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MODEL FOR A DAY

Eh sì, il giorno del mio shooting per Masqmai era arrivato, e no, non ero tranquilla per niente.

Era la prima volta che facevo una cosa del genere, e non avevo la più pallida idea di come si facesse la modella.

Tra l'altro sono sempre stata abbastanza timida, e l'idea di posare per delle macchine fotografiche che avrebbero notato e fermato in uno scatto tutti i miei difetti mi terrorizzava.

«Ma quali difetti, Ceciu?!» mi aveva chiesto Matteo il giorno prima della mia partenza, quando gli avevo espresso tutte le mie perplessità «Hai un viso perfetto, amore mio, e non c'è macchina fotografica che potrebbe trovarti un difetto» aveva aggiunto poi per rincuorarmi.

Io gli avevo fatto un sorriso leggermente scettico.

«Sei mio marito, è abbastanza ovvio che non trovi difetti sul mio volto» gli feci notare.

Matteo mi guardò male.

«Non ho mai trovato difetti sul tuo viso, Ceciu. L'ho sempre trovato perfettamente perfetto» mi smentì poi «E se la moglie di Morata ti ha chiesto di posare per il suo brand di prodotti per il viso ci sarà un motivo no?» mi chiese poi con aria ovvia, per farmi ragionare.

Io sospirai.

Forse aveva ragione, ma non cambiava il fatto che io ero più in ansia che mai per quello che dovevo andare a fare.

Ma ormai non potevo tirarmi indietro, soprattutto non una volta imboccata l'uscita per Torino.

Sì, Ginevra mi mancava già tantissimo, perché era già la seconda volta che pensavo a quello che avrei fatto con lei in quel momento, e che invece non stavo facendo.

Mi sentivo così in colpa per essere partita!

Mi sentivo così in colpa per non essere rimasta a casa con la mia bambina!

Mi sentivo così in colpa per averla lasciata completamente sulle spalle di Matteo, che probabilmente si sarebbe trovato in difficoltà a prendersi cura di una bambina per due giorni interi!

Non che credessi che Matteo non fosse un bravo papà, anzi, e sapevo che se la sarebbe cavata benissimo e che si sarebbero divertiti un sacco insieme. Però sapevo per esperienza che prendersi cura di una bambina nata da poco non è facile, soprattutto con tutte le esigenze che ha.

Ma ripeto, ormai era fatta, e ormai ero diretta a casa di Loca e Thessa, dove avrei alloggiato per quelle due notti.

Sì, i miei amici si erano offerti di ospitarmi a casa loro, cosa per cui gli ero molto grata, perché almeno non sarei stata da sola a pranzo, cena o qualsiasi altro momento della giornata, e non avrei pensato troppo alla nostalgia di casa.

Ma in realtà già a quel primo pranzo a Torino non sarei stata da sola, perché ovviamente Benni e Thessa, sapendo che ero lì, mi avevano invitate nel loro ristorante preferito per mangiare insieme, prima che dovessi presentarmi dove avevo appuntamento con Alice.

«Pronta a diventare la modella più bella che Masqmai abbia mai avuto?» mi chiese Benni con un sorriso smagliante.

Sorrisi anche io, con una punta di scetticismo però.

«Non sarò mai la modella più bella di Masqmai» dissi scuotendo la testa «Soprattutto perché non ho la minima idea di come si posi per uno shooting fotografico» ammisi, spalancando gli occhi spaventata.

Thessa e Benedetta fecero una risatina alla vista della mia faccia.

«Non è difficile, basta fare quello che ti dicono di fare» mi disse poi Benni alzando le spalle con innocenza.

«Tra l'altro stai andando a posare per il brand di prodotti di Alice, che fa cose molto naturali e a cui piacciono le modelle spontanee. Ti basterà essere te stessa» aggiunse Thessa.

Io sospirai, non ancora del tutto tranquilla, anche se sapevo che quello che aveva appena detto Thessa era vero.

Seguivo il brand di prodotti di Alice da praticamente sempre, desiderosa un giorno di comprarne qualcuno, e avevo notato che tutte le pubblicità erano fatte da ragazze ovviamente bellissime, ma anche molto semplici nella loro bellezza, e sempre molto molto naturali.

Ma io?

Sarei riuscita a essere naturale davanti a una macchina fotografica?

Non avevo mai fatto una cosa del genere, quindi ero sicura che sarei andata in panico!

Temevo di combinare un disastro.

~~~

«Eccoti!» esclamò quel pomeriggio Alice, quando mi vide entrare nello studio fotografico di Masqmai, dove fotografi, addetti alle luci e truccatori si stavano già adoperando per sistemare il set.

Io le feci un sorriso, che evidentemente risultò molto nervoso.

Infatti Alice mi guardò con le sopracciglia aggrottate e un sorrisetto pietoso.

«Sei in ansia?» mi chiese con il suo forte accento spagnolo.

«Si vede tanto?» chiesi io in risposta arricciando il naso.

Alice fece una risatina annuendo.

«Ma stai tranquilla, non è niente di difficile» mi rassicurò poi «Ora ti trucchiamo e pettiniamo, così hai tempo di rilassarti e ambientarti» iniziò a dire «Poi, appena sei pronta, dovrai solo fare quello che ti diciamo noi, con la massima spontaneità» continuò «Ti abbiamo scelta perché sei una bellezza genuina, e vogliamo che, nonostante il trucco, questo si veda anche dalle foto che faremo» concluse con un sorriso.

A questo punto ne feci uno tranquillo anche io, prima di farmi condurre alla zona trucco e parrucco, dove mi feci coccolare dalle mani di truccatrici e parrucchiere, sentendo finalmente i miei nervi rilassarsi.

Mi era sempre piaciuto farmi truccare e pettinare, soprattutto da mani esperte, quindi in quel momento quello era il paradiso per me.

«Intanto che ti truccano ti spiego il programma» mi disse a un certo punto Alice, sedendosi sulla sedia accanto a me con in mano un foglio «Oggi iniziamo con i make«up più soft» iniziò a spiegare poi «Vorremmo farti delle foto per sponsorizzare in generale i nostri prodotti, soprattutto quelli per occhi e labbra. Iniziamo con dei toni molto neutri, che piano piano andranno a intensificarsi» continuò «Oggi cambierai trucco tre volte, il resto invece lo facciamo domani» disse ancora.

Vi ho detto che sarei stata via due giorni, perché gli shooting programmati erano due, in due pomeriggi diversi.

«Abbiamo differenziato il trucco più intenso da quello più naturale. Più che altro per questioni pratiche» ricominciò Alice «Domani tra l'altro ti facciamo provare due rossetti nuovi in uscita a breve, che quindi sarai la prima a sponsorizzare» continuò.

«Che onore» dissi io facendo un sorriso.

Sorrise anche Alice.

«Sono due colori intensi, uno fucsia e l'altro rosso, entrambi matt, e abbiamo pensato di richiamare questi colori anche con il trucco degli occhi» mi spiegò poi.

Wow!

Era tutto così professionale!

«Non vedo l'ora di vedere come verranno le foto!» esclamò Alice in conclusione, facendo un sorriso entusiasta.

Io feci una risatina.

Che carina che era!

Mentre finivano di truccarmi poi, mi arrivò una notifica di tag nelle storie di Alice, in cui c'era un video fatto da uno dei suoi collaboratori mentre Alice mi faceva un sorriso e un occhiolino per rassicurarmi, e che io avevo ricambiato.

Sorrisi anche nel vedere quella storia, prima di ripostarla e approfittare del mio cellulare per farmi un altro video da mettere nelle storie di instagram, taggando sia Masqmai che Alice.

«Ok, possiamo iniziare» disse in quel momento il fotografo, facendomi poi segno di mettermi di fronte a lui, sui teloni bianchi disposti apposta per scattare «Fai come se non ci fossimo. Vedrai il flash e sentirai il suono dello scatto, ma non farti condizionare» mi suggerì poi «Se ti aiuta, pensa che ci sia qui tuo marito o una tua amica a scattarti foto» mi consigliò.

Io presi un bel respiro, prima che mi si figurasse in testa l'immagine di Matteo che mi scattava fotografie con il suo sorrisetto tenerissimo.

Scappò un sorriso anche a me.

«Credo di aver detto la cosa giusta» disse il fotografo divertito.

Sia io che Alice facemmo una risatina, prima che lei esclamasse «Ah! L'amore!» facendomi ridere di nuovo.

~~~

Sì, ammetto di aver avuto un po' di difficoltà all'inizio, perché facevo fatica a non pensare che quelle foto non me le stava facendo Matteo o una mia amica ma un vero e proprio brand di cosmetici.

Sta di fatto che però, dopo alcuni scatti, mi accorsi che davvero avevano solo bisogno di spontaneità, e quindi mi lasciai andare, facendo finalmente uscire la vera me e cercando di godermi al massimo quell'esperienza.

Mi piacque talmente tanto che quei due giorni passarono alla velocità della luce, tra un «Guarda in camera» e un «Muovi i capelli«, tra un «Chiudi gli occhi» e un «Guarda giù«, tra un «Guarda la luce» e un «Sorridi un po'«, e tra un cambio di trucco e l'altro.

Quando fu ora di andare via quasi non volevo, perché in quei due pomeriggi ero entrata in un mondo parallelo, creando un bolla in cui sentirmi veramente qualcuno, e non avevo voglia di scoppiarla.

Ma era ora di tornare alla realtà, ed era ora di tornare a essere una mamma e una moglie.

Salita in macchina per tornare a Monza mi accorsi di quanto effettivamente mi mancassero Matteo e Ginevra, e di quanto fossi felice di tornare finalmente a casa da loro.

«Amori miei, sono a casa!» esclamai infatti una volta aperta la porta di casa.

Guardandomi intorno però non vidi nessuno, fino a quando sentii delle zampette correre verso di me, mentre Simba e Nala apparivano dalla cucina e mi correvano incontro.

Sorrisi, accovacciandomi poi per un po' di carezze, sempre però senza smettere di chiedermi dove fossero Matteo e Ginevra.

«Teo? Siete a casa?» chiesi a nessuno in particolare visto che davanti a me avevo solo il mio salotto vuoto.

«Buh!» esclamò in quel momento la voce di mio marito, mentre appariva da dietro il divano con in braccio Ginevra e un sorriso smagliante in volto.

Sorrisi anche io, scoppiando poi a ridere, prima di raggiungerli e stringermi a loro con tutto l'amore che provavo.

Quanto mi erano mancati!

Quelle due paia di occhioni luminosissimi color cioccolato che mi guardavano, e quei sorrisi tenerissimi che si assomigliavano così tanto mi rendevano le giornate mille volte più luminose, e dopo 48 ore che non li vedevo sembravano ancora più belli del solito.

«Ciao, amore della mia vita» mi sussurrò Matteo con un sorriso.

Sorrisi anche io, prima di sporgermi a lasciargli un bacio.

Poi presi Ginevra dalle sue braccia e la strinsi a me, sentendola appoggiare la testa alla mia spalla.

Che bello quando mi abbracciava così!

La strinsi un po' di più a me, appoggiando delicatamente la mia testa alla sua, prima che lei si rialzasse per guardarmi e farmi un sorrisone.

Le sorrisi anche io, prima di lasciarle un bacio in fronte.

Quanto era bella!

«Come è andata?» mi chiese Matteo mentre prendeva la mia borsa e la appendeva all'attaccapanni, per poi seguirmi in camera nostra, dove avevo deciso di andare con Ginevra ancora in braccio, per mettermi dei vestiti più comodi e farle finalmente un po' di coccole «No aspetta, cosa te lo chiedo a fare?» chiese poi retoricamente «Ti brillano talmente tanto gli occhi che so già la risposta» aggiunse divertito.

Feci una risatina anche io.

Che bello che i miei occhi esprimessero quanto mi era piaciuta quell'esperienza!

E vi assicuro che mi era piaciuto davvero davvero tanto.

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