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12 Il piano di Newt

Caro Newt,
Se stai leggendo questa lettera
significa che sei sveglio e che hai notato la mia assenza;
almeno so di non essere trasparente.
Devo rivelarti una cosa: sai perché mi trovavo in Texas?
Ero in fuga.
Stavo scappando da un tizio, l'Uomo Ratto, che mi voleva rapire per una questione di soldi.
Tutto questo è successo per caso.
Prima di tutto questo ero, come mi hai detto, un ragazzo egoista ed arrogante, ma quando ti ho conosciuto, sono cambiato.
Tutto merito tuo.
Sei diventata la persona più importante della mia vita, l'unica che non mi faccia sentire inutile,
che mi apprezza per come sono e non per chi sono.
Se non mi vedi, non pensare che ti abbia abbandonato; non lo farei mai senza una buona ragione.
Stamattina mi aveva chiamato l'Uomo Ratto, e mi aveva minacciato di uccidere te e gli altri se non fossi consegnato. Ho deciso di farlo.
Molto probabilmente mi ucciderà, ma così so che sarete al sicuro.
Che tu starai al sicuro.
Ti prego Newt, ti prego, non seguirmi; se ti accadesse qualcosa, non me lo perdonerei mai.
Con amore, Thomas.

Newt dovette rileggere più volte la lettera prima di cominciare a crederci sul serio.
"Se n'è andato...", mormorò Brenda.
"Thomas è un pazzo a credere se non tenterà di ucciderci", commentò Ben.
Newt non disse niente. Quella lettera gli aveva tolto il sonno, e da allora Brenda aveva chiamato gli altri.
"Che cosa facciamo?", chiese Frypan.
"Ve lo dico io" disse Newt alzandosi dal divano "andiamo a salvarlo".
"Ma sei impazzito?" chiese Aris "è un suicidio! E lo sai perché? Prima di tutto non sappiamo dove l'Uomo Ratto abbia portato Thomas; seconda cosa, anche se sapessimo dove si trova, siamo in netta minoranza rispetto a lui".
"Lo so" rispose il biondino "se non volete venire va bene, ma io non lascerò Tommy in mano a uno squilibrato".
"Io sono con te" disse Minho "ma qual'è il tuo piano? Sto tipo è potente".
Newt sospirò.
"Non lo so, non ce l'ho".
"Io Los Angeles la conosco" continuò l'asiatico "ma siamo senza armi".
"Non è tecnicamente vero", commentò Frypan.
Tutti i presenti si voltarono di scatto verso il moro.
"Dici sul serio?", gli chiese Newt, speranzoso.
"Sì. Se andate a casa mia ve le mostro".

Il nonno di Frypan non era in casa, quindi i ragazzi poterono entrare senza problemi; il moro portò gli amici sulla soffitta della casa.
Era enorme, piena di mobili e scatoloni impolverati; il locale era buio e gli angoli erano infestati dalle ragnatele. Frypan accese la lampadina posta sul soffitto, rischiarando gran parte della soffitta e si diresse sicuro verso a una collina di scatoloni.
"Prendeteli tutti e portateli in cucina", disse prendendone uno.
I ragazzi obbedirono; ognuno prese uno scatolone e li portarono al piano terra, dovendo fare più giri per portarli giù tutti.
Quando ebbero finito, li aprirono con dei coltelli, tagliando il nastro da pacchi. In tutte le scatole c'erano delle valigette di pelle nera, chiuse con delle cerniere. Le aprirono tutte quelle presenti nei scatoloni; in metà di esse c'erano pistole con il calibro che andava dal 22 al 44. C'erano anche dei fucili, ma tutti risalevano alla Seconda Guerra Mondiale; seppur vecchi, erano in buone condizioni.
"Oh caspio...", mormorò Minho.
"Ma da dove vengono?", chiese Aris a Frypan.
"Sono tutte di mio nonno" rispose questo "ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e in Vietnam portandosi a casa tutte queste armi".
"Molto bene" Newt prese un fucile e delle pistole "ora andiamo".
"Non ora Rambo" lo richiamò Minho "dobbiamo stabilire come andarci".
"Appunto" commentò Aris "Los Angeles si trova quasi dall'altra parte rispetto al Texas".
"Abbiamo Bertha", s'intromise Brenda.
Newt la squadro' in malo modo.
"Ormai Bertha è un rottame".
"Ha solo le gomme andate, ma possono essere sostituite, giusto?".
"Certo" commentò Minho "se ci mostrate chi è questa caspio di Bertha".

Newt e Brenda dovettero tornare al ranch per mostrare agli altri ragazzi chi era Bertha. Era una Mercedes - Benz Classe E SW di un bianco sporco, rovinata dalla polvere e dal sudiciume che la invadevano. Gli interni erano in compenso perfetti.
Le gomme erano ridotte malissimo.
Dovettero semplicemente sostituirle, poi con un getto d'acqua la ripulirono, asciugandola con dei panni. Prima di salire in macchina, misero nel baule le armi, poi il kit di pronto soccorso di Brenda, il tutto portato da Newt. Fu Minho a prendere il compito di guidare, affiancato da Aris; alle loro spalle c'erano Ben, Frypan e Brenda.
Newt si sedette in fondo, in solitaria.
"Da che parte cominciamo?", chiese Ben.
"Io dico dalla casa di Teresa" disse Minho "forse l'Uomo Ratto l'ha chiamata per il riscatto".
"Va bene", disse Newt.
Senza dire altro, l'asiatico avviò Bertha. Il motore ruggì con furore, avviandosi; poi i ragazzi partirono.
Poco dopo, sotto la visione dell'alba, il biondino prese dalla tasca posteriore dei pantaloni un rosario; lo aveva vinto a una fiera il mese prima, seppellendolo in un angolo buio del suo cassetto. Lo indossò a mo' di braccialetto, facendolo rigirare più volte, stringendolo al polso.
Newt mise le mani giunte e appoggiò il mento ai pollici, piegandosi su sé stesso; poi, silenziosamente, cominciò a pregare.
La sua parte più atea era in subbuglio; fremeva nel togliersi quel rosario e gettarlo fuori dal finestrino, ma il cuore gli diceva di pregare, di appoggiarsi a Dio per sperare di salvare il suo Tommy. Aveva una paura folle: non di morire, ma di veder morire Thomas; non aveva mai avuto così tanta paura, e per questo cominciò a pregare più velocemente e con più foga.
Lentamente però, il sonno lo avvolse, mormorando un'ultima preghiera:
Ti prego, fa che Tommy stia bene...

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