I forgive you
"Non-non volevo portarlo via da te!"
L'altra ragazza non rispose. Restò semplicemente immobile, gli occhi fissi sulla sua "ormai-non-più-rivale" e un sorriso disegnato sulle labbra. Oh, adorava la parte in cui le vittime si accorgevano di non avere più via di fuga. Il momento in cui la loro speranza moriva, era il momento in cui la sua cominciava a nascere.
Si rigirò il coltello fra le mani, facendo correre il polpastrello sulla lama lucente.
Le avrebbe fatto fare la fine che meritava.
E poi avrebbe pensato a lui.
Ayano si guardò ancora allo specchio, con estremo disappunto.
La sua uniforme scolastica -che era stata lavata il giorno prima- ora era completamente tinta di rosso. Come del resto le sue scarpe, le sue calze, e addirittura parte della sua biancheria intima.
I suoi capelli, di un bellissimo nero corvino, erano adesso raggruppati in ciocche intrise di sangue. Lo stesso sangue che le ricopriva completamente le sue mani e gran parte delle sue braccia.
La ragazza sbuffò. In questo modo non andava per niente bene. Il suo senpai non avrebbe mai amato una ragazza così sciatta e trasandata.
Lui non meritava nessuna di quelle insulse ragazze della sua scuola, dopotutto. Lui non avrebbe mai guardato quelle come Osana, o Kokona, o Saki-chan.
Lui meritava una vera donna che non lo avrebbe mai lasciato, per nessun motivo al mondo.
"COSA HAI FATTO??"
Il ragazzo, completamente in stato di shock, cadde sulle sue stesse ginocchia stringendo ancora tra le mani la busta rosa contenente la dichiarazione d'amore della ragazza che era stata appena uccisa.
Ayano, come accorgendosi solo in quel momento della sua presenza, si allontanò lentamente dal corpo ormai privo di vita di Osana Najimi, per avvicinarsi al suo amato. Lui indietreggiò, ma non ci volle molto prima che si trovasse con le spalle al muro.
Del resto, cosa avrebbe potuto fare? Scappare? Fermarla? Non era capace di nessuna delle due cose. E poi lui non avrebbe mai fatto del male neppure ad una mosca, era così buono che non aveva avuto neanche il coraggio di rifiutare una ragazza che gli aveva confessato i propri sentimenti.
Ed era per questo che Ayano era intervenuta. Lei non sarebbe stata ferma a guardare, lei non avrebbe perso l'unico ragazzo che amava.
Ed era per questo che lui meritava di meglio.
Lui meritava lei.
Con un sospiro, la giovane si diresse verso la vasca da bagno. Doveva lavare via quell'impurità, doveva fare in modo di essere perfetta per quando avrebbe incontrato di nuovo il suo senpai, colui che la faceva sentire viva con un solo sguardo, colui che era diventato presto la sua ossessione.
Sapeva ogni cosa di lui: dal luogo della sua nascita, alla taglia di scarpe che portava, al suo genere musicale preferito. Aveva passato minuti, giorni, settimane a seguirlo in ogni suo movimento, ogni suo passo. Aveva imparato ad amarlo per ogni piccolo aspetto del suo carattere.
Aveva evitato di farsi vedere varie volte, con la paura di apparigli inopportuna e forse anche un po'...Pazza?
Si accovacciò con un sorriso di fronte a lui, sapendo che non avrebbe avuto la forza di urlare di nuovo. Lo guardò intensamente negli occhi per alcuni secondi. Adorava il suo sguardo, anche quando aveva paura...Aveva qualcosa, qualcosa che le causava una forte dipendenza, una luce speciale che non avrebbe mai trovato in nessun altro al mondo. Non poteva lasciarsi scappare un ragazzo del genere.
"Che modo stupido per dichiarare il proprio amore" -osservò Ayano, strappando dalle mani di lui la lettera che aveva ricevuto.
"Non c'è da stupirsi se si viene rifiutati in questo modo"- aggiunse, lanciando ancora un'occhiata al cadavere della ragazza.
O meglio, a quello che ne restava.
Non era rimasto più nulla della bellissima ragazza che era Osana, se non un volto sfigurato, un corpo ridotto a brandelli, delle interiora sparse disordinatamente per terra, ed una bocca spalancata in un grido soffocato dal suo stesso sangue.
Lui trattenne a stento un conato di vomito e si girò dall'altra parte.
Ayano, invece, non poteva fare a meno di sorridere. Finalmente era giunta l'ora della resa dei conti.
La ragazza dai capelli corvini uscì dalla vasca da bagno, facendo scorrere via tutta l'acqua macchiata di rosso, e si avvicinò nuovamente allo specchio.
Così andava molto meglio, ma ancora non aveva raggiunto il suo obbiettivo. La perfezione.
Si asciugò e pettinò bene i capelli, sostituì l'accappatoio che la copriva con una divisa pulita, mise delle scarpe nuove e riprese a guardarsi. Il momento era quasi arrivato.
"Non ti preoccupare" continuò Ayano, cominciando già ad appoggiare la punta del suo coltello sul petto del senpai. Lui trattenne il fiato, seguendo terrorizzato i suoi movimenti.
"Ti perdono per quello che hai fatto. E sono sicura che ci vedremo ancora, molto presto" Con un rapido gesto affondò la lama nel cuore di lui, ritirandola subito dopo.
"...Prima ancora che tu te ne possa rendere conto". Il ragazzo contorse il viso in un'espressione di dolore, per poi accasciarsi completamente al suolo. Intorno a lui comiciò a dilagare una pozza di sangue.
Era ancora vivo.
Ayano era pronta, ora. Forse un po' troppo eccitata -il primo appuntamento non si scorda mai- ma tutto ciò era giustificabile. Stava per unirsi per sempre all'amore della sua vita, la ragione della sua esistenza...Era sicura che persino sua madre sarebbe stata fiera di lei, se solo fosse stata presente.
La ragazza contemplò a lungo il bicchiere mezzo pieno che aveva lasciato sul comodino vicino al suo letto. Si sedette da un lato, e lo prese in una mano tremando un po'. Si diede il tempo di osservare meglio la sostanza che era al suo interno -nonostante ce l'avesse messa lei stessa- ma non ebbe nemmeno un ripensamento.
Senza più esitare, ne bevve il contenuto. Non fecero in tempo a passare alcuni istanti, che sentì un forte dolore prendere possesso del suo intero corpo.
Proprio come aveva immaginato.
Si sdraiò sul letto, pensando intensamente agli occhi del suo senpai. Li avrebbe rivisti tra poco, era questione di secondi.
Era ancora viva.
Ma non ancora per molto. Gli ultimi istanti della vita su questo pianeta li avrebbero passati insieme, lei...
...Ed il suo senpai.
Prima di morire, Ayano sorrise. La morte somigliava tanto al sonno, dopotutto.
Un sonno dove i sogni sono veri.
Un rivolo di sangue uscì dalle sue labbra socchiuse. Finalmente avrebbe potuto dormire in pace.
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Angolo dell'autric...(si fa per dire, eh).
Da quanto è che non scrivo qualcosa di estremamente malato e deprimente? Troppo tempo, in qualche modo dovevo rimediare.
Faccio il mio "debutto" (che parolone) su questo sito iniziando già a scusarmi, perchè mi rendo conto che sono parecchio arrugginita con le storie di questo tipo. Avevo voglia di scrivere una fanfiction su Yandere Simulator praticamente da quando l'ho scoperto (ed è passato più di un anno), non sono brava con le cose troppo lunghe, quindi è venuto fuori questo. Non so neanche io come definirlo, forse una one-shot molto delirante e confusa, ma considero già tanto che mi sia venuta questa idea xD
Mi appartiene solamente la storia, i personaggi sono tutti proprietà di Yandere Dev (il mio Yandere Dev), quindi per oggi ringrazio soprattutto lui che mi ha dato qualcosa su cui sclerare e scrivere fanfictions a più non posso.
Esatto, se c'è qualcuno lì fuori che mi legge, aspettatevi qualcos'altro del genere...E prendetela pure come una minaccia ;)
Ovviamente se ci sarà veramente qualcuno che leggerà questa cosa, e si prenderà addirittura il tempo di dare un'occhiata all'angolo dell'autrice...Boh, grazie, sono sconvolta.
Sperando di non avervi traumatizzato troppo, posso solo dire: alla prossima!
xLateNightx
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