Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

1% CHANCE, 99% FRA: 37

«Piccolo problemino ragazzi» avvisa Sascha mentre lotta contro l'uomo di ghiaccio. «Non sono riuscito a raggiungere il pelato e la suora, l'uomo di ghiaccio mi ha trattenuto.»
Andreas si ferma un attimo dal combattere e si guarda intorno. Stanno tornando gli altri.
Michael viene atterrato dalla donna forzuta. Da lontano appare Alessio, che le spara, prima all'altezza dei capezzoli e poi dritto in mezzo agli occhi.
Dietro di lui ci sono anche Manuel, che senza perdere tempo va dagli spadaccini, Markus e Stephan.
«Va bene, ci penso io» il tedesco ritira il cannone e si incammina.

Michael si toglie il corpo della donna forzuta di dosso. Dà una rapida occhiata alla situazione ed emette il classico ringhio. Lancia una granata per creare ulteriori casini e poi scompare sottoterra.
«Dove cazzo è andato?» si chiedono Markus e Stephan mettendosi le mani in faccia.
~~

Erik e Clara sono riusciti a raggiungere indisturbati l'esterno del Palazzo.
Sono poco fuori al cancello, dove c'è radunata tantissima gente.
Il ragazzo si gira verso la battaglia, poi torna dalla principessa. «Stai qui con loro Clara, io vado ad aiutare i miei amici.»
«Clara!» entrambi si voltano.
È il re, commosso, finalmente può di nuovo vedere la figlia, può finalmente riabbracciarla.
«Grazie» dice il re, ad un imbarazzato Erik, che non riesce a frenare le lacrime.
Erik fa un cenno di assenso, si crea spazio tra la folla che si era creata intorno a loro e corre verso il Palazzo.

I due svedesi non si sono accorti, però, che non avevano lasciato la struttura, ormai decadente, da soli. L'uomo spara fuoco li aveva seguiti.

Sascha e l'uomo spara ghiaccio se le danno di santa ragione.
Il piccoletto riesce, grazie alla sua super velocità, a scansare gli attacchi congelanti, che l'ultima volta gli avevano fatto molto male.
Prende lo scudo e lo mette tra sé e la violenta valanga che gli viene lanciata contro. Dall'altra parte deve tenere lontani gli attacchi provenienti dall'esercito sudsudanese, appena unitosi nella battaglia, dopo che, insieme a Diop, gli erano caduti davanti.
Riesce a tenerli lontani lanciando dei fulmini nella loro direzione.
Nel farlo non si accorge che Jack Brina pezzotto si stava avvicinando.
Lo nota quando gli è a un passo dal poggiare la mano congelata sullo scudo, giusto in tempo, il piccoletto riesce a girarsi e a colpirlo con una scarica elettrica.

Ed ecco che si fanno di nuovo sotto i soldati.
Sascha blocca i loro pugni e i proiettili con lo scudo, e per contrattaccarli decide di usare il pugnale, solo che però ci va piano, lo usa come fosse un bastone, non togliendolo dal fodero.

Anche Diop è costretto a prendersi a pugni con i suoi connazionali, alcuni dei quali suoi conoscenti.
«Vi prego, fermatevi.»
«Fatti gli affari tuoi» risponde secco uno di loro servendogli un pugno al mento.
Diop si rialza e cerca ancora di fargli cambiare sponda. «Andiamo, possiamo ribellarci, possiamo batterli.»
«No che non possiamo» ribatte un altro.
«Lascia perdere Diop, siamo costretti a combattere per loro» ed ecco che si prende un altro cazzotto.

L'uomo di ghiaccio sta tornando, Sascha prepara la spada.
Essa però viene congelata. Sascha la guarda sconsolato per un breve secondo, poi deve mettersi a schivare i raggi congelanti dell'avversario.
Si volta e arretra di qualche metro correndo, si gira di nuovo verso il congelatore umano e gli lancia due coltelli, uno graffia la mano e l'altro scalfisce l'aggeggio dona poteri.
«Man-nacc» si sforza il mezzo napoletano riuscendo finalmente a liberare la spada dal ghiaccio.
La tiene stretta tra le mani e corre contro il nemico.
La spada si scontra con le lame ghiacciate, qualcuna la rompe, qualcuna resiste.
Un altro fendente da parte di Sascha, l'uomo para con la lama, poi abbassa un braccio e la infilza all'altezza del fianco del ragazzo.

