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ATTACCO AL PALAZZO: 36

«Che succede Markus?» urla Peter mentre cerca di tenere a bada l'uomo magnetico.
«Sono arrivati altri soldati americani» urla concentrato davanti al computer, coperto dalle giganti chiappe di Michael. «Sono alle porte della città.»
«Cazzo» Stephan non ne sembra felice.
«Non possiamo andarli a prendere?» chiede Michael.
«E lasciare le posizioni?»
«Possiamo andare io e Stephan» propone l'hacker. «Qui siete più importanti voi, non sono molti, possiamo cavarcela.»
«Va bene» dice improvvisamente Sascha. «Se avete bisogno di aiuto avvertiteci subito.»
«Lo faremo.»

«Lessie è a raccogliere le fragole, siamo solo io e Mick qui fuori adesso.»
Andreas si blocca un attimo a riflettere sulle parole di Manuel.
«Vai» gli dice Diop. «Sto io con lui.»
Porta lo sguardo verso Sascha, che gli fa un cenno di assenso.
Andreas ricambia con un sorrisetto e corre all'esterno.
~~

Clara crede di aver sentito una voce fuori alla porta della stanza in cui è chiusa. Si blocca e fissa gli occhi su di essa.
«Clara» sente di nuovo quel sussurro. «Clara, sono Erik.»
«Erik?» va verso la porta poggiando l'orecchio per sentire meglio. «Erik sei tu?»
«Sì sono io. La porta è chiusa, puoi aprirmi?»
«Non posso» dice la ragazza mentre scuote la testa sconfitta. «È stata bloccata per non far entrare nessuno, e per non farmi uscire.»
Erik fa un passo indietro e studia la porta.
«Devi andare» dice la ragazza, quasi in tono supplichevole. «Faranno esplodere la città.»
«Ti farò uscire io» ribatte subito lo svedese.
«Erik no» insiste lei. «Lasciami qui, pensa a salvarti, a salvare mio padre e gli abitanti di questo posto. Non perdere tempo qui con me.»
Il ragazzo non è della stessa idea. «Mi dispiace principessa, ma non me ne andrò finché non sarai fuori.»

«Erik...» Clara si allontana e va a sedersi su quella specie di letto. China il capo, inizia a singhiozzare, prova a trattenere le lacrime, ma sembra un compito molto arduo. «Ti prego... non farlo. È colpa mia, è tutta colpa mia se è successo questo. È colpa mia se mio padre soffre, è colpa mia se mia madre è morta. Lasciami qui ti prego, me lo merito.»
«Clara?» la voce di Erik è calma e gentile. «Credi che tua madre vorrebbe questo? Credi che tuo padre lo vorrebbe? Facendo così gli darai altre sofferenze.»
Clara alza un po' la testa, si asciuga le lacrime e raccoglie le ginocchia nelle sue braccia. «Ma io merito di soffrire, merito di pagare per il mio errore.»

«Nessuno merita di soffrire Clara» mentre le parla ha finalmente trovato il giusto modo per farla uscire. «Non so di cosa ti stai incolpando, non so cosa sia successo, ma deduco che riguardi tutto questo... e devo purtroppo dirti che niente di tutto ciò è colpa tua.»
«Sì invece» risponde singhiozzando. «Li ho scoperti e hanno ucciso mia madre.»
«Mi dispiace, ma questo non ti rende colpevole Clara.»
Clara non gli dà risposta, poggia la testa sulle ginocchia e si rimette a piangere.
«Clara, fatti aiutare. Non so quanto possa essere difficile quello che stai passando, ma voglio aiutarti. Ti prego, non arrenderti. Fallo per tuo padre.»

La porta cade a terra. Erik è lì sulla soglia con la mano allungata verso la ragazza.
Clara lo guarda, le compare un piccolo sorriso sul viso. Asciuga le lacrime ancora una volta, si alza in piedi e raggiunge la mano del ragazzo.
«Ti porto da tuo padre.»
~~

«Ho la ragazza» avvisa Erik a tutti.
«Quale ragazza?» chiede Sascha.
«La principessa» spiega meglio lo svedese.
«Quale principessa?» domanda Alessio.
«La figlia del tizio bianco, la ragazza bionda.»
«Ah...» Hanno finalmente capito.
«Non sapevo dovessimo salvare una ragazza» dice alla fine Michael.
«Gesù... la porto all'esterno, dal padre.»
«Non morire» gli consiglia Peter.
Erik ringrazia. «Utilissimo.»

Manuel sta combattendo con la coppia di spadaccini.
Lui è in mezzo ai due, testa calata, braccia distese lungo il corpo, in mano stringe le katane. Li guarda e li invita ad attaccare.
Parte il maschio della coppia con un fendente. Manuel alza la spada e lo para. Tenta di colpirlo con altri attacchi che fanno però la stessa fine del primo. Alla fine riesce, almeno, a fargli un piccolo graffio sulla spalla.
Manuel lo prende con piacere e prosegue l'azione donandogli lo stesso graffio e poi calciandolo via.
Subito arriva alle spalle la femmina. Manuel se la toglie di dosso, annulla una serie di attacchi poi la colpisce sotto al mento e la manda via con un calcio.

Di nuovo si trova nel mezzo, con i due spadaccini ai lati.
Li guarda e li invita ad attaccare, insieme.
Entrambi partono agguerriti.
Manuel rimane fermo fino all'ultimo. Infine si sposta e fa scontrare la letale coppia.
«Ha ha ha» ride mentre li osserva, doloranti per il testa a testa. «Siete coordinati davvero bene.»
~~

Mentre volano sulla città, Yuma è seduta in disparte e fissa dal finestrino la torre nella quale poco fa ha chiuso Clara.
Porta gli occhi più in basso, verso qualcuno a cui dare la giusta attenzione.
«Ci sta guardando?» si domanda ad alta voce.
Mauricio e Drew corrono ai finestrini e osservano la situazione.
«Impossibile» dice il primo. «Nessuno può vederci.»
«Eppure sembra che stia guardando proprio noi.»

Alessio continua a fissare quella cosa invisibile che si muove lì in alto nel cielo grigio.
Decide di seguirla, saltando da tetto a tetto.

«Non può vederci Drew? Ci sta seguendo» sbraita Lilian.
«Come può essere possibile?» Richard non si capacita.

Il cecchino si muove da un tetto all'altro senza mai perdere l'obiettivo di vista, cercando allo stesso tempo di capire cosa possa essere.
Si accorge che i tetti stanno per finire dunque si ferma, prende la mira e spara.
Il proiettile entra in contatto con un qualcosa che provoca un'esplosione.

I cinque capi sono più sorpresi del ragazzo.
«Ci ha presi?»
«Non... non potrebbe... non...»
~~

Anche Andreas è arrivato all'esterno a dare aiuto a Peter, Michael e gli altri.
Il gigante è più in là a parlare a suon di cazzotti e proiettili con la donna forzuta, l'uomo resistente e i soldati.
«Gr... Vi ammazzo tutti!»
Afferra uno dei soldati per la testa e, mentre lo tiene sollevato, con il braccio libero gli punta un fucile in petto e lo annienta.
Lo lancia poi verso l'uomo resistente.
Col fucile a pompa mette a dormire anche altri soldati.
Prende una granata, la attiva tirando la linguetta con la bocca e la lancia nel mezzo del casino.
«Fa attenzione!» gli urla Peter, che era uno di quelli che stavano nel bordello totale.

Peter se la sta vedendo con il fastidiosissimo tipo magnetico.
«Sei fastidioso.»
Gli spara qualche proiettile, poi gli corre contro, passa l'armatura sulla mano e lo colpisce forte al volto.
«Peter!» ecco che Andreas è arrivato.
Nella discesa, spara vari colpi del suo cannone verso l'uomo magnetico e gli altri soldati.
«Buono che sei venuto» dice l'inglese appena lo vede.
«Vi serviva una mano...»
«Devo assentarmi un attimo» lo informa il riccone interrompendolo.
«Cosa?» Andreas è confuso. «Stai scherzando?»
«Devo verificare una cosa. Tranquillo tra poco tornano anche Alessio e Manuel.»
Dietro di loro intanto, Michael ha afferrato l'uomo resistente e, con molta foga, gli ha strappato un braccio dal corpo.
«Poi sei con Mick, e lui vale per beh... dieci uomini?»
Tornano a guardare il gigante. Butta l'uomo per terra e gli schiaccia la testa con il piede. «Hahahaha!» urla estasiato al vento.
Peter si corregge. «Facciamo di più.»
~~

L'oggetto non identificato a cui Alessio ha sparato diventa un tantino visibile.
Il cecchino prende la seconda pistola e spara ripetuti colpi verso quello strano velivolo.
A parte il primo, però, che aveva colpito il motore, questi altri sembrano non creare danni a quel velivolo.
«Cazzo» Alessio non è contento dello scarso risultato, Soprattutto quando il velivolo gira su sé stesso mostrando, agli occhi del ragazzo, dei grossi cannoni.
Il cecchino cala le braccia seccato, si volta e subito inizia a correre il più velocemente possibile, cercando di non farsi colpire dai razzi nemici.
Prova a voltarsi per rispondere al fuoco col fuoco, ma non gli danno respiro.

Giù Manuel tiene un occhio sugli spadaccini e l'altro proprio su Alessio.
I razzi nemici lo tengono alle strette e non gli lasciano molta via di scampo.
Il samurai nota che più razzi colpiscono contemporaneamente l'edificio sopra il quale lui stava saltando. Appena ci appoggia il piede inizia a cadere a pezzi.
Manuel lascia il combattimento e corre verso l'amico.

Alessio inizia la caduta libera nel vuoto.
Fortunatamente Manuel non è lontano. Raggiunge l'edificio, fa un po' di parkour per arrivare a un'altezza maggiore e poi salta, afferrando il corpo di Alessio al volo.
Cadono vicino alle macerie, si scambiano il cinque, dopo essersi guardati intensamente negli occhi per un minutino, e poi si aiutano ad alzarsi a vicenda.

Alessio osserva l'ignoto velivolo allontanarsi. Manuel guarda nella stessa direzione, ma non vede niente.
«Cos'era?» domanda poi al cecchino.
«Quelli che avevano rapito la ragazza» risponde Alessio, tenendo lo sguardo fisso, fino a quando, anche per lui, diventa impossibile vederli.
«Che razza di tecnologia hanno.»
«Torniamo dagli altri, penso che la bomba sia in dirittura di arrivo.»
~~

Michael corre agitato e preoccupato nel mezzo della battaglia.
«Spike!» urla a gran voce.
Arriva vicino al corpo del piccolo bulldog, steso a terra con le zampe all'aria, con gli occhi chiusi e la lingua di fuori.
«Spike!» continua Michael insistente. «Spike!»
Il cagnolino non si muove.

Ma improvvisamente apre un occhio e poi l'altro.
«Spike!»
Muove il nasino e si mette in piedi, contento, con la linguetta che quasi arriva a terra.
«Ti stavi fingendo morto. Ma che bravo cagnolino che sei.»
Il gigante prende un po' di cibo, che conservava apposta per la piccola creatura.
«Bravissimo Spike, sei intelligentissimo. Più dell'Inglesotto.»
Lo prende e lo rimette nello zaino dietro la sua schiena.
«Tienti forte Spike, facciamo fuori queste fighette.»
~~

I soldati americani marciano tranquilli verso le porte di Giuba, quando appare sulla loro strada Markus, armato del suo fucile che oltre a sparare semplici proiettili è anche in grado di usare il suo potere di fermare il tempo.
Blocca in due bolle rallentanti il gruppo davanti e poi spara qualche proiettile, che lentamente andrà a segno.
I soldati dietro circumnavigano le bolle, ma Markus, una delle persone più intelligenti del pianeta, non si fa trovare impreparato e lancia delle bolle anche verso di loro.
Qualcuno riesce a non farsi prendere, qualcuno però nel camminare ci finisce dentro da solo.
«Idiots Américains.»

Gli americani si preparano a usare l'artiglieria pesante: carri armati, mitragliatori, e qualsiasi cosa abbiano portato.
Sparano la qualsiasi.
Markus si difende usando la sua arma speciale, ma la situazione inizia a diventare... incontinente.
Di tutto viene indirizzato verso l'anglo-francese.
«Tutto questo solo perché sono nero?»

I proiettili, i razzi, cambiano la loro traiettoria, si sollevano verso il cielo. Anche i veicoli dei soldati.
Forti esplosioni si scatenano sulle loro teste, e su quella di Markus.
Nel caos totale un raggio di luce appare dalle nuvole e illumina Stephan, sospeso in aria che controlla qualsiasi oggetto metallico intorno a lui.
Attende che tutti ammirino la sua "stupefacenza", poi fa piovere sulle loro teste.
«Montato del cazzo» lo guarda sconcertato Markus. «Sa anche volare.»
~~

Sascha e Diop camminano per il palazzo diretti da coloro che comandano.
«Dunque hai deciso di partecipare in modo attivo» prova il piccoletto a rompere la tensione.
«Non volevo rimanere a guardare» risponde freddo Diop. «Ho aspettato da tanto questo giorno, rovesciare questi dittatori e riprenderci il nostro paese. Oggi penso che inizierà una nuova vita per il Sudan del Sud, e per il mondo. Voi potreste aver dato inizio a una nuova era, ragazzino bianco.»
«Mh... e poi sei venuto anche per assicurarti che non facessimo guai.»
«Esatto piccoletto.»
Incontrano un piccolo gruppetto di soldati. Diop spara a quelli nel mezzo, Sascha invece gli gira velocemente intorno e li accoltella.

«Che farai quando incontreremo la resistenza dei soldati sudsudanesi?» l'africano torna sul discorso.
«Te l'ho già detto, Diop. Non sono il nostro obiettivo, ma molto probabilmente dovremmo scontrarci. Se combatteranno dovrò fare qualsiasi cosa per fermarli.»
«Li convincerò a schierarsi con noi. Vedrai.»
In cuor suo, Sascha spera che possa riuscirci davvero

Stanno per raggiungere le stanze di Grundy e Teersa, ma qualcuno si aggiunge alla festa.
L'uomo di ghiaccio appare sprigionando una grande scarica congelata, mandando Sascha e Diop contro il muro, distruggendolo, e, successivamente, giù nel giardino posteriore del Palazzo, dove è presente tutto l'esercito sudsudanese con le armi già spianate.

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