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PROBLEMS

Forse sembrerò paranoica, e forse lo sono, ma non fu facile dimenticarsi di quello che era successo e che avevo scoperto quella fatidica sera d'inizio febbraio. E tra l'altro, non solo per le pare che mi facevo da sola, la cosa mi avrebbe perseguitata per più tempo di quanto mi potessi immaginare.

«Basta pensare a quella Marta, non ti fa bene e non fa bene alla tua relazione» mi disse una sera Thessa scuotendo la testa.

Eravamo fuori solo io e lei a bere qualcosa, e lei, da vera amica, si era accorta che qualcosa in me non andava.

Avevo raccontato a lei e a Benedetta dell'episodio con Marta il giorno dopo che era successo, quando eravamo uscite a pranzo insieme, e subito entrambe mi avevano detto di non farmi troppe paranoie per non rovinarmi le giornate. Ma io ovviamente non ero riuscita a seguire il loro consiglio, e Thessa se ne era accorta con un solo sguardo.

Io sospirai e la guardai colpevole.

«Ti assicuro che vorrei smettere di pensarci, ma non ci riesco» ammisi «Ho in mente le parole di quella sera e il modo in cui Marta guardava Matteo e non riesco a togliermeli dalla testa» spiegai scuotendo la testa.

Thessa sospirò.

«Capisco ci possa essere un po' di gelosia, anche io la provo ogni tanto quando delle ragazze chiedono foto a Manuel, ma non così tanta da portartela dietro per giorni, Ceci» disse leggermente preoccupata.

«Questa non è solo una fan, Thess, è una ragazza che conosce Matteo da più tempo di me e che ha avuto qualcosa con lui» dissi io «Lo so che Matteo ha giurato e spergiurato che non è stato nulla di che e che ha detto che è stato lui a chiudere la cosa, ma per un momento della sua vita ha provato attrazione per lei» aggiunsi con aria ovvia.

«Ora però non prova più niente, tutto quello che sente è nei tuoi confronti» mi fece notare Thessa.

Io sospirai.

«Lo so... lo so» dissi io «Ma l'idea che quell'attrazione che provava possa tornare mi tormenta» ammisi.

Thessa mi guardò con apprensione.

«Non succederà. Matteo ama te e solo te...» iniziò a dire «...e ricordati che ti ha detto un sacco di volte che sei abbastanza per lui anche se tu ti sottovaluti» continuò vedendo che la stavo per interrompere.

Io a quel punto chiusi la bocca e sospirai. Forse Thessa aveva ragione, anzi, aveva sicuramente ragione. Non era il caso di stare così male per una paura infondata. Matteo mi era fedele e mi amava, come diceva sempre lui e come sapevano anche i nostri amici.

«Cambiamo argomento?» chiesi a Thessa arricciando il naso.

Lei fece un sorriso e annuì, iniziando poi a parlare di uno dei tanti gossip che conosceva lei.

Che bello avere un'amica disposta a distrarmi con la prima stupidata che le veniva in mente!

~~~

Sì, essendo metà febbraio faceva abbastanza freddo, ma a me e Matteo piaceva passeggiare per Monza fino a gelarci le ossa, per poi chiuderci in casa sotto una coperta a bere una tisana calda.

Quel pomeriggio stavamo facendo proprio quello, camminando per Monza mano nella mano, così, per prendere un po' di aria fresca, e a un certo punto avevamo deciso di sederci sugli scalini di un edificio per rilassarci un attimo.

«Potrebbe venirci il cagotto, però va bene, riposiamoci» avevo detto io ironica prima di sedermi.

Matteo mi guardò stranito prima di scoppiare a ridere contagiando anche me.

Una volta seduti poi, aveva tirato fuori il cellulare, che iniziò a vibrare senza sosta.

«Chi è che ti scrive così tanto?» chiesi con noncuranza.

Ero sicura che avrebbe risposto che erano Loca e Fede o Ricky, ma non lo fece.

«Marta» disse invece.

Io mi irrigidii di colpo e lo guardai con gli occhi spalancati.

Era serio?

«Stai scherzando spero» dissi.

Matteo si girò verso di me e scosse la testa.

«Perché dovrei?» mi chiese poi.

Io alzai le sopracciglia.

Me lo stava chiedendo davvero?

«Perché... perché è una ragazza!» risposi io con aria ovvia.

Anche Matteo alzò le sopracciglia.

«Come sei perspicace, Ceciu» disse ironico facendo una risatina.

«Io non sto ridendo, Matteo, è seria la cosa» dissi fredda «Ti stai davvero scrivendo con Marta?» chiesi poi.

«Sì, te l'ho detto» rispose Matteo.

Io rimasi paralizzata, così come il mio respiro.

Matteo stava scrivendo a Marta?

La stessa Marta di cui sia lui che Thessa e Benedetta mi avevano detto di non preoccuparmi?

La stessa Marta per cui Thessa mi aveva detto che Matteo non avrebbe più provato niente?

Perché se le stava scrivendo forse allora la mia amica si era sbagliata.

«Non fare quella faccia, amore, ci stiamo scrivendo in amicizia» disse Matteo guardandomi con rimprovero.

Io lo guardai scettica.

«Forse tu le stai scrivendo in amicizia, lei non credo» dissi fredda.

Matteo aggrottò le sopracciglia confuso.

Io allora sbuffai.

«Teo, sei un fottuto calciatore di serie A, credi davvero che l'unica cosa che voglia Marta sia uscire a bere qualcosa e ricordare i vecchi tempi?» gli chiesi con aria ovvia.

«È quello che mi ha appena chiesto di fare» rispose Matteo con calma.

Io alzai le sopracciglia.

Ma era serio?

Era davvero così stupido?

«È ovvio che ha secondi fini» dissi io.

«Io non credo» mi smentii Matteo.

Io sospirai, mentre Matteo ripuntava gli occhi sul suo telefono.

«Va beh, ho freddo, torniamo a casa?» mi chiese dopo secondi di silenzio.

Io mi limitai ad annuire, mentre lui metteva il telefono in tasca e si alzava porgendomi la mano per aiutarmi.

Io però non la accettai, e dopo essermi alzata gli lanciai un'occhiata fugace per poi incamminarmi senza aspettarlo.

«Puoi rallentare?» mi chiese poco dopo Matteo, quando mi raggiunse (ha le gambe più lunghe delle mie, era inevitabile).

«Non mi va» risposi io fredda e senza guardarlo.

Matteo sbuffò, poi decise di stare in silenzio fino a casa.

«Quando ti è passata fammelo sapere» disse scocciato quando ci sedemmo sul divano.

Poi accese la televisione senza più dire nulla.

Restammo in silenzio per una buona mezz'ora, io con mille cose nella testa e lo stomaco attorcigliato a causa della gelosia.

Non mi andava giù che Matteo stesse chattando con Marta, e anche se in parte credevo che mi fosse fedele e mi amasse, dall'altra non riuscivo a smettere di pensare che invece prima o poi mi avrebbe mollata per tornare da lei. D'altronde Marta era molto più bella di me, con due occhi azzurri invidiabili, i capelli lunghi appena fino alle spalle e acconciati in delle perfette onde e un sorriso perfetto. Era il tipo di ragazza che piace e attira gli sguardi, ed ero certa che di questo fosse sicuro anche Matteo, che aveva sicuramente notato la sua bellezza sei anni prima come quella sera che l'avevamo incontrata in quel locale.

«Da quanto tempo va avanti tutto questo?» chiesi finalmente a un certo punto.

«Come?» mi chiese Matteo aggrottando le sopracciglia.

«Da quanto tempo ti scrivi con Marta?» richiesi io.

«Saranno un paio di settimane» rispose Matteo con noncuranza.

Io spalancai ancora gli occhi e lo guardai sconvolta.

Un paio di settimane?!

Ma era tantissimo!

E non era sicuramente la risposta che mi aspettavo.

Era un paio di settimane che il mio ragazzo si scriveva con un'altra?!

In un attimo tutto il peso di cui avevo cercato di liberarmi in quella mezz'ora per formulare quella domanda mi ricadde addosso con più forza di prima, e peggiorò sempre di più il nodo allo stomaco, portandomi sull'orlo delle lacrime.

«Sei serio?» riuscii a chiedere «Matteo, guardami!» gli ordinai, visto che aveva ancora gli occhi puntati sulla televisione «Sei serio?» chiesi di nuovo.

Lui si accorse dei miei occhi e assunse un'espressione dispiaciuta.

«Ceciu, te l'ho detto, ci scriviamo in amiciz...» provò a dire.

«Rispondimi» gli ordinai io «Vi scrivete davvero da due settimane?» chiesi con voce debole.

Matteo sospirò e poi annuì.

Da quel momento basta, non riuscii più a controllare niente. Le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance e un piccolo tremolio mi prese le mani.

«Non piangere... ti prego...» provò Matteo.

«È colpa tua se piango» dissi con rabbia «Solo colpa tua!» urlai scossa dai singhiozzi.

La mia più grande paura si era appena avverata, e tutte le incertezze che Matteo riusciva a mettere da parte quando mi dava tutte le attenzioni che solo lui sapeva darmi erano tornate con più violenza di prima.

Facevo fatica a respirare, avevo il fiato grosso e non riuscivo a reggere lo sguardo di Matteo.

Avevo bisogno di aria.

Con le poche forze che avevo mi alzai dal divano e mi diressi verso il bagno.

«Dove vai?» mi chiese Matteo.

«In bagno» risposi io «Ho bisogno di un momento» aggiunsi.

Poi sentii che le gambe mi portavano automaticamente dove dovevo andare, e prima che me ne accorgessi avevo chiuso la porta, mi ero appoggiata al lavandino e avevo iniziato a singhiozzare più forte.

Il mondo mi era crollato addosso in un attimo e l'unica certezza che avevo si era distrutta sotto i miei occhi in pochissimi secondi.

Tutto era a pezzi, io compresa.

Spazio autrice:
È tornato il brutto capitolo di venerdì scorso. Scusatemi tanto per i disagi, però sapete che non mi offendo se rileggete e ricommentate 😉🤍❤

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