Il drago di ghiaccio
«Un drago?!» sibilò James a bassa voce, allibito. «Nessuno ci ha detto che ci sono draghi qui. E poi, i draghi non rilasciano aria calda?»
«Non i draghi del freddo. E il loro è l'unico respiro che raggiunge questa distanza.»
Owen strattonò James. «Lo so che tu hai ucciso un drago una volta, ma non mi va affatto d'incontrare uno di quei bestioni. Dobbiamo avvertire i fenrìrson...»
«C'è anche uno sconosciuto a spiarci!»
Ma la discussione venne presto interrotta, poiché dalla caverna risuonò tremendo il ruggito di una delle belve più pericolose al mondo.
Nel volgersi verso i compagni, James si rese conto che sarebbe stato difficile proteggerli. Un conto era trovarsi in un'arena e combattere da solo, senza dover preoccuparsi di altri. Al presente invece il drago avrebbe potuto attaccare chiunque, e lui non aveva intenzione di mettere a rischio la vita degli amici.
Mentre annuiva, udirono un altro fruscio.
Si volsero all'unisono e videro spuntare, dai cespugli, Pigghyassy, che li fissò altrettanto perplesso. «Ohi!» li salutò burbero.
«Pigs, cosa ci fai qui?» domandò Skye. «Lo sai che in quella grotta vive un drago?!»
Il sejil strabuzzò ancor più gli occhietti a spillo. «Porca pupazza di neve! Ecco da chi veniva quel rutto gigantesco! Date retta a me, dobbiamo darcela a gambe!»
Mentre i ragazzi seguivano le sue capriole, James gli chiese: «Non hai visto passare nessun altro, oltre a noi?»
«Soltanto voi tre e quei luponi!»
Urlarono il pericolo a tutti i fenrìrson che incrociarono. James stava per voltarsi ad affiancarli contro il drago, ma Skye lo strattonò per intimarlo a rimanere nel gruppo.
Corsero fino a trovarsi fuori dagli alberi. La ragazza si affrettò a lanciare un richiamo per attirare l'attenzione degli altri lupi, già in allerta per il ruggito udito poco prima, ma fu allora che il verso del drago misterioso riecheggiò sino alla prateria, e gli alberi scricchiolarono in una maniera che a James parve fin troppo familiare.
Non occorse molto prima che una grossa creatura si sollevasse dalla foresta, spalancando le ali affilate e distendendo il collo verso il cielo. Si lanciò in volo, soltanto per curvare in picchiata e calare sulla prateria con un tonfo tale da far perdere l'equilibrio ai presenti. Aveva il collo largo e il corpo magro, rivestiti da squame chiare che, al sole, brillavano di sfumature azzurre e gialle.
James si accucciò a occhi serrati, pronto a combattere.
Udì le zampe del drago calpestare il terreno mentre si dirigeva rapido verso di loro. Il ragazzo cominciò a corrergli incontro, pur spostandosi al medesimo tempo sulla destra, consapevole che l'avversario sarebbe stato subito attratto dai suoi gesti. Lo sentì grugnire e sbuffare mentre le sue squame schioccavano in un movimento particolare: il terreno presso le zampe posteriori cigolò, segno che il drago vi stesse portando l'intero peso del corpo intanto che sollevava le anteriori.
James attese il momento giusto, quando il terreno s'incrinò ancora, prima di gettarsi in scivolata sulla neve scattando in avanti, mentre gli artigli del drago calava o là dove lui si era trovato pochi istantk prima.
Il ragazzo balzò all'indietro in una giravolta per aggrapparsi alle squame e iniziò senza indugio ad arrampicarsi lungo l'arto anteriore. Riscontrò qualche difficoltà: la livrea del drago era parecchio gelida, oltre che scivolosa
Ciononostante riuscì a raggiungergli la spalla e si spostò sulla nuca posando i piedi su una delle punte dorsali seghettate, sorreggendosi a una superiore così da potersi arrampicarsi sfruttandole come scale.
Il drago scosse la testa e il collo nel tentativo di disarcionarlo, ma James aveva udito il primo sbuffo impaziente ed era già balzato per aggrapparsi a una delle corna. Gli stivali gli scivolarono sulle squame gelide e per un attimo si ritrovò con le gambe sventolanti per aria, ma si sforzò di piegarle spostando il peso in avanti per avvolgerle al corno, da cui si dette lo slancio per cadere verso l'occhio del drago, aggrapparsi alla sua palpebra e colpirlo con la punta del piede.
La belva gettò indietro la testa per ruggire dal dolore, ma James tornò a reggersi al corno.
Come poteva sperare di uccidere un drago senza un'arma? I suoi denti e le sue mani non sarebbero serviti a molto.
Almeno là sotto udiva i fenrìrson ringhiare e ululare mentre attaccavano le zampe dell'avversario.
James fu però sorpreso di non sentire le grida belluine di Skye.
Aprì gli occhi per cercarla, ma non la vide da nessuna parte. Persino Owen era sparito, anche se probabilmente era filato a nascondersi tra gli alberi insieme a Pigghyassy.
James individuò l'ala, chiuse gli occhi e ascoltò i battiti irregolari, concentrandosi più sugli spostamenti d'aria che creavano. Non appena sentì arruffarsi i riccioli da una folata di vento, si gettò in avanti a braccia tese e si aggrappò alla membrana alare, accartocciandola quasi fosse fatta di pergamena.
«BASTA!»
James riconobbe finalmente le grida di Skye, sebbene diverse da quelle che si era aspettato. Si lasciò cadere sulla schiena del drago e da lì balzo vicino alla zampa posteriore sporca di fango, per poi sistemarsi sulle dita e sorreggersi così da non venire schiacciato.
Le urla di Skye proseguirono e lui la vide passare in mezzo ai fenrìrson agitando freneticamente le braccia nell'ordine di farsi da parte.
Quando l'intero branco ebbe indietreggiato, la ragazza balzò per arrampicarsi sulla zampa anteriore del drago come poco prima aveva fatto James, ma anziché attaccarlo, si allungò per grattargli il collo.
Presto il bestione cominciò a sbuffare, mugolare e scuotere il capo più come in trance che per la rabbia. I suoi movimenti si placarono e il drago ricadde pesantemente sul ventre, senza smettere di borbottare.
Allontanandosi da lui, cauto, James si accorse che erano appena arrivati i gruppi di ricofnizione: re Vurwisch stesso con i suoi cavalieri, tra cui anche Yan, ma persino gli stranieri, come Bianca.
«Per lo spirito dell'inverno! Che cosa diamine è successo?!» sbottò Sua Maestà. «Che cosa ci fa qui questo drago?!»
Skye si volse per scuotere le mani in sua direzione. «Maestà, vi assicuro che non corriamo alcun pericolo! Winter è soltanto arrabbiata, ma non con noi.»
«Wi...» Il re sbatté le palpebre per la sorpresa. «Winter?»
«Oh sì! Parlo di questa dragonessa. Winter è il nome che le ho dato. Dice che non ne ha uno proprio, poverina...»
«Ma insomma, che cosa diamine sta succedendo qui?!» cominciò a strillare Svizol, le grosse orecchie che vibravano. «Per quale ragione questo drago si trova così vicino al castello di Sua Maestà?! Fenrìrson, non svolgete adeguatamente il vostro dovere?!»
Il capo branco Kosta si avvicinò ringhiando, ma Tushik prese subito parola: «I fenrìrson svolgono il loro compito come si conviene, Svizol. Attendi prima di giudicare, per piacere.» Poi abbassò la voce cosicché soltanto il goblin potesse sentire, ma James carpì benissimo le parole: «Non fare il furbo soltanto perché Lursho non è presente».
«Winter è ferita» spiegò Skye, interrompendo l'altrimenti battibecco tra guardia e consigliere. «Non solo per la lotta, ma già da prima. Qualcuno l'ha scottata, è stato questo a farla arrabbiare.»
Condusse il re e la sua guarnigione presso il mastodontico didietro di Winter, che la dragonessa stava tenendo bellamente sollevato: là sotto, Owen stava analizzando una bruciatura parecchio grande, che aveva sciolto una buona parte di squame. Pigghyassy aiutava tamponando la neve dove era necessario.
«Mi sembrava di aver sentito puzza di bruciato. Povera bellezza, vedrai che il tuo culetto tornerà in forma» stava borbottando il sejil.
«Per tutti gli dèi del Nord...» borbottò re Vurwisch, facendosi avanti ignorando gli avvertimenti di Tushik. «Ehm, Winter... lascia che ti trovi un posto nella Riserva, almeno fin quando non guarirai.»
«Chi ha mai potuto avere la malsana idea di bruciare il deretano di questo drago?» fece Svizol.
Il suo tono era serio, ma la frase fu talmente assurda che James e Owen, dopo essersi scambiati un'occhiata, a stento soffocarono le risate.
Peccato che Weasel se ne accorse e s'infervorò ulteriormente. «Lo trovate divertente? Potevate lasciarci la pelle!»
«Per fortuna Pigghyassy se ne è accorto in tempo!» cinguettò Skye. «Michael è intervenuto subito. E fortuna anche che Klaus è così bravo a combattere!»
Sprezzante, il goblin distolse lo sguardo, che purtroppo cadde dritto su Pigghyassy, divenendo più astioso che mai mentre lo indicava con il dito nodoso. «È lui, sire! Il demone che disturba il nostro sonno!»
Il sejil andò a nascondersi dietro le gambe di James, bofonchiando imprecazioni nella sua lingua.
«Scommetto che è stato lui a infastidire il drago!»
«Che cosa? Non è stato lui!» intervenne Skye. «Pigghyassy è buonissimo!»
Tutti gli occhi si spostarono sui ragazzi, anche su Yan, e Vurwisch si accigliò. «Voi conoscete questo sejil?»
Skye arrossì improvvisamente, ma James si affrettò a rispondere: «Ci ha aiutati a trovare la via per il castello, mesi fa. È un piantagrane, ma non è cattivo. Suppongo sappia che stuzzicare un drago non è cosa da poco».
«Non sono stato io!» sbottò Pigghyassy. «Io ero a farmi gli affaracci miei! Mi piacciono gli scherzi, ma non mi piace morire, e stuzzicare un drago ti ammazza, sai?»
«Eppure è l'unico che potrebbe aver scottato la dragonessa» s'intestardì Svizol, girando intorno allo spiritello peloso. «Può assumere l'essenza dei quattro elementi, quindi anche del fuoco!»
Yan si fece avanti per parlare pacatamente: «Beh, però tutti i maghi completi possiedono poteri del fuoco».
Il goblin si volse di scatto guardandolo in cagnesco, mentre Tushik rispondeva con calma: «Ragazzo, lascia fare a noi».
Yan tacque, ma ormai le sue parole erano rimaste impresse nella mente degli adulti. Seppur Svizol continuasse a digrignare i denti aguzzi contro Pigghyassy, re Vurwisch e Tushik si erano fatti indecisi.
Il monarca si schiarì infine la gola. «Beh, in ogni caso, Winter non sembra turbata dalla presenza di questo sejil.»
«E grazie!» tuonò Pigghyassy. «Manco l'avevo mai vista 'sta tipa! Ho gusti un po' più piccoli e pelosetti! Oh, io me la squaglio, tanto qui non sono benvoluto. Ci si ribecca, dubbets!»
Prima che Svizol riuscisse a redarguirlo, il sejil si smontò finché di lui non rimasero soltanto due occhietti neri nell'aria, come due bottoncini sostenuti dal vento. Sbatterono con fare derisorio e si dileguarono a tutta velocità.
James e Owen si scambiarono un altro sorrisetto, prima che il re tornasse a dire: «Beh, non potevamo certo arrestarlo senza prove concrete contro. Anche se avremmo potuto finalmente catturarlo per le noie che ci reca».
Svizol si era invece messo a fissare, con accusa, i quattro "bestia" presenti. «Come facciamo a sapere che loro non sono complici di quello spiritello?»
James fece per protestare, ma re Vurwisch lo precedette seccato: «Non lo sappiamo. Ci occuperemo di punirli come si conviene».
Il ragazzo sentì lo stomaco stringersi in una smorfia. Quando udiva la parola "punire", gli tornavano in mente le torture che re Kayne decideva per lui e che ordinava ai suoi goblin di eseguire, che fossero magiche o meno. A James erano state sbarbate tutte e venti le unghie, era stato costretto a mordere ferro rovente ustionandosi le mascelle e spezzandosi i denti, era stato incatenato e picchiato, frustato, graffiato, era stato legato per polsi e caviglie e tirato senza pietà, gli avevano premuto cubetti di ghiaccio sulla pelle fino a fargli perdere aria per il bruciore. I goblin gli avevano mostrato cose orribili, rischiando di frantumargli la mente e di condurlo verso quella pazzia da cui non esiste via d'uscita...
Tutti questi scenari infernali lo attaccarono solo come succedeva nei suoi incubi, prima che la voce familiare di re Vurwisch lo riscuotesse: «Potremmo affidare loro un paio d'ore di lavoro in più, per almeno un mese».
James rilasciò il respiro con tanta violenza che tutti si girarono a guardarlo. Sapeva di apparire sconvolto, in senso positivo.
Era questa la punizione che Vurwisch aveva in mente per loro? Un paio d'ore di lavoro in più?
Si schiaffò la mano contro alla bocca senza riuscire comunque a ringoiare una risata latrante, gesto che fece drizzare le orecchie di Svizol in due perfette verticali.
Owen gli fece cenno di far silenzio e si affrettò a dire: «M-Maestà, ci dispiace davvero non avervi parlato del sejil. È che lui ci è stato d'aiuto e non volevamo causargli problemi, ci sembrava ingiusto nei suoi confronti! Però davvero noi non ci siamo mai messi d'accordo per gli scherzi. E-e se ci offrissimo di farci dire il suo segreto? Sapremo come fa a intrufolarsi nel castello, così vi dimostreremo la nostra lealtà nei vostri confronti».
Svizol aveva già alzato gli occhi al cielo, ma re Vurwisch sembrava ingenuamente ben disposto. «Beh, si può fare.»
«Maestà!» Il tono petulante del goblin suonava perfettamente come quello di Nathan quando non appoggiava una decisione di Xerxes, aveva persino la sua stessa espressione comica. «Maestà, come sappiamo che già non conoscano il segreto del sejil?»
«Suvvia, Svizol, non essere tanto severo» sghignazzò Vurwisch. «Sono certo che questi ragazzi commettono delle burle grandiose anche senza l'ausilio di un sejil.»
James spiaccicò l'altra mano su quella ancora premuta contro alla bocca, e si piegò in due per le risate.
«Ecco, vedi? E poi, siamo stati giovani anche noi, e anche noi commettavamo tanti scherzi ed errori.»
Svizol tirò su col naso con stizza e guardò il re, non tanto come si guarda un sovrano cocciuto, quanto piuttosto come si guarda un amico che non vuole star ad ascoltare. «Mai stato d'accordo su quegli scherzi...»
«Questo era chiaro...» borbottò Tushik a bassa voce, ma il goblin lo sentì e si girò di scatto verso di lui.
«Su, ora pensiamo a sistemare Winter» parlò Vurwisch nel tentativo di calmare entrambi. «Ah, Klaus» si rivolse poi al ragazzo, che ancora aveva le lacrime agli occhi e gli strizzoni alla pancia. «Sei un lottatore valoroso. Sono contento di averti al mio fianco.»
James sentì le guance pizzicare non solo per il riso e il freddo. Nessuno lo aveva mai elogiato sul valore delle proprie abilità combattive.
Il re, tuttavia, non conosceva il suo passato. Se glielo avesse raccontato, non sarebbe stato tanto premuroso con lui.
Vurwisch concesse gli onori anche a Skye e Owen: «Grazie anche a voi due. Klara, sai davvero parlare bene agli animali. Michael, ti prego, accompagnami alla Riserva cosicché possiamo trattare meglio la scottatura di Winter. Sono lieto di constatare che in questi tempi hai imparato molto sugli animali».
Owen sorrise. «Se un animale tiene la coda troppo sollevata, molto probabilmente gli fa male il didietro.»
Il re scoppiò a ridere e lo sospinse verso la Riserva. «Scommetto che la signorina Nannadòttïr ha usato termini più coloriti! Su, andiamo. Assisterai all'entrata di una creatura nella Riserva Naturale! È una cosa che possiamo permettere soltanto io, Svizol e Berserker Tushik, e stavolta lo farà il sottoscritto, che a loro vada bene o meno!»
Svizol e Tushik si scambiarono un'occhiata divertita, prima di ricordarsi di avercela l'uno con l'altro e tornare imbronciati. Allora si misero al seguito delle zampe melmose della dragonessa, insieme a Yan e alle altre guardie.
«Il vostro re è parecchio condiscendente.»
James non ebbe bisogno di voltarsi, né lo fece, per non dar soddisfazione al samurai conosciuto al rinfresco: Rurai Nakagawa.
Fu Kosta a rispondere, senza celare i ringhi gutturali: «Scervellarsi per l'usuale carattere spensierato di alcuni giovani è una perdita di tempo. Le energie devono venire spese per ciò che è più importante. O, quantomeno, persino noi fenrìrson siamo stati cresciuti così seriamente».
