Sofia
L'ambulanza sembra non arrivare mai in ospedale, vedere qi su questa barella il mio amore che non dà segni di vita mi uccide.
I sensi di colpa mi assalgono sempre di più, gli stringo la mano forte nella speranza che senta la mia presenza, con l'altra mano gli accarezzo una guancia.
Vorrei baciarlo e far si che lui percepisca che sono qui ma la mascherina dell'ossigeno me lo impedisce, così decido di avvicinarmi al suo viso per sussurrargli dolci parole d' amore ; magari mi sente.
-'amore mio sono qui vicino a te, lo so che è tutta colpa mia. Sono un disastro ma io ti amo Ignazio, ti amo cosi tanto da non respirare. Ti amo da non poter vivere senza di te, tu mi hai resa migliore ,una persona nuova. Mi hai donato il tuo amore, il tuo cuore. Hai fatto si che io potessi amare di nuovo e amarti come non ho mai amato prima'
Intanto le lacrime scendono copiose sul mio viso e bagnano anche il suo che prontamente asciugo con una mano.
Arrivati in ospedale, due infermieri portano velocemente dentro Ignazio,io li seguo correndo per i corridoi.
Arrivati ad un certo punto un infermiere mi blocca impedendomi l'accesso.
-'fatemi entrare'- urlo disperata –' sono la fidanzata, lasciatemi vi ho detto'-
Da lontano vedo arrivare Piero e Gianluca che mi prendono tra le loro braccia.
-'Sofia vieni con noi, siamo in sala d'attesa. Non ti preoccupare, appena fatti i dovuti esami ci faranno sapere qualcosa'- mi dice Piero molto delicatamente
-'Piero io non ce la faccio più. Prima Carlo, poi Gaia, poi questo incidente. Sono una maledizione per lui'- gli urlo disperata sfogando tutto il dolore che porto dentro .
-'no Sofia' - prede parola Gianluca con gli occhi gonfi e lucidi –'non lo devi dire ne pensare, Ignazio ti ama anche se è incosciente e non lo ricorda più ma noi sappiamo l'amore che nutre per te'
-'Gian ha ragione'-interviene Piero-' voi vi amate e poi puo darsi che recuperi anche la memoria ora. Quindi ora non piangere più piccola e andiamo di la che ci sono tutti'
-'anche il papà e la mamma di Ignazio?'- chiedo a Piero singhiozzando
-'No, verranno più tardi. Ora hanno preso l'aereo a Taranto'
Sono qui, seduta su questa sedia con le ginocchia al petto e piango. Piango senza riuscire a fermarmi, ormai e più di un'ora che i medici hanno portato Ignazio dentro ma nessuno è ancora uscito a darci notizie.
Sono tutti molto agitati: Piero cammina avanti e indietro per la stanza; Gian è incolato alla finestra e guarda fuori, so che piange perché la sua sensibilità è un qualcosa di unico; Barbara e Michele parlano, mi guardano e io so perfettamente cosa stanno pensando. Se non mi avesse incontrato ora lui sarebbe con loro a ridere e scherzare. Magari a provare per il loro concerto che si terrà a Firenze il quattro luglio e invece a causa mia è qui in questo cazzo di ospedale e non sappiamo ancora niente.
In un attimo di follia mi alzo ancora in lacrime con la disperazione sul viso e nel cuore e mi precipito a passo spedito verso la porta dove hanno portato Ignazio e inizio a bussare prima piano ma senza ricevere risposta poi con colpi più forti fino a quando non esce un dottore
-'signorina come si permette di bussare cosi forte?'- mi chiede alterato
-'senti'- mi rivolgo a lui in malo modo –'è più di un'ora che lui è li dentro e non sappiamo niente , ora per cortesia mi dice come sta?'- gli chiedo furibonda –' sto impazzendo senza sapere niente'-
Intanto dietro di me si sono aggiunti tutti gli altri e con i visi sconvolti attendono che il dottore ci dica qualcosa
-'signorina si calmi'- mi invita il medico –' state qui per il signor Boschetto vero?'- chiede come conferma
-'Si'- gli rispondiamo tutti insieme
-'allora gli abbiamo fatto una tac e fortunatamente non è uscito niente a parte un bernoccolo che scomparirà in poche settimane'-
una piccola risata ci viene spontanea all'affermazione del dottore e un sospiro di sollievo fa si che ci calmiamo tutti
-'ora porteremo il signor Boschetto nella sua camera poichè si è svegliato e sta bene'
-'ma possiamo vederlo?'- gli chiedo supplichevole
-'si signorina ma uno alla volta e non più di cinque minuti, mi raccomando non si deve agitare perché è ancora debole'- si raccomanda il medico
Tutti insieme annuiamo.
-'ora vi conviene andare in reparto che fra pochi minuti lo porteremo in camera '- dice il dottore .
Lo ringraziamo tutti e io mi scuso con lui per l'insistenza e la maleducazione che ho avuto, lui mi sorride con tenerezza
-' non si preoccupi signorina, la capisco. Lei è la fidanzata suppongo?'-
Io tentenno un po e poi gli confermo con un flebile si, lui mi accarezza la guancia e rientra in reparto chiudendosi la porta alle spalle.
