ANOTHER YEAR WITH YOU
«Ho un'idea per questo capodanno» mi disse qualche giorno prima di Natale Matteo, appena uscì dalla doccia.
Aveva ancora il petto e i capelli bagnati, e l'unica cosa che indossava era un asciugamano intorno alla vita. Insomma, bellissima visuale, ma... non poteva aspettare ancora un attimo a dirmi i suoi piani per Capodanno?
«No, assolutamente no» rispose Matteo quando glielo chiesi, scuotendo la testa «L'idea mi è venuta ora, quindi te la dico ora prima di dimenticarla» aggiunse.
«Cosa sei? Un pesce rosso?» gli chiesi io divertita.
Matteo mi fece la linguaccia stizzito.
«Va beh, sentiamo a cosa hai pensato» mi arresi poi io, alzandomi dal divano «Però intanto vestiti, se no prendi freddo e a Capodanno non facciamo proprio nulla» dissi, prendendolo per le spalle e spingendolo in camera.
«Va bene, mamma» disse lui facendo la voce da bimbo.
Io scoppiai a ridere, poi mi sedetti sul letto mentre Matteo apriva l'armadio.
«Che ne dici di Roma?» mi chiese mentre, dopo essersi messo le mutande, si infilava un paio di pantaloni della tuta, girandosi poi verso di me.
«Roma?» chiesi io aggrottando le sopracciglia.
«Sì» rispose Matteo annuendo «Ci siamo già stati entrambi, lo so, ma mai insieme, e io in realtà non l'ho mai visitata per bene» mi spiegò sedendosi accanto a me.
Io lo guardai con un mezzo sorrisetto.
Mi piaceva come idea, molto.
«E saremmo solo noi due?» gli chiesi.
Matteo arricciò leggermente il naso.
«Ci sarebbero Fede e Loca che mi hanno chiesto se sappiamo cosa fare» rispose.
«Va bene, lo sai che non c'è nessun problema a passare il Capodanno con loro» gli dissi alzando le spalle con innocenza.
«Lo so, ma capisco anche io che sarebbe bello passare un po' di feste da soli» disse Matteo.
Io lo guardai sospirando, in cerca di una soluzione.
«Facciamo così...» iniziai a dire dopo un po' «Noi il 27 partiamo, così abbiamo tre giorni tutti per noi, che dedichiamo a vedere tutto quello che vuoi vedere. A Fede e Loca diciamo di raggiungerci il 30» proposi.
Matteo mi guardò con un sorrisetto storto che si allargò sempre di più.
«Mi piace» disse «Sei un genio, amore mio» aggiunse, prendendomi il volto tra le mani e iniziando a riempirlo di baci.
Io scoppiai a ridere.
Ma quanto era bello quando era felice?
~~~
«Da dove iniziamo, guida turistica del mio cuore?»
Questo mi chiese Matteo il pomeriggio del 27 dicembre, quando arrivammo a Roma.
«Io ho una certa fame, quindi inizierei con l'andare a mangiare una buona carbonara che non guasta mai» risposi io, arriciando leggermente il naso con aria divertita.
Matteo fece una risatina.
«Va bene, golosona, a questo penso io» mi disse prendendomi per mano e iniziando a camminare «Conosco un posto che fa la carbonara migliore che io abbia mai mangiato» mi informò «E tra l'altro e praticamente accanto alla Villa Borghese, quindi che ne dici se poi iniziamo da quella?» mi propose poi.
«Agli ordini, capo» risposi io ridendo, lasciandomi poi guidare da Matteo nella trattoria di cui aveva parlato.
È vero, la carbonara lì è davvero davvero buona, quindi, detto questo, credo sia inutile specificare che tornammo a mangiare lì anche due sere dopo e quando arrivarono i nostri amici.
Comunque, sì, dopo esserci riempiti per bene la pancia io e Matteo visitammo la Villa Borghese e i suoi giardini.
Per fortuna non faceva freddo, nonostante fosse fine dicembre, quindi riuscimmo a goderci lo splendore della natura e del lavoro dell'uomo che si mescolano in quella meraviglia del passato.
«Non trovi sia un set perfetto per delle foto?» mi chiese Matteo quando arrivammo in un piccolo spiazzo del giardino, ovviamente circondato da piante e decorato da una fontana.
Io lo guardai stranita.
«Sicuro di stare bene?» chiesi «Di solito ti scoccia fare foto con me» dissi con aria ovvia.
Matteo fece una risatina.
«Qui è davvero bello, però» si giustificò lui alzando le spalle con innocenza.
«Quindi è questo l'unico motivo per cui vuoi fare una foto? Perché siamo in un bel posto?» gli chiesi alzando le sopracciglia.
Matteo sospirò.
«No, Ceciu. Dai non fare la permalosa!» rispose, lamentandosi poi.
Sospirai anche io.
«Muoviti prima che cambi idea» gli dissi incitandolo a mettersi in posa, mentre mi facevo scappare un sorrisetto.
Sorrise anche Matteo, poi mise il cellulare su una panchina, in modo da inquadrare sia noi che quello che avevamo intorno.
«Le posto io però, non rubarmi l'idea» mi ammonì poi, mentre riguardavamo le foto.
Io alzai le mani in segno di resa, poi lo ripresi per mano e rimonciai a camminare in quel posto meraviglioso.
Quella stessa sera poi, quando Matteo postò la foto nelle storie di instagram, io la ripostai senza esitazione, felice più che mai di essere in una città bella come Roma con l'amore della mia vita.
~~~
«Pronti per l'ennesimo Capodanno insieme?!» chiese Benni la sera del 31 dicembre, quando fummo seduti nel ristorante prenotato da Thessa per passare la sera dell'ultimo dell'anno.
«Mai stata più pronta, amica!» esclamai io facendo un sorriso a trentadue denti.
Il Capodanno con Loca, Thessa, Benni e Fede era sempre stato meraviglioso, quindi non vedevo l'ora di vivere anche quello!
«Quanti anni è che festeggiamo insieme?» chiese Loca aggrottando le sopracciglia, cercando evidentemente di fare un veloce calcolo.
«Questo è il quarto anno» rispose Fede.
«Giusto, il primo anno siamo andati alla SPA, poi in montagna, poi a Parigi... sì, è il quarto anno» confermò Thessa annuendo.
«Quattro anni sono tanti» notò Matteo.
«Se conti che ci conosciamo da quasi cinque, e che da quella prima cena abbiamo iniziato a vederci come minimo due volte al mese, direi che abbiamo passato insieme un sacco di ore» notò anche Benni, annuendo.
Io intanto sorrisi.
Che bello pensare di avere degli amici di cui non mi stancavo mai!
«Beh, noi in realtà ci conosciamo da molto più tempo. Considerando che giocavamo insieme nell'Under 21, e io e il Pess dai tempi del Milan, ci conosciamo da come minimo... 10 anni» disse Loca, riferendosi ovviamente a se stesso, Matteo e Fede.
Io spalancai gli occhi.
Wow!
10 anni sono tantissimi!
Ma pensandoci, quel legame così indistruttibile che c'era tra loro tre poteva solo essere frutto di un'amicizia durata anni.
«Però prima non festeggiavate Capodanno insieme» supposi io.
I ragazzi scossero la testa.
«No, siete state voi tre a unirci così tanto» confermò Fede guardando noi ragazze con un sorrisetto.
Sorridemmo anche noi.
Era bello pensare di aver contribuito a rendere il legame tra di loro ancora più forte di quanto già non fosse.
«Quindi quella cena in cui ci avete fatto conoscere è stata fondamentale» disse Thessa con un sorriso.
I ragazzi annuirono di nuovo.
«Di chi è stata l'idea?» chiese Benni curiosa.
«Ovviamente mia» risposero Matteo e Loca all'unisono.
Si guardarono con gli occhi spalancati, mentre Fede non tratteneva una risatina, scuotendo anche la testa.
«Ti piace darmi fastidio vero?» chiese Matteo a Loca, alzando un sopracciglio.
«Perspicace, Pess!» esclamò Loca, nello stesso momento in cui Thessa chiedeva «Da cosa lo hai capito?» in tono ironico.
Facemmo tutti una risatina.
«Va beh, comunque, purtroppo devo ammettere che l'idea è stata del Pess» ammise poi Loca, facendo oscillare la testa, non senza un po' di difficoltà.
Facemmo di nuovo una risatina, mentre Matteo assumeva un'aria fiera.
«Allora dobbiamo ringraziarti tutti quanti, Matteo. Hai creato un'amicizia indistruttibile grazie a quella cena» disse Benni sorridendo.
«Sì, e ci hai fatto trovare delle amiche straordinarie» aggiunse Thessa, passando lo sguardo da me a Benni con un sorrisetto complice.
Sorridemmo anche noi, poi io feci l'occhiolino alle mie amiche.
Ero davvero felice di averle conosciute.
«Credo che in qualsiasi caso quella che lo deve ringraziare di più sia Cecilia» disse Fede.
Noi lo guardammo con le sopracciglia aggrottate.
In che senso?
«Il Pess è stato onesto quando ci ha proposto la cena. Ha detto che sì, voleva rivederci prima di riunirci con la Nazionale, ma ha anche confessato che voleva che le nostre ragazze conoscessero Cecilia, così che si sarebbe fatta delle nuove amiche» spiegò allora Fede, guardando poi Matteo in cerca di conferma.
Ormai tra l'altro avevamo tutti gli occhi puntati su Matteo, e lo stavamo guardando con un misto tra incredulità e ammirazione.
«Perché volevi che mi facessi delle nuove amiche?» gli chiesi però io, leggermente confusa.
Matteo puntò lo sguardo su di me.
«Perché odiavo vederti nervosa prima di ogni cena di squadra, che fosse con la Nazionale o con il club, quindi ho pensato di farti conoscere loro, che sapevo essere due brave ragazze, per farti stare più tranquilla» mi spiegò Matteo, alzando le spalle con innocenza.
Io lo guardai sorpresa e con lo stomaco in subbuglio a causa delle farfalle.
Ma che cosa carina!
Non avevo la minima idea che avesse organizzato quella cena per quel motivo, e averlo scoperto mi aveva fatta innamorare ancora di più di Matteo se possibile.
«Sei... io... ti amo da morire» dissi quasi senza fiato, con gli occhi incastrati in quelli color cioccolato del mio Matteo.
Il suo viso si illuminò in un sorriso, prima che si sporgesse per lasciarmi un bacio a fior di labbra.
«Se non foste così dannatamente carini fareste venire le carie ai denti» disse Loca scuotendo la testa quasi indignato.
Scoppiammo tutti a ridere.
Quanto era stupido!
Comunque, oltre a fare del cibo buonissimo, il ristorante era anche un bel posto per farsi foto. Infatti noi ragazze ci commissionammo foto a vicenda, da sole o con i nostri ragazzi. Poverini, loro dopo la seconda foto si erano un po' stancati, ma poco importa, perché finché noi non eravamo soddisfatte sarebbero rimasti a fare foto su foto.
«Pessagalli! State un po' fermi per favore? Sto cercando di fare delle foto qui!» ci rimproverò Thessa, mentre scattava delle foto a me e Matteo.
«Lui fa lo stupido!» mi giustificai io, guardando male Matteo.
«E dai, Ceciu! Sono stanco di fare foto!» si lamentò Matteo.
«Se continui a fare lo stupido non avrò mai foto belle quindi ne faremo all'infinito» gli feci notare io con aria ovvia.
Matteo sbuffò, poi mi fece il verso, facendomi ridere.
Era fastidioso quando faceva così, ma i suoi occhi mi scioglievano sempre.
Sempre!
Comunque, nonostante la difficoltà di fare foto, riuscii a postarne quattro nelle storie di instagram, costretta però a scrivere una caption ironica, perché Matteo se la meritava dopo quella sera.
«Stai sempre a lamentarti tu, vero?» mi chiese Matteo con aria divertita, dopo aver visto la mia storia.
Io feci una risatina.
«Ma tu mi ami così. Vero, orsacchiotto bellissimo?» gli chiesi io con aria tenera e facendogli gli occhi dolci.
Matteo fece una risatina.
«Purtroppo sì» confermò annuendo e fingendosi dispiaciuto.
Poi scoppiò a ridere con me, prima di sporgersi per un bacio.
«Un altro anno insieme, amore mio» gli sussurrai io con un sorriso.
«Un altro anno insieme» confermò Matteo, strofinando il suo naso con il mio in un gesto tenero «Ti amo, Ceciu» aggiunse.
Io sorrisi.
Anche io lo amavo.
Lo amavo alla follia.
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