I DON'T KNOW...
«Ceci, guardami» disse Matteo «Ceci» ripeté, posando le mani sulle mie guance e costringendomi ad alzare lo sguardo su di lui.
Non mi ero neanche accorta di aver abbassato gli occhi, ma ora che li avevo puntati in quelli di Matteo mi accorsi che i suoi erano molto dispiaciuti e pieni di tenerezza.
«Non succederà nulla di strano, sarà come una cena con gli amici» disse cercando di rassicurarmi.
Io però non ero ancora convinta.
«Una cena con tutt'intorno fotografi pronti a cogliere ogni minimo sbaglio o lato negativo di te» ribattei infatti.
«Non hai lati negativi, Ceci» mi disse Matteo «Non visibili attraverso una foto per lo meno» si corresse scuotendo leggermente la testa.
Io feci una risatina sarcastica.
«E invece quelle macchine fotografiche saranno lì a notare proprio quello» dissi «Si accorgeranno che non c'entro niente con tutte le altre ragazze e donne che ci saranno lì. Loro sono tutte modelle, con le gambe chilometriche, un corpo perfetto e il loro business di cosmetici già più che famoso» continuai «Io non sono nessuno, Matteo. Arrivo a malapena al metro e sessantacinque, devo finire il liceo e vivo in un appartamento in cui sono costretta a condividere la stanza con mio fratello» aggiunsi «Sarò al centro dell'attenzione, perché non sono abbastanza famosa, o abbastanza grande, o abbastanza bella...» iniziai a elencare in preda al panico.
«Ehi, basta... Cecilia, basta» mi fermò Matteo guardandomi fisso negli occhi.
Io mi bloccai e deglutii.
Che begli occhi che aveva!
«Ok, hai ragione, forse non sei come le altre, e sei un po' giovane rispetto allo standard dei calciatori» ammise annuendo leggermente «Ma chi se ne importa!» esclamò «A me non interessa se non sei famosa, o se non sei tanto alta, o se non hai ancora finito la scuola e hai appena fatto 18 anni!» continuò «E per di più, non mi importa nemmeno che cosa pensano gli altri di te. Per me sei bellissima, la più bella del mondo, e non me ne frega niente di quello che potrebbero dire i fotografi o i tifosi» disse ancora.
Io feci un mezzo sorriso.
Dopo quelle sue parole ero un po' più tranquilla.
Ma Matteo non aveva finito lì.
«Per me sei bellissima anche se non hai addosso i vestiti degli stilisti più famosi. Ti ho trovata mozzafiato anche quella domenica mattina che avevi addosso un paio di pantaloncini e la maglietta da animatrice, quindi non mi importa cosa indossi» ricominciò a dire senza spostare lo sguardo dal mio «Sei bella, Cecilia, così come sei. Non credere mai di non poter reggere il confronto con qualcuno. Soprattutto con le ragazze degli altri calciatori, perché vinci tu 10-0 per quanto sei umile, genuina e umana» concluse scuotendo leggermente la testa.
Io feci un altro sorrisetto e abbassai lo sguardo un po' imbarazzata ma anche commossa.
Nessun ragazzo mi aveva mai detto delle cose così belle, e dette da Matteo suonavano così tanto vere che volevo quasi crederci.
No, non mi aveva convinta al 100%, ma il fatto che lui pensasse tutte quelle cose (ero sicura che le pensasse perché i suoi occhi erano sinceri) mi rincuorò molto.
«Grazie» riuscii a dire in un sussurro, alzando di nuovo gli occhi nei suoi.
Matteo fece un mezzo sorriso, poi si sporse verso di me per lasciarmi un bacio in fronte, scendendo poi lungo il naso per arrivare alle mie labbra. Iniziò a baciarle dolcemente senza togliere le mani dalle mie guance, mentre io portavo una mano sulla sua e una tra i suoi capelli.
Che bella sensazione averlo così vicino!
«Ecco... una cosa» disse a un certo punto Matteo staccandosi «Non mettere un vestitino verde a fiori, perché quello sì che sarebbe fuori luogo e attirerebbe l'attenzione su di te» mi consigliò divertito.
Io invece mi finsi offesa.
«Vuoi dirmi che non ti piaccio vestita così?» gli chiesi, guardando il mio vestitino con il broncio.
«Non ho mai detto questo» rispose Matteo «Anzi, credo che questo vestito ti stia davvero bene» mi sussurrò come se fosse un segreto.
Io tornai a sorridere e gli lasciai un bacio a fior di labbra, prima di sentirlo appoggiare la sua fronte alla mia e sostare un po' in quella posizione.
Era davvero un ragazzo speciale, e da quel giorno ufficialmente potevo dire che era il mio ragazzo!
~~~
«Ci vai! Assolutamente!» esclamò Francesca un paio di giorni dopo, quando le raccontai della proposta di Matteo.
«Abbassa la voce, ci guardano tutti!» la rimproverai io guardandomi intorno in imbarazzo.
Eravamo in un locale, non era il caso di farci sentire da tutti.
«Ho detto a Matteo che ci penserò» dissi poi «Ci sono tante cose da considerare» aggiunsi.
Francesca mi guardò torva.
«Non c'è niente a cui pensare, Ceci!» esclamò «Il tuo ragazzo calciatore ti ha invitata a una cena ufficiale della squadra che ti renderà ufficialmente la sua ragazza, è perfetto!» aggiunse con aria ovvia.
Io invece aggrottai le sopracciglia.
Perché aveva detto che quella cena mi avrebbe resa ufficialmente la sua ragazza?
«Perché dopo averti presentato alle telecamere e ai suoi compagni di squadra non ti lascerà tanto presto» rispose Francesca con aria ovvia «Invitandoti ti ha fatto capire che fa sul serio, dovresti essere lusingata!» aggiunse con lo stesso tono.
«Sì, peccato che mi farà fare brutta figura» ribattei io.
Francesca sbuffò.
«La pianti con questa storia?! Non sfigurerai, perché alle telecamere e ai tifosi piacciono le ragazze genuine e normali» mi rimproverò «La gente sarà contentissima di vedere che un calciatore di serie A si è innamorato di una ragazza comune che vive appena fuori Milano» spiegò alzando le spalle con innocenza.
Io sospirai.
Non aveva tutti i torti, sarei potuta spiccare per la differenza con le altre ragazze che ci sarebbero state quella sera.
Ma volevo davvero farlo?
«Non lo so, Fra. Lo sai che non sono il tipo a cui piace attirare l'attenzione» dissi scuotendo la testa.
Francesca sbuffò di nuovo.
«Beh, sai che c'è? A me non interessa» disse poi alzando le spalle con noncuranza «Dirai di sì a Matteo e io ti aiuterò a trovare l'outfit perfetto» aggiunse con un sorrisetto soddisfatto.
Volevo ribattere, ma lei non mi lasciò il tempo, chiamando il cameriere per ordinare un altro drink.
~~~
No, non ero ancora convintissima di andare a quella cena di squadra con Matteo, ma Francesca era stata chiara e anche abbastanza convincente, quindi non mi restava che dare la notizia al mio ragazzo.
«Davvero?» mi chiese quel mercoledì quando glielo dissi, spalancando gli occhi e facendo un sorriso.
Io annuii.
«Ma ne sei sicura?» mi chiese ancora Matteo guardandomi con sospetto.
«Sì, Matteo, sono sicura» risposi.
Lo sentii sospirare.
Non ero stata convincente.
«Non devi dirmi di sì per forza se non vuoi venire, posso capire il tuo punto di vista» disse con apprensione.
Io sospirai e lo guardai titubante. La sua voce era tranquilla e apprensiva, ma i suoi occhi erano evidentemente delusi da quella mia indecisione. Non potevo dirgli di no, ci sarebbe rimasto solo male.
«Sono convinta, voglio venire» dissi allora, allungando una mano per stringere la sua e facendogli un mezzo sorriso.
Ne fece uno storto anche Matteo.
«Sei fantastica» disse in un sussurro, prima di fiondarsi sulle mie labbra.
Sorrisi anche io, felice di averlo reso felice.
Forse non ero convinta della cosa, ma vedere Matteo sorridere così mi aveva dato un po' di coraggio per affrontare quella fatidica cena.
Quando Matteo si staccò si mise dietro di me facendomi sedere tra le sue gambe, e appoggiandosi sulle braccia mi fece segno di appoggiarsi alla sua pancia. Appena lo feci lo sentii lasciarmi un bacio tra i capelli.
Sì, eravamo ancora al parco, perché avevamo scoperto che era un posto in cui essere soli ma non completamente, e che comunque ci piaceva passare del tempo insieme in mezzo alla natura.
«Comunque...» iniziai a dire a un certo punto «Ti sei accorto che ultimamente mi chiami un sacco "Ceci"?» chiesi a Matteo, girando un po' il viso per guardarlo.
Stava scrutando l'orizzonte, e lo vidi fare un mezzo sorriso e aggrottare le sopracciglia.
«No, non me ne ero accorto» ammise «Credo mi venga spontaneo, perché mi piace avere un soprannome per le persone a cui tengo» disse poi alzando le spalle con innocenza e puntando lo sguardo nel mio.
Io feci un mezzo sorriso.
Era carinissimo quello che aveva appena detto!
«Anche se in realtà "Ceci" lo usano tutti quelli che mi conoscono» dissi però «Potresti trovare qualcosa di più originale» suggerii «Insomma, sono la tua ragazza» aggiunsi con aria ovvia.
Matteo fece una risatina.
«Hai ragione, ora ci penso» disse poi «Però anche tu potresti trovare un nomignolo carino, perché questa storia che mi chiami "Matteo" come i miei genitori non mi fa impazzire» ammise «Insomma, sono il tuo ragazzo» aggiunse imitandomi.
Feci una risatina anche io e poi gli dissi che avrei pensato a un soprannome speciale anche per lui. Però in realtà non me ne venivano in mente molti che si potessero ricavare dal suo nome.
«E se ti chiamassi "Ceciu?"» chiese Matteo a un certo punto.
Io lo guardai stranita.
«"Ceciu"?» chiesi.
«Non ti piace?» mi chiese Matteo.
«Sì... sì mi piace. È particolare ma mi piace» risposi io annuendo.
Ed era vero, mi piaceva davvero.
Detto da lui poi!
«Ti segnerò così anche in rubrica» disse Matteo fiero del suo soprannome.
Io feci una risatina, poi tornai a pensare a un soprannome per lui.
«Immagino che "Teo" lo usino tutti» dissi pensando ad alta voce e cercando una conferma in Matteo.
Lui arricciò il naso facendo oscillare la testa.
«In realtà usano più "Pess"» ammise «Forse mia sorella usa "Teo" ogni tanto» aggiunse pensieroso.
Io arriciai un po' il naso, poi confessai che non trovavo altri soprannomi per lui.
Matteo allora disse che "Teo" andava bene e acconsentì a farsi chiamare così.
Che bello!
Avevamo anche un soprannome ora!
Era tutto così perfetto!
Spazio autrice:
Ciauuuu! 🤍
Grazie mille per le letture e i voti, vi lovvo 🤍❤ comunque tranquilli, gli Europei arrivano, dovete avere solo un po' di pazienza ✨❤🤍
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