Intanto hanno portato Ignazio in stanza , ora con lui c'è Piero.
Sono già entrati tutti, stranamente ho una sensazione di disagio che non mi abbandona.
Gian è seduto su una sedia e da quando è uscito non ha detto una parola, lo stesso Michele e Barbara ma i loro sguardi non mi convincono. Allora mi avvicino piano a Gian mi siedo al suo fianco chiedendogli come sta Ignazio.
Lui alza gli occhi,mi guarda abbozzando un sorriso e con la mano mi accarezza il viso
-'Gian come sta Ignazio?'- gli chiedo con voce bassa
-'bene Sofia, sta bene. Lui ha la testa dura e forte quindi non temere'-
-'cosa non devo temere?'- gli chiedo confusa
-'Niente'- mi risponde per poi alzarsi di scatto e allontanarsi da me prima .
Dopo qualche metro, si gira e sorridendomi mi chiede se voglio un caffè.
-'No grazie, voglio solo vedere il mio amore '
E mentre Gian si allontana, esce Piero che mi punta con lo sguardo.
Mi avvicino a lui quasi terrorizzata pur non capendone il motivo.
-'Piero c'è qualcosa che devo sapere? Perché mi guardano tutti in modo strano? non capisco!'-
-'Sofia credo che tu debba entrare e parlagli'- mi risponde Piero
Senza neppure rispondergli mi avvio verso la porta, ho il cuore che mi sta scoppiando, i muscoli del corpo bloccati. Mi volto un attimo per vedere i ragazzi dietro di me.
Gian e Piero mi incitano ad entrare, annuisco e finalmente apro la porta con lentezza, quasi con paura chiudendomela alle spalle.
Lui non è a letto ma su una sedia, di spalle a me che guarda fuori.
Mi avvicino piano, a metà stanza mi fermo e lo chiamo per farlo voltare.
-'Ignazio '
Lui si volta verso di me e mi guarda senza parlare, poi si alza e viene verso di me.
Sono immobile, non riesco neanche a parlare, ho gli occhi lucidi, pieni di lacrime e le mani che sudano fredde.
-'Tu devi essere Sofia vero?'- in quel momento il mondo mi crolla addosso.
Cosa cazzo è successo? Lui non si ricorda di me!! Tutti gli sforzi fatti per fargli recuperare la memoria sono stati inutili. Penso.
-'S s si, sono Sofia ma non ti ricordi di me? - gli chiedo in lacrime
-'No' - mi risponde -'dovrei ricordarti? Perche? Chi sei tu? Cosa rappresenti per me? tutti mi hanno detto di te'- mi dice a bassa voce
Lui così bello guarda me confuso e penso che stavolta è finita,mi arrendo.
Penso che forse non è destino che stiamo insieme, forse è meglio cosi, forse io sono sbagliata per lui. Ecco il motivo del suo non ricordare.
-'Allora?'- mi chiede incuriosito -' io sto aspettando, forse tu riesci a farmi capire qualcosa di tutta questa situazione!'
-'No Ignazio, io non sono la persona giusta per fatti capire anzi, forse è meglio che tu non ricordi io chi sono e cosa rappresento per te o per meglio dire cosa rappresentavo.'
Ormai i singhiozzi sono talmente forti che non riesco quasi a parlare, ma riesco a dirgli l'ultima cosa prima di uscire da questa stanza e dalla sua vita per sempre.
Mi avvicino a lui eliminando tutte le distanze che ci separano
-'ricordati solo che tu mi hai salvata in tutti i modi possibili, io ti amo e ti amerò sempre' - avvicino le mie labbra alle sue e gli rubo un ultimo, dolcissimo bacio.
Mentre mi avvio alla porta penso alle parole che ha detto il dottore ,lui mi chiamava quando era ancora incosciente e forse e li che si ferma tutto rimango e rimarro sempre nei suoi sogni.
e arrivo alla porta, sto quasi per aprirla quando lui mi richiama
-'Sofia ..
Mi richiama lui.
Mi giro, con il cuore in gola, forse con un po di speranza.
-'Si Ignazio'
-'Perdonami... Perdonami se non riesco a ricordare. Perdonami se non ti ho saputo amare!'
Abbasso gli occhi.
Non ho neanche la forza di rispodere, sembra tutto cosí inutile.
Prendo quel poco di forza che mi è rimasta nella voce:
-'Non devi scusarti, non è colpa tua, Ignazio. Spero ti rimetterai presto...'
-'Addio'
Esco chiudendomi la porta alle spalle e, con essa in quella stanza, rimango anche il mio cuore.
Fine
Ecco per il momento sofia finisce qui per ora poi in futuro chi sá. un grazie a tutte voi che avete seguito questa storia e l avete amata con me grazie a te che mi hai aiutata tanto grazie grazie a tutte di vero cuore amiche.
Anna kiss
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