James ancora non si volse, ma riusciva quasi a percepire l'indignazione esplosiva rilasciata dal corpo di Rurai.
«Qui non c'è più niente da vedere» dichiarò infine Kosta, abbaiando con più calma. «Fenrìrson, tornate ai vostri posti. E voi potete pure tranquillizzarvi.»
Skye si volse appena per scoccare uno sguardo a Bianca, la quale a sua volta la fissò, in maniera strana, prima di girarsi e sparire magicamente con i suoi commilitoni.
James si accorse dello sguardo triste dell'amica. «Vuoi controllare che Winter stia bene?»
«No... Voglio solo andare a casa a riposare.»
Il ragazzo annuì e si avviò per primo, sferrandole una leggera spallata per riscuoterla dai pensieri.
Al contrario di Skye, si sentiva di buon umore. Non aveva acciacchi, e ripensò con soddisfazione come fosse riuscito a cavarsela contro quel drago di una razza che non aveva mai visto.
Si sentiva di nuovo se stesso.
Da quando Pigghyassy lo aveva sopraffatto, aveva temuto di essersi indebolito, invece era ancora abbastanza forte!
A ripensare a quello stupido sejil, però, sentì il cuore fare una capriola per il disappunto. Adesso Vurwisch e i suoi amchetti erano a conoscenza del rapporto tra lui e i sei "bestia".
Dovevano fargli confessare il segreto delle sue infiltrazioni. Ja.es non avrebbe avuto problemi a usare le pinze con lui, e di certo Pigghyassy non avrebbe accettato di farsi staccare neanche un singolo, sudicio pelo.
«Dobbiamo andare da Pigghyassy» disse Skye, provando come sempre la sua capacità di leggergli nel pensiero. «Tuttavia sono preoccupata...» Afferrò il ciondolo con la testa da ranocchia, mentre si guardava intorno prima di rientrare nel castello. «Metti caso gli facciamo dire il suo segreto. Non vorrei che a quel punto ci lasciasse senza protezione..» sussurrò.
Per tranquillizzarla, James sollevò le braccia a mettere in risalto i muscoli aderenti alle maniche. «Senza protezione? Ma se ci sono io!»
«Tu non puoi creare difese magiche!» lo derise lei, correndogli dietro su per la scalinata. «Dimentichi che qualche incapacità l'hai anche tu!»
«Ah, è così?»
James si fermò per intercettarla, ma Skye gli passò lesta sotto a un braccio e girò l'angolo altrettanto rapidamente, così lui la inseguì lungo tutto il corridoio.
Svoltò e si fermò in scivolata proprio dietro di lei, con la mano già alla maniglia della loro porta.
James fece per acchiapparla, ma allora si accorse che, faccia a faccia con Skye, c'era Bianca.
Le due ragazze si fissarono in silenzio... fin quando Skye aprì la porta con un movimento brusco.
Invece Bianca si sporse ad afferrarle il polso. «Devo parlarti» sussurrò decisa. E poi abbassò sempre più il tono della voce: «Sei tu, vero, Skye?»
*
Beh, come se un drago non fosse abbastanza!
Saranno anche passati anni, ma Bianca non ha dimenticato la sua gemella e la sua migliore amica.
Ma l'affetto sarà rimasto? Come farà Skye a sbrogliarsi da questa situazione?
Voi che cosa ne pensate?
Vi è piaciuto il combattimento contro Winter? Alla fine si è dimostrata una brava dragonessa, ma chi sarà stato a scottarla così villanamente?
Parliamo un poi dei goblin stavolta.
I goblin sono creature molto simili agli esseri umani, ma la loro mentalità è più vicina a quella dei cani. Questo perché i goblin non son creature solitarie, hanno bisogno di vicinanza e di qualcuno che dica loro cosa sia giusto e sbagliato, come comportarsi e cosa fare.
Sono comunque capaci di prendere delle decisioni, in particolare su chi considerare amici o nemici.
La loro lealtà, comunque, potrebbe cambiare in base a come vengono trattati, ma prima di questo bisogna considerare il tipo di mentalità con cui sono stati cresciuti e che li possa portare a prendere una decisione.
Creature molto particolari, insomma. E il fatto che re Vurwisch abbia scelto un goblin come suo consigliere ha fatto storcere il naso a molti!
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