato ha bussato alla mia porta in attesa di riportarmi nel baratro.

Mi coprii gli occhi con le mani per nascondere il trucco colato e sentii una risata vittoriosa di Tiffany. Aveva vinto lei. Le stronzette vincevano una altra volta. Sono sempre stata debole e l'unica volta che ho deciso di lottare e di non arrendermi subito ho perso. Tutto il salotto era in silenzio, tutti i presenti avevano paura a parlare non volendo peggiorare ulteriolmente la situazione. Evidentemente conoscevano bene 'gli scatti di rabbia' di Ryan e sapevano come comportarsi di conseguenza.

Stavo per fare il mio primo passo della mia umiliante uscita di scena quando una mano si poggiò sulle mie, cercando di farmi una carezza in quella piccola parte di viso scoperto dalle mie mani. Non potevo vedere chi fosse, ma un aroma di vaniglia mi circondò. Mi fece una carezza, poi mi mise una mano sotto il mento cercando di farmi alzare la testa. Quando tirai via le mani, la mia faccia col trucco sbavato non era delle migliori, ma ciò non mi importava perchè trovai due occhi azzurro cielo che mi guardavano dolcemente. Rimasi spiazzata da tutta quella dolcezza, soprattuto dopo avermi detto di andarmene, dopo avermi detto tutto quelle brutte cose. La sua bontà negli occhi era in netto contrasto con il disprezzo nella sua voce. Come poteva essere possibile che una persona riuscisse a provare due emozioni totalmente diverse e opposte allo stesso momento?

<<Non avevi detto che dovevo andare via?>> sussurai io talmente piano che Ryan mi sentì a malapena

<<non te ragazzina>> disse facendomi un piccolo sorriso
<<Tiffany, vattene>> aggiunse con un tono più forte affinchè tutta la gente in salotto potesse sentirlo. Eccolo di nuovo. Sguardo dolce e voce sprezzante. Un contrasto inquietante, ma rassicurante al tempo stesso.

La stronzetta si svegliò improvvisamente dalla sua 'danza mentale della vittoria' e strabuzzò gli occhi. Ovviamente era più che sorpresa perchè si aspettava che il 'suo uomo' cacciasse me dall'appartamento e non lei. Onestamente anche io credevo volesse mandare via ME e non LEI. La sua scelta aveva infatti stupito tutta la sala: certo, non si aspettavano una litigata tra ragazze, ma nemmeno che Ryan, il playboy più ambito della scuola, mandasse via una sua troietta rinunciando così a lei. Incazzata nera, Tiffany prese le sue cose sparse per il salotto e sbuffando, pestando i piedi e borbottando tra sè e sè uscì dall'appartamento sbattendo teatralmente la porta. Cindy, in risposta, borbottò un leggero "ma che cavolo..."

RYAN'S POV
Ma che cazzo mi era preso? Oddio, stavo impazzendo. Alla vista degli occhi tristi di Alis il mio unico pensiero fu quello di farla tornare sorridente e avevo scacciato inconsciamente Tiffany. Lo ammetto, non la avevo mandata via senza volere, anzi era già da un po' di tempo che speravo di lervarmela dai piedi. La mia fama da playboy era molto conosciuta nella NYU e il mio animo da festaiolo non aveva limiti eccetto una sola regola che applicavo a tutte le mie avventure: una notte sola. Solo quello. Tiffany era la classica ragazza con un corpo da urlo che non si voleva accontentare di una sola serata, anzi credeva che la sua prestazione fosse stata talmente tanto soddisfacente che meritasse il secondo round.
Così me la ritrovavo ovunque ed ero spesso costretto a cambiare strada per evitarla, ma quella sera era stato inevitabile non invitarla a casa di Liam perchè mi aveva sopreso mentre ne parlavo con un mio compagno di squadra. Quando però avevo visto i capelli rossi di Alis spuntare dalla porta, ero diventato molto inquieto perchè non volevo che mi vedesse con Tiffany. Ma da quando mi importava il guidizio di Alis? Io la odiavo: mi aveva versato il caffé sulla mia camicia nuova e in più aveva osato contraddirmi davanti ai miei amici. Non è vero, tu non la odi mi suggerì la mia coscienza è stata invece la ragazza che ti ha tenuto testa per la prima volta della tua vita e questa situazione è del tutto nuova per te. Questo era vero : fin dal primo giorno avevo trovato in lei qualcosa di magnetico, non so se fossero i suoi occhi o il suo nasino pieno di lentiggini, ma il suo volto mi aveva colpito a prima vista. Poi appena aveva aperto bocca tutto il mio 'entusiasmo' nei suoi confronti era svanito. Le sue parole erano taglienti come lame di coltelli e sapeva come trovare il tuo punto debole. Però, quando l'avevo vista piangere davanti a me, ero crollato: mi avevo riportato alla mente le innumerevoli volte che mia sorella piangeva quando qualcuno le faceva un dispetto o la faceva soffrire e il mio animo subito si era addolcito. Le sue mani avevano coperto la sua faccia probabilmente per non far notare a tutti che stesse piangendo e che il suo trucco fosse sbavato. Quella sera era stupenda con quella sua gonnellina vaporosa grigia e subito la mia mente tornò alla sera della festa della confraternita. Quando l'avevo vista in mezzo alla folla il mio cuore aveva perso un battito per la sua bellezza mozzafiato. Sapevo che avrei fatto una cazzata, ma le accarezzai il viso. Era talmente tanto vulnerabile in quella situazione che il minimo che potessi fare era conosolarla, farla sorridere di nuovo e vedere i suoi occhi verde foglia contenti ancora una volta. La sera della festa alla confraternita, quando avevo visto Alis che si dimenava e cercava di scacciare Logan da sè, mi ero infuriato: nessuno doveva rovinare la purezza e l'innocenza di quella ragazzina, tantomeno uno stronzo ubriaco. L'atteggiamento da fratello maggiore si era risvegliato improvvisamente in me in quella situazione, forse perchè non avevo mai avuto l'occasione di salvare mia sorella. Senza neanche accorgemene l'avevo riportata a casa e l'avevo sorretta mentre vomitava l'anima. Molte volte mi ero ritrovato a soffrire per la quantità eccessiva di alcool che avevo in corpo e avevo sempre dovuto affrontare il periodo post sbronza da solo, ma non volevo che Alis rimanesse a soffrire per quello schifo senza nessuno che potesse aiutarla. Quando l'alcool ti entra in circolo ti senti un dio, ma quando l'effetto svanisce vorresti solo scomparire dalla faccia della terra pur di non dover passare inferno peggiore del post sbornia. Ritornando con la mente al presente, guardai ancora una volta Alis e le misi un braccio intorno alla vita per consolarla, facendo incazzare ancora di più Tiffany, sebbene non me ne fregasse più niente di quella lì. Quando se ne fu finalmente andata (ovviamente doveva fare una scenata, non poteva uscire dall'appartamento come ogni santo cristiano) tirammo tutti un sospiro di sollievo. Alis si allontanò velocemente da me, forse in imbarazzo per l'intera faccenda e non ebbi più modo di parlare con lei quella sera, anche se molte volte mi ero ritrovato a sorridere mentre la guardavo ridere con i suoi amici. Sapevo anche che dovevo darle una spiegazione per quella mattina, quando me ne ero andato via senza dirle niente. Ma cosa dovevo spiegarle? Che ero andato in panico perchè non avevo mai dormito così bene con una ragazza al fianco? Che il suo profumo mi stordiva tanto da far pazzie? Che avevo voglia di baciare quelle sue bellissime labbra? Che mi piacesse il fatto che mi contraddisse sempre?
Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma una cosa era certa : stavo impazzendo a causa di una matricola testarda di nome Alis.

***
Ehilà!! Volevo scusarmi per il ritardo di questo capitolo, ma ho avuto un piccolo blocco dello scrittore e non sapevo come andare avanti :( so che questo capitolo è un po' inconcludente, ma cercherò di provvedere col prossimo ;)
Buona lettura a tutti voi❤

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