ARMA BIOLOGICA
Preso Russo, i Fra si dirigono alla seconda posizione datagli da Yolanda.
Poco distante dalla città di Brno, in Repubblica Ceca, c'è un'enorme fattoria, che in realtà di fattorioso non ha niente.
Il camper è stato ben nascosto in mezzo al verde, i sei giovani avventurieri, attraversando il fangoso terreno, sotto l'incessante pioggia, camminano silenziosamente verso la grande costruzione in legno scuro, la tipica casa di campagna.
Si fermano ad una decina di metri, nascosti come meglio possono, osservano ciò che si può scorgere dalle finestre.
«Vedete quel Maksimenko?» domanda, sussurrando, il Capitano ai suoi compagni.
Alessio attiva il visore a termico «Ne vedo due al secondo piano, quattro al primo e sette al piano terra...»
«Che altro» gli chiede Andreas notando la concentrazione che sta impiegando nell'osservare un punto preciso.
«Penso ci siano piani sotterranei.»
«Liberiamo la casa e poi scendiamo, silenziosi fratelli, mi raccomando.»
Si dividono i piani e i lati della casa.
«Confermo quanto detto dalla nostra First Lady» irrompe Peter. «Ci sono piani sotterranei.»
SECONDO PIANO
Andreas lancia il rampino che si incastra perfettamente nella finestra. Sopra, guarda attentamente dentro per capire la precisa posizione del nemico, cosa non molto facile con tutte le gocce di pioggia che si infrangono sul vetro.
Dà le spalle, può essere il momento giusto.
Forza la serratura e si addentra cercando di non fare alcun rumore, fortunatamente ci riesce.
Adesso che è dentro i giochi sono fatti, basta avvicinarsi e metterlo a nanna, non prima di avergli procurato una frattura alla gamba destra con un calcio ben assestato sullo stinco.
PRIMO PIANO
Alessio si è arrampicato sul tetto del garage e da lì ha raggiunto facilmente una delle finestre del primo piano, non chiusa a chiave. Entra dunque nel bagno.
Con calma e sangue freddo abbassa la maniglia e dà una veloce occhiata fuori. Nessuno. Richiude la porta e prende dalla tasca un silenziatore che applica ad una delle pistole.
Cautamente apre di nuovo, stavolta non dà solo un'occhiata.
Dei passi giungono nella sua direzione, alza la testa e vede un lucernario molto costoso che non ci azzecca nulla in questa casa.
«Buonasera» saluta appena vede i tre uomini passare sotto di lui.
Gli salta addosso, provocando l'oscillazione del lucernario, spara ad una nella spalla, a un altro due colpi ai piedi e poi l'altro si prende una gomitata in faccia.
Sente una voce alla sua destra, c'è una stanza, lì deve esserci l'ultimo uomo di questo piano. Sente un'altra voce femminile dal lato opposto, qualcuno sta salendo dalle scale. Gira ripetutamente la testa per controllare entrambi i lati.
La donna ha gli ultimi tre scalini e l'uomo sta andando verso l'uscita della stanza.
Alessio toglie il silenziatore, prende anche l'altra pistola, cambia velocemente i proiettili, si mette nel punto preciso per avere perfettamente in linea le loro teste e le canne delle sue armi. E li elettrifica.
PIANO TERRA
«Hai sentito?»
«Cosa?»
«Mi è sembrato di sentire un rumore da sopra?»
«Forse ti sarai confuso con la pioggia.»
«Forse hai ragione» torna a mirare lo sguardo verso la finestra dalla quale può vedere perfettamente la pioggia infrangersi nel terreno.
Un fulmine illumina tutto l'esterno.
«Cosa?» gli è parso di vedere una figura, va dunque più vicino alla finestra.
Sascha fa passare il suo braccio attraverso la costruzione, lo afferra e lo porta dall'altra parte del vetro.
Erik è entrato dal garage. Si apposta dietro la Ford grigia quando vede che la porta che separa il garage dalla zona abitata è completamente aperta. Si sdraia e vede dal poco spazio in basso ciò che c'è dall'altra parte.
Due nemici, girati proprio verso la ford. Attende il momento adatto.