Sascha però non molla la posizione, i bagliori rossi della maschera rimangono puntati sull'avversario. Il tizio del ghiaccio ne rimane sorpreso, guarda verso il basso, la lama è lì nel fianco, ma allo stesso tempo sembra come se il corpo del ragazzo non avesse consistenza.
Torna a fissarlo, Sascha inizia a vibrare, cala la spada e passa prima attraverso la scheggia e poi attraverso il corpo dell'uomo ghiaccio, uscendogli alle spalle, lasciandolo spaesato dall'improvvisa scomparsa, e infine lo fulmina.

I soldati arrivano di nuovo, ma Sascha riesce a tenerli lontani.
L'uomo di ghiaccio si sta rialzando, lascia perdere i soldati, posa tutte le armi e corre da lui. Nella corsa però viene preso in pieno dall'uomo rimbalzante.
Sascha è a terra che si tocca la schiena, ha preso una bella botta.
Si rimette in piedi con calma, non accorgendosi che alle sue spalle sta arrivando ancora l'uomo palla. Si accorge, però, di un'altra presenza che sta arrivando dritto dalle profondità terrestri.
«Michael?»
Il gigante usa uno dei suoi fucili come mazza e manda quel pallone umano addosso ai soldati.
«Gr... Spacchiamo le ossa a questi due.»
«Woof» abbaia contento Spike.
Se non fosse per il rumore della battaglia, si riuscirebbe a sentire la sua coda che, scodinzolando, sbatte nello zaino.
~~

Peter è entrato nel Palazzo.
Ha raggiunto un'area segreta nella torre di sud-ovest.
Non sembra essere una stanza dall'elevata importanza. Vecchie apparecchiature tecnologiche ormai fuori uso, monitor vari, tanta polvere e qualche insetto. Tutta piena di polvere, scaffali pronti a cadere a terra.
Spicca però un insolito oggetto che emette una strana luce blu. Un oggetto che alimenta la curiosità dell'Inglesotto.
Peter si avvicina e prende quello strano aggeggio bianco e quadrato. Avverte, dal contatto con la mano, che dentro di esso è contenuta tanta tecnologia avanzata.
L'oggetto vola, di punto in bianco, lontano da lui, dritto nelle mani dell'uomo magnetico.

«Cos'è quel coso?» domanda Peter con cortesia.
«Niente che debba interessarti» riceve una risposta poco cortese.
«Allora è qualcosa di importante...» deduce Peter mentre si gratta il mento.
L'uomo non gli dà risposta.
«Ha lo stesso odore che ho sentito quando abbiamo affrontato le guardie del Palazzo. È una specie di controllo? È così che li tenete sotto scacco?»
L'uomo attira a sé un palo metallico appuntito e una pistola.
«I tuoi amici sono quasi tutti morti, sicuro di non volerti arrendere?» lo schernisce l'inglese.
L'uomo indirizza il palo metallico verso Peter, che viene colpito al costato.
L'inglese toglie il palo e porta una parte dell'armatura sulla ferita.
Stringe i denti e lancia un'occhiataccia al tipo di fronte a lui. «Me lo prenderò da solo.»

Spada laser nella mano destra, sulla sinistra porta il resto dell'armatura. Fregandosi del segno lasciato dal palo appuntito.
L'uomo magnete spara con la sua pistola sul viso dell'intelligente Peter.
Porta subito il braccio sinistro in traiettoria, l'armatura non sola blocca i proiettili, li assorbe.
Peter osserva stupito e, senza indugio, li rispedisce al mittente.
L'uomo prova a controllarli, ma non ci riesce con tutte, una pallottola gli trapassa il braccio.

Adesso è Peter a lanciarsi con veemenza sul nemico.
In contemporanea l'uomo prova ad attrarre a sé qualsiasi oggetto metallico presente nella stanza.
Peter arriva prima di qualsiasi altra cosa. Gli fa un taglio con la spada laser sul petto, poi lo riempie di pugni. Una raffica di destri e sinistri si infrange sul viso liscio dell'uomo magnetico.
Il magnete umano cade a terra, prova subito a rialzarsi, ma deve fare i conti con i calci dell'inglese.
Lo stesso Peter lo aiuta a rimettersi in piedi, ma solo per continuare a picchiarlo. Lo tiene stretto per il collo e in contemporanea lo riempie di mazzate.

