Capitolo 7
Finita la lezione, andai dal mio armadietto per mettere i libri dentro e prendere quelli per la lezione successiva. Controllai le materie e dovevo avere matematica. Appena chiusi l'anta, girai la testa e notai due ragazze non molto distante da me, che si bisbigliavano lanciandomi degli sguardi furtivi. Aggrottai la fronte guardandole minacciosamente
《Volete un autografo? 》 le passai accanto facendomi sentire, e loro due sgranarono gli occhi, sorprese che avessi parlato. Passai davanti a un'aula e chi trovai dentro? Thomas, intento a leggere un libro intitolato Hunger Games. La copertina rigida, con la scritta gialla e un piccolo cerchio dorato che mostrava una fenice accompagnata da una freccia.
Feci per salutarlo avvicinandomi, ma lui mi ignorò, continuando a leggere. Tossii, sperando di attirare la sua attenzione, ma non mi rispose. Tossii di nuovo, e neanche questa volta si degnò di alzare lo sguardo. Decisi di tossire più forte per farmi sentire, e finalmente lui sbatté il libro e alzò lo sguardo, incrociando il mio.
《 Bronchite? 》chiese con un tono sarcastico. Alzai gli occhi al cielo, annoiata e mi allontanai, lasciandolo alla sua lettura. Trovai l'aula , si stava riempiendo quando arrivò la professoressa. "Buongiorno a tutti! Eccoci..." disse, posando la borsa sulla scrivania. Si fermò un attimo su di me e mostrò un sorriso dolce.
"Abbiamo una nuova alunna! Dai, forza, parlaci un po' di lei." Sbottai e ripetei le stesse parole che avevo usato nella classe precedente. "Anche qui bisbigliano, che bello," pensai tra me e me, sempre con un tono sarcastico.
"È una parente dei Turner?" mi chiese il professore controllando il registro, costringendomi a dire la verità. "Ecco, sono stata addottata..." sussurrai sull'ultima parola, sperando di far cadere il discorso, ma invece no.
"Addottata? Liam, non ci hai detto di avere una sorella!!" sghignazzò un compagno, mentre il ragazzo con le braccia incrociate replicò: "Non è mia sorella!" ringhiò tra i denti, squadrandomi male. Le sue parole mi fecero capire che provava imbarazzo e vergogna di me, come se rovinassi la sua reputazione. Lo guardai con un'espressione neutra, senza emozione, come una bambola di porcellana.
Mi sedetti e i sussurri si fecero sempre più intensi, finché il prof non richiamò all'ordine: "Silenzio!"
Durante tutta l'ora spiegò le equazioni; presi appunti, anche se già le conoscevo, perché all'orfanotrofio ce l'avevano spiegato.
Suonò la campanella alla fine dell'ora ed uscimmo dalla classe salutando il prof. Liam, con passi giganti, mi sorpassò ignorandomi del tutto, sembrava proprio un estraneo.
Qualcuno mi chiamò per nome ed era la ragazza rossa che mi sorrise radiosa come stamattina. "Pranziamo insieme?" mi chiese gentilmente.
Non la conoscevo bene, ma non per essere scortese accettai, avendo una fame tremenda che avrei potuto mangiare persino il mio banco. Raggiungemmo la mensa attraversando la porta gigantesca e piena di studenti.
Prendemmo i vassoi bianchi posti alla nostra destra su un tavolino e ci mettemmo in fila. "Allora Nicole, esattamente tu da dove vieni?" mi chiese la riccia, mentre prendeva le versavano i broccoli nel suo piatto.
"Da Burford," risposi afferrando l'ultimo pane rimasto. "Ahh, è vicino!" esclamò, guardandomi negli occhi e si girò per chiedere alla donna una porzione di insalata verde.
Ero pronta a infilare la forchetta nella mia cotoletta, finché non mi fermò dicendo una cosa disgustosa: "Attenta se trovi qualche unghia della Jordan," si riferiva alla cuoca che ci aveva dato i piatti. Feci un'espressione disgustata e allontanai il piatto da me. "Scherzo! Dai, mangia tranquilla," si sbellicò la ragazza, tornando sul suo cibo.
Grazie Beatrice, mi era passata la fame. Mordetti il pane come un'affamata che non mangiava dai tempi dell'era glaciale, finché una ragazza si accomodò accanto a noi.
"Dimenticavo, lei è Alice," disse, mentre sbrodolava tutto il vassoio e me la presentava.Mi strinse la mano sorridendo radiosa e la guardai bene: aveva i biondi capelli fino alle spalle, occhi a mandorla marroni e la pelle olivastra.
"Come ti chiami?" mi chiese mentre beveva la sua bottiglietta d'acqua. "Nicole" le risposi ma persi la sua attenzione quando si mise a osservare qualcuno dietro alle mie spalle. Mi voltai per capire cosa avesse ed erano solo i ragazzi che si sedettero tutti insieme a tavola.
"Oh mio dio , sono loro! " esclamava con gli occhi sognanti.
"E quindi?" corrugai la fronte fissandole storte.
"Non ci arrivi?! Tutti sognano di stare con i figli dei Turner!!" sbottò Alice, avvicinando di nuovo il suo viso contro il mio, ma venne allontanata da Beatrice stessa.
"Non capisco dove ci troviate di bello, sono l'uno peggiore dell'altro!" infilai nella bocca la pasta《 Li conosci? 》mi chiese ritornando su di me. Beatrice mi lanciò uno sguardo , aspettando che dicessi io. 《 Diciamo che faccio parte della famiglia. 》risposi incrociando le braccia sotto al petto.
《 Sei una loro parente? 》domandò curiosa , prima di rispondere io mi precedette la ragazza rossa 《 No , Alice. Ti ricordi che girava la voce che hanno adottata una ragazza?》 si voltò verso di me lentamente , sempre a fissarmi con gli occhi che le si illuminavano di gioia 《 T-ti hanno adottata? 》continuò a farmi domande sporgendosi in avanti, guardandomi dritta negli occhi ed era inquietante.
《 ..io adoro Alex, lui era troppo bellino... 》 Quando la bionda parlava di lui, sognava ad occhi aperti mentre Beatrice ribatteva: 《 È vero, ma alcune volte é un po' stupido. Chi è che si mette a fare i balletti in mezzo a una partita di football?!》 Alzò le braccia e continuò: 《Vogliamo parlare di Mason? Lui è la perfezione in persona!》 Anche quest'altra sognava ad occhi aperti, mentre io le guardavo confuse.
《 Invece Drake è all'università, che tristezza. Assomiglia tanto a Jared Padalecki 》bisbigliò la rossa, appoggiando una mano sotto al mento. Mangiai silenziosamente senza dire nulla. 《 Scusa se te lo chiedo, Nicole, ma come mai non sei seduta con loro?》Alice indicò il loro gruppo a due passi da noi e mi girai indietro.
Non volevo sedermi con loro perché mi sentivo un po' fuori posto. Anche se li conoscevo, c'era sempre quella sensazione di essere giudicata o di non appartenere completamente al loro gruppo.
A volte, le dinamiche tra amici possono essere complicate e temevo che le loro conversazioni fossero troppo esclusive o che mi avrebbero esclusa. Preferivo restare un po' in disparte, osservare e riflettere, piuttosto che forzarmi a partecipare a qualcosa che non mi faceva sentire a mio agio.
《 Non mi andava 》
Le lezioni erano finalmente finite e tutti erano usciti, ma io ero rimasta indietro. La sottoscritta aveva quasi fatto esplodere l'aula di chimica durante un esperimento e ora dovevo pulire tutto. Attraversando il corridoio l'aria era stanca e morta, come se il primo giorno di scuola avesse già esaurito tutte le energie. Vagai tra i miei pensieri, persa in un mare di riflessioni, finché mi fermai per un attimo. In quel momento, notai un ragazzo che ballava e cantava davanti a un telefono.
Feci due più due per capire che era Alexander, il quale si divertiva a ballare, fregandosene completamente di chi lo osservasse. La sua energia era contagiosa, e il modo in cui si muoveva, libero e spensierato, portò un sorriso sulle mie labbra. 《Sei leggermente un po' selvaggio.》 lo sorpresi di soppiatto e lui saltó dalla paura.
Uscimmo da dentro e ci raggiunsero gli altri. 《Ora Drake si incazza solo perché ha fame》 affermò Joe sistemando lo zaino sulla spalla.《 Comunque non torno a casa, faccio un giro con i miei amici》 avvisò e si avviò verso il suo gruppo di amici. Anche gli altri avevano da fare con i propri amici. Rimanemmo solo io e Mason《 Com'è andato questo primo giorno? 》mi chiese sorridente, infilando le mani nelle tasche del pantalone. 《Sono diventata famosa.》Mi guardò storto per un minuto e poi sghignazzò 《 Approposito, non eri venuta a pranzare con noi, come mai? 》chiese guardandomi con i suoi occhi azzurri.
《 Per la verità ho conosciuto delle ragazze , ho preferito stare con loro. 》risposi tranquilla. Stava per chiedere qualcosa, ma fu interrotto da un grido tipico del gorilla: 《 Se non vi muovete , vi lascio qua! 》 Infatti, Drake era con la sua macchina.《 Com'è andata oggi?》 chiese e aprì la portiera per farmi sedere in avanti 《 Bene, a te all'università? 》 Mason chiese al fratello.
<< Normale come sempre, >> fece partire l'auto e ci avviammo a casa. Durante il tragitto, non ci dicemmo nessuna parola, ero davanti con Drake e Mason era dietro. Alzò lo sguardo dal suo cellulare e con una smorfia di sorpresa, si avvicinò verso di noi << Ehi, Drake >> disse con un tono sbigottito << mi sa che devi farmi scendere. Eleanor mi ha chiesto di aiutarla con la pasticceria.>>
Alzai un sopracciglio, cercando di capire meglio chi fosse. << È la tua ragazza? >> gli chiesi, con un sorriso malizioso. Lui, sentendo la domanda, alzò gli occhi al cielo, come se fosse stanco di dover rispondere a quella domanda.
<< Sono amici da tantissimo tempo >> spiegò Drake, ridendo di gusto << ma non si sono ancora dichiarati! >> Quasi subito, però, ricevette una gomitata sul braccio dal fratello, che rosso in volto, si affrettò a rispondere: << È solo un'amica! >> Il viso del ragazzo, a causa della vergogna, divenne di un rosso acceso, tanto che sembrava un melograno maturo.
<< Ma stai zitto, fammi scendere subito!>> esclamò infastidito, dandogli uno schiaffetto sulla spalla. La macchina si fermò proprio in quel momento, davanti a un semaforo rosso. Non perse un attimo e appena la vettura si arrestò, scese velocemente salutandoci con un cenno della mano. Il ragazzo accanto a me, quello al volante, mi lanciò uno sguardo e ci fissammo per un momento, entrambi in silenzio.
Poi, con un ghigno divertito sotto i baffi, disse: << Mi sa che rimarremo solo tu e io.>>
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