Capitolo 26 - freedom
RYAN'S POV
Stavo con Alis e ciò era la cosa più bella del mondo. Ero felice come non lo ero mai stato. Dire di essere al settimo cielo era un eufemismo. Avete presente quando tutto si mette definitivamente al proprio posto e dentro di te la quiete si impossessa di tutto? Come quando il mare dopo mesi di burrasca e piogge si tranquillizza ed esce finalmente il sole? Io mi sentivo così: totalmente in pace con me stesso. Non vedevo l'ora di raccontare tutto ciò a Liam, era stato lui a darmi una mano, a convincermi di chiedere ad Alis qualcosa di più. Aveva detto che lei non era indifferente a me, anzi, Cindy gli aveva addirittura raccontato che ogni tanto la beccava mentre mi guardava assorta. Ancora non ci credevo che fosse la mia ragazza. Ciò che era partita come una serie di litigi si era poi rivelato una amicizia e infine un qualcosa di più. Non riuscivo proprio a contenere la mia gioia, soprattutto dopo che quella mattina mi aveva detto definitivamente di sì. L'avevo guardata dormire e mi era sembrata un angelo sceso in terra: la perfezione delle sue labbra dischiuse, delle sue palpebre e del suo viso rilassato mi avevano fatto battere forte il cuore. Volevo fosse solo mia tale bellezza: varie volte mi era capitato in passato di ritrovarmi a cercarla senza un motivo preciso, anche solo il fatto di essere vicino a lei mi confortava e mi faceva sentire meglio.
Ora che finalmente era solo mia potevo morire felice.
Dopo aver accompagnato Alis a lezione, mandai un messaggio a Liam per chiedergli di incontrarci nella pausa pranzo per parlare. Le ore passarono velocemente, fortunatamente avevo solo Diritto quella mattina, e mi recai prima di quanto pensassi alla mensa. Mi sedetti ad un tavolo libero, tirai fuori il cellulare e per ammazzare il tempo giocai un po' a Candy Crush fino a quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla che mi fece girare.
<<Ciao Ryan>> disse salutandomi Liam con il nostro tipico gesto (non ve lo spiego perchè è troppo complicato) e sedendosi accanto a me con un vassioio pieno di cibo. Io non avevo preso niente perchè aspettavo che uscisse da lezione Alis per andare da lei a mangiare. Mi spiace dirlo, ma facevo un po' lo scroccone.
<<Io e Alis stiamo insieme>> dissi sputando il rospo
<<Finalmente!! Sono contento per te amico>> mi rispose Liam. Si vedeva che era sincero e lo ringraziai molto. Se non fosse stato per lui, a quest'ora andavo ancora con le puttanelle: diciamo che mi ha rimesso sulla buona strada.
<<Solo>> aggiunse Liam <<stai attento a quello che fai e non far soffrire Alis altrimenti te la dovrai vedere con una Cindy molto incazzata. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio quindi usa la testa amico mio>>. Detto ciò tornò a mangiare il suo pasticcio di patate lasciandomi pensare e riflettere sulle ultime parole da lui dette. Sarei stato bravo, avrei provato ad essere un buon ragazzo.
D'altronde lo avevo promesso anche ad Hailey, lo devo fare anche per lei.
Quanto mi mancava la mia sorellina, era una parte di me andata via troppo presto. Non doveva andare così. A volte la vedevo ancora bussare alla porta della mia vecchia casa, venirmi incontro ed abbracciarmi mentre mi diceva che mi voleva bene e che ero il miglior fratello del mondo. Mi instristii di colpo e asciugai una lacrima prima che Liam potesse vederla.
Avevo bisogno di Alis. Ora. Solo lei poteva farmi tornare di buon umore anche solo con una sua risata.
Mi alzai dal tavolo, salutaii Liam e uscii dalla mensa, dirigendomi invece verso lo stabile da cui sarebbe uscita la mia ragazza da li a qualche minuto. Era strano pronunciare, o anche solo pensare quelle parole: mi facevano venire un brivido lungo la schiena e le contrazioni al basso ventre.
<<Ciao tesoruccio>>
Oh no. Vi prego, tutte tranne lei.
<<Ciao Tiffany>> strinsi i denti. La mia giornata si era appena annuvolata.
<<È da tanto tempo che non ci vediamo>> disse mettendomi una delle sue unghie laccate sulla giacca ad altezza del mio petto e guardandomi con sguardo malizioso. Mi venne voglia di vomitare sebbene non avessi mangiato niente. Mi scansai dal suo tocco e tornai ad osservare la grande porta verde da cui sarebbe uscita Alis.
<<Che c'è tesoruccio? La mancanza di sesso ti ha reso acido? Se vuoi posso migliorare la situazione, anche qui e subito>>
Okay, basta. Ma cosa ha nella testa quella lì? È stupida? Non sa che sono fidanzato? O lo sta facendo apposta per vedere quanto tempo resisto?
Beh, una scappatin...
NO!
Tiffany rientrò nel mio campo visivo e mi mise entrambe le mani sul petto.
<<Tiffany levati. Non sono interessato>> mi stavo agitando, non vedevo l'ora di veder spuntare quei maledettissimi capelli rossi che sarebbero stati la mia salvezza.
Due labbra si posarono sulle mie e spalancai gli occhi dallo stupore: subito spinsi via Tiffany da me, ma incontrai in lontananza degli occhi verdi a me molto famigliari che ci stavano osservando con un misto di odio e di rassegnazione. Spostai di lato Tiffany che perse l'equilibrio sui tacchi alti e cadde a terra, lamentandosi di essersi fatta male e maledicendomi in mille modi possibili, ma a me non importava. L'unica cosa che contava era quella ragazza in mezzo allo spiazzo che aveva gli occhi lucidi.
Con una piccola corsetta raggiunsi Alis, ancora immobile nello stesso punto di poco prima, e le girai la faccia affinchè mi guardasse negli occhi. I suoi erano lucidi, un po' rossi e una lacrima stava minacciando di uscirle. La osservai, mantenendo un contatto visivo il più a lungo possibile, poi la presi in braccio, la feci voltare e girare in aria e la baciai.
Doveva essere chiaro che lei era mia. Solo mia.
La baciai talmente tanto intensamente che dovetti fermarmi se non avessi voluto spogliarla e farla mia in qualsiasi modo in quel posto pubblico. Una volta tornata a terra, Alis mi sorrise e mi abbracciò stretto facendomi sciogliere un poco.
<<Sei solo mia, ragazzina. Non dimenticartelo>> le sussurrai ad un orecchio per tranquillizzarla.
<< E tu? Tu sei solo mio?>>. C'era incertezza nella sua voce e ciò mi fece intenerire: la baciai una altra volta e sulle sue labbra le sussurrai un lieve sì. Sarei stato solo suo.
Le presi la mano e la condussi verso il suo appartamento. In ascesore le baciai lentamente il collo facendole crescere l'eccitazione e quando arrivammo al secondo piano le mie mani tremavano un po' per la fretta di aprire quella maledetta porta del suo appartamento. Quando ci riuscii, la presi in braccio, le sue gambe intorno alla mia vita, e la portai sul divano, dove la feci sdraiare sotto di me. Ai suoi occhi vispi non sfuggiva mai niente e il suo sorriso mi faceva sciogliere tutte le volte. Ripresi a baciarla, questa volta sulla bocca e lei avvolse strette le sue gambine intorno a me, avvicinando i nostri corpi più di quanto non lo fossero già. Mordicchiò il mio labbro inferiore e dischiusi la bocca affinchè potesse entrare con la sua lingua ed accarezzare la mia. Come inizio di una relazione non era niente male, anzi. Le misi una mano sotto alla maglia e le accarezzai il ventre: lei si lamentò contro le mie labbra per le mani fredde, ma continuai imperterrito. La sua pancia era liscissima e non c'era segno di grasso. Mi mise le mani sul petto e continuai a baciarla con passione. Volevo che quel momento non finisse mai. Succhiai sul suo collo fino a lasciare un segno abbastanza visibile: era il mio marchio. Chiunque si fosse avvicinato doveva sapere che lei era mia.
Presi un lembo della sua maglia bordeaux e lo sollevai, tirandogliela via. La osservai e notai che era bellissima: non c'era un'imperfezione nel suo corpo e aveva delle lentiggini sparse qua e là che mi facevano venir voglia di contarle tutte dalla prima all'ultima.
<<Sei bellissima>> sussurrai, lei cercò di coprirsi, ma le presi i polsi e tirai via le braccia dal suo corpo. E fu allora che le notai. Cicatrici, cicatrici ovunque. Sul ventre, sul petto, sulle spalle, sui fianchi e sui polsi. Mi misi dritto, sempre sopra di lei, per poter osservarle bene. Ne ripassai una più grande delle altre con un dito: era sul petto e le partiva dalla clavicola sinistra fino ad arrivare quasi al ferretto centrale del reggiseno. Immaginai ne avesse altre nel resto del corpo e mi chiesi chi avesse potuto farle ciò. Lei girò la testa da una parte e si mise a singhiozzare silenziosamente. Presi il suo mento con due dita e la costrinsi a guardami negli occhi: i suoi erano già rossi e delle strisce bagnate invisibili le solcavano le guance piene di lentiggini.
<<Alis, guardami ti prego>> le dissi attirando la sua attenzione e facendo sì che mi guardasse attentamente in faccia <<Cosa sono queste cicatrici?>>
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Spazio autrice:
Ciao a tutte!! Spero questo capitolo vi sia piaciuto e se si, mi raccomando, mettete una ⭐! Vi ringrazio infinitamente per le 7k visualizzazioni, è un piccolo sogno che si sta avverando.
Cosa succederà secondo voi tra Alis e Ryan? Che cosa sono quelle cicatrici?
I prossimi capitoli saranno pieni di sorprese quindi continuate a seguire la storia!
Baci❤
Aliss🌸
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