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La Riserva Naturale

Al mattino si vestirono con nuovi abiti che una domestica portò loro tempestivamente. Per fortuna non erano tanto sfarzosi e vomitevoli come quelli della sera precedente. James si accontentò della camicia lunga dalle righe verticali, sebbene la cintura avesse una fibbia grossa quanto la sua testa, le cui decorazioni scolpite addirittura sulla parte interna gli premevano fastidiosamente contro il busto. Persino i nuovi stivali erano troppo stretti per i suoi piedi. Cercò in tutti i modi di allentare le cinghie, ma fu inutile, l'imbottitura di pelo era troppo ingombrante.

Dovette rinunciare agli occhi-di-vetro. Nessun mago li utilizzava, coloro la cui vista peccava facevano uso degli incantesimi per migliorarla. Ma dato che le magie umane non avevano effetto sui "bestia", e considerato che Xerxes aveva sempre la mente attiva per dar vita a nuovi gingilli, aveva costruito quell'accessorio per James cosicché potesse portarli quotidianamente. Il ragazzo li toglieva solo durante la caccia, preferendo bendarsi gli occhi per supportarsi con udito e olfatto.

Adesso però gli occhi-di-vetro avrebbero attirato curiosità indesiderate, era bene rinunciarvi. Ormai era abituato a sforzare la vista. Anche la benda andò arrotolata attorno al polso, per evitare domande scomode.

Al tavolo della colazione trovarono il re con i suoi figli e il consigliere Svizol. C'era qualche altro servitore già presente, umani e goblin che dovevano avere il turno della più tarda mattinata.

«Non gli piacciamo» borbottò Xerxes a labbra ristrette. I suoi occhi sembravano puntare Svizol.

James non sapeva da cosa lo avesse dedotto, ma gli bastarono le espressioni attente degli amici. Probabilmente l'odio che provava il goblin nei loro confronti era piuttosto evidente.

"Weasel, piuttosto. Sembra una donnola!" O almeno James lo vedeva così da sfocato: poteva immaginare benissimo la pelliccia e i baffetti sopra al naso butterato. "Ma perché ci odia? Cosa sa di noi?"

Al contrario, Vurwisch li salutò con letizia: «Buongiorno, miei cari! Mi auguro che la prima notte qui sia stata piacevole. Avete provato freddo?»

«Era tutto perfetto, Maestà, ve ne siamo profondamente grati!» rispose Nathan, che nei corridoi non aveva fatto altro che decantare la mollezza del letto e dei cuscini.

Mentre si accomodavano ai posti della sera passata e si servivano con strane gelatine arancioni dall'aspetto non molto invitante, il re continuò a concentrarsi su di loro: «Siete pronti per visitare i dintorni?»

«Assolutamente!» esclamò Skye – e anche stavolta Xerxes le lanciò un'occhiata di rimprovero. «Abbiamo sentito tantissimo parlare della vostra Riserva Naturale!»

Accortosi dell'espressione trattenuta di Yan – i cui capelli erano tornati nuovamente dritti – James gli sferrò un leggero colpetto da sotto il tavolo. «Smettila, sappiamo benissimo che non stai nella pelle» gli sussurrò. «E poi, con quella faccia sembri costipato.»

Mentre Yan quasi si strozzava col budino e gli altri a stento si trattenevano dal ridere, Vurwisch si distrasse un istante con una guardia, prima di tornare a parlare loro: «Sì, stavo dicendo che la Riserva è una delle cose di cui vado più orgoglioso. Certo non sarebbe la bellezza che è se non fosse per l'aiuto dei miei adorati servitori. Persino gli abitanti di Oltas si sono dati da fare, e ovviamente devo ringraziare tutti i miei cari colleghi a capo degli altri Paesi di Pure per avermi fornito le molte specie animali! Oltre a esse stesse, dato che alcune contribuiscono alla presenza del mare, dei fiumi, dei cambiamenti meteorologici...»

«Non vi manca proprio nessuna specie?» fece James a bocca piena, meritandosi un calcio da parte di Xerxes.

Stavolta il re dovette accorgersene, perché ridacchiò nel sentirlo imprecare. «Ovviamente qualche tipo di insetto è assente, mio malgrado. Ma i visitatori non ne sono troppo dispiaciuti. Così sottovalutati sono, gli insetti! Detestati dalla maggior parte delle persone! Io, al contrario, li trovo affascinanti.»

Owen e Xerxes si scambiarono subito un'occhiata di disgusto.

A dirla tutta, neanche James apprezzava troppo quegli animaletti striscianti, zampettanti o volanti. Più qualcosa è piccolo, più gli è facile toccarti e magari farti del male, e più difficile è da colpire.

Al termine della colazione, il re si levò battendo le mani. «Possiamo cominciare la nostra visita guidata, voi sei!»

I ragazzi si alzarono per uscire dalla sala da pranzo al suo seguito, passando di fronte ad Aron che li salutava sorridente. Vilhelmina invece neanche li degnò di un'occhiata.

Il monarca condusse i nuovi arrivati nei suoi giardini colmi di siepi, raffiguranti lo stesso scoiattolo che avvicinava la corona al cuore. Da lì passarono sulla riva di un laghetto completamente ricoperto di ghiaccio, circondato da bassi cespugli di bucaneve e icgor, i fiori dai petali di brina.

In quello stesso momento Aron corse in direzione del lago e si fermò proprio sulla riva. Al suo seguito, invece, una piccola foca dal pelo candido si diede lo slancio per scivolare con la pancia sul ghiaccio.

«Ikika è il famiglio di Aron» spiegò divertito re Vurwisch. «Sono insieme da poco, ma vanno già molto d'accordo.»

Passarono accanto a dei salici piangenti le cui liane scintillavano di piccoli cristalli di ghiaccio, che al loro passaggio tintinnarono come dolci campanelle.

Il re si schiarì la gola con una fare alquanto imbarazzato. «Ehm, il mio giardino non è molto... ricco. Insomma, quello di re Kayne Cavendish è assai più sfarzoso del mio. Personalmente preferisco le decorazioni degli interni, capite? E ho dato molta più importanza a sistemare la Riserva.»

James si fermò improvvisamente, scambiando occhiate tese con gli amici.

Xerxes esitò un istante, prima di ricomporsi e rispondere con quanta più naturalezza possibile: «Io trovo che il vostro giardino sia incantevole, sire. Più semplice, ma più accogliente».

Re Vurwisch lo guardò con quello che sembrò sincero affetto e strizzò le palpebre.

«A che gioco sta giocando?»

James si girò a guardare Nathan, che fissava re e principe di due regni differenti camminare fianco a fianco, col medesimo portamento fiero. «Se Vyra si fida di lui, allora Vurwisch si aspettava il nostro arrivo. È soltanto bravo a fingere di non conoscerci.»

«Beh, ciò ha senso. Forse è anche il motivo per cui non piacciamo a Svizol.»

James strinse i pugni. «E quanta gente dovrebbe sapere di noi?»

«Non lo so, ma Svizol è il consigliere del re, e un consigliere è l'uomo di più grande fiducia di un Governatore. Non ci sono segreti tra loro.»

"Già, come non ce ne sono tra te e Xerxes," pensò James con acidità, mista sia a invidia che gelosia.

                                    *

La Riserva del re si trovava appena fuori dalle mura nord, passata una prateria innevata e ricca di grossi lupi che, anziché attaccarli a vista, s'inchinarono al passaggio del sovrano.

«Fenrìrson...» mugolò Skye.

Anche James li aveva riconosciuti: aveva combattuto contro un esemplare appena due anni prima, una fiera del Cacciatore Oscuro che avevano incontrato.

Ciò che più gli fece sollevare i riccioli fu però l'essere gigantesco e grigio scuro che si mosse non troppo distante da loro. Con la vista sfocata l'aveva scambiato per un masso, ma adesso poté constatare senza ombra di dubbio che si trattava di un lupo, un fenrìrson alto non meno di nove piedi.

Accortosi delle facce sbiancate dei giovani, il sovrano si affrettò ad assicurarli: «Oh, potete fidarvi di questi lupi. Il leader prova una potentissima fedeltà verso il suo comandante, in questo caso me medesimo, e di riflesso tutto il branco è al mio comando. Si considerano veri e propri cavalieri e sono intelligenti quasi quanto un drago, con la sola differenza che non amano l'indipendenza e non riescono a prendere decisioni di proprio conto. Ecco perché si affidano sempre a un uomo, a un elfo, a un nano o a una fata.»

Yan ascoltò affascinato, anche se scambiò un'occhiata turbata con James.

«Come mai quell'esemplare è così gigantesco?» sussurrò quest'ultimo.

«Perché deve essere il capo di questo branco» rispose l'altro, a voce ancor più bassa. «Soltanto gli alfa di un branco possono divenire tanto grossi. I solitari non ne hanno la possibilità.»

«Vi piacciono i lupi, ragazzi?» li richiamò Vurwisch.

James incrociò gli sguardi attenti di quelle belve. «Vi rispondo una volta alla Riserva.»

Il re scoppiò a ridere tirandogli una forte pacca, quasi fossero compagni di bevute.

«Non siamo pericolosi fintantoché non ferite il re, giovane umano.»

James non riuscì a trattenere un singulto. Già ascoltare un drago parlare gli era parso assurdo, adesso ci si metteva anche il fenrìrson! «Non avevo idea che sapessero parlare...»

«Viene insegnato loro dai padroni, se questi lo vogliono» tornò a spiegare Yan.

«Sta solo scherzando, Kosta!» sghignazzò ancora il re, rivolto al lupo gigante. «Non essere melodrammatica!»

Finalmente raggiunsero l'edificio, da fuori un semplice blocco di marmo.

Una volta varcati i portoni decorati con orme animali, venne richiesto loro di togliere le mantelle di pelliccia.

Poi, superato un corridoio di monotone pareti grigie, sbucarono oltre una normalissima soglia di fronte a un gruppo di alberi.

Era una foresta in tutto e per tutto, con arbusti di tantissimi tipi differenti, le cui radici affondavano e sgorgavano dal terreno morbido; qui e là si udiva il cinguettare degli uccelli e il frusciare delle foglie. Il soffitto pareva un vero cielo limpido, con tanto di nuvole a scorrere placidamente. Si trattava senza dubbio di un incantesimo. L'unico indizio che lasciava intendere che ci si trovasse in un edificio chiuso, era l'assenza della brezza.

Eppure, notò James un attimo più tardi, i capelli e la barba di Vurwisch venivano mossi da qualcosa, probabile che il vento venisse creato dalla magia umana.

«Per tutte le foreste incantate!» esclamò Yan, gli occhi verdi splendenti.

«Tutti hanno contribuito con incantesimi legati alle piante, e il cielo è stato creato con formule meteorologiche. A volte cambia, per permettere alla pioggia di abbeverare la vegetazione. Nella giungla piove molto di più, proprio come nella realtà, mentre nella zona safari c'è molto più sole. Cerchiamo di rendere l'esperienza realistica, lasciamo persino che gli animali si caccino a vicenda, in quanto cerchio della vita. Se alle volte li freniamo, è per impedire l'estinzione di una specie, parlando della nostra Riserva, certo. Ciascun ambiente è abbastanza ampio affinché gli animali non si sentano in trappola e non ci sia il rischio che passino da un settore all'altro. Solo uno può, ed è il cervo-regnante.»

«U-un cervo-regnante?!» Yan si guardò attorno, come nella speranza di veder apparire la creatura. «Ma sono rarissimi!»

«È stata una vera fortuna incontrarlo! Fu Emet a convincerlo a unirsi alla Riserva.»

«Emet? Intendete il vostro famiglio?» domandò Xerxes.

«Sì. Purtroppo ci ha lasciati poco dopo aver coronato il nostro sogno. Riposi in pace...»

Owen si avvicinò per osservare il muschio arancione appiccicato a una corteccia. «Riguardo le malattie?»

«Oh, le malattie sono qualcosa di crudele, tu puoi capirlo. Cerchiamo di sterilizzare gli ambienti ogni giorno, ma purtroppo i batteri si formano in natura, e anche sfruttando tutti gli incantesimi che conosciamo, non riusciamo a fermare i malanni non-magici.»

James non vagò in giro come gli altri. Doveva ammettere che la creazione di Vurwisch era davvero notevole, ma nella sua giovane vita aveva visto fin troppi boschi, ormai ne era un esperto.

Vurwisch sembrò accorgersi della sua espressione indifferente. «Preferireste un ambiente più interessante? La giungla, per esempio?»

«No!»

Tutti, a eccezione di Owen, avevano urlato.

Il re li fissò imbarazzato, dunque Xerxes si affrettò a parlare più educatamente: «La giungla non è uno dei nostri ambienti preferiti, grazie. Scusate».

James si ritrovò a sorridere. «Potremmo esplorare la savana. Non ho mai visto un leone in carne e ossa.» Una volta Kayne gliene aveva promesso uno come avversario, invece si era ritrovato contro a una pantera. Una vera delusione.

«Ottima scelta, giovanotto!»

Riattraversarono la soglia da cui erano entrati, allora il re agitò entrambe le mani finché la foresta non scomparve.

«Come funziona l'incantesimo?» domandò Nathan.

«La porta è stata incantata dalla magia di Svizol. A noi basta semplicemente chiederle l'ambiente in cui desideriamo recarci, e lei ci accontenta. Se ci troviamo già da qualche parte, la richiamiamo affinché ci raggiunga. La magia dei goblin è davvero intrigante, non trovate? Loro possono... Oh, eccoci qua!»

Finalmente la porta si spalancò su un'arida distesa di erba alta e con pochi alberi dispersi. La maggior parte della vegetazione si trovava più distante, gli steli digradavano da un verde chiaro a uno molto più acceso, mentre dalla parte opposta svanivano completamente per lasciare il posto alla sabbia del deserto.

James uscì per primo, sorpreso di avvertire la calura che batteva su quell'ambiente del Sud. Una farfalla grossa quanto la sua mano gli passò di fronte al naso, i colori delle sue ali erano molto più sgargianti rispetto a quelle che aveva visto svolazzare sull'isola della Purga. In lontananza scorse un gruppo di antilopi che saltellavano beatamente verso un'oasi ricca di rocce e vegetazione, dove le zebre si erano già riunite per abbeverarsi.

Vurwisch gli si affiancò. «Lasciamo che i visitatori passeggino per i diversi habitat attraversandoli a piedi. Tendono a voler isolarsi dai guardiani soltanto quando possono rimanere in un solo ambiente, per esempio per trascorrere una giornata sulla spiaggia soffice, un'attrazione che la nostra vera costa purtroppo non può concedere.»

«Un incantesimo di trasporto non sarebbe più semplice?»

«Li abbiamo vietati per impedire ai visitatori di spostarsi dove i guardiani non sanno. Se non vengono tenuti d'occhio, potrebbero causare danni. Infatti solo i guardiani possono richiamare la porta. Oh, guardate, c'è gente.»

James seguì il suo sguardo, identificando un gruppo di persone al seguito di un uomo in abiti leggeri, verdi e giallognoli. Stavano raggiungendo un albero colmo di grossi pappagalli colorati.

Il ragazzo si distrasse di nuovo quando scorse affiorare dall'acqua due tozzi corpi grigi: ippopotami!

Si avviò da quella parte e fu sorpreso nel constatare che gli erbivori non mostrassero paura nei suoi confronti.

«Oh, ma che carine! Salve!» Skye si avvicinò tutta sorridente per accarezzare il muso di una zebra. Un pappagallo azzurro con le ali da fata scese dall'albero e le si posò sulla spalla. «Uh, salve anche a te!»

«Salve!» cantò l'uccello. «Benvenuti tutti voi!»

«Questi animali non hanno paura?» domandò Yan.

Il re scosse la testa. «No, grazie al cervo-regnante. Usa i suoi poteri per comandare agli altri animali di non attaccare gli umani e li rassicura di non doverci temere.»

«E riguardo ai draghi, Maestà?» chiese Skye dopo aver salutato il pappagallo.

«Nessun cervo-regnante può vincere su un drago, ma di loro siamo riusciti a smuovere il lato buono e ce li siamo fatti amici. Magari riusciamo a incontrarne qualcuno. Adesso seguitemi.»

Passeggiarono attorno all'oasi fino a inoltrarsi nuovamente nell'erba alta, oltre cui raggiunsero un insieme di massi formanti larghe ombre sul terreno. Lì un gruppo di grossi felini chiari riposava tranquillo.

James si fermò d'improvviso, attento ma contemporaneamente affascinato. «Leoni.»

«Avvicinati pure, giovanotto.»

Si fece avanti con cautela. Qualche leonessa sollevò lo sguardo su di lui, e la più vicina, la più grossa, si alzò per andargli incontro. James si fermò nuovamente, e quando quella gli fu dinnanzi gli annusò gambe e busto, mugolando e producendo fusa come un gatto enorme.

Lui fece una smorfia mista a sollievo e delusione: era contento di poter osservare i leoni da così vicino, ma allo stesso tempo gli dispiaceva che belve tanto maestose fossero state ridotte a innocui micetti.

«I leoni capi branco sono capaci di controllare l'atmosfera della savana, giusto?» recitò Yan.

Vurwisch annuì contento. «Questo è l'unico branco di leoni della nostra Riserva.»

James vide avvicinarsi il maschio, un vecchio esemplare dalla criniera scura ma dai muscoli ancora ben in evidenza. Anche quello lo annusò, e il ragazzo si azzardò ad affondare la mano nella sua criniera, un po' ruvida per l'età ma comunque folta.

«Ci sono altri quattro maschi,» spiegò il re, «ma sono solitari. Nel branco sono nati tre possibili capi branco, presto il padre potrà lasciare il posto a uno di loro, così come i suoi poteri. Un metodo molto meno crudele rispetto a quello dei leoni non-magici.»

I cuccioli stavano giocando tra le madri, già grandicelli e con qualche accenno di criniera sulla testa.

«Venite con me, andiamo nel deserto.»

Li portò dunque là dove l'erba diveniva gialla e andava poi a scomparire lasciando il posto alla sabbia, ogni tanto smossa a causa dei movimenti di qualche lucertola o serpente.

Incontrarono un nuovo insieme di rocce, questo però che formava una sorta di caverna in cui proteggersi dal sole. Là riposava una leonessa dalla pelliccia rovinata, in alcuni punti chiazzata di pelle nuda. Nel momento in cui si alzò per accogliere i visitatori, James scoprì che le mancava la zampa posteriore sinistra.

«Ha avuto un orribile incontro con un coccodrillo mentre si stava abbeverando. Siamo riusciti a salvarla, ma le abbiamo dovuto amputare una zampa» raccontò il re, in tono fosco. «Povera creatura... Il branco l'ha costretta ad allontanarsi, poiché non più capace di cacciare. Le leggi della natura rimangono ingiuste, che si parli di magia o di non-magia.»

Quando James udì dei versetti strani all'interno della grotta, il re tornò però a sorridere.

«Ma dai momenti più disperati arriva sempre qualcosa di gioioso.»

E subito tre leoncini corsero allegramente all'esterno.

Vurwisch afferrò il più piccolo, un fagottino di pelo chiaro. «All'epoca la leonessa era già incinta, le sue figlie sono nate solo tre settimane fa. Questa è la leoncina più piccola che io abbia mai visto in tutta la mia carriera da animalista. L'abbiamo chiamata Njano.»

James incrociò i dolci occhi della cucciola, che gli mostrò appena i dentini, come a volergli far intendere che non aveva paura di lui. Istintivamente il ragazzo fece lo stesso, ma poi, sotto le insistenze del re, la prese in braccio.

Aspettò poi che il sovrano non fosse più a portata d'orecchio. «Njano? Tsk! Che nome assurdo. Ehi, palla di pelo, non sopravvivrai neanche un secondo se fai l'attaccabrighe. Specialmente una pulce come te.»

Di tutta risposta, Njano lanciò un miagolio mentre estraeva e ritraeva gli artigli.

«Skye, dille di non fare la sbruffona, o non avrà mai un futuro.»

«Io la trovo adorabile, e credo che vi somigliate molto.»

«Cosa? Io provoco perché so di poter vincere. Una leoncina piccoletta come lei cosa potrà mai fare, invece?»

Owen gli batté sulla spalla. «Anche tu sei stato piccolo, e scommetto che allora importunavi gli altri proprio come adesso.»

Non era lontano dalla verità: da piccolo James aveva adorato infastidire i suoi coetanei, ma se la prendeva più con i bambinetti timidi e deboli. Un comportamento un po' vigliacco, si rendeva conto adesso.

Quando Njano cominciò a leccarlo provocandogli solletico al collo, la gettò a terra senza troppe scuse. La leoncina però gli si avventò giocosa sugli stivali, miagolando in provocazione.

«Qui c'è bisogno di qualche mano in più che aiuti a prendersi cura degli animali» disse Vurwisch a un certo punto, guardando James dritto negli occhi. «Vedo che nella savana ti senti a tuo agio. Ti piacerebbe occuparti di questa zona?»

Così su due piedi, il giovane non seppe cosa pensare. Guardò alla prospettiva di trascorrere le giornate in quel paradiso lussureggiante alternandolo al deserto, in mezzo a leoni, leopardi, ghepardi e tanti animali del Sud che lui non aveva ancora visto dal vivo.

Effettivamente, tra tutti i lavori che il re avrebbe potuto offrirgli, quello era forse il migliore.

Cercò comunque di non mostrarsi troppo entusiasta. Scrollò le spalle con indifferenza e si grattò un orecchio. «Sì, d'accordo.»

«Ottimo, ragazzo, mi fa molto piacere! E a te, signorina, piacerebbe lo stesso lavoro?» Vurwisch si rivolse poi a Skye. James stava già tirando un sospiro di sollievo all'idea di avere l'amica accanto, quando il re disse: «Potresti occuparti di una zona più montuosa, magari dove vi sono più draghi».

Lei saltò entusiasta. «Sììì! Grazie, Maestà!»

«Molto bene! In quanto a te, giovanotto,» il re guardò ora Owen, «tu sei un guaritore, lo so bene, e so che ti aspetti che io ti metta al seguito di Grëtel. Invece ti domando se tu possa occuparti della salute degli animali.»

Il ragazzo spalancò gli occhi incavati, incerto. «Io... io non ho mai curato gli animali, soltanto persone...»

«I guaritori della Riserva ti insegneranno. Ci sono certe malattie contro cui non riusciamo a trovare cura. Ma tu potresti.»

James s'irrigidì di nuovo, sugli attenti.

Allora Vurwisch tirò un breve sospiro. «Tutti ti stanno dando la caccia, giovanotto» mormorò.

Owen sussultò, mentre James fece un passo avanti, pronto a intervenire.

Invece il re ammiccò loro di calmarsi. «Un "debole" tanto abile nella medicina? Devi cammuffarti meglio, e puoi farlo soltanto prendendoti cura degli animali anziché delle persone. Siete stati tutti bravissimi fino a ora, vi ho messi alla prova e avete mentito egregiamente.» Si volse a guardare anche gli altri. «Da adesso in poi vi aiuteremo noi, ma dovrete continuare a fare la vostra parte.»

Loro annuirono, sebbene James sentisse un grosso nodo bloccargli l'intestino.

Xerxes parlò per tutti: «Non vi ringrazieremo mai abbastanza, sire».

«Ma perché ci aiutate?» domandò poi Nathan, tra il diffidente e lo speranzoso. «Lo appreziamo veramente tanto, ma... è così strano...»

«Preferisco spiegarvelo in seguito» rispose rapido il sovrano. «Per il momento cercate di abituarvi a questa nuova vita.»

«Chi altri sa di noi?» insistette Xerxes. «Immagino Svizol.»

«Immagini bene. E anche i Berserker Tushik e Lursho. Loro sono i miei tre uomini più fidati. E ovviamente anche Aron e Vilhelmina lo sanno. Potete fidarvi ciecamente di noi.»

"Lo spero." James stava per parlare a voce alta, ma si trattenne all'ultimo istante. Non era il caso di sfidare l'uomo che aveva accettato di proteggerli. Non ancora, almeno.

«Dunque la notizia del "bestia" è giunta soltanto riguardo a Owen? Non riguardo tutti noi?» volle assicurarsi Yan.

«Soltanto su di lui. Ho già inviato una pattuglia a Ilashwia, ma giungeranno sicuramente supporti dagli altri Paesi. Farò in modo di mantenere i miei uomini appostati attorno al vostro territorio, in attesa di vedere l'Umhïrtröfa che mai troveranno. Sentitevi liberi di parlare soltanto nelle vostre stanze. Svizol ha applicato un incantesimo affinché nessuno possa spiarvi dall'esterno.»

I ragazzi annuirono, sempre più riconoscenti per l'aiuto.

Poi, come se quella conversazione non fosse mai avvenuta, Vurwisch recuperò il suo tono vivace: «E adesso, che cosa ne dite di cambiare zona? Qualche preferenza?»

                                   *

Allora, quanto è kawaii James con in braccio una leoncina? ❤️❤️❤️❤️❤️❤️

Abbiamo lui, Skye e Owen già sistemati con un nuovo lavoretto, adesso manca di assumere gli altri!

Dunque è confermato che re Vurwisch conosce il segreto dei sei "bestia". Chissà come mai ha accettato di proteggerli.

Spero che la Riserva Naturale vi sia piaciuta, avremo da passarci un po' di tempo, dato l'incarico del nostro James!

Come curiosità stavolta vi lascio le attuali altezze dei protagonisti, che ne dite?

James: 1,79 m
Xerxes: 1,75 m
Skye: 1,57 m
Owen: 1,71 m
Yan: 1,73 m
Nathan: 1,76 m

Hanno quattordici/quindici anni, c'è ancora tempo per crescere ;)
Anche Skye ce la farà... anche io ce la farò 😭

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