Capitolo 1 - un nuovo inizio
Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno: ero un pò intontita dopo 6h di aereo e non vedevo l'ora di atterrare per potermi sgranchire le gambe. Spensi la musica e scollegai le cuffiette dal mio cellulare, gesto che facevo ormai tutti i giorni con non chalance. Ero seduta di fianco ad un uomo sulla cinquantina, con una lunga barba e un odore di tabacco misto alcool che mi aveva nauseata per tutto il viaggio.
Continuai a chiedermi se avessi fatto la scelta giusta, se avessi fatto bene a lasciare Santa Monica e trasferirmi dall'altra parte del paese per sfuggire dal mio incubo peggiore.
Non essere stupida Alis, hai fatto la scelta giusta
Continuando a ripetermi e ad autoconvincermi di aver fatto la cosa giusta, non mi accorsi neanche che eravamo finalmente atterrati a New York e lo sbarco, il ritiro bagagli e il check out passarono velocissimi. Avevo bisogno di prendere un taxi che mi potesse portare al mio college, il New York University.
-il mio nuovo inizio-
Riuscii a prendere finalmente un taxi dopo 10 minuti di attesa e dopo altri 30 minuti di viaggio mi ritrovai davanti all'ingresso dell' edificio piena di borse, borsine e borsette varie (naturalmente non potevo non viaggiare con almeno 4 valigie! Daltronde sarei stata lì per il resto dell'anno).
Maledicendomi per la quantità industriale di valigie che mi ero portata dietro e pensando già alla fatica immensa nel portarle dentro alla reception, non mi accorsi che qualcuno mi stava picchiettando leggermente sulla spalla...
<< e tu saresti? >> disse una voce femminile, acuta ma non troppo
<< Alis, Alis Smith. Sono nuova qui, sono giusto appena arrivata e mi stavo chiedendo dove dovessi andare per raggiungere la reception >>
<<tesoro si vede che sei nuova. Proprio un pesce fuor d'acqua. Ti ci accompagno io alla reception. Comunque mi chiamo Cindy>>
<<Piacere >> aggiunsi
e solo allora mi soffermai a guardarla meglio da vicino: era bassa, sul 1.60 scarso, capelli ondulati neri lunghi fino alla vita, occhietti azzurri da cerbiatto e un nasino in sù molto carino. Mi sembrava simpatica, quel tipo di ragazza che vorresti avere come migliore amica : pazza ma al punto giusto, spensierata e soprattutto festaiola...
Quanto mi mancano le feste.
Ci avviammo verso la reception dividendoci equamente la mia caterva di valigie e nel mentre le chiesi di parlarmi di lei e della scuola.
Con tono sottile ma deciso mi disse:
<<Vengo da una famiglia di medici del Maryland, mio padre è chirurgo e mia madre è dentista. Ho un fratello più piccolo che si chiama Jonathan e deve fare il 4° anno del liceo. Qui all'università frequento il corso di Economia e Commercio e sono al secondo anno. Te invece? Che mi racconti sul tuo conto? >> chiese ammiccandomi
<<È una storia moooolto lunga, ma ti risparmio la noia e vado dritta al sodo: vengo da Santa Monica, sono figlia di famosi avvocati e non ho fratelli o sorelle. Anche io mi sono iscritta ad Economia e commercio>>
Poi con aria scherzosa mi disse :
<<Bando alle ciance, sei fidanzata? Così so se posso trascinarti a qualche festa interessante>>
<<No, sono single... >>
<<Però uscire un pò non mi farebbe male>> aggiunsi
Questo discorso mi riportò con la mente a qualche anno prima...
Mi balenò nella testa il suo sguardo glaciale ma scottante al tempo stesso, che tanto cercavo di dimenticare.
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