Capitolo 25 - dimmi di sì
E se volessi qualcosa di più di una semplice amicizia?
Quelle parole continuavano a vorticarmi nella mente e non riuscivo a pensare ad altro. C'era solo quella frase nei miei pensieri. Ero scioccata: non ero riuscita a replicare, ero rimasta imbambolata a guardarlo mentre se ne andava via. La mia espressione doveva essere unica al mondo perchè era passato un ragazzo che mi aveva guardato con gli occhi spalancati, quasi fossi il diavolo o avessi delle mani al posto degli occhi. Avevo richiuso la porta e come uno zombie mi ero buttata sul divano spiaccicandomi la testa contro dei cuscini. Non riuscivo a far smettere la vocina che continuava a ripetermi quelle parole. Era tremendamente estenuante e odioso. Soffocai un urlo e mi rialzai dal divano: possibile che fossi così tanto agitata per una 'semplice dichiarazione'? Dov'era quella ragazza forte e testarda che affrontava a testa alta le difficoltà?
Se ne è andata con Taylor, e tu lo sai bene
Scacciai la voce insulsa della mia coscienza e mi diressi in cucina dove mi feci del latte caldo nella speranza di calmarmi un po'. Guardai l'orologio e vidi che erano solamente le 10. Nonostante ciò, mi diressi a passo lento verso la mia camera e mi buttai a peso morto sul letto dopo essermi lavata i denti, struccata e 'impigiamata' per bene. Spensi la luce, ma non riuscii a spegnere i pensieri.
Cosa avrei fatto il giorno seguente? Avrei evitato Ryan fino alla morte? Avrei fatto finta che non fosse successo niente? Parliamoci chiaro, ho già fatto finta tante volte che non ci fossimo baciati ma una frase del genere non sarei riuscita a dimenticarla facilmente. Eppure quando ero con lui tutto mi sembrava così semplice, così naturale: non avevo paura di fare o di dire qualcosa che potesse offenderlo. Ovvio, fin da quando l'avevo conosciuto sapevo che non sarebbe stato il mio tipo, lui apparteneva alla categoria dei ragazzi fighi, io a quella delle matricole sfigate, ma non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ritrovata sul letto a pensare assiduamente a lui e ai suoi baci. Perchè, diciamocelo seriamente, baciava benissimo e tutte le volte -non tante, si contano sulle dita di una mano- che mi sorprendeva con uno di essi tutti i miei sensi si risvegliavano. A volte dovevo aggrapparmi a lui per paura di volare via.
Lui ti vuole, non negarlo
Cretinate
E allora perchè ti ha detto quella frase?
Magari era ancora euforico dalla partita
Si come no. E io sono Kyle Jenner
Stupida. Ero seria io. Lui non mi vuole seriamente.
Cretinata!!!
Zittii la mia coscienza ormai stufa di quel dibattito che avveniva nella mia mente e decisi di chiudere una volta per tutte i miei occhi.
E se invece accettassi? Lui daltronde mi piace. Non avrei niente da perdere e Cindy mi dice sempre che ogni tanto mi devo buttare senza pensare alle varie conseguenze.
La mia migliore amica diceva che la mia vita era triste: ero troppo tranquilla, andavo poco alle feste e mi ero rinchiusa pian piano a bozzolo in me stessa. Mi ripeteva sempre che il suo motto era 'osare sempre' e che dovevo provare anche io a fare come lei. Dopo Taylor mi ero fidata sempre meno dei ragazzi intorno a me, arrivando perfino ad evitarli. Cindy aveva ragione: non potevo chiudermi in me stessa solo per una cosa accaduta un anno prima, dovevo dimenticarla e Ryan poteva essere il mio rimedio. Lui mi avrebbe aiutato a dimenticare. Mi alzai di scatto dal letto, mi misi una tuta e, presa la giacca, chiusi la porta dell'appartamento. Corsi giù per le scale e uscii all'aria fredda della notte: erano le 23.00 circa e faceva parecchio freddo. Mi coprii per bene e mi incamminai a passo svelto verso la mia destinazione. Varie volte mi fermai in preda al panico, con la voglia di tornare indietro, di mollare o di non provarci nemmeno.
No. Dovevo essere decisa. Sarei stata decisa.
Senza neanche accorgermene mi ritrovai davanti ad una porta marrone. Bussai 3 volte, forse un po' troppo piano perchè qualcuno all'interno potesse sentirmi. Attesi e quando ormai la speranza era andata a farsi benedire, la porta si aprì rivelando Ryan in pantaloni della tuta e maglietta attillata bianca. Quanto era sexy. Ci guardammo un attimo negli occhi imbambolati come statuette e, prima che il rimorso si facesse strada in me, mi fiondai tra le sue braccia. Le nostre labbra si andarono incontro da sole come se si fossero mancate a vicenda. Mi trascinò nel suo appartamento e mi tolse la giacca, lasciandomi in tuta. Più ci baciavamo più pensavo di aver fatto la scelta giusta: Ryan sarebbe stato il mio nuovo inizio. Lui non disse niente e io neppure, lasciando così spazio solo al rumore dei nostri baci. Mi prese in braccio, io incrociai le gambe dietro la sua schiena e lui mi mise le sue braccia forti sotto al sedere per sostenermi senza mai smettere di baciarmi. Mi portò in camera sua e mi fece stendere, poi si staccò da me con un ultimo dolce bacio e mi guardò negli occhi: sulle sue labbra vidi apparire un sorriso di trionfo e non resistetti a non sorridergli anche io. Poi si lasciò cadere di fianco a me, la sua testa nell'incavo del mio collo dove mi diede un casto bacio. Quando il suo respiro prese un ritmo regolare capii che si era addormentato.
***
Mi girai su un fianco e sentii una mano accarezzarmi i capelli: i miei occhi erano troppo pesanti per aprirsi, volevo minimo rimanere a letto fino alle 10 del giorno dopo. Non avevo proprio la forza di alzarmi. Un dito freddo tracciò un percorso invisibile dal mio labbro inferiore giù fino al collo e cercai con la mano di scacciarlo via sebbene non potessi vederlo. Mi girai sull'altro lato e cercai di mettere la testa sotto il cuscino, ma una forza dall'altra parte mi impediva di farlo. Poi due braccia mi attirarono verso un corpo caldo e mi cinsero sulla vita: il mio sedere entrò in contatto con un erezione mattutina molto pronunciata e i miei occhi si spalancarono. Girai di 180° gradi la testa, come la bambina ne 'L'esorcista' e due occhi azzurri incontrarono i miei. Ryan mi sorrise, mi sussurrò un 'buongiorno' dandomi un bacio sulla guancia e mi fece voltare verso di lui. Quando ci ritrovammo faccia a faccia divenni rossa per l'imbarazzo al ricordo della sera precedente e mi morsi un labbro sovrappensiero. Il suo sguardo subito puntò alle mia bocca facendomi diventare ancora più rossa di quanto non lo fossi già: ormai dovevo essere dello stesso colore dei miei capelli ribelli.
Ci fu un attimo di silenzio prima che le nostre bocche entrassero in contatto per la prima volta in quella giornata. Quando mi staccai con il fiatone e le labbra gonfie, gli feci una domanda che tanto mi affliggeva dal mio risveglio fino a quel momento:
<<Ma quindi stiamo insieme?>> . Sembravo una bambina di 10 anni che scriveva un bigliettino di dichiarazioni al suo compagno di banco in cui gli chiedeva di fare una x sopra il si o il no.
<<Dipende se vuoi che io sia il tuo ragazzo>> la sua voce era sexy e roca, una combinazione molto particolare già di prima mattina. Mi stava facendo davvero quella domanda? Perchè pensava fossi andata a casa sua nel bel mezzo della notte? Per farmi un giro?
Lo zittii con un bacio, approfondito successivamente dalla sua lingua.
Stavamo ufficialmente insieme.
<<Solo>> ansimai dopo il bacio <<non corriamo troppo e ti prego, non fare lo stupido ok?>> annuì serio. Forse capiva quello che intendevo <<ti ricordo che ora hai una ragazza che può essere anche molto gelosa e cattiva verso le galline che ci proveranno con te>> sorrisi in modo talmente spaventoso che Joker mi avrebbe sicuramente chiesto il mio trucco segreto.
<<Certo ragazzina, non ti preoccupare>>. Alzaii gli occhi al cielo: non c'era verso di fargli cambiare quel nomignolo odioso.
Ryan ed io ci preparammo per le lezioni e facemmo colazione tra un bacio e l'altro. Non pensavo potesse essere così dolce: sotto quell'aspetto mi aveva davvero colpito. Quando finimmo, Ryan si propose per accompagnarmi a lezione e, mano nella mano, ci dirigemmo verso l'ala est del campus. Era strano vedere le nostre mani intrecciate, la mia era piccolissima in confronto alla sua, ma nonostante ciò quella stretta infondeva in me calore e fiducia. Giunti davanti alla porta della classe della mia prima lezione, ovvero chimica, mi alzai in punta di piedi e gli diedi un dolce bacio sulle sue labbra che sapevano ancora di caffè. Ryan mi strinse per i fianchi e mi sussurrò all'orecchio un 'ciao piccola'. Entrata nell'aula, individuai immediatamente Cindy e mi diressi verso il banco libero vicino a lei: giunta in prossimità, prima ancora di salutarla le dissi
<<Ho qualcosa da raccontarti>>
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