«Ora.»
Corre verso di loro, gli salta alle spalle prendendoli per la nuca a facendogli sbattere le fronti sul pavimento, poi li alza e gli fa fare un bel testa contro testa. Trauma cranico in arrivo.
Manuel apre la porta principale, trova subito uno davanti, lo prende da dietro tappandogli la bocca e lo trattiene fin quando non si addormenta. Poi lo scaraventa via.
Segue l'altro fino in cucina, prende la spada, gli fa un taglio sui polpacci, lo calcia in modo da farlo cadere e infine conclude con un calcio alla testa.
Un altro nemico è comodamente calmo davanti ad una finestra. Poi arriva Michael che col suo pugno rompe la finestra e il suo naso.
«La via è libera.»
«Pete, stiamo per scendere, non sappiamo se qui giù prenderà.»
«Ricevuto, con Karen terrò d'occhio l'esterno, buon viaggio.»
Una volta giù trovano un qualcosa di insolito. Sono in una stanza chiusa e da dietro la porta, con la parte superiore in vetro, vedono tanti uomini, nessuno armato, e Maksimenko lì nel mezzo, affiancato da una giovane ragazza bionda.
«Mi sembra di conoscerla» la osserva attento Manuel.
«Quattro-nove-uno» la riconosce Sascha. «Málková.»
«Come fai a ricordarli tutti?» domanda con stupore Erik.
«Eccoli, li stavo aspettando» esordisce il vecchio politico russo.
«Che fanno, ci aprono?» si domanda Michael mentre li guarda dialogare.
Si fa avanti Alessio a guardare. «Cosa si stanno dicendo?»
«Nessuno di noi ha il super udito» gli ricorda Erik.
«Dunque siamo bloccati qui» Andreas prova a toccare varie parti della stanza per vedere se c'è qualche cosa segreta, un modo per uscire.
«Che avranno da parlare?»
«Lei dunque lavora per loro?»
«Noi non l'abbiamo mai incontrata» gli fa notare lo svedese.
Michael poi mette in mezzo un bel discorso. «Chissà quanti nostri amici Potenziati stanno dalla parte dei nostri avversari e noi non lo sappiamo.»
Sascha gli dà ragione, ma... «Prima di giudicare capiamo le motivazioni della sua presenza.»
«Non facciamo come al solito che pensiamo che chiunque voglia ucciderci» aggiunge Andreas. «Come quella volta con la vecchietta che ti terrorizzò Sascha.»
~~
«Hey Peter.»
«John.»
«La voce robotica ha trovato qualcosa, è roba tosta» dice mentre fa strani segni con le braccia.
«Tosta in che...»
~~
POV MANUEL
Allora... Siamo in una stanza vuota, in un edificio appartenente ad un nemico.
Ma mancano l'oggetto e la chiesa. L'oggetto potrei anche vederlo, ma la chiesa? Volendo vedo dalla parte dei nemici un coso che potrebbe somigliare ad un bastone, ma...
Che sia solo una coincidenza? Pare strano.
Dentro di me non ricevo segnali che quella mia visione riguardasse quello in cui sono ora.
Cavolo, e se mi concentro e poi in realtà non ha niente a che fare? E se poi dopo aver lasciato andare si manifestino anche l'oggetto e la chiesa in qualche assurdo modo?
Sono indeciso.
~~
Uno strano ronzio interrompe le chiacchiere dei Fra. Uno strano aggeggio telecomandato è entrato nella stanza da non si sa dove.
Da quando appare fino a quando non si ferma nel centro della stanza non gli tolgono gli occhi di dosso.
Si guardano curiosi e confusi.
I poteri esplosivi di Sascha avvertono qualcosa, ma è già troppo tardi.
~~
«Ragazzi? Mi sentite?»
«Signorino Shaw.»
Peter guarda le telecamere e vede che l'intera fattoria è esplosa e che il piano che Maksimenko aveva ideato, illustartogli prima da John, ha funzionato.
~~
«Perché dovremmo controllare, sono morti, no?»
«Il capo ci ha chiesto di farlo, e noi lo facciamo.»
Si addentrano per la zona distrutta in cerca dei corpi senza vita dei Fra.
«Cos'era? Non hai visto niente?»
«Sta calmo ti sarai solo impressionato.»
«Qui non c'è nien... Hey dove sei finito? Ti sei nascosto per tutti quei rumori che hai sentito?»
Stavolta però anche lui vede qualcosa passargli davanti. «Che diavolo?»
Di nuovo, e viene anche colpito. In qualche modo si ritrova con la gamba legata e viene così trascinato verso l'alto. «Uho!!»
Spalanca gli occhi. Ha davanti una figura nera, ha degli occhi rossi puntati su di lui, il costume è strappato, soprattutto sulla parte del tronco dove si possono facilmente vedere le costole. Sul viso oscuro appare un sorriso e poi i denti, appuntiti e sporchi di sangue.
«Ti... ti prego. Lasciami andare.»
«Amo l'odore della PAURA.»
«No!»
~~
«Questa è la zona più distrutta.»
Un gruppo di cinque soldati con i fucili in mano cerca i corpi dei nemici.
«Avanziamo.»
«Libero.»
«Libero.»
«Andiamo alla prossima.»
Un traballamento della stanza lì blocca per un momento.
«Era un terremoto?»
«Sarà qualche altra esplosione, qualcosa che si sta assestando, rimanete concentrati.»
Una mano, un pugno, sbuca dalle macerie. Ma subito scompare di nuovo.
«Era un braccio?»
«State allerta.»
Il traballamento ricomincia.
«Via, via, andiamo veloci.»
Ma prima che possano muoversi il terreno sotto i loro piedi si apre, inghiottendoli tutti.
~~
«Mi ricevete? Anche qui niente. Dove cazzo li ha catapultati questa esplosione?»
Continua a cercare quando vede qualcosa muoversi a terra.
«Chi c'è?» chiede puntando il fucile con la torcia.
Si alza un qualcosa di mai visto. Un corpo incompleto. Un corpo quasi senza pelle, qualcosa appeso al busto, la parte inferiore è solo ossa, stessa cosa per il braccio destro, quello sinistro è a metà, la parte più orribile è la testa. Il cranio è distrutto, c'è un occhio, le labbra, non c'è pelle a coprire le ossa del naso.
«Qui... qui... po...»
«Ti manca la parola?»
~~
«Oh cazzo!» l'uomo indietreggia dopo aver visto i suoi compagni venire inghiottiti dalla terra.
«Mi ricevete? È successa una cosa...»
Nello scuro, a pochi metri di distanza, si cala qualcuno.
«Metti le mani in alto.»
Altri arrivano a dargli una mano. «Fermo e non ti accadrà niente.»
Rapido, prende le due pistole dal giaccone e spara raffiche di proiettili contro i nemici armati che lo circondano.
Rimane in vita solo il primo che lo ha visto. «Vuoi lasciarmi andare?»
Mira la pistola verso la sua testa. «Corri.»
La gara di velocità la vince il proiettile.
~~
«Qui ce n'è uno.»
«Verde chiaro.»
«Trovate anche gli altri.»
Ingenuamente lasciano incustodito il corpo che avevano trovato.
L'ammasso verde chiaro solleva la schiena, dando le spalle ai cercatori. Lentamente si alza in piedi e si volta verso di loro, totalmente ignari che lui sia vivo.
Afferra infine le sue lame e le manda verso le loro gole.
~~
«Sei rimasto solo» Maksimenko, accompagnato da altri cinque uomini, trova uno di loro seduto. «I tuoi amici sono morti.»
Ha lo sguardo arrabbiato, un pezzo di maschera è lì proprio sotto i piedi del russo. Il costume che un tempo era giallo e nero adesso è giallo, nero e sporco.
Maksimenko gli parla del suo piano, elogiando la sua mente e vantandosi della buona riuscita.
Non sa ciò che il biondino davanti a lui sta architettando.
«Signore. Qualcosa si sta illuminando dietro di lui.»
Il cannone viene sovraccaricato e crea così una fortissima e violentissima esplosione che fa a pezzetti Maksimenko e tutti i suoi seguaci.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro