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Il rinfresco

Dopo essersi scusata infinitamente con re Vurwisch, Skye si ritirò in camera fingendosi indisposta. Nathan la seguì e Owen, per rendere la bugia più convincente, li accompagnò così da lasciar credere che si sarebbe preso cura di lei. Condividendone le emozioni alla vista delle amiche d'infanzia, anche Xerxes li aveva seguiti negli appartamenti, nel tentativo di calmare Skye.

Alla fine furono James e Yan a rimanere nel salone delle cerimonie.

Era abbastanza largo da poter respirare nonostante i numerosissimi ospiti, ma James detestava comunque trovarsi invischiato in quel ritrovo. E sebbene Yan adorasse far amicizia e conversare, decise stavolta di stare in disparte con lui, preferendo non dare nell'occhio.

Fray rimaneva loro appresso insieme a Birgitta e Mathilde, deluse dal fatto che Skye e Owen le avessero abbandonate.

James era invece preoccupato per l'amica. Sarebbe riuscita a vivere per sette mesi così vicina alle sorelle e contemporaneamente ignorarle?

Non poteva dirlo con certezza, non era un asso riguardo le relazioni tra fratelli. Tra lui e sua sorella non era mai scorso buon sangue: a parte condividerlo per l'eredità genetica, non erano stati fratelli anche nel sentimento. Insomma, James le aveva voluto bene, e doveva ammettere che, nonostante tutto, gli mancava molto.

Jane invece non lo aveva mai amato, neanche un po'...

«Chiedo scusa.»

Si riscosse nell'udire una timida voce.

Si voltò e incrociò lo sguardo di Shirley Lucas, la quale, sebbene fosse di rango più alto, rivolse lui un cenno rispettoso. «Chiedo scusa, voi siete amici di quel ragazzo che ho importunato poco fa, giusto? Non lo vedo, spero sia tutto a posto...»

James bevve un sorso di sidro freddo, prima di rispondere con una scrollata di spalle. «Non parteciperà alla festa, la sua innamorata si sente poco bene. In ogni caso, non è turbato da prima, figuratevi.»

Shirley sbatté le palpebre di fronte al suo tono confidenziale, ma continuò a rispondere educatamente: «Molto bene, ti ringrazio. Spero di non essere sembrata sciocca...»

«Non è stata colpa vostra» le sorrise Yan. «Neanche io sono mai stato bravo con i cavalli. Le renne, invece, sono molto più simpatiche! Dunque, voi venite da Egaelith, giusto?»

«Precisamente. Lasciate che mi presenti: il mio nome è Shirley Lucas, e sono un'apprendista guaritrice. Sua Maestà re Kayne mi ha concesso di venire qui per poter studiare nella Riserva Naturale.»

«Dunque siete una guaritrice animale?» fece Yan, reprimendo la sorpresa.

Anche James era confuso: l'anno precedente Shirley aveva affiancato la signora Mowbray nella malattia.

«A dire il vero, ho tentato di studiare nel normale ambito medico, ma purtroppo non ho avuto successo. Ammetto che la situazione era... ehm... delicata... Mi era stata affidato un caso difficile: la paziente aveva un tumore non-magico e, beh, immaginerete come è andata a finire...»

Yan e James si scambiarono uno sguardo, quest'ultimo sperando che l'amico potesse resistere al dolore del ricordo.

«Mi sono scoraggiata e non sono più riuscita a curare una persona. Vedere un essere umano soffrire così tanto è orribile...»

«Beh...» Yan prese un respiro profondo, prima di sorridere ancora, stavolta tristemente. «Non dubito che avrete fatto del vostro meglio.»

Shirley sbatté le ciglia stavolta per la commozione. «Oh, grazie... Io... Mi è stato ripetuto più volte di avere così tanto talento nella magia medica, perciò dovrò darmi da fare almeno con gli animali, giusto?»

"Sembra quasi che voglia sentirsi dare conferma da noi, due perfetti sconosciuti. È molto insicura," rifletté James.

Yan sollevò il bicchiere in segno di brindisi. «Allora buona fortuna!»

«Oh, grazie! Ecco perché cerco di andare d'accordo con Cassius. Non solo perché è il mio cavallo, ma perché dovrò pur creare un'empatia con gli animali, vero?»

«È stata una scenetta alquanto comica» s'intromise un guerriero dello Yushei, un uomo più basso di James ma dalle spalle più larghe, proprio come la mascella. Intento a servirsi il piatto di aringhe, ghignava sotto ai baffi sottili. «Immagino che se il vostro re venisse a saperlo, vi farà decapitare, signorina. So che è molto suscettibile.»

Shirley arrossì e si corrucciò, sollevando il mento con orgoglio. «Pur senza testa, rimarrò più dignitosa di voi e delle vostre battutine», detto questo se ne andò impettita.

Sorpresi da quell'improvvisa risposta, James e Yan si scambiarono un sogghigno, godendosi di sottecchi la faccia indignata del soldato.

Al che egli borbottò svelto, come fingendo di non aver appena subìto una figuraccia: «A proposito di quel vostro amico, come si chiama? Vorrei proprio sapere perché si trova qui anziché al servizio del mio imperatore».

«Qui non parliamo del nostro passato  Rurai-sama» Yan rispose il più educatamente possibile, pizzicando il gomito di James per farlo stare zitto. Quando il soldato fece per parlare di nuovo, Yan lo precedette con tono vago: «Siete ghiotto di aringhe, vedo. I cuochi ne saranno felici, glielo farò sapere».

Rurai sbuffò sornione. «Sei in stretto contatto con i cuochi?»

«Sì, ho un amico nelle cucine, mi prepara sempre i miei piatti preferiti. Soddisfa ogni mia singola richiesta. Gli parlerò di voi» mentì Yan. Come al solito suonava molto convincente a raccontar bugie, tanto che per un attimo James si chiese di quale amico stesse parlando.

Adesso Rurai lo fissava dubbioso, i suoi occhi a mandorla più sottili del normale. Dopo aver raccolto l'ultimo pescetto dal vassoio, si dileguò inviperito.

James scoppiò a ridere, scambiando un colpo di pugno col compagno. «Di' al tuo amico che a quel tizio piacciono dosi abbondanti di catarro! Ma lo conosci, poi? Chi diavolo si crede d'essere? Meglio fargli intendere che qui il pesce è tutto mio!»

Gli occhi di Yan scintillarono in maniera strana. «Quello è Rurai Nakagawa, uno dei samurai più vicini all'imperatore Otoko. È un combattente formidabile, uno sterminatore di yokai maligni. In realtà, al vederlo sfilare là fuori ero tanto eccitato di averlo qui, ma... beh, a quanto pare gli eroi possono deludere. Sarà anche un formidabile guerriero, ma il suo atteggiamento non ha niente di nobile.»

«Ben detto, aquilotto!»

«Ragazzi.» Fema si era avvicinata in silenzio, lo sguardo che saettava tutto intorno. «Ow... ehm... M-Michael scenderà?»

«Molto probabilmente no.»

«Oh... Beh, d'accordo...»

James strizzò le palpebre per osservare bene l'espressione della ragazzina: sembrava delusa, ma gli occhi baluginavano anche di rabbia e soprattutto di gelosia.

"Mmm, dovrò riferirlo a Owen. Certo potrebbe anche scendere..." «Forse dovrei andarlo a cercare» mormorò non appena lei se ne fu andata.

Yan fece una smorfia. «Vengo con te. Non mi va di rimanere qui da solo, non potrei sopportare un altro eroe deludente.»

«Dove andate voi due?» Fray si volse appena in tempo per afferrare James alla collottola. «Klaus, hai promesso che non mi avresti abbandonato!»

«Non ricordo di averlo promesso.»

«Lo hai fatto ieri sera.»

«Come no! Non ci provare!»

«Cos'ha intenzione di fare la rossa?»

James seguì il dito di Mathilde, puntato su Rose. La giovane, dalla schiena rigida quanto un ago, camminava alle costole di Vilhelmina nel tentativo di attirarne l'attenzione, come un bimbetto fastidioso. D'improvviso la principessa si volse a guardarla male, ma poi si allungò in mezzo alla folla e ne estrasse Aron. Dai gesti di Vilhelmina, s'intendeva che stesse eseguendo le presentazioni. Il principe s'inchinò con goffaggine per fare il baciamano a Rose, la quale era rimasta scandalizzata.

«Sembra che la carina voglia entrare nelle grazie reali» sghignazzò Birgitta. «Probabilmente ha richiesto che le venisse presentato Sua Altezza.»

«Merda, deve essere proprio una tipa superficiale!» commentò Mathilde, il cui gergo si addiceva più a un pirata che a una signora. «Le piacciono i ranghi alti, eh?»

Yan sbuffò a bassa voce. «Ma perché dovrebbe voler conoscere Aron? Non è promessa al principe Byron?»

James non lo stava ascoltando troppo. Aveva appena scorto una figura minuscola andare a sbattere contro un cavaliere d'Ivetra, intento a smuovere avances verso la dama tanto truccata dello Yushei.

La bimba ricadde all'indietro, mentre il cavaliere si voltava a guardarla male e la donna ghignava da dietro il ventaglio.

James si fece subito largo tra la gente per correre a raccogliere Eufrie, scoccando uno sguardo di sfida ai due adulti.

«È tua sorella?» sibilò l'uomo d'Ivetra.

James rispose con lo stesso tono: «Una bambina così piccola vi ha offeso il polpaccio? Avete forse bisogno di un guaritore?»

Il cavaliere digrignò i denti e il ragazzo, dopo aver riservato un'occhiataccia anche alla donna, si allontanò lentamente, con Eufrie stretta alle spalle.

«Non volevo fargli male...»

«Non gli hai fatto male. Quello è solo un idiota.»

«Grazie, monsieur Klaus.»

James se la sistemò in braccio così da potersi guardare intorno e ritrovare Yan.

Quando sgorgò dalla folla, scoprì però di aver raggiunto un tavolo diverso, quello più vicino alle bacinelle che spruzzavano cioccolata.

«Sono così stanca, monsieur Klaus...»

«Dove hai lasciato quella goblin che ti fa da balia?» borbottò lui, alla ricerca anche della povera vecchia troppo debole per star dietro a una bambina così energica.

«Credevo fosse dietro di me. Non è che potreste portarmi voi a dormire?»

James prese subito la palla al balzo. «Sì, forse è una buona idea. Questa festa mi ha già stancato.» Bastava trovare Yan per chiedergli di accompagnarlo.

«Mi racconterete una favola della buonanotte?»

«Ora non esageriamo.»

«Oh...»

Guardò la bambina delusa, sentendosi improvvisamente più a disagio di prima. «Non sono bravo a raccontare storie, scimmietta.»

«Oh, non importa. A me basta che mi facciate compagnia.»

"Certo, anche perché qui nessun'altro sembra prenderti in considerazione."

Mentre le lasciava infilzare una mora per affogarla nel cioccolato, James intravide Xerxes avvicinarsi a un tavolo poco distante e iniziare a riempirsi il piatto di tartine, gli occhi grigi che correvano in giro con circospezione.

Finalmente era sceso!

Felicissimo di rivederlo, James fece per chiamarlo, ma fu allora che un potente tintinnio risuonò attraverso la sala delle cerimonie.

Tutti i presenti si volsero verso la pedana su cui era salito re Vurwisch, da dove stava picchiettando un calice per attirare l'attenzione.

Non appena ebbe ottenuto il silenzio generale, cominciò gioioso il suo discorso: «Benvenuti! Benvenuti, miei cari ospiti! Spero che questa festa non vi stia sfiancando troppo, così come spero che le portate siano abbastanza sostanziose da sfiancarvi».

Risuonarono risatine tra la folla.

Vurwisch tornò a parlare: «Gradirei scambiare due parole con voi per l'accoglienza, ma prima ancora di questo, mi è stato richiesto da Sir Dean Tyson di salire per un annuncio di estrema urgenza. Lascerò dunque la parola a lui. Prego, giovanotto».

Un baldanzoso cavaliere di Egaelith s'innalzò sul piedistallo, da cui s'inchinò profondamente a re Vurwisch per ringraziarlo della concessione. Una volta raddrizzatosi, si girò a parlare ai presenti. Se il tono del re era stato allegro e sorridente, quello di Sir Dean era cupo e afflitto: «Mi dispiace troncare la felicità che ci avvolge, ma ho un annuncio molto importante da fare, e purtroppo non è piacevole. Lo scorso mese, il regno di Egaelith ha subìto un nuovo dramma, e il mio sovrano, re Kayne Cavendish, desidera che ve ne renda partecipi...»

James non riusciva a vederlo bene, ma udì Sir Dean sospirare forte.

Di fatto, la sua voce si fece più incrinata: «Purtroppo... il principe erede, Byron Cavendish, è stato trovato morto nel suo stesso castello, nelle sue stesse stanze...»

Ci fu un sordo rumore di porcellana spaccata, e sussultando James si girò verso Xerxes, il quale aveva tutti gli occhi puntati contro.

Sir Dean richiamò l'attenzione: «Ehm, si è trattato di un assassinio, un pugnale l'arma del delitto... ma ancora non sappiamo chi sia l'artefice...»

«Un altro principe assassinato?»

«Possibile che il padre non ne sia coinvolto?»

«Già! Guardate caso, lui è ancora vivo e vegeto!»

«Non dite così! Poveri genitori, due figli morti con così poca distanza di tempo...»

«Re Kayne Cavendish ha molti nemici, non mi sorprende che stiano attentando alla sua famiglia.»

«Era così giovane...»

"Certo, al di fuori di Egaelith credono che Xerxes sia stato ammazzato, non possono sapere che è un "bestia"," ricordò James.

I mormorii serpeggiavano inquieti, ma lui li udiva appena.

Tutta la sua concentrazione era proiettata su Xerxes che, pietrificato, non badava al piatto rotto.

Non appena lo vide allontanarsi, James si affrettò a seguirlo.

Passò accanto a Fray e gli porse Eufrie. «Per favore, occupati di lei. Io ho da fare.»

Neanche il tempo di lasciarlo rispondere, che James e Yan stavano già correndo al seguito dell'amico.

Risalirono le scalinate fino alle loro stanze e trovarono Xerxes nel suo bagno, appoggiato a testa china sul lavabo. Ansimava come un animale feroce, le spalle si alzavano e si abbassavano in fretta.

James non fece in tempo a toccarlo, che il principe sferrò un pugno allo specchio dinanzi a sé. Lo incrinò, si ferì le nocche e indietreggiò portandosi la mano al petto.

«Idiota...»

James gli afferrò il polso per controllare i tagli: fortunatamente non erano rimasti frammenti di vetro conficcati nella carne, la pelle era solo sciupata.

Xerxes scoppiò a piangere. «Morto... È morto, assassinato, e io non ero lì per lui...»

«Come potevi esserci?»

«Avrei dovuto!»

James non rispose. Era ovvio che l'amico stesse delirando. Aveva bisogno di sfogarsi e di urlare tutto ciò che provava.

«Byron non lo meritava... e-e Melissa sarà altrettanto in pericolo... E mia madre? C-che cosa posso fare? Niente... non posso fare niente...»

James gli passò la mano tra i capelli, la strusciò lungo la sua nuca fino alla schiena e lo attirò a sé per abbracciarlo, lasciandolo singhiozzare contro la sua spalla.

Anche gli altri entrarono e si strinsero tutti intorno a Xerxes, il quale continuò a farfugliare il suo sfogo per il resto della giornata.

                                  *

Purtroppo, il principe Byron non è più tra noi, nei suoi soli undici anni...
Che cosa pensate che sia accaduto? Credete che Kayne c'entri qualcosa? O magari è un assassino che per attaccare lui vuole uccidere la sua famiglia?

Intanto spero che la piccola introduzione dei nuovi arrivati vi sia piaciuta, in particolare quella di Shirley. Non vedevo l'ora di poter parlare di lei più approfonditamente, è un personaggio che mi piace veramente tanto e che spero riesca a darvi tante emozioni ^^

Ora parliamo brevemente dell'Impero dello Yushei. Comprenderebbe tutti i Paesi dell'Est, e la Cina sarebbe al centro, anche se è molto mescolata al Giappone. Quella che sarebbe l'India, invece, è uno dei Paesi più poveri che al momento vengono considerati alla stregua, ecco perché Rurai non vede di buon occhio Nathan (o meglio, Ghoda).

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