Capitolo 3
Non ci avrei mai creduto che andassi a Londra per la prima volta.
Il taxi sfrecciava lungo la strada mentre guardavo fuori dal finestrino catturata dalla città. Le luci delle insegne al neon risplendono nella notte viso. Il fiume Tamigi scorreva silenzioso sotto i ponti illuminati, il Big Ben si ergeva imponente nel cielo stellato. Le sue strade sono costellate di edifici storici e architetture di epoche diverse, che si fondono in un mix unico di stili e influenze. I suoi monumenti più famosi includono il Palazzo di Westminster, la Torre di Londra e il London Eye, che dominano il panorama della città.
Le strade sono animate da una moltitudine di persone provenienti da diverse parti del mondo, che si mescolano in un calderone di culture e tradizioni. I parchi e i giardini di Londra offrono un'oasi di verde e tranquillità al centro della metropoli frenetica. Londra è una città che non si ferma mai e con una vita notturna vibrante. La sua atmosfera frenetica e multiculturale la rende una delle città più affascinanti e dinamiche al mondo.
Mi resi conto che Londra era molto più di quanto avessi immaginato.
<< Tra poco siamo arrivati! >> annunciò Richard tenendo lo sguardo sul telefono.
Abbandonammo il veicolo e attraversammo la strada.
Quando eravamo arrivati alla loro casa , ero rimasta incantata dalla sua facciata in mattoni rossi e dalle finestre a doppia altezza che si affacciavano sulla strada. Nel frattempo, il signor Richard frugava freneticamente nelle tasche dei pantaloni alla ricerca delle chiavi di casa, quando all'improvviso uno strano rumore proveniva dall'interno. Il rumore si faceva sempre più vicino, finché finalmente la porta si spalancò, rivelando un ragazzo che scendeva casualmente le scale con un tappeto sotto il braccio. Ci spostammo di lato per farlo passare, mentre il ragazzo, visibilmente entusiasta, immaginava di essere come Aladdin e volava via con il tappeto fino ad atterrare nel porticato.
Quando si rialzò, lo osservai attentamente: capelli castani che riflettevano una luce chiara e occhi scuri.
<< Joe!! Ma cosa ti è saltato in mente! >> sbottò il signor Turner, visibilmente infastidito dal gioco del figlio.
Joe, dopo essersi rialzato e spazzolato via il terriccio dai pantaloni, si presentò con un sorriso spavaldo: << Scusami, mi chiamo Joe Turner. Piacere. >> Mi porse la mano in attesa di una stretta, ma io rimasi immobile, osservando la scena con curiosità.
Entrando, subito notai della dimensione e dell'arredamento sontuoso e dell'ampio ingresso con un bellissimo lampadario al centro e le scale che si arrampicavano verso il piano superiore. La cucina e il salone si fondevano armoniosamente, dando l'idea di uno spazio moderno e luminoso. La cucina moderna era dotata di elettrodomestici all'avanguardia e una grande isola centrale che invitava a trascorrere del tempo a cucinare e socializzare. Il giardino sul retro era un'oasi verde, con piante rigogliose e un patio perfetto per rilassarsi all'aria aperta. Alcune piante verdi e rigogliose ornano gli angoli, emanando un'atmosfera accogliente e familiare
<< Qualcuno è appassionato di piante? >> chiesi alla coppia, ricevendo un sorriso radioso da Bethany << Quando trovo del tempo libero, mi dedico al giardinaggio. Adoro creare spazi verdi dentro casa >> rispose con orgoglio.
I miei occhi scansionavano l'ambiente circostante, sentendo un calore avvolgente di accoglienza e famigliarità. La casa trasudava fascino e eleganza, ma soprattutto una vibrante energia che sprigionava emozioni palpabili. La casa era arredata con uno stile classico e elegante, con mobili in legno scuro e tappeti persiani che adornavano i pavimenti. Le pareti erano decorate con quadri e fotografie che raccontavano la storia della famiglia che ci abitava.
Era evidente che i Turner non avevano solo gusto nell'arredare la loro dimora, ma anche un'abilità speciale nel creare un ambiente dove ogni dettaglio trasmetteva un'emozione unica.
Mi voltai trovando il ragazzo volato via dal tappeto e mi guardava con un'aria insolita da dove provenissi
<< Ti sembro che abbia quattro occhi? >> scosse la testa confuso dalla mia affermazione << Allora smettila di fissarmi così. >> mi allontanai finché vidi delle altre teste sbucare dalle scale.
<< Che succede? >> domandai ad alta voce a Bethany , nel quale mi prese per le spalle da dietro per rassicurarmi
<< Ragazzi, vi presento Nicole, fatela sentire a casa.>> scendono tanti ragazzi che non riesco a capire quanti ne siano.
<< Nicole , loro sono i ragazzi di cui ti parlavo. >> mi sorrise dolcemente. Pensavo che avessero due figli e non sette! Uno dei ragazzi fece spazio al gruppo per venirmi contro a regalarmi il benvenuto. Abbassai lo sguardo sulla sua mano tesa ma non lo ricambiai , così dovette ritirarla. I suoi capelli scuri gli penzolavano dal viso, gli occhi chiari verdi come quelli della madre, la pelle abbronzata e abbozzò un piccolo sorriso sulle labbra.
<< Benvenuta tra noi e spero che ti troverai bene. >> sembrava una persona molto sicura di sé. Mi faceva impressione di essere l'unica ragazza in mezzo ai maschi , come se fossi la pecora nera della famiglia
<< Perchè ha una busta di spazzatura? >> una voce maschile proveniente da un ciuffo nero alto indicò mentre la tenevo in mano << Ehm... è la mia roba , di solito si riconosce così un bambino in affidamento >> ridacchiai ricordando quando trasportavo la roba andando in giro con una busta come se fossi scappata di casa. Alla fine cosa potevano capire. Tengono tutto quello che serve e invece quelli come me si devono adattare a ogni convenienza.
Salì un'altra scalinata di scale, attraversando il corridoio e intravedo le stanze suddivise dei ragazzi. Mentre esploravo le varie stanze della casa, ho potuto percepire l'atmosfera accogliente e familiare che la pervadeva. Girammo a destra e aprì la porta rivelando la camera da letto ; le pareti erano dipinte di un colore caldo e avvolgente, a cui si adattano perfettamente le tre mensole sopra il letto, colme di oggetti colorati. Le luci appese sopra il letto creano un'atmosfera intima mentre lo specchio posizionato accanto alla testiera riflette la luce delicata, facendo sembrare la stanza ancora più luminosa.
Non posso fare a meno di toccare i libri sugli scaffali, lasciando che le emozioni mi travolgono. Era la prima volta che mi ritrovavo in una camera così accogliente, così curata nei minimi dettagli. Ogni oggetto sembra raccontare una storia, ogni colore evoca un'emozione. Era incredibile pensare che qualcuno abbia pensato a me , regalandomi uno spazio tutto mio in cui posso davvero sentirmi me stessa.
<< Non sapevamo come renderla carina ma poi col tempo aggiungerò qualcosa di tuo. >> disse Bethany grattandosi la nuca ansiosa. Rimango a bocca aperta dando le spalle alla donna << Quindi, ti piace? >> mi chiese aspettando una mia risposta.
<< È davvero bellissima >>mi fermai notando i suoi occhi brillare dalla felicità
<< Ehm ecco... sì sì è carina.>> cambiai il tono della voce rispondendo in modo vago
<< Ho capito, ti piace. Ma non lo vuoi ammettere. >>mi sorrise in modo tenero.
<< Ora vado a preparare la cena , ti chiamo quando è pronta va bene? Cerca di riposare un po'.>> lasciò la porta aperta e se ne va.
Sono certa che non sia un sogno, la stanza era semplicemente la più bella che abbia mai visto. Ogni dettaglio era studiato e curato con tanto amore e attenzione. Non posso fare a meno di apprezzare questo gesto, anche se non lo dimostravo apertamente. Aprì l'armadio bianco accanto al letto e trovai solo pochi vestiti, così decisi di aggiungerne anche alcuni dei miei. Curiosavo all'interno dei cassetti, toccavo la scrivania di fronte all'armadio e ammirai la camera. Le piante non mancavano , come sempre, e la loro presenza aggiunse un tocco di freschezza e vitalità alla stanza. Decisi di gettarmi sul morbido letto e mi sdraiai su di esso. Inspirai profondamente e poi espirai lentamente, mentre mi distendevo a pancia in giù annusando le coperte che emanavano un delizioso profumo di lavanda. Mi sentivo avvolta da una sensazione di pace e serenità.
Si fece sera, scesi dalle scale per raggiungere a tavola e trovai Bethany che stava cucinando qualcosa in cucina << Ei ciao , comincia a prendere un posto che ho quasi finito >> mi sedetti a tavola dove tutto era apparecchiato bene e bello decorato; una tovaglia rossa, un porta centro con dei fiori graziosi, bicchieri di cristallo, tovaglioli piegate alla perfezione e rende l'atmosfera molto rilassante e accogliente.
Arrivano tutti i fratelli insieme con il padre e già avevo riconosciuto qualcuno dal viso, tipo il nano del tappeto. Aspe' come si chiama? Jordan? Jack? Ah no, è Joe!
Si sedette alla mia destra timido e mi lanciò un sorriso dolce, alla sinistra si sedette un altro più o meno della mia età; capelli scuri corti con un ciuffo alto , la pelle chiara e gli occhi chiari come quelli del padre mentre rubò una patatina dal piatto del fratello accanto a lui. Guardai il giovane ragazzo accanto a Joe ed era quello con gli occhiali e la testa chinata intento a leggere qualcosa. Bethany aveva cucinato parecchi piatti a me sconosciuti e dai nomi strani, tipo tortillas, guacamole ,empanadas e tutti piatti spagnoli.
Iniziammo a mangiare senza esitare; parlavano tra di loro tranquillamente senza vergogna << - mi devo comprare un nuovo zaino per la scuola papà. >> il ricciolino informò al padre << Di nuovo? E cosa hai fatto a quello vecchio? >> posò le posate sfruttato verso suo figlio.
<< Perché una certa persona me l'ha rovinato quando ero fuori a studiare. >> con questa frase si rivolse a suo fratello che era alla mia sinistra e alzò le mani in segno di arresa.
<< Te l'ho detto un milione di volte che non sono stato io!>> rispose irritato.
<< Charlie, quante volte ti ho detto che non puoi leggere mentre siamo a tavola? >>la madre gli lanciò uno sguardo furioso per mettere a posto << Se no brucio tutti i libri che hai! >> tenne saldamente in mano la forchetta. Ok. Questa affermazione se la poteva risparmiare.
Il ragazzo posò il libro borbottando a bassa voce e afferrò il pane di fronte a lui.
Io ancora non avevo toccato nulla perché non sapevo dove mettere le mani.
Presi incerta un fagottino di pasta e addentai un morso, dopo qualche secondo era qualcosa di buonissimo. La carne era succulente e sentivo un mix di verdure dentro, la parte interna era soffice, l'esterno croccante che ti lasciava l'acquolina in bocca. Dentro il mio stomaco si sentivano i canti degli angeli. Non ho mai assaggiato una cosa del genere così buona in vita mia! Nemmeno all'istituto saprebbe fare una cosa del genere. Mentre mangiavo qualcuno mi fece una domanda da lontano
<< Com'è vivere all'orfanotrofio? >> la testa riccia me lo chiese. A tavola si creò il silenzio che poco prima non c'era << Liam! Che domande fai? >> lo rimproverò l'unico fratello che aveva gli occhiali << Non posso farle? >> disse irritato l'altro fratello. Guardai la scena sbigottita e tossì per chiarire la voce << Beh ecco - mi interrompeva Richard << Non sei obbligata a rispondere , Nicole >>
<< Non importa - rivolsi l'attenzione a colui che mi fece la domanda - nulla di che ; è una vita normale solo ci sono delle regole da seguire. Non c'è di sconvolgente che ci sia. >> dopo della mia risposta i ragazzi finsero di non interessarmi e proseguirono la loro cena con chiacchere. Grazie mille dell'attenzione.
Mentre gustavo leccando i baffi, qualcosa aveva toccato la mia gamba e mi paralizzai. All'inizio pensai che fosse qualche mostro che mi volesse rapire e portare negli abissi , con coraggio, alzai un po' la tovaglia e trovo un micio con tanto pelo lungo rossiccio a fissarmi con gli occhioni verdi. Sul serio Nicole? Ti eri spaventata per un gatto?!
<< Si chiama Lady. Non è carina? >> me la presentò Joe, accarezzando delicatamente la testolina della gatta << Non sei allergica ai gatti, vero? >> mi fissò preoccupato smettendo di regalare coccolo << Allora a sto punto dovrei sentirmi male. >> dissi con tanta tranquillità bevendo un sorso d'acqua guardandolo storto.
Rise divertito della mia frase << Tu mi piaci , sei simpatica. >> affermò sincero prendendo una ciotola con verdure. Sorrisi del suo complimento ma cercai di non affezzionarmi. Non sarei rimasta a lungo con la famiglia Turner. Non come l'ultima volta...
<< Sai, a Lady non piace quando la accarezzi per la coda, ti graffia. Guarda! Ti faccio vedere uno. >> mi mostrò una cicatrice uno sul gomito e un altro sul ginocchio. Riceveva parecchi graffi subiti dal felino. << Lo sai bene che non le piace quando fai così. >> parlò il ragazzo dall'altra parte << A volte te lo lascia fare, è solo un po' stronza. >> replicò l'altro fratello.
Dopodiché Joe riprese a parlare << Mamma è stata una volta in Spagna, quando era giovane, non dico che ora è vecchia, ma è per specificare. >> me lo spiegò mentre mangiava i pomodorini << Grazie tesoro per avermi dato della vecchia >> Bethany aveva sentito quello che disse suo figlio in modo ironico.
<< Prego ma'! >> mangiò la bruschetta indifferente della sua reazione. Risi della sua scelta di risposta. Si fece tardi, andammo tutti a letto e si davano la notte a vicenda i ragazzi ma nessuno diede a me , solo il piccolo Joe. << Buonanotte Nicole. >> e anche la signora Turner con voce gentile me lo diede e io le ricambiai però in un modo indifferente. Era evidente che questa casa era un luogo di calore e amore, e non potevo fare a meno di immaginarmi viverci anch'io. In quel momento, ho capito che una casa non è solo un luogo in cui abitare, ma un rifugio sicuro e accogliente che si trasforma in un'oasi di pace e serenità. Ma io non ero destinata a vivere con loro , non come l'ultima volta.
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