L'uomo magnetico riesce ad attirare a sé qualcosa di abbastanza pesante da fermare Peter, ma solo per un attimo, dato che poi affetta quella cosa, che lo era andato ad abbracciare, con la spada laser.

Il tizio magnetico di nuovo prende il controllo di tutto ciò che è metallico nella stanza e lo indirizza verso il ragazzo, che non si fa spaventare.
Corre di nuovo verso di lui mentre un vortice di oggetti gli ruota attorno colpendolo svariate volte, anche sul punto della ferita al costato. Doloroso, ma incanala tutto dentro.
Aiutato dalla spada e dall'armatura, arriva ancora al faccia a faccia col nemico.

Gli sistema un calcio nel petto, lo afferra per il colletto mentre cade all'indietro e gli dona altri cazzotti.
Prova a rimettersi in piedi, ma Peter non gli dà respiro, con un altro calcio lo manda a sbattere nel muro. Lo tiene bloccato contro la parete per le braccia e con forza lo spinge il cranio contro i mattoni.
Gli struscia un po' la faccia, lo fa voltare, gli dà altri pugni e poi lo scaraventa a terra.
L'uomo di nuovo guida il palo verso l'inglese, ma stavolta lo taglia in due con la spada. Allora l'uomo corre contro Peter, ma si ritrova trafitto.

Peter respira affannato. Toglie il palo dal fianco del killer, lasciando che il corpo si infranga a terra.
~~

Grundy e Teersa sono al sicuro in cima a una delle torri del Palazzo, in compagnia dei loro schiavi, pronti a fargli da protezione nel caso i loro piani non vadano per il verso giusto.

«Richard e i suoi non rispondono più» avvisa il pelato, contrariato e agitato.
«Sono rimasti solo in cinque i serial killer» dice Teersa, anche lei visibilmente infastidita. «Non sta andando per il verso giusto la situazione, avranno un piano di riserva.»
«Niente» Grundy lancia via il telefono. «Non rispondono.»
Arriva uno degli schiavi che sta facendo avanti e indietro tra questa stanza e il campo di battaglia. In pratica fa da messaggero.
«Padroni, i cinque capi sono andati via.»
Grundy e Teersa stentano a crederci.
«Li ho visti salire su uno strano aereo. Uno dei nemici ha provato a fermarli, ma sono scappati.»
Grundy e Teersa non comprendono questa mossa, riprendono il telefono e continuano ad insistere.

Richard finalmente risponde.
«Mi dica signor Grundy» esordisce con la massima tranquillità.
Il pelato gli elenca tutte ciò che sta accadendo e chiede spiegazione.
«Avrete una soluzione?» si aggiunge Teersa furiosa.
«Non dovete assolutamente preoccuparvi» spiega con tutta la calma del mondo Richard mentre soddisfatto vede la partenza della bomba atomica. «Tutto sta andando secondo i piani.»
Richard interrompe la chiamata.

«Padroni» arriva il secondo messaggero, con notizie che non renderanno affatto felici i due signori.
~~

I ragazzi all'esterno continuano a ferire le forze armate americane.
Degli assassini con i dona-poteri, sono rimasti solo gli spadaccini, almeno qui nelle zone basse.

Manuel è impegnato proprio con loro.
Dopo qualche minuto di combattimento, la coppia di killer mostra al samurai delle nuove abilità.
Il maschio della coppia guarda Manuel sorridente, poi gli mira il braccio contro e spara un colpo laser.
Fortunatamente Manuel riesce in tempo a spostarsi. Si volta alle spalle incredulo, poi torna dall'uomo.
«Un nuovo aggeggio?» domanda, mentre si affianca anche la donna.
Il maschio gli fa un altro sorrisetto. Manuel si volta verso la donna, e anche lei sembra molto divertita.

Si dividono e camminano intorno al ragazzo. Manuel tiene le spade basse, in attesa.
Velocemente i due spadaccini puntano le braccia per sparare il laser, ma Manuel non si fa sorprendere dalla loro rapidità e respinge i loro colpi con le sue katane.

Riesce ad avvicinarsi alla donna e a stenderla con un calcio, in cambio si prende un colpo laser nella spalla.

Indietreggia e attende la loro prossima mossa.
I due intanto si tolgono gli occhiali scuri che stavano indossando, guardano fisso Manuel e sparano dei raggi laser verso di lui.
Il samurai con un salto riesce a evitare di rimanere fritto.
«Cosa... sono, lentine speciali?»
I due rispondono... con un ghigno. Forse non sanno parlare.
«Sono... poteri?»
I due, incredibilmente, non fanno solo un ghigno, ma fanno anche un cenno di assenso con la testa.
Ma continuano a non proferire parola.

Alessio vede da lontano l'amico ancora impegnato. Vuole dargli una mano, quindi, spara ai nemici, ma il samurai mette la sua katana nella traiettoria del proiettile.
«Non interferire.»
«Ceeerto» Alessio sbuffa, scuote la testa e torna a occuparsi dei soldati. «Se vuoi morire fai con comodo.»

«Avanti» Manuel invita i suoi avversari ad attaccarlo. «Non abbiate pietà di me, come io non ne avrò di voi.»
Per nulla intimorito, dopo la scoperta dei poteri. Rimane calmo e tranquillo, consapevole e fiducioso dei suoi mezzi e delle sue abilità.

Parte agguerrita la donna, prima sparando i laser appena impiantati negli occhi, poi con la spada. Manuel devia i colpi e la spinge al lato. Subito c'è già l'uomo, che salta e prova a prenderlo alla testa, ma il samurai para e lo spinge verso la compagna.
Lo attaccano insieme, con i laser, e il samurai usa le katane per parare. Adesso gli vanno addosso, Manuel arretra mentre respinge le offensive di entrambi.
Riesce a bloccarli e a respingerli. La femmina poi mette a segno un colpo preciso al cuore.
Manuel cala lo sguardo verso la lama poi torna dalla donna. Indietreggia per liberarsi e poi con un veloce attacco la disarma.
Il maschio arriva in difesa, Manuel usa la seconda katana per difendersi, e con l'altra riesce a fargli un graffio alla gamba.

Tiene il napoletano impegnato, lasciando alla donna il tempo di riprendere la sua spada e attaccare il ragazzo alle spalle, compiendo un taglio netto al collo e staccandogli la testa.
«A questo non potrà sopravvivere.»
La testa rotola via mentre il corpo cade lentamente a terra.
«Lo abbiamo finito, sorella»

La coppia è soddisfatta. Ammirano estasiati l'opera compiuta.

Il corpo, però, sembra che si muova ancora, gli arti compiono dei gesti quasi impercettibili.
Una macchia verde più in là attira la loro attenzione.
È Erik, con un braccio disteso verso l'amico.
Il corpo, senza testa di Manuel, si alza e va verso il capo, liberando il casco da samurai e calciando via il vecchio cranio, intanto le nuove ossa, i nervi, gli organi, iniziano a spuntare dal collo.
Mette il casco da samurai, fa un cenno di ringraziamento allo svedese e riprende le katane.
«Impossibile.»
"Non ha funzionato con il cuore, perché avrebbe dovuto con la testa?" avrebbe voluto dirgli Manuel, ma era ancora in stato di composizione, ergo, non aveva la bocca, o le corde vocali. In effetti, non aveva proprio la testa.

Si rilanciano all'attacco.
Manuel li attende inginocchiato, con le braccia distese. Appena arrivano incrocia le spade parando, per l'ennesima volta, i loro inefficienti attacchi.
Li allontana, li segue, disarma il maschio e taglia una mano alla femmina.
Il maschio sta per usare il laser, ma una katana gli trapassa il collo.
Approfittando dell'incredulità di lei, Manuel le va alle spalle e le mozza la testa.
"La tua non ricrescerà" avrebbe voluto dire in quel momento.

Posa le lame mentre rimane lì in piedi a fissarli.
«Fortuna che ho velocizzato la guarigione» gli si affianca Erik.
Manuel non lo ringrazia a parole, ma gli allunga la mano.
Lo svedese, ovviamente, gliela batte, dopo qualche secondo dove lo aveva rimasto appeso perché non se ne era accorto.
~~

«Ho la bomba!» avvisa Markus. «È vicina» si mette a smanettare sul computer. «Inizio l'hackeraggio.»
Alessio, Stephan e Manuel lo coprono mentre cerca di compiere l'arduo compito.
«Iniziano i tentativi» dice Stephan.
Erik pare contrariato, lui era dell'idea che, invece di basare il piano su dei tentativi, bisognava basarlo su fatto più concreti.
«Questi lo sanno che stanno per morire?» si chiede il cecchino mentre spara agli americani.
«Ma che ne so...» gli risponde Manuel mentre li affetta.
«Idioti americani sta arrivando un'atomica!» gli urla contro Stephan.

«Ce la fai Markus?» domanda Peter mentre si appoggia dolorante a un buco nella torre che dà sul campo di battaglia.
La ferita a cui aveva dato poca importanza sta dando i suoi grossi problemi. Ma almeno ha in mano quello strano aggeggio che tanto voleva proteggere l'assassino.
«Tranquillo Pete. Sto andando alla grande.»
«Io per sicurezza vado dai civili» informa Erik, diretto indisturbato verso la folla poco fuori al cancello del Palazzo. «Almeno loro li salveremo.»

«Fortuna che già hanno sfrattato la maggior parte e rimangono solo quelli là fuori.»
L'affermazione di Stephan confonde, e non poco i Fra.
«Già» conferma Markus.
«Scusate, cosa?» domanda stizzito Alessio.
«Ci tenete partecipi?» chiede Erik.
«Ah, giusto. Non ve lo avevamo detto...»
«Detto cosa?» domanda Peter tossendo.
«Beh, avevamo messo in atto un'operazione di spopolamento» spiega Markus.
«Eh?»
«Sh... Ve ne parleremo più tardi, devo fermare una bomba.»

Andreas interrompe la scalata verso i vecchi, ed esce all'esterno, su un terrazzino. «Se serve sono qui. Potrei portarla da qualche altra parte, in cielo per esempio.»
«Come Andre?» domanda Peter con voce strozzata. «Non hai mai fatto una cosa simile. Tienitela per il terzo tentativo. Vai Markus, ci fidiamo di te.»
«Zero pressioni signori» risponde Markus, cercando di non farsi prendere dal panico.
«Michael e Sascha sono ancora vivi?»

«Gr... Siamo molto impegnati.»
Ma Sascha con una violenta e prolungata scarica di fulmini mette a sedere tutti i nemici. Fortunatamente per alcuni, sfortunatamente per altri, non gli fa tanto male.
Si piega un attimo a terra, Diop lo aiuta a tenersi in piedi, lo sforzo è stato molto elevato.
«Sta arrivando la bomba» avvisa il piccoletto al sudaudanese.
«Finiti» avverte Manuel quando l'ultimo americano è a terra.

Ecco la bomba, sta iniziando la discesa.
Tutti sono in silenzio, attendono Markus.
Il franco-inglese muove velocemente le dita sulla tastiera, si toglie il cappello e lo poggia a terra. Nonostante non ci sia più il caldo di una volta sta sudando molto.
Preme l'ultimo tasto e poi guarda in alto.

La bomba è spenta.

I Fra tirano un sospiro di sollievo, così come i civili e i due vecchi padroni più in alto, quando la vedono cadere nel fiume senza provocare danni.
Markus fa per posare il computer, ma un allarme lo costringe a riattivarlo velocemente.

«Non era vera» dice poi sconcertato e con voce quasi tremante.

«Come non era vera?» chiede Erik che era pronto a esultare.
«La vera bomba sta arrivando adesso, quella era un cavallo di troia» spiega Markus che già è tornato a digitare tasti sul computer come un forsennato.
«Beh devi fare ciò che hai fatto prima» fa notare Stephan. «Giusto? Di' di sì ti prego.»
«No, no, no» il sistema tiene Markus fuori. «La bomba mi riconosce come minaccia, sarà quasi impossibile riuscire a entrare nei suoi sistemi.»

Ed ecco che la seconda bomba appare alla vista di tutti.

Sascha la guarda affascinato, mentre tutto intorno a lui rallenta.

La bomba sta iniziando la discesa.

Erik ha raggiunto i civili. Gli unici rimasti, da quel che dicono Stephan e Markus, chissà se spiegheranno mai il perché, il come.
«Compattatevi! Stringetevi più che potete!» urla Biel.
«Compattatevi! Stringetevi più che potete!» urla Erik, venendo anche ascoltato.
«Avanti!» urla il re.
L'uomo del bar che tanto non lo sopportava decide di seguirlo. «Forza, dobbiamo fidarci.»
Si stringono il più possibile.
Dopo qualche tentativo fallito, Erik riesce a creare uno scudo intorno a tutti loro.
Ma ecco che alle sue spalle arriva lo spara fuoco.

Peter, sulla torre, posa l'oggetto che aveva conquistato a terra e prova a controllare la tecnologia presente nella bomba.
Ma non ci riesce, il dolore è troppo forte, il suo corpo è troppo debole.

Ci prova Andreas e ci prova anche Stephan. Il primo prova ad aprire portali sulla sua traiettoria, ma non riesce ad andare così lontano e nemmeno a farli abbastanza grandi. Il secondo prova a controllarlo con i poteri magnetici, ma non è abbastanza potente.

Sascha vede al suo fianco la donna dai capelli rossi, anche lei sta osservando la bomba, poi si volta verso il piccoletto, lo guarda sorridente.

Erik si accorge in tempo dell'uomo del fuoco.
Usa l'aggeggio che gli dona il potere come lanciafiamme e lo indirizza verso le svedese, che repentino, si crea uno scudo.
Con molto sforzo prova a tenere in piedi tutti e due gli scudi, cosa non molto semplice per uno alle prime armi.
«Mi hai quasi ucciso ragazzino. Ucciderò te, quelli che difendi e tutti i tuoi amici, poi potrò anche morire.»
«Non te lo permetterò» ribatte il biondino sotto sforzo.
L'uomo di fuoco aumenta a dismisura il livello di fuoriuscita delle fiamme.
Spinge sempre di più.

Erik guarda tra la folla. I suoi occhi vanno sulla principessa, sul re, e poi su Biel, che lo sta fissando.
Biel gli fa un cenno. Lo svedese nota, dunque, le gocce formarsi sul suo corpo.
"Va bene" dice lo svedese nella sua testa.
Lascia andare lo scudo che tratteneva i civili, aumentando quello che usa contro l'uomo di fuoco, riuscendo a fermarlo per un attimo e a farlo indietreggiare.

Intanto Biel si eleva nel suo stato acquoso, trasparente e bagnaticcio. Si tuffa verso il serial killer per poi riprendere la forma umana e avvinghiarsi su di lui.
Il corpo del giovane sudsudanese muta di nuovo allo stato liquido e spegne le fiamme del nemico. Distrugge l'oggetto e fa entrare nel corpo del tizio del fuoco una grossa quantità d'acqua.

«Grazie» gli dice lo svedese a lavoro finito.
«Di nulla amico» risponde Biel affaticato.
Riprende fiato e torna nel gruppo, così che Erik possa di nuovo creare un scudo che possa proteggerli.

Peter guarda l'oggetto che aveva trovato. «Se dovrete morire, morirete liberi.»
Fa andare l'armatura verso il piede, con forza ci schiaccia l'oggetto sotto.

Diop nota i soldati fare espressioni strane. Sentono già gli effetti del gesto Peter.

Grundy e Teersa, dopo aver visto le facce dei loro schiavi, capiscono ciò che è accaduto, e ne rimangono scioccati.

«Non c'è niente che possiamo fare?» chiede Alessio con lo sguardo rivolto al cielo.
«Credo di no amico» gli risponde Manuel poggiandogli una mano sulla spalle. «È stato un onore combattere con voi.»
«Ma il cagnolino?» chiede Stephan.
«Già infatti. Erik!» interviene il solito Alessio. «Invece di pensare a quelle persone salva il cagnolino.»

La bomba sta per passare sulle loro teste.

Sascha è ancora lì fermo ad ammirarla, escluso dal resto del mondo.
Nella sua testa stanno correndo tantissime immagini sulle possibili evoluzioni.
«Vi ucciderò prima io» il tipo del ghiaccio crea una rampa ghiacciata e si lancia verso Sascha e Diop.
Michael è reattivo e con un pugno lo manda via.
«Per noi è finita» il gigante sembra pronto a voler accettare il suo destino.
Porta gli occhi verso il piccoletto.

Per un millesimo di secondo lo vede sprigionare fulmini, poi scompare, correndo verso la rampa, creata prima dal tizio del ghiaccio, e andando contro la bomba.

La donna dai capelli rossi guarda felice, orgogliosa.

«Ma quello è...» Andreas cerca di capire.
«Quello è pazzo» conclude Peter.
«Quello è morto» rettifica Alessio.
«Lo sta facendo sul serio?» domanda Erik.
«Penso proprio di sì» conclude Manuel. «Eh vabbè.»

Sotto gli sguardi increduli di tutti Sascha si avvicina velocemente alla bomba.
L'impatto arriva, la testa del piccolo Sascha si scontra con la punta dell'ordigno.

«Ne abbiamo fatte tante in poco tempo, eh?»
«Già.»
«È la nostra ora.»
«Addio mondo.»

La bomba esplode.
L'energia inizia a spargersi nell'aria.
Ma accade qualcosa.

L'esplosione viene subito risucchiata dal folle velocista.

Nessuno riesce a credere ai propri occhi.

«Piccolo... bastardo» sorride Peter.
«Lo ha fatto» dice Erik. «Lo ha fatto!»
«Ma è... è... è un folle» Alessio si toglie gli occhiali per vedere meglio.

Sascha e la bomba iniziano la discesa a terra.
Il piccoletto viene preso da Michael che, appena lo appoggia a terra, viene colpito dall'uomo di gomma.
Sascha, intontito, non si tiene perfettamente in piedi. L'uomo del ghiaccio gli si butta addosso.
Sascha lo afferra e lo fa cadere insieme a lui.
Nonostante la presa del velocista sulle sue spalle, l'uomo ghiaccio riesce ad allungare le braccia verso il petto del piccoletto.
Prima che possa fare qualsiasi cosa Sascha si illumina e sprigiona un potente raggio di energia esplosiva verso il cielo, che finisce per disintegrare il suo avversario congelante.

I soldati lì presenti osservano incerti, mentre iniziano ad avvertire una sensazione che non provavano da un bel po'.

L'uomo di gomma ha gli occhi sgranati, ma poi si ricorda dell'esercito sudsudanese.
«Che aspettate uccidetelo» ordina, non così tanto convinto.
«No!» interviene Diop.
«È finita... siete liberi!» dopo qualche secondo, anche lui inizia ad avvertire ciò che hanno sentito gli altri appena l'uomo del ghiaccio è stato sconfitto. Quel breve, ma consistente, rialzamento della temperatura. «Lo sentite, vero?»
I soldati rimangono fermi indecisi, a osservare il cielo e il piccolo ragazzo che ha sventato la distruzione totale.
«Vi hanno salvati. Lui vi ha salvati.»
Sascha riesce ad alzare la schiena. Rimane con la testa bassa e prova riprende fiato.
«Lui ha fermato il freddo, i suoi amici hanno combattuto per renderci liberi.»
Sascha porta la mano sulla maschera e se la toglie.
«Uccidetelo!» ordina ancora l'uomo rimbalzante.
«No! È arrivato il momento di ribellarci.»
I soldati si guardano fra di loro e poi guardano il piccolo ragazzo seduto a terra con il capo chinato in basso.
Un raggio di luce spunta dalle nuvole e va proprio su di lui, illuminandogli il volto, per la prima volta, dopo tempo, senza nulla a coprirlo, nemmeno di un po'.
I soldati tornano a guardarsi e lasciano cadere le armi.
«Ingrati! Io vi ucci...»
Michael zittisce l'uomo palla, per sempre.

Diop aiuta lo stremato Sascha a rialzarsi, poi arriva Michael che se lo mette sulle spalle.

Peter prova a scendere le scale, ma la ferita glielo impedisce.
«Scandinavo» urla al microfono dolorante. «Mi serve aiuto.»
«Arrivo inglese» Erik toglie lo scudo e corre verso il Palazzo.

Alessio e Stephan stentano a crederci.
«Sascha come sta?» domanda Andreas.
«Affamato» risponde l'islandese.
Manuel tira un sospiro di sollievo, non pensava che potesse sopravvivere.
Markus scuote la testa, è senza parole. «Non so come hai fatto amico, ma sei il migliore, ci hai salvati.»
«Il Capitano, no?» dice Alessio. «Stai bene anche tu ciccione?»
«Quindi sei ancora vivo stecchino?»
«Ovvio razza di cretino.»
«I due vecchi?» domanda poi Peter.
~~

Grundy e Teersa si scambiano sguardi poco convinti.
Un rumore proviene dalle scale.

Ed ecco che appare Andreas con passo lento.

I due dittatori attendono sicuri che i loro schiavi si mettano tra loro e il nemico.
Ma non è ciò che fanno. Vanno spediti verso le scale, lasciandosi tutto alle spalle e andando incontro alla meritata libertà.
Il tedesco attende che in sala rimangono solo Grundy e Teersa.
Si scioglie in po', facendo scrocchiare le ossa.
«Adesso mi divertirò.»

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro