Capitolo 20 - Thanksgiving
ALIS' POV
1 MESE DOPO
Dopo il nostro appuntamento al ristorante, se così si potesse definire, il nostro rapporto fu strettamente legato all'amicizia: avevamo imparato a stare nella stanza senza litigare o prenderci ingiro anche se ci piaceva molto bisticciare. Sinceramente, adoravo anche quando era dolce con me e faceva tutto il 'carino e coccoloso' come i pinguini di Madagascar; però non lo avrei mai ammesso. Sfortunatamente Ryan era tornato alle sue abituè, ovvero le puttanelle della scuola e in particolare Tiffany, con cui sembrava non staccarsi più. Avevo imparato a farci l'abitudine e a ignorarli per la maggior parte delle volte. Stranamente, però, Ryan e Liam si erano avvicinati molto ed erano diventati migliori amici: d'altra parte Liam si era convinto ad uscire con Cindy e dopo qualche settimana si erano messi insieme. Erano proprio una bella coppia e si vedeva che si piacevano molto a vicenda. Che cosa avevo fatto invece io? Niente. Assolutamente niente. Avevo passato la maggior parte del tempo a studiare, non ero più andata alle feste delle confraternite e partecipavo si e no alle cene da Liam. Ero proprio una noia: ero diventata una ottantenne insopportabile. L'unica cosa a cui non rinunciavo erano le partite di football dei ragazzi: io e Cindy eravamo sempre in prima fila a fare il tifo per loro e, cosa molto strana, Ryan mi aveva chiesto di indossare per lui la sua vecchia maglia, ovvero essere la sua fan numero 1. Io avevo accettato volentieri, facendo compagnia a Cindy che aveva la maglia del suo ragazzo Liam. Ormai le vacanze del Thanksgiving sono alle porte e sfortunatamente non potevo tornare in California perchè i miei genitori erano troppo occupati con il lavoro ed inoltre non volevo tornare nella città dove potevo rivedere il viso di Taylor: non ero ancora pronta per affrontarlo. Mi aspettavo di passare una delle feste piu importanti per la nostra comunità nel mio appartamentino con pop corn e film altamente americani, ma non fu così.
Erano le 5.30 p.m. del 23 novembre (il Thanksgiving cadeva il 24 novembre quell'anno) ed ero sdraiata sul divano a guardare un reality alquanto ignorante, ovvero Ex on the beach. Ultimamente quel programma era diventato uno dei miei preferiti poichè era stupido e non aveva senso, proprio quello che faceva al caso mio. Sentii bussare freneticamente alla porta e mi domandai chi potesse essere visto che Cindy era tornata nel Maryland dalla sua famiglia e Liam era andato con lei. Mi alzai svogliatamente e con un abbigliamento poco consono (tuta larga) andai ad aprire alla porta: mi tirai indietro appena alla vista di Ryan. Che ci faceva lì? Mi squadrò lentamente.
<<Non ti sei cambiata?>> mi disse entrando nell'appartamento spostandomi di lato.
<<Perchè avrei dovuto cambiarmi?>> gli domandai. Era impazzito quel ragazzo?
<<Non dirmi che ti sei scordata>> due occhi accusatori mi fissarono intensamente e andai in panico. Che cosa mi ero dimenticata? Dal mio sguardo, Ryan capì che mi ero scordata e si mise una mano in faccia con fare teatrale.
<<Alis sveglia! Ti avevo promesso che saresti venuta da me per il Thanksgiving>>. Ops, l'avevo completamente rimosso forse perchè non ne avevamo più parlato o forse perchè non pensavo che l'invito fosse ancora valido.
<<Dai dai>> mi disse con fare canzonatorio <<vai a prendere la valigia e buttaci dentro tutto quello che ti può servire per 3 giorni>>. Lo guardai con gli occhi spalancati per capire se fosse serio o meno. E no, non stava scherzando. Mi prese per un braccio e mi portò in camera, mise la valigia sul letto rifatto e iniziò a tirare fuori dall'armadio vestiti presi a caso. Lo aiutai e presi anche dell'intimo senza farmi vedere da lui: non volevo commentasse le mie mutande da nonna. In 15 minuti riuscimmo a fare la mia valigia e Ryan mi fece mettere dei jeans corti, una maglietta nera e una camicia rossa [FOTO NEI MEDIA]. Le mie amatissime vans e un po' di trucco conclusero il tutto. Caricammo la mia valigia sulla sua Mustang nera e partimmo velocemente, con destinazione casa di Ryan. In 30 minuti la mia vita era stata ribaltata drasticamente. Durante il viaggio Ryan mi raccontò un po' dei suoi allenamenti e del fatto che alcuni osservatori lo avessero chiamato a fare dei provini con delle squadre importanti: strano da dire, ma ero fiera di lui. Uscimmo da New York e ci dirigemmo nella campagna circostante: quando ci fermammo davanti ad una villa gigantesta la mia bocca si spalancò dallo stupore.
<<Non sapevo fossi così ricco>> sussurrai. In confronto la mia casa in California era una nocciolina.
<<non siamo ricchi infatti. Questa è la mansione del mio patrigno>>. Lo disse con tale disprezzo che mi fece impensierire.
Mi soffermai con lo sguardo sulla casa: era marrone con delle piastrelle bianche qua e là, due finestre enormi al piano superiore della facciata e un portone. Una scalinata portava allo spiazzo davanti all'ingresso dove si trovava un piccolo portico: più che una casa sembrava una reggia. Non poteii vedere il giardino dietro alla casa, ma immaginai fossero molto vasti. Suonammo il campanello. Strano, avrei pensato che un maggiordomo sarebbe venuto ad aprirci e invece, dovetti ricredermi. La porta si aprì e un bambino sui 12 anni comparve sulla soglia della casa: sorrise timidamente e ci fece accomodare nella grande mansione.
<<Ciao Christopher>> lo salutò Ryan impassivo
<<Ciao>> lo salutai io con un grande sorriso
<<Sono Christopher, il fratellastro di Ryan>> mi disse il bambino allungandomi una mano: era molto magro, con una carnagione chiara, occhi azzurri e capelli biondi.
<<Piacere, io sono Alis, un'amica di tuo fratello>>. Quel bambino mi stava già simpatico. Non so se ve lo avessi già detto ma ho un debole per i bambini, sono così carini!
<<Non è mio fratello>> borbottò Ryan. Gli diedi uno schiaffetto sulla spalla per rimproverarlo. Il bambino ci era rimasto male a quelle parole, sebbene non lo avesse dato a vedere. Appoggiammo le valigie e solo allora ci venne incontro una domestica: era paffutella, con due guance rosee e capelli marroni legati in uno chignon rigido.
Abbracciò Ryan e gli diede un sonoro bacio sulla guancia. Lui le sorrise amorevolmente -finalmente una persona a lui simpatica in quella casa- e ci presentò. Scoprii che si chiamava Wilma ed era stata la tata che aveva fatto da babysitter a Ryan quando aveva più o meno l'età di Christopher. Ci aiutò a portare le nostre cose in due camere vicine dell'ala ovest: proprio così, c'erano due ale in quella mansione. In quella ovest c'erano le stanze per gli ospiti mentre in quella est immaginai ci fossero le stanze private della madre di Ryan e del suo compagno. Ebbi un po' di tempo per riprendermi dal viaggio e sistemarmi in bagno i capelli e il trucco. Qualcuno venne a bussare alla porta della mia stanza: andai ad aprire e mi trovai Ryan davanti. Mi disse solo una cosa:
<<È il momento di incontrare la mia 'famiglia'>>
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SPAZIO AUTRICE:
A grande richiesta ho pubblicato l'aggiornamento!! Grazie a tutti perchè continuate a seguire la storia